𝟏𝟏.
<< Come sta andando con Donatella?>> domanda Clarissa guardandomi.
<<Bene, deve darmi un appuntamento nel suo ufficio...Mi vuole parlare.>> affermo.
<<Mi ha contattata, quello che ti proporrà sarà una buona iniziativa sul mondo della moda...>> risponde vaga sorridendo debolmente.
<<Cosa significa?>> Domando aggrottando la fronte.
<<Credo che il mio aiuto non ti servi più, sono sicura che avrai successo con lei.>>mormora.
<<Certo che il tuo aiuto mi serve, anche solo la tua presenza!>> esclamo sorpresa da quello che ho appena sentito.
<<Mi farò sentire, lo prometto. Ma devo lasciarti volare fino al successo.>> ribatte guardandomi negli occhi con i suoi lucidi.
<<Quindi... sai già quando ritornerai a Firenze?>> domando come un bisbiglio.
<<Sì, domani mattina verso le sei.>> risponde secca.
<<Dimmi che mi chiamerai...>> sussurro flebile.
<<Non ti abbandono.>> dice mentre mi accarezza una guancia.
Annuisco con la testa e mi lascio andare, la stringo a me tirando su con il naso.
Mi dispiace che se ne vada ora, mi ha accompagnata fino qui e ne sono grata. Per mia fortuna abita nello stesso quartiere dei miei genitori, in modo che quando andrò a trovare loro coglierò l'occasione per incontrarla. "quello che ti proporrà sarà una buona iniziativa sul mondo della moda.."
Adesso cosa inventerà quella favolosa donna?
•
Sorseggio il mio cappuccino seduta su uno sgabello della pasticceria, guardo i due piccioncini dietro il balcone che sistemano i bignè ridendo e scherzando tra loro. La porta di ingresso si apre, i due alzano lo sguardo e giro la testa curiosa per capire chi è entrato.
Giro gli occhi infastidita riconoscendo il biondo.
<<Pasticcino.>> dice avvicinandosi.
<<Biondo arrogante.>> ribatto, si appoggia al balcone guardandomi con il suo solito ghigno.
<<Levati quel sorrisino dalla faccia prima che te lo tolgo a schiaffi.>> ringhio.
<<Come siamo eleganti e di classe, modella Russo.>>ribatte con menefreghismo.
<<Sei ancora tra i piedi?>> domando posando la tazzina che poco fa era pieni di un buon cappuccino.
<<Mi avrai tra i piedi per molto.>> risponde.
<<Ne sono felicissima!>> esclamo ironica.
Qualcuno si schiarisce la voce interrompendo la conversazione.
<<Noi dovremmo andare, quindi fuori.>> dice Ilaria sorridendo.
<<Non essere così diretta, tigre.>> dice Michael ridendo.
<<Beh sono molto impegnati e non mi avrebbero ascoltato.>> alza spallucce la bionda.
<<Va bene.>> risponde il moro seguendola.
Mi alzo e prendo la mia borsa di Dior, sistemo il vestito e mi dirigo verso l'uscita seguita da Francesco. Appena usciamo i due, avendo fretta, salgono sulla macchina lasciandomi sola con lui.
<<Andiamo a fare un aperitivo?>> mi propone, stranamente, con un tono di voce gentile.
<<Perché dovrei venire con te?>> domando alzando un sopracciglio.
Sospira sconfitto e punta le sue iridi sulle mie.
<<Volevo essere gentile per una volta, facciamo un aperitivo e parliamo tranquillamente.>>risponde tranquillamente.
Spalanco gli occhi stranita dal suo comportamento ma anche curiosa, dove vuole arrivare?
<<Okay.>> rispondo.
<<Sei venuta qui con la tua macchina o con gli altri due?>> domanda sistemandosi il ciuffo.
<<Sono venuta qui a piedi, avevo voglia di sgranchirmi le gambe.>> rispondo sorridendo un po'.
Ripensando a Michael, sembra rivelarsi il ragazzo ideale di Ilaria ma è ancora troppo presto per affermarlo.
<<Vuoi venire con me? Ho la macchina qui vicino.>> mi chiede.
<<Sì.>> rispondo velocemente.
