Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

| Capitolo 1 | - Glaciale

/ NAAY /
Agosto 2023

Per poco non schizzai in orbita dall'irruenza con cui mi destai.
Il mio cuore era un colibrì inseguito da un Nazgul e potevo quasi avvertire sulla mia pelle la mano di Cail che mi sfiorava.
Un sogno, era solo un sogno.

Ma sapevo bene che non era così. Avevo ricordato la mia prima volta in superficie... il primo incontro con il mio ex-millenario. La mia memoria aveva scelto di sbloccarsi dolcemente e nel sonno, inducendo un bel flashback, tanto per cambiare. Il primo, dai traumatici avvenimenti del rapimento del mio fratello adottivo Lorenzo e della battaglia sulle Alpi Orobie, risalenti a più di quattro mesi prima.

La ragione per cui le mie mani tremavano? L'intensità delle emozioni sconvolgenti che avevo provato. Scostai le coperte, avvertendo una fitta di senso di colpa e attenta a non svegliare il ragazzo che dormiva assieme a me.
Diego, che non sarebbe mai stato mio fratello, una versione del David di Michelangelo in carne e ossa e dotato di un piccolo istrice interiore che si scontrava spesso con il mio.

Le ultime settimane erano state inframezzate da brevi e frammentari flashback, ma nulla di tanto significativo... Nulla che riguardasse Cail, di sicuro.

Decisi di alzarmi per una passeggiata al chiaro di luna. Non che soffrissi il caldo afoso dell'agosto greco, ma in quella tenda striminzita sembrava non essere rimasta una singola molecola di ossigeno.

Io e Diego avevamo scelto di fare una vacanza low cost insieme per distrarci da tutto ciò che stava succedendo... I nostri genitori si erano inteneriti e certo non avevano fiutato la vera relazione che ci univa.

Relazione, mi derisi, schiudendo la zip della tenda il più silenziosamente possibile. Diego certo non era un fan sfegatato delle discussioni sui sentimenti... E considerata la situazione e il non indifferente fatto che ero immortale e lui no, entrambi avevamo preso l'implicita decisione di vivere alla giornata.

Mamma si era stranita più per la nostra scelta di non prenotare un albergo a cinque stelle quando potevamo permettercelo, e invece che delle lingue di magma che all'epoca fiammeggiavano nei miei occhi. Capitava quando mi emozionavo, ma solitamente gli umani non potevano vederle... né mamma le avrebbe ricordate, se anche ne fosse stata in grado. Non dopo l'ipnosi di Drax... un incantesimo che questi aveva infine accettato di limitare, ma non di estirpare del tutto.

Il risultato? I miei diventavano ancora simili a zombie - ma un po' meno e per meno tempo - ogni volta che accadeva qualcosa di sovrannaturale attorno a loro e avevano l'attenzione selettiva. Ero ancora arrabbiata con Drax, benché sapessi che l'aveva fatto per proteggere me e loro. La verità era spesso più pericolosa che liberatoria e inoltre l'incantesimo mi consentiva di non dover nascondere la natura in casa. Ma erano pur sempre i miei genitori e detestavo a vederli così.

Il display del mio orologio sosteneva fossero le tre di notte, ma si udivano ancora i rumori della vita notturna nel centro abitato vicino al campeggio sgangherato dove avevamo piantato la tenda. Mi persi ad ammirare la volta celeste, chiedendomi se non fosse la sola cosa rimasta identica a sé stessa, rispetto a duemila anni prima.
Inutile dire che a furia di tenere il naso in aria posai il piede sul picchetto di una tenda. Istintivamente fortificai e surriscaldai la palma e il suddetto oggetto metallico che vi entrò in contatto non ci fece un grande affare. Ups.
Mi chinai in fretta per far sparire il corpo del reato e, come mi rialzai, una voce familiare mi sorprese da dietro.

"Naay, se vuoi seriamente fare una passeggiata a piedi scalzi, da sola, di notte, in un campeggio semideserto, forse dovresti almeno guardare dove li metti, così non distruggerai proprietà altrui?"

Sobbalzai, ma soffocai un calore estremo che avrebbe potuto nuocere al solo ragazzo in grado di prendermi alle spalle... Abbracciarmi con tanta dolcezza e posarmi un bacio sul collo che mi strappò un piccolo brivido. Sorrisi nel notare che aveva le mie infradito tra le mani: doveva avermi seguito per portarmele. Benché non ne avessi un effettivo bisogno, non potei non intenerirmi per il gesto.

"Pensavo dormissi."
Un sospiro. Roteò il braccio per mostrarmi il marchio che lo legava a me... E in particolare alla pietra lavica al mio collo.
"Dormivo meravigliosamente, ma sai com'é... Se tu ti agiti, questo coso mi prepara a correre la maratona e stendere un'intera squadra di football a mani nude."

