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1: L'allievo


AVVISO: Questa è una storia dal punto di vista di esseri crudeli quindi ci saranno di conseguenza scene di sangue, tortura, sesso, stupro, squartamenti e se c'è gente che ha problemi del genere siete stati avvisati e vi consiglio di scegliere un'altra storia che non sia dal punto di vista di un Evil.

Buona lettura, commentate e se ci sono perplessità o se ho tralasciato qualcosa chiedete pure.

Anno 1572, 29 Febbrario

Ogni 4 anni si svegliava, dal terreno egli veniva formato e a mezzanotte di quello stesso giorno sarebbe svanito.

Tutti gli uomini posti sukl suo cammino di Shombyl moriranno, ma non prima di aver subito le torture più atroci. La terra veniva macchiata dal sangue sparso al suo passaggio, e i resti degli uomini mutilati facevano capolino ovunque.

Le donne venivano usate come giocattoli. Torturate fisicamente e sessualmente per poi venir uccise nel peggiore dei modi.

La sua pazzia era tale quanto il suo aspetto, ricoperto di tatuaggi e simboli fatti con le ustioni, le cicatrici, la pittura, il sangue e addirittura con dei frammenti di ossa attaccati alla pelle.

I suoi occhi gialli scrutavano il paesaggio del nuovo mondo, i pellerossa era uno di quei pochi popoli che lo temeva e lo rispettavano e lui non era mai stato contro quel popolo così pieno di rispetto e di onore, tanto che reciprocamente non li torceva un capello o stuprasse le loro donne come se gli fosse lecito farlo.

Vide in lontananza un accampamento spagnolo, l'uomo che poteva variare il proprio aspetto da vent'anni a trenta, divenne un trentenne che sembrava un frate nelle nuove terre, ritrovandosi con una semplice veste, nascose i suoi simboli con un semplice pensiero, dei soldati spagnoli vedendolo lo accompagnavo nel campo dove c'erano schiavi aztechi o semplicemente definiti indios che giravano con sguardi spenti o frustati con i continui ordini dati dagli spagnoli e gli schiavi trasportavano molto e ovunque in maniera ubbidente quanto sofferente.

Era uno di quei campi con ancora qualche traccia di quegli antichi popoli, la loro coltura era sempre schiacciata sotto le parole dure degli spagnoli e pian piano sarebbero scomparsi molto probabilmente.

Shombyl ghignò, amava quelle sofferenze, gli piaceva vedere la frusta andare contro la pelle degli schiavi, i loro lamenti erano la sua musica ma, notò una bella fanciulla che piangeva in una gabbia isolata, affianco ad un palo per roghi e di fianco alla gabbia dell'indios c'era un ragazzo legato ad un palo, spostò lo sguardo su di lui e rimase sorpreso di vedere che era certamente spagnolo ma, stava venendo frustato come uno schiavo, rivolse qualche domande ai soldati.

<Ha difeso una schiava, la stessa che lo guarda morirà in un rogo, lui ha provato affetto per l'infedele e più tardi verrà deciso cosa fare con lui. Lei da brava cagnolina ha raccontato ogni cosa>

Shombyl pregustava un bel rogo e mangiare le carni della giovine ma, quel ragazzo gli fece stringere il cuore ed ebbe una sensazione.

Lui.

Il primo uomo a creare i simboli e prenderne i poteri che ad essi venivano dati. Il primo ad avere fatto nascere le sette e seguaci fino e a farle estinguere per nascondere la sua esistenza. Lui che era un essere infinitiva mente potente cresciuto nella crudeltà della vita e amando il sangue scorrere a fiotti.

Eppure... sentì una sensazione d'affetto, così chiese di avvicinarsi al ragazzo per raccogliere la sua "confessione", i soldati lo lasciarono andare.

Il ragazzo aveva dei capelli neri, una pelle pallida per la fatica, le labbra erano screpolate e il suo viso era asciutto con dei lividi sulla faccia, aveva diciotto anni all'incirca... poteva essere andato in mare da ragazzino come soldato, forse era orfano ed era stato accolto brutalmente da uno dei eserciti peggiori dell'epoca, lo dimostravano le ferite prodotte dalla frusta.