Ci dirigiamo verso la sua auto che si rivela una Maserati Levante di un grigio scuro. Entriamo all'interno, il biondo mette in moto e partiamo. È molto attraente adesso, tiene il volante con una presa salda e cambia marcia facendo risaltare le vene al braccio scoperte.
<<Prenderai un analcolico?>> mi domanda.
<<Hm sì.>> rispondo <<Tu prenderai un alcolico?>> domando.
<<Sì ma leggero, non voglio esagerare.>>mi risponde girando la testa verso la mia direzione e abbozzando un sorriso.
Arriviamo in un lussuoso locale, entriamo e ci dirigiamo verso il balcone. Ordiniamo e ci sediamo in un tavolo riservato.
<<Tutta questa gentilezza, per cosa?>> domando.
<<Non posso essere gentile per una volta? Sto lasciando l'arroganza da parte per te.>> dice sorridendo.
A interrompere la conversazione arriva il cameriere con i nostri bicchieri.
Prendo un sorso guardandolo, ha una mascella definita e gli occhi brillano più del solito.
<<Oggi eri in ufficio?>> domando per iniziare un argomento tranquillo senza litigi.
<<Sì, noti la mia stanchezza?>> mi domanda.
<<No, ti vedo più tranquillo.>> affermo.
Prende un sorso dal suo bicchiere e non lascia un istante lo sguardo verso di me. Sento le gode riscaldarsi, abbasso lo sguardo mordendomi il labbro in imbarazzo.
<<Perché mi stai fissando?>> sussurro flebile guardandolo di sottecchio. Porta la sua mano sulla mia guancia e la accarezza.
<<Metti l'animo in pace, sarai mia.>> mi sussurra. Rimango bloccata da tale frase, così diretto e coraggioso... Deglutisco rumorosamente, le guance iniziano a farsi sentire calde e posso immaginare il mio viso rosso dall'imbarazzo.
Finiamo l'aperitivo, arriviamo davanti al balcone e estrae dalla sua tasca il portafoglio.
<<No! Pago io.>> squittisco, apro la borsa cercando il portafoglio velocemente.
Blocca il mio movimento.
<<Pago io, ti ho invitata e tu hai accettato quindi no.>>afferma sorridendo.
<<Fammi pagare almeno la mia parte.>> sussurro.
<<No.>> ribatte. Sospiro sconfitta e chiudo la cerniera della borsa. Sorride di più e paga velocemente. Arriviamo davanti all'uscita e apre la porta.
<<Pasticcino.>> mi incita a uscire per prima simulando un inchino, lo ringrazio ridacchiando e esco seguita da lui.
Entriamo in macchina e da bravo gentiluomo mi porta a casa. Siamo davanti alla Villa, slaccio la cintura di sicurezza e lo guardo.
<<Allora vado...>> sussurro imbarazzata.
Annuisce con la testa, scendo dall'auto e chiudo la portiera. Mi metto davanti al cancello e digito il codice per aprirlo.
Vengo presa dai fianchi e girata in pochi secondi, due labbra si schiacciano contro le mie. Rimango inchiodata per qualche secondo, ferma per l'inaspettato gesto, lentamente chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal bacio.
Appoggio le mani sui suoi pettorali e lui stringe i miei fianchi per avvicinarmi di più.
Un bacio insolito, bisognoso da parte sua e impacciato da parte mia. Impacciato sì, perché non me lo sarei aspettata da lui e soprattutto ho un peso al petto che mi blocca.
Le mani sono leggermente sudaticce, il cuore rimbomba fino alle orecchie, la pelle d'oca e brividi ogni volta che stringe la presa su di me. Mi stacco senza fiato con le labbra gonfie e rosse, lo guardo in cerca di una risposta dal suo atteggiamento.
Dimmi che non mi stai prendendo in giro, dimmi che non sono un giocattolo per poi essere tirato via, dimmelo.
Mi stampa l'ultimo bacio e si affretta a salire in macchina, parte lasciandomi lì, bloccata, piena di pensieri e paranoie che girano per la testa. Forse non è poi così arrogante come si fa mostrare...
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Spero che il capitolo vi piaccia, fatemi sapere nei commenti!
Per eventuali errori mi scuso, cercatemi su Instagram mi chiamo wonderlife_wp_!♥️
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