Epilogo
Trent'anni dopo
Draco
La vita è davvero la cosa più bella e strana del mondo allo stesso tempo.
Un giorno stai facendo qualcosa che reputi importantissimo, la mattina seguente ti svegli e decidi che la tua priorità è un'altra.
La mia vita al castello con Hermione fu meravigliosa, del tipo che non volevi andare a dormire la sera e ti alzavi prima degli altri del tuo dormitorio per godertela appieno la mattina appresso.
Il primo giorno del settimo anno, però, ci dimenticammo di salutarci a vicenda.
Lei era presa dai suoi amici, io dai miei, e, nonostante ci fossimo scritti tutta l'estate instancabilmente, ci ricordammo l'una dell'altro solo quella sera, a tavola.
I nostri sguardi saettarono dalla reciproca persona e con un sorriso triste, entrambi fummo certi della fine della nostra relazione clandestina.
Ci eravamo amati come pochi s'erano amati, e non solo per attrazione fisica od altro.
Forse però, un dubbio che mi venne in seguito, era il fascino del proibito che ci aveva fatto catapultare fra le braccia dell'altro.
Lei uscì più matura ed aperta da quell'anno, dal sesto. E se vogliamo dirla tutta, anche più esperta, perché non vi furono più ragazze vergini del nostro anno in quel tempo.
Io invece diventai più capace di amare, e il mio cuore si aprì, contro ogni aspettativa.
Imparai a dire la verità con più scioltezza, anche se mi suonava strano.
Dapprima, il mio cervello, pur se impazzito per quella ragazza pura ed innocente che aveva davanti, si rifiutò categoricamente di assecondarla. Ovviamente, la parte complessa la fece il mio cuore.
La verità? Quel modo di esprimersi senza peli sulla lingua, che ogni persona si aspettava da te ma che nessuno dava al prossimo?
Che anche lo sconosciuto più sconosciuto si aspettava che dicessi, a prescindere da chi fossi tu e quale fosse il tuo scopo?
All'epoca mi sembrò strano.
E quando rividi Hermione al fianco di Weasley, quel primo settembre, che chiudeva la felpa della figlia con incredibile amore e dolcezza, strinsi più forte Scorpius a me.
Al contrario di quanto probabilmente disse Ronald Weasley alla giovane Rose, io mi feci promettere dal mio Scorpius che non si sarebbe mai comportato come mi comportai io durante il mio soggiorno ad Hogwarts.
Di non credere a qualsiasi cosa gli veniva detto sul suo conto, di chiedere prima a me se c'era qualcosa che gli disturbava il sonno, invece di venirlo a sapere da persone che magari, inconsapevolmente, avrebbero potuto distorcere la faccenda.
Così, quel primo settembre, quando Scorpius Hyperion Malfoy, Rose Minerva Weasley, Albus Severus Potter e tutta la banda degli Weasley Junior scomparve su quel treno che li avrebbe portati verso il loro futuro, mi sorpresi quando sentii la mano delicata di Hermione sulla mia spalla.
Non aveva occhi lucidi, lacrime futili sulle guance od altro, perché lei era Hermione e lei era forte. Non c'era bisogno di fare tante storie per la partenza dei giovani per Hogwarts, perché anche lei sapeva che sarebbero stati meglio lì che a casa con noi.
"Ciao, Herm" la salutai, rivolgendolo un sorriso.
Lei ricambiò, continuando a guardare il treno muoversi.
"Sono Rose e Scorpius quelli?" sul treno, un ragazzo di undici anni dai capelli biondi ed una della stessa età con una massa di capelli rosso fuoco, si stavano stringendo la mano con un sorriso complice, e ci lanciarono uno sguardo strano.
Hermione scoppiò a ridere, e anche Harry, Ronald, Ginevra e Astoria ci si avvicinarono, curiosi di sapere cosa aveva scatenato quella risata in Hermione. Lei mi lanciò un sorriso complice, poi prese a braccetto Ron ed Harry, che afferrò anche Ginny, e scomparve nella marea di genitori lacrimanti con un bella espressione felice in viso.
Ed fu così che in quel momento, vedendo Rose e Scorpius al mio tavolo da pranzo, il 15 novembre di sei anni dopo, lui con un braccio intorno alle spalle di lei, che ripensai in fretta a tutto quello che successe durante il freddo mese di venticinque anni fa.
"Papà, mamma... Io e Rose..." Scorpius prese un grande respiro e sorrise timidamente alla giovane sedicenne dai capelli rossi e gli occhi azzurro cielo accanto a lei. Astoria batté le mani e lanciò un gridolino esultante, alzandosi dal tavolo della colazione e andando ad abbracciarli. Cosa ci facessero durante un giorno scolastico a casa nostra non lo capii mai, ma quel 15 novembre l'unica cosa che mi venne in mente fu il primo bacio tra me ed Hermione, e sorrisi.
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