Era nudo e aveva davvero dei muscoli ben sviluppati, il ragazzo lo guardò con disprezzo, Shombyl ghignò compiaciuto<Non parlare a voce alta, hai fegato a disprezzare la religione e ti ammiro, non sono un prete io> Il ragazzo non pronunciò nessuna parola, continuava a scrutarlo attentamente con lo sguardo, ogni suo respiro gemeva dal dolore provocato precedentemente dalle ferite.

Shombyl fece per un attimo comparire i suoi simboli sulla faccia e mentre il ragazzo sgranava gli occhi, lui entrò nella sua mente e vi lesse cosa voleva infliggere a quegli uomini, ai soldati, agli schiavi...tutti coloro che avevano fatto scoprire l'amore rifiutato dalla donna e altre cose che Shombyl sapeva che poteva renderlo un mostro potente come lui.

Le torture che girovagavano nella mente del ragazzo erano molte, alcune lo stupirono come un'immagine di uomini che a forza divorarono un loro compagno a colpi di frusta e vederli dopo vomitare per poi ucciderli bruciando un arto alla volta e tagliarglielo per proseguire la tortura fino a tagliare a loro la testa e la stanza sporcarsi completamente di sangue.

Shombyl si lecco il labbro inferiore, eccitato da quell'idea così sadica, torturare era la sua specialità d'altronde, a quel punto prese una decisione: avrebbe avuto quel ragazzo come allievo.

<Mi piacciono i tuoi pensieri-idee sulla tortura. Ti offro la possibilità di diventare l'allievo del più potente essere sulla terra, come ti chiami ragazzo?> Il giovane lo guardò incredulo ma, la sua espressione inizialmente divenne titubante per poi finire con un ghignò stampato sul volto< La mia vita fa schifo e quindi accetto volentieri, mi chiamo Filip> Shombyl sussurrò qualcosa all'orecchio di lui per poi concludere così<... Adesso avrai dei poteri temporanei. Se vuoi essere mio allievo dovrai concludere entro stasera con un finale che mi faccia apprezzare se ciò che mi hai detto è vero><Si....maestro>

Shombyl svanì sotto gli sguardi di tutti e ricomparve su una collinetta da dove avrebbe potuto assistere e probabilmente uccidere i possibili fuggitivi però ci fu un'altra sorpresa, il ragazzo aveva immediatamente creato una barriera.

Ritornò con il suo normale aspetto, pantaloni, stivali e rimase a petto nudo ad aspettare che Filip concludesse l'opera

Pov Filip

Moriranno.

MORIRANNO TUTTI DAL PRIMO ALL'ULTIMO!

<....hihihihiih...HIHIHIHIAHAHAHAHAHAHH!!!> La mia risata fece gelare il sangue di chi mi era vicino, sentivo la mia mente premere su una parola come un obbligo: "FALLI SOFFRIRE"

Ho sempre desiderato di essere qualcosa di più di queste fecce e ora che il mio maestro me lo ha concesso... li farò soffrire così tanto che dovranno baciare i piedi per chiedermi pietà...sempre che la testa rimanga attaccata al loro corpo.

Sento che dalla mia schiena uscire qualcosa e come sento delle urla, desiderai che nessuno fuggisse e percepì che avevo eretto una barriera, sulla mia pelle erano comparsi dei simboli bizzarri ma, li percepivo chiaramente. Erano loro la mia fonte di potere.

Mi sentì formicolare tutto il corpo e questa nuova forza s'impossessò di me, con un semplice scatto mi liberai dalle fune che mi legavano.

<IL DEMONIO! SPARATEGLI!!> Urlarono nel panico più totale e i miei ex-compagni iniziarono a spararmi ma, qualsiasi cosa colpissero si rigenerava, mi accorsi che dalla mia schiena erano usciti dei tentacoli sottili, bianchi con attorno delle linee simboliche raffigurate sulla loro viscida pelle.

Mi basta un pensiero perché essi mirassero qualcuno e guardai i miei dieci tentacoli attaccare con una furia inaudita.

I miei tentacoli prendevano e squartarono, perforavano la gente, li strangolavano fino a rompere l'osso del colpo di donne e uomini.