Scossi il capo, per poi ritrovarmi il mio malgrado a immaginarlo nell'atto... Sempre a torso nudo com'era ora, per coerenza.
"Scusa... Vieni con me, se vuoi. Se arrivasse un malintenzionato, ti proteggerei io."
Mi scrutò in tralice, prima di avviarsi a grandi passi e lasciarmi l'onere di raggiungerlo. Indossavo unicamente pantaloncini e una canottiera, senza reggiseno, e lui unicamente i pantaloni corti da ginnastica con cui aveva dormito, ma tanto non c'era effettivamente nessuno tra le tende. Io di certo non mi lamentavo.

"Hai ricordato qualcosa, non è così?"
Mi morsi il labbro e annuii.
"Cosa? Un truce combattimento con squartamenti e fiumi di sangue?"
"Ehm... circa."

Diego si fermò, interpretando correttamente il mio nervosismo e un lampo di comprensione e fastidio gli attraversò il volto.
"Naay, non dirmi cazzate, ok? So che era lui. Quella che mi ha svegliato non era adrenalina, né furia omicida."

Arrossii, non potei farne a meno. Doveva aver provato il mio senso di colpa... Che fu ben presto sostituito da irritazione.
"Beh, non è che abbia un qualche controllo su questa cosa... É la mia vita. Il mio passato."

"Ma hai pieno controllo sul fatto di mentirmi guardandomi negli occhi." mi fece notare.
Per quanto il suo tono non mi piacesse, sapevo che una parte di ragione era dalla sua.

"Preferisci che ti dica che ho ricordato il giorno in cui più di duemila anni fa il mio ex mi ha letteralmente insegnato a respirare? Perché francamente non pensavo che tu volessi saper..."

"Vuoi dire il giorno in cui hai visto la superficie per la prima volta?" mi interruppe, sorpreso "Lui era lì?"

Annuii, abbassando lo sguardo. Voleva la verità? Eccolo servito.

"Credo di essermi innamorata di Cail a prima vista." sussurrai "Ma quel tempo è passato, Diego. Millenni nel passato! Non importa cosa ricorderò, è con te che sono ora! È solo che... la mia mente era un ponte spezzato e ora un paio di assi sono state ricostruite... non posso non accogliere i pochi ricordi che riescono a passare." la mia gola lottò per imprigionare parole dolorose "È tutto così confuso e talvolta mi comporterò in modo strano, avrò bisogno di stare da sola e rielaborare ciò che ho visto. Pensi di poterlo accettare?"

Il mio era stato un monologo degno di Shakespeare (se costui fosse stato italiano e ubriaco perso), ma Diego non mi interruppe. Era lì, ascoltava. Infine, le mani di lui trovarono le mie, gentili come una foglia si posa sul terreno in autunno. Come sollevai gli occhi, lui era a una spanna da me, il risentimento accantonato.

"Naay, a volte faccio pena a spiegarmi... non ti chiederei mai di respingere un ricordo o di sentirti in colpa per avere avuto un passato. Non è che tu sia la prima ragazza che abbia baciato." soggiunse, con l'ombra di un sorriso "Ma per favore, non decidere per me cosa 'vorrei sapere' oppure no."

Inarcai un sopracciglio. "Seriamente vuoi che non applichi alcun tipo di filtro?"

Provavo già oceani di imbarazzo e disagio ante litteram.

Lui espirò teatralmente, allargando le braccia. "Ho uno stupido marchio sul palmo destro, ok? Sono inevitabilmente coinvolto nella tua vita e ho scelto di esserlo in modo ancora più... beh..."

Una delle sue mani lasciò le mie, per poi atterrare sul mio fianco, pericolosamente vicina al luogo dove avrebbe appiccato un incendio. Incontravo qualche difficoltà a respirare, ma per ragioni ben differenti, questa volta.

"Sentiti libera di risparmiarmi dettagli che potrebbero spingermi all'omicidio di una creatura semi-immortale." soggiunse, recuperando il lieve sogghigno che lo caratterizzava "... Al puro scopo di tenertelo lontano per i prossimi 200 anni."

Arrivai a scuotere il capo, ma prima che potessi dargli dell'idiota Diego mi aveva tratta a sé. Le sue labbra trovarono le mie, nel cono di luce dei lampioni del piccolo campeggio. Non necessitavo di un tramonto sul mare affinché il contatto con la sua pelle mi infuocasse sottopelle e vi insinuasse una sete insaziabile.

