Come tutti gli altri
Come previsto il coach li sta demolendo, con un accenno particolare per il ritardatario di turno.
Non serve origliare per sentire gli improperi che gli tira addosso.
"Johnson, vuoi svegliarti, dove hai la testa? tra le gambe di Davis".
Mi fermo di botto. Ha davvero detto a Chris che ha la testa tra le mie gambe? oh Madonna, che anche il coach abbia saputo qualcosa? Sicuramente qualcuno della squadra dopo ieri sera l'avrà reso partecipe. Spero con tutto il cuore che questo non significhi una fatica emotiva ulteriore.
Mi avvicino al campo con passi lenti e incerti, sperando di non dare nell'occhio e pregando che Chris non si volti verso di me.
Non contento continua ad inveirgli contro:
"E smettila di guardarmi con quella faccia, sappi che non me ne frega una mazza dove pucci il biscottino quando sei fuori di qui. Passato da questa porta, però, ti voglio presente, come tutti gli altri, altrimenti ti sbatto in panchina e mi dimentico che esisti!"
Anche io, che non sono un esperto, mi sono accorto che le gambe di Chris sembrano frenate oggi, è come se il suo corpo non gli rispondesse e credo di non essere l'unico a saperne la ragione.
I suoi compagni di squadra gli passano accanto dispensandogli pacche sulle spalle, qualcuno ride a testa bassa, ma nessuno, nessuno, sembra giudicarlo.
L'allenamento procede tra strigliate e ammonimenti.
Alla fine vedo il coach avvicinarsi a Chris e prenderlo in disparte, lo vedo abbassare lo sguardo sfiorandosi la punta delle scarpe, il coach continua a parlare e piano piano sul suo viso si fa largo un sorriso timido, annuisce e sorride più forte. Le pacche sulla spalla risuonano come un tamburo in lontananza, finalmente Chris rilassa le spalle e mi guarda, sorride con le lebbra e con gli occhi, mi fa l'occhiolino camminando verso di me, nessuno lo nota, però. Mi fa segno di aspettarlo fuori.
Esco rigirandomi l'anello nel dito.
Nonostante le parole pesanti, rivolte allo scarso rendimento, a modo suo anche il coach ci ha dato il suo via libera. Il messaggio è chiaro anche per me, devo imparare a rispettare i suoi impegni, niente sesso sfrenato prepartita, che peccato!
All'uscita carico in auto un Chris davvero distrutto, gli porgo l'anello che ho custodito, rigirandomelo tra le mani.
"Hai giocato bene" esclamo.
Sorrido alla sua faccia stranita dopo il mazzo ricevuto, non ostante tutto nei suoi occhi leggo il sollievo per la reazione del coach. Ha detto "come tutti gli altri", l ho sentito bene anche io.
Lo guardo con la coda dell'occhio.
"A cosa pensi quando giochi? "
Gli rifilo la domanda un po' per gioco, un po' per curiosità vera.
"A noi, a te per la verità, penso che mi stai guardando, che sei li per me e mi sento veramente agitato, ma non come uno che ha paura, come uno che vuole fare una bella impressione, spero sempre di segnare per te" risponde. "il gioco prendeva il via e mi dimenticavo di tutto e di tutti, azione, reazione, senza riflettere, come quando impari a guidare all'inizio ci pensi poi diventa automatico, ecco per me è sempre stato così ma da quando ci sei tu, è diverso, sento il tuo sguardo posato su di me, ogni azione è rivolta a te".
Rimane fisso a guardarmi studiando la mia espressione stupita.
"E segneresti per me Chris?"
"Si, Noah, vorrei segnare per te e cercare il tuo sguardo tra la gente sugli spalti. Dedicarti la mia vittoria e abbracciarti forte davanti a tutti in mezzo al campo".
Il mio cuore sussulta all'idea, amo immensamente Chris Johnson e vorrei che questa settimana non finisse mai.
Il tempo, però, scorre più veloce di quanto sperassi, il fine settimana si avvicina inesorabile e con esso il ritorno di mia madre e la finale del campionato.
Cosa faremo da adesso in poi?
Ogni volta che cerco di affrontare l'argomento Chris si fa serio e scostante e vedo riaffiorare la corazza dello stronzo inalienabile a nascondere i suoi veri sentimenti. Così cambio argomento, ma prima o poi dovremo affrontare la realtà.