Per me sembravano dei fragili corpi fatti di carta e i miei tentacoli stavano semplicemente "giocando" con essi i quali non gradivano granché, ricominciai a ridere fino a quando lo stesso uomo che mi aveva frustato cercava di tagliare i miei tentacoli, il mio sguardo vacillò per un secondo per poi assumere una espressione sadica. Loro erano bravi a consigliarmi cosa fare.

Con una mano presi uno di quei stronzi che mi aveva frustato, non l'avevo preso con il fisico ma, con il pensiero e il mio stupore fu così grande da aumentare il mio sorriso e fissare gli occhi il bastardo che tremava, schioccai le dita e lui iniziò a vomitare, poi il sangue, poi le interiora e morendo agonizzato dal dolore (non mi viene il termine adatto pardon).

Lo lasciai cadere nel suo stesso sangue con gli organi fuori dalla bocca, mentre chi aveva assistito cercava di rompere in qualche maniera la barriera, finendo ustionato dal calore di essa, il mio sguardo cadde su una indios da cui le gambe le erano state strappate e cercava di allontanarsi con le braccia. A quella vista mi resi conto che mi piaceva.

MI PIACEVA DA IMPAZZIRE!

Mi avvicinai e presi per i capelli la donna tirandoglieli, facendola urlare, li tirai più forte facendola urlare con tutto il fiato che essa aveva nei polmoni... si.... I polmoni... la girai e con una forza che mi aveva donato il mio maestro, entrai nella carne usando semplicemente le mani, distrussi la gabbia toracica e le sue costole per poi afferrare saldamente i polmoni e tirarglieli fuori per poi metterne uno in bocca <Mi piace quando urli, schiava!> Risi maggiormente mentre lei moriva.

Con quel polmone poi lo buttai al mio ex-amore <Ecco il tuo pranzo> Il mio volto sporco di sangue e i miei occhi gli fecero capire che lei sarebbe stata l'ultima. Si mise in un angolo a singhiozzare disperata, dopo aggiunsi leccandomi le labbra<Non piangere... non è ancora giunto il momento>

Dalla mia gola uscì una risata folle.

Quando finì, indios e spagnoli morti in tutto il campo sotto il potere che avevo ricevuto e non l'avrei sprecato, anzi, lo avrei usato anche su di lei ancora in gabbia.

Andai coperto di simboli su tutto il corpo, diretto nella sua cella, lei mi guardava terrorizzata, rannicchiata in un angolo, gli aprì la gabbia e ordinai secco<Seguimi> Il suo sguardo lesse il mio malizioso e tremava così tanto che batteva i denti, io risi di gusto<Tranquilla tra poi ti scalderai. Te lo avevo detto, no? Saresti stata mia> La presi da un polso e la trascinai nella casa del luogotenente sicuramente morto con il cranio aperto in due.

(scena stupro da ora in poi)

La tirai e la buttai per terra, vicino al letto <Pronta giocattolino?> La sedicenne indios mi guardava supplichevole, continuava a tremare<Ti prego...> <Mi preghi? Continua a farlo, tanto non ti servirà puttana> Abbassai i pantaloni facendo uscire il mio membro e lei divenne rossa per l'imbarazzo, io la presi per i capelli e gli avvicinai la sua bocca al mio pene, lei cercò di liberarsi ma, mi stava facendo arrabbiare<Apri la bocca, puttana!> Le tirai degli schiaffi finché dolorante com'era, la presi e stordita, aprì istintivamente la bocca e glielo misi tutto, lei mugugnò qualcosa ma, io continuai ad andare avanti e indietro e a tenerla saldamente dalla nuca e tirarle qualche schiaffo per divertirmi ad ogni gemito di dolore mentre io gemevo in lei tanto da venirle in bocca, la allontanai.

Lei cercava di togliere il sapore del mio sperma, sputando.

<A...aiuto...> Risi a quella richiesta di aiuto, i miei tentacoli la presero dai polsi e dalle caviglie, sollevandola da terra e aprendogli le gambe, mi avvicinai strappandole i vestiti e osservando il suo corpo.

