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𝟕.

Entro all'interno della pasticceria con un sorriso a trentadue denti, ma poco dopo si spegne alla vista di lui insieme ad un altro ragazzo.
Mi blocco all'ingresso guardando Chloe che si trova vicino a loro.

<<Eccoti!>> esclama alzandosi dalla sedia, mi viene incontro e ci abbracciamo con un stretta calorosa.

<<Come stai?>> sussurro a disagio per la presenza del biondo.

<<Bene, prendo le mie cose e andiamo così i maschioni fanno un giro per conto loro.>> mi informa andando dietro il balcone e sparisce all'interno della cucina.

Stringo la tracolla che indosso, mi guardo attorno imbarazzata all'idea che Francesco sia qui.
Non riesco a capire il motivo per cui mi sento in questo modo, forse mi intimorisce o mi faccio solamente delle paranoie.

<<Sei per caso ceca o mi stai evitando?>> domanda con voce roca, come se fosse infastidito del fatto che non lo abbia salutato.

Alzo un sopracciglio girandomi verso la sua direzione, lo guarda da capo a piedi, ahimè per mia disgrazia il signorino è impeccabile.

Quel verde smeraldo mi manderà in confusione se continuo a guardarlo.
Scuoto la testa cercando di metabolizzare una risposta, deglutisco e lascio che la mia parte arrogante si impossessi di me.

<<Perché dovrei salutarti se tu per primo non lo hai fatto?>> domando a mia volta ovvia, con la coda dell'occhio posso intravedere la corvina al mio fianco.

<<Ma senti chi par->> non riesce a ribattere che Chloe lo interrompe.

<<Noi andiamo!>>esclama prendendomi il braccio, mi trascina fuori divertita dall'atteggiamento sia mio che di Francesco.

<<Possibile che vi siete conosciuti ieri sera e stavate già per bisticciare?>> mi domanda alquanto sorpresa.

<<Ha iniziato lui, quell'arrogante.>> affermo convinta delle mie parole.
Che maleducato!

*

L'acqua calda appaga i muscoli delle gambe, indolenziti dalla camminata in centro, rendendoli rilassati al suo passaggio.

Scorre lentamente sul mio corpo, insapono i capelli e con il gomito sfioro le piastrelle fredde che si trovano sul muro, provocandomi dei brividi su tutta la schiena.

Con naturalezza sorrido, la casa è immersa dal silenzio, solo il picchiettio dell'acqua che rimbomba nel grande e spazioso bagno.

Finito di lavarmi, avvolgo il mio corpo da un caldo e morbido accappatoio, pettino i capelli lentamente concentrando lo sguardo sul rifletto dello specchio.

Lo schermo del mio telefono è accesso, giro la testa verso la direzione di quest'ultimo e guardo curiosa esso. Il mio più grande vizio è lasciare il cellulare senza suoneria, così tutte le volte che qualcuno mi vuole chiamare non rispondo mai perché non me ne accorgo.
Che stupida...

Leggo attentamente quello che c'è scritto sul display, numero privato, saranno sicuramente degli scherzi telefonici...
Stufa afferro il cellulare pronta per fare una bella ramanzina a colui o colei che pensa di essere simpatico ma in realtà è tutto l'opposto.

<<Pronto?>> dico con un tono alquanto duro.

<<Alba Russo?>>domanda una voce dall'altra parte dello schermo, una voce femminile...

<<Hm sì?>>
Appoggio la spazzola sopra il ripiano in marmo e sospiro, adesso inizio a perdere la pazienza.

<<Lei chi è?>> domando un po' nervosa.

<<Donatella Versace, vorrei sapere per quale motivo ho trovato il suo numero telefonico nella mia borsa.>> sancisce nervosa.

Spalanco gli occhi, deglutisco non pronta mentalmente a cosa rispondere, sono bloccata sul posto. Cosa dico adesso?