Non ho idea di come siano andate a finire le cose con sua madre e io non ho ancora parlato con la mia. In assoluto potrebbe essere un disastro totale o un sogno ad occhi aperti, come questi giorni insieme.
Chris è appena rientrato da un' altro allenamento che l'ha letteralmente spaccato, l'ultimo, adesso si riposeranno per i prossimi due giorni e poi ci sarà la finale.
Rincasa indossando ancora la divisa, con quel mix di bellezza e stanchezza rese irresistibili dai capelli umidi e dalla maglia incollata al corpo. In assoluto dovrebbe risultare abbastanza schifoso, un calciatore sudato marcio sulla soglia di casa, ma per me è una visione celestiale, perchè quello è il mio capitano.
Rifletto: la prima impressione che ho avuto di lui non è stata delle migliori, mi è apparso superficiale ed egocentrico, un giocatore, si, ma con il cuore degli altri. Troppo concentrato su se stesso per vedere le conseguenze delle sue azioni. Ma frequentandolo al di fuori dell'ambiente dove deve apparire tale, mi sono accorto che la sua è solo una corazza. Una specie di scorza, una protezione. Come il cocco, è difficile da aprire ma quando ci riesci l'interno ti sorprende per dolcezza e bontà.
Lo vedo letteralmente trascinarsi nella doccia e penso che mi sforzerò di tenere le mani a posto per lasciarlo riposare. Decido, così, di impegnarle nell'unico modo che conosco, suonando.
Sono assorto nei miei pensieri, concentrato, ondeggio a ritmo della musica incalzante che sto suonando, i capelli mi ricadono sugli occhi, ma ci sono abituato, sono tanti anni ormai che li porto così lunghi. In genere li lego per suonare, ma mi sono dimenticato, solo che adesso l'ispirazione corre veloce e le mani non si possono fermare. Sto di nuovo improvvisando, come piace a lui.
Naturalmente mi ascolta dalla cucina, preparando qualcosa per cena. Il profumo è davvero invitante. In questa settimana ho scoperto che Chris è una continua rivelazione. Non è affatto disordinato come immaginavo, invece è molto organizzato soprattutto per quello che riguarda gli allenamenti. Segue un'alimentazione molto controllata, non beve mai, non fuma e cucina divinamente, tutti punti a suo favore, se avesse bisogno di accumularne altri. Insomma, la vita con lui è davvero perfetta.
La consueta stretta allo stomaco interrompe il flusso della mia ispirazione musicale. Sta per finire il nostro sogno, fra tre giorni Chris tornerà a casa sua, dovrà fare i conti con la strega di madre che si ritrova e forse anche con suo padre, che a questo punto capisco bene perchè se ne sia andato a gambe levate. La nostra vita insieme si ridurrà ai soliti appuntamenti e a qualche notte rubata. Non ultima delle mie preoccupazioni, dovrò affrontare l'argomento con mia madre.
Sospiro sconsolato.
Mi alzo e lo raggiungo in cucina.
Mi ritrovo a sorridere per quello che vedo. Chi l'avrebbe mai detto, Johnson indaffarato ai fornelli come nemmeno mia madre ha mai fatto per me, sorride assaggiando quello che sta rimestando in una grossa padella.
Gli giro attorno accarezzandogli il sedere con la mano.
Sorride.
"Ehi, cucciolo! è quasi pronto, pensi tu alla tavola?"
Questi momenti di vita quotidiana, semplice, fatta di cose banali, per i più, tra una manciata di ore per noi saranno il sogno inconfessabile, qualcosa di irraggiungibile.
Gesù vorrei che tutto questo non finisse mai. Sorrido ai nostri ultimi scorci di vita insieme, mi rincuoro pensando che in un modo o nell'altro mi farò bastare il fatto di poterlo stringere a me.
Durante la cena , però, lo vedo intristirsi, penso che provi le stesse cose anche lui come me, che pensi alla fine di questa settimana da sogno e ai casini che verranno.
"Ehi, brontolo che succede, sei taciturno, in ansia per la finale?"
"Magari fosse la finale il mio solo problema!"
Intravedo lacrime intrappolate nei suoi magnetici occhi verdi.
Mi alzo di scatto abbandonando il piatto semivuoto e lo raggiungo sedendomi sulle sue gambe.
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