Provai un subitaneo e potente senso di possessività, mentre una voce arcaica gridava nella mia testa: mio.
La chimica tra noi era innegabile. Volevo annullare la distanza tra i nostri corpi e appartenerci l'un l'altro per la notte. Come lui mi fissò con tanto d'occhi, realizzai di averlo detto ad alta voce. Era stato un sussurro rauco e sexy, a un millimetro dal suo orecchio. Arrossii fino alla radice dei capelli, sotto l'incarnato nero, s'intende.

Mi aspettavo che ridesse di me, ma lui sembrava tutto fuorché divertito.

"Ti saluto, antica Naayra, donna dei miei sogni dalla millenaria esperienza." posò le labbra sul dorso della mia mano "E ciao alla diciottenne Naay, a cui spero di poter rubare un altro bacio, stanotte."

Ero stupefatta dalla semplicità con cui accettava i miei sbalzi d'umore e personalità, dal momento che io stessa faticavo a venirne a capo. Provai un'intensa sensazione di colore nell'affondare nei bellissimi occhi di lui. I sentimenti veicolati dal marchio andavano in due sensi e sentivo che lui non mi avrebbe mai desiderata diversa da com'ero.

E sentivo anche... quanto mi volesse, in quel preciso momento.

V'era un sotteso erotismo, nel modo in cui le sue labbra percorsero il mio avanbraccio, sino alla clavicola... sino alla base del mio collo. Un lieve sospiro sfuggì al mio controllo. Non che ci fosse anima viva in vista, ma insomma... molte delle finestre delle roulotte erano certamente aperte.

"Credo... che possiamo trovare un compromesso." parole che presero vita quasi avessero avuto vita propria "Ma ogni parte di me gradirebbe la privacy della nostra tenda a cinque stelle... che cosa ne dici?"

Un lampo gli animò gli occhi. Mi prese a braccetto come un antico cavaliere.
"Dico che hai avuto un'ottima idea, Naayra degli Atridi."

* * *

Qualcuno avrebbe dovuto dichiarare illegale il fatto che le vacanze prima o poi avessero fine. La parentesi in cui tutti i problemi - miei personali e planetari - non potevano raggiungermi si era appena conclusa.
E tuttavia... era bello trovarmi di nuovo tra le mura famigliari, stretta bell'abbraccio di mia madre.

Sulla soglia della villetta di famiglia, circondata dalla verde cortina della siepe delle piante del nostro giardino, ero inoltre stritolata dall'abbraccio di mia madre.
"La mia bambina!" mi carezzò capelli in uno slancio melodrammatico "La casa è così silenziosa senza di te e tuo fratello..."
Diego stava parlando con mio padre ma udì l'ultima frase e si volse per rivolgermi un'occhiata saputa.

Fratelli? Mhmm, no. Decisamente no.

Urgeva una chiacchierata con Drax: doveva limitare ancora l'incantesimo per consentirci almeno di spiegare loro almeno questa parte della mia vita. Volevo essere onesta con i miei, per quanto Diego avesse pronosticato la terza guerra mondiale, non appena avessimo tirato in ballo l'argomento. Eppure, ero più che pronta ad affrontarla. Non contava nulla che mamma e papà annuissero come quei giocatori di calcio in plastica la cui testa che si muoveva ad ogni scossone: volevo parlare con loro.

"Non ti preoccupare, mamma: ora che sono tornata puoi dire addio alla calma piatta. A proposito di fratello, Lore dov'é?"
Prima che potesse rispondere, Laleh, la nostra giardiniera iraniana, emerse da dietro la casa con un innaffiatoio di un giallo più intenso rispetto al tenue pastello del muro.

"Ciao, Naay!" mi salutò con un caldo sorriso "Lorenzo mi ha detto di riferirti che è andato nel bosco... per fare una passeggiata, con un amico in comune."

Colsi al volo ciò che mi stava comunicando non verbalmente. L'amico non era del tutto umano.
Per qualche ragione, l'ipnosi di Drax non aveva funzionato del tutto su di lei e, a poco a poco, ero riuscita a eliminarla del tutto; forse con i miei genitori adottivi il mio gemello si era impegnato maggiormente, o forse Laleh era dotata di una forza di volontà fuori dal comune.
Ad ogni modo, avevo fatto promettere alla donna di non dire nulla a nessuno per la sua sicurezza... E ad oggi soltanto io, Diego e Lore sapevamo che lei era al corrente di tutto.

"Davvero? Allora lo raggiungiamo... abbiamo tempo prima di cena, mamma?"
"Un'oretta... ma non ti azzardare a pensare di lasciare il trolley e tutte i bagagli nell'atrio, signorina."
Che dire, incantesimo o non incantesimo, rimaneva sempre mia madre.

Finii per lasciare i sopradetti appena dietro alla porta della mia stanza, per poi precipitarmi fuori di casa, diretta verso la macchia di alberi che Drax aveva delimitato con un'ipnosi a raggera: nessun umano si sarebbe azzardato a superare il perimetro, neppure sotto minaccia di morte. Era un luogo sicuro dove da mesi ci allenavamo tutti e tre per controllare i nostri poteri.