I miei pensieri erano offuscati dalla crudeltà e dalla lussuria, gli accarezzai la sua intimità facendola mordere un labbro, l'avvicinai a me baciandola bisognoso di quel contatto, lei non ricambio con il volto rigato di lacrime, sorrisi malizioso, continuando ad accarezzarla il clitoride<Se sei vergine puttana, preparati ad urlare> Avvicinai il mio membro e la penetrai a forza, lei inarcò la schiena e urlava e io non intendevo farle sentire un briciolo di piacere così inizia a dare spinte sempre più velocemente possibile mentre del sangue le usciva, lei continuava a gemere dal dolore, tanto da che non mi soddisfala dopo un po', un mio tentacolo gli entro dal culo e lei si pisciò addosso per quella nuova entrata, continuò a gemere talmente forte che presi con le dita i capezzoli e iniziai a stimolarli e tirarli con forza. Il suo corpo era continuamente scosso, era venuta due volte, alla seconda volta io venni assieme a lei, separandomi e osservandola, il suo corpo era pieno di lividi per le sculacciate e botte che i miei tentacoli le avevano fatto ad ogni gemito di piacere, il suo sguardo era scosso, la testa abbassata, respirava irregolare.

Feci un finto sorriso, sembrando dispiaciuto<Vuoi riposarti?> L'avvicinai a me prendendola in braccio e lei strinse le gambe attorno alla mia vita e cercando di sostenersi su di me, mossi il mio petto come se volessi coccolarla, l'appoggia sul letto a pancia il su, solo allora sorrise malizioso e gli penetrai con due dita nella sua intimità facendola urlare <Oh...scusa... voglio solo farti soffrire> Lei scosse la testa disperata, cercò di chiudere le gambe ma, io inizia a prendere a mano aperta delle botte proprio lì.

(fine scena stupro ma, la tortura continua)

Lei gemeva dal dolore, già indolenzita per prima, così la feci voltare a pancia in giù e feci comparire una frusta e ben presto la sua schiena era piena di linee rosse, il letto era zuppo di sangue tanto che lei non osava muoversi, dolorante com'era non la lasciavo neanche svenire, inizia a leccarle le ferite sentendola gemere, mi pulì le labbra dopo poco, sussurrandogli< Il tuo sangue è delizioso> La gira a pancia in su, era talmente debole che non avrebbe avuto la forza di opporsi, presi un'antica spada appesa nella stanza e ancora ben affilata, scherzai sadico<Ho bisogno un po di fette di carne sai?> I miei simboli brillarono e lei si ritrovò bloccata come una statua in quella posizione, iniziare a menare fendenti precisi tagliandogli i piedi e poi tagliarla a fettine sottili le gambe mentre lei non riusciva neanche più ad urlare: era senza fiato.

Poi dalle gambe passai alle braccia e infine quando ciò che rimase di lei non fu altro che torso e testa gli piantai la spada nel cuore e abbassai la barriera.

Pov. Shombyl

Come vidi la barriera abbassarsi, mi teletrasportai da lui e notai che aveva dei tentacoli, il che mi sorprese, vidi la ragazza di indios...o meglio ciò che ne restava, guardai con attenzione la camera finché intuì come l'aveva fatta soffrire<Non male allievo, non male>

Lui s'inginocchio come simbolo di venerazione<Grazie a lei maestro> Io sorrisi affettuoso e gli misi una mano in spalla<Purtroppo per ora io ci sarò solo ogni 4 anni il 29 febbraio ragazzo, non attirare troppo l'attenzione, gli umani devono continuare a credere che l'impossibile non esista> Sorrisi complice e lui capì<Maestro vi aspetterò anche per secoli se potessi> Io risi<Sei il mio allievo e l'immortalità e un regalo da poco ragazzo, continua a soddisfarmi sopratutto questo giorno e forse non dipenderai dal mio volere> Il ragazzo a sorpresa mi abbracciò, sporco di sangue<Non vi ringrazierò mai abbastanza> Per un attimo rimasi rigido.

Come si permetteva di abbracciarmi?! Ma contrariamente ricambia<Tranquillo, adesso anche tu sei l'inferno a persona, solo che sarai più presente in questa terra rispetto a me> Mi staccai e gli lancia un'occhiata sadica mentre scomparivo in una nuvola di polvere<Buon divertimento>

Filip sorrise, leccandosi le labbra<Statevene certo>


Salve miei cari lettori, vorrei sapere come vi è parso questo primo capitolo, essendo che ho cercato al meglio di "formare" questi due personaggi alquanto crudeli...volevo sapere se vi è piaciuta, accetto anche le critiche, tranquilli.

Bye :)

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