<<M-mi dispiace, i-io...>> cerco in tutti i modi di reprimere l'ansia ma con scarsi risultati.

<<Ho chiesto ad alcuni miei dipendenti di fare qualche ricerca su di te, aspirante modella giusto?>> spiega, sembra annoiata come se non le importasse molto e forse è proprio così.

<<S-sì.>> rispondo esile.

<<È la prima volta che mi capita una situazione simile!>> esclama ridacchiando piano.

<<M-i scuso per la maleducazione...>> sussurro piano, sono stata maleducata, molto maleducata.
Perché mettere all'interno della borsa di Versace il mio numero? Forse per farmi notare? Sì. Ma sono stata maleducata.

<<Sì, certo... Dato che sei così coraggiosa, domani mattina ti voglio nel mio ufficio alle dieci e trenta.>> afferma.

<<Cos->>

<<Arrivederci.>> dice prima di staccare la chiamata.

Rimango inchiodata, bloccata con il telefono ancora appoggiato all'orecchio destro.

Il mio cervello sta ancora elaborando cosa sia successo, forse ho interpretato male il suo tono di voce ma da come l'ho percepita era quasi furiosa, posso scommetterci che non sono l'unica che pur di avere la sua attenzione ha fatto un simile gesto.
Lei ha detto che questa situazione è la prima che sta vivendo, ma se fosse stata ironica?

<<Sono a casa!>> urla una voce femminile al piano terra.

Cerco di calmarmi facendo un respiro profondo, con piccoli, ma veloci passi esco dal bagno e entro all'interno della cabina armadio.

Afferro i vestiti e con velocità li indosso.
<<Ehi.>> sussurra dolcemente, giro la testa verso la direzione della sua voce sobbalzando dalla paura.

<<Ilaria, per favore non farlo mai più.>> porto la mano al cuore che martella nel petto dello spavento.

<<Scusami, mi spieghi il motivo di tutto questo silenzio?>> domanda entrando con aria curiosa. Posso notarlo dai suoi occhi che brillano, da come si mordicchia il labbro inferiore per nascondere un sorrisetto furbo.

<<Tranquilla, mi stavo lavando e sono rilassata da dormire anche in piedi.>> dico cercando di non far trasparire nessuna caduta del timbro della voce.

<<Vuoi che ti asciugo i capelli?>> chiede dolcemente mentre si avvicina con un sorriso sincero.

<<Riposati sarai stanca, faccio presto ad asciugarli.>> affermo toccandoli.

<<Hm non ne sarei così convinta, sono lunghi, i miei per averli asciutti completamente ci perdo una ventina di minuti o più.>> mi informa facendo spallucce, inclina la testa di lato osservandomi meglio e socchiude gli occhi.

Deglutisco e la prima cosa che riesco a fare in modo spontaneo è posare la mano sopra la sua spalla, deve capire che non c'è niente che mi turbi, anche se è tutto l'opposto.

Domani mattina alle dieci e mezza dovrò essere nell'ufficio di Donatella Versace e soprattutto parlare con lei, vorrà sapere il motivo per il quale ho messo il mio numero di cellulare nella sua borsa ma credo che lo abbia intuito da sola.

<<C'è qualcosa che ti turba Alba?>> sussurra piano preoccupata.

<<Sono solo stanca.>> sussurro a mia volta, la sua espressione cambia diventando tranquilla.

<<Se ci fosse qualcosa che non va... dimmelo.>> dice prima di uscire dalla stanza.

<<Te l'ho dirò.>> dico quasi come un bisbiglio, non credo che mi abbia sentita.

Le paranoie si avventano di nuovo sulla mia testa, ma con zero risultati riesco a placarle.

~~~
Scusatemi se aggiorno ora di giovedì, ma sono stata molto impegnata con la scuola e non sono riuscita a completare il capitolo.
Eccoli qui, spero sia di vostro gradimento e mi scuso per eventuali errori!♥️
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