Mi preoccupai nell'udire voci concitate litigare furiosamente una cinquantina di metri piú avanti. Il fattore piú ansiogeno, tuttavia, era il pulsare del mio medaglione, collegato al marchio di Lorenzo. Sapevo che era lí e alquanto in tensione, come fosse stato sul punto di strangolare il proprio interlocutore.

"Naay, e aspettarmi no?"
Diego mi raggiunse di corsa, causandomi un lieve sobbalzo.
"Scusa, credevo fossi stanco dalla guida e Lore..."
Diego mi prese per mano e acceleró, torvo in viso. "Lo sento anch'io. Se è con il tuo gemello psicotico, perdonami ma lo aiuteró a realizzare i suoi desideri."
Alzai gli occhi al cielo.
Ero a mia volta furiosa con Drax, ma sapevo bene che non era pazzo: aveva agito per proteggermi. Nel modo sbagliato, certo, ma pur sempre con buone intenzioni. Ció non significava che l'avessi perdonato.

"Fantastico!" l'esclamazione di Diego suonó come un'imprecazione, come le energie dei due Aesir in compagnia di nostro fratello furono percepibili. Erano opposte: l'una calda come il magma, l'altra glaciale come l'eliosfera.
A giudicare dal bisticcio udibile persino a cinquanta metri di distanza, Lore aveva avuto la pessima idea di mettersi a litigare furiosamente con Drax, il che non era affatto da lui. Questi aveva perso le staffe e si era illuminato come una lampadina di lava, il che era assolutamente da lui.

"No!" gridai istintivamente, quando un'ondata di calore investí mio fratello. Sarebbe stata letale per chiunque, ma non per lui. Il medaglione pulsó contro il mio petto e Lore fu protetto dal proprio marchio, intoccato dai 200°C emanati da Drax. Purtroppo, a migliorare le cose, ebbe la brutta idea di ridergli in faccia.
"Hai finito? Qualcuno qui deve urgentemente lavorare sulla gestione della rabbia..."

Questo mandò Drax fuori di testa. Un ruggito assai più Aesir che umano proruppe dalla sua gola.
"Forse, ma qualcuno qui necessita di un promemoria: quel marchio non cambierà il fatto che non sei che un miserabile mortale."
"Drax, questo é stato scortese. Ragazzo, fossi in te starei cauto con un Aesir di pessimo umore." una terza voce intervenne, mentre ancora correvo a perdifiato. Il mio cuore compì una capriola nel mio petto. Avrei riconosciuto quel timbro ovunque.
"Stanne fuori, figlio di Ail!" tuonò Drax "Ne ho avuto abbastanza di tollerare insolenza da parte degli umani, per questo secolo! Implora il mio perdono, ragazzino, oppure...!"

"Non mi scuso con gli stronzi! Questo é classico evitamento, te la prendi perché sai perfettamente che ho ragione e la cosa ti urta, non é così?"

Lore voleva forse morire?
"Se gli fa anche solo un graffio, lo disintegro, quel pezzo di..." esclamò Diego correndo a perdifiato al mio fianco.
Un ringhio sordo proruppe dalla mia gola. Drax non sarebbe arrivato a tanto... Giusto?

Sbgliato.
Giungemmo sul posto in tempo per vedere la traiettoria di un manrovescio di Drax, diretto verso la faccia di mio fratello. Il pugno non era incandescente, nè letale, ma di certo neppure tenero e gli avrebbe fatto molto male.

Gridai, balzando in avanti per intervenire, ma qualcuno anticipò sia me che Diego:
Cail era saettato tra i due, intercettando il pugno con un suo braccio.
La sua abissale bellezza mi colpì come una mazzata, e la sua espressione era terrificante... eppure non mi spaventò. Per quanto potessi combattere contro il mio cuore, adoravo il viso dell'uomo che stava proteggendo mio fratello.

"No, non lo farai."

Fu allora che i suoi occhi intensi e glaciali caddero su di me.

La foresta dell'autrice

Sono tornata!
Avevo questo capitolo recalcitrante che non si lasciava scrivere ma mi sono svegliata pensando di farvi un regalino di Pasqua.

Che cosa si saranno detti Lore e Drax per giungere alle mani?

Ringrazio di cuore gli eroi che sono giunti sin qui <3
Se vi va, seguitemi anche su Instagram:  me_martiiiii

Tra il capitolo 1 e il 2 passerà meno tempo che dal prologo promesso ahah

Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi é piaciuto lasciatemi una stellina. Critiche costruttive sono ben accette, come sempre!

Baci,
FioreDelDeserto1999

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro