Ciel X Reader - Book Of Circus
NOTA AUTRICE:
ECCOMI! SONO VIVA!
Sì, probabilmente è un annetto che non aggiorno, ma ormai non posso più promettere di scrivere frequentemente causa un po' tutto.
Comunque, almeno per adesso ce l'ho fatta, e vi presento la storia richiesta da Ele_Potterhead, che vedrà come protagonista nientemeno che Ciel Phantomhive.
Spero ci sia ancora qualcuno intenzionato a leggere le mie storie, e spero che vi piaccia, anche se temo di essere andata fuori tema.
Dunque, senza ulteriori indugi vi lascio alla lettura ^^'
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Titolo: Ciel x Reader - Book Of Circus
E pensare che una volta il circo ti piaceva da impazzire. Ma quest'esperienza ti ha senza dubbio fatto cambiare idea. Ci sarà una via di scampo questa volta?
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DAL TESTO:
Un porta che sbatte.
Richieste di aiuto.
Pareti bianche.
Mani calde.
Una luce.
Che succede, sei già in paradiso?
Strano, lo immaginavi diverso.
Eppure, c'è qualcosa che non ti convince...
Riapri gli occhi. Allora è tutto vero. Non sei morta.
Ti ritrovi a fissare il soffitto di una stanza.
Muovi la mano, tocchi un lenzuolo.
<<...sei sveglia?>>
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Autore: LaSpanata | Pubblicata: 09/06/2016
Aggiornata: 17/10/2017 | Rating giallo
Genere: Drammatico, malinconico, triste | Capitoli: 1 -
Oneshot | Completa
Tipo di coppia: Het | Note: Nessuna |
Avvertimenti: Nessuno
Personaggi: Nuovo Personaggio, Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Joker, Lord Kelvin, Doc, Others
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È tutto così buio...
E... Freddo...
Le sbarre di ferro della gabbia che ti circondano sono gelide, e la sottile veste che ti trovi ad indossare non basta per tenerti al caldo.
E non hai nient'altro con cui coprirti.
Hai fame... Hai sete... E hai sonno...
Sei rinchiusa in quel sotterraneo solo da qualche giorno, ma già tutti gli effetti delle recenti costrizioni iniziano a farsi sentire.
Su di te come su tutti gli altri bambini.
Quelli con cui sei rinchiusa.
Bambini come te.
Mentre li studi uno ad uno, per tenere la mente attiva, ti rendi conto di essere tra di loro la più lucida...
Il che è tutto dire.
Hai la mente offuscata, esattamente come la vista, e percepisci i suoni ovattati, quasi come se fossero distanti.
La tua espressione è vuota, come la loro.
"Perché..."
Nessuna via di fuga.
"Perché a noi..."
Tremi di terrore.
"Nessuno ci salverà..."
Dodici anni.
Sei così giovane, eppure...
...hai già visto morte, disperazione, terrore sul tuo volto e su quello degli altri prigionieri.
Ed è strano pensare che tutto ciò sei riuscita a viverlo in soli pochi gorni.
"...perché a me..."
Passi sinistri iniziano a risuonare lontano.
Passi che ti fanno trasalire, nonostante tu li percepisca a stento.
Sono loro. Sono di nuovo qui.
Chi prenderanno questa volta?
Quale dei tuoi 'compagni' sarà lo sventurato ad essere sacrificato, oggi?
Ti trascini lentamente verso un angolo della gabbia, cercando di fare meno rumore possibile mentre i passi si fanno via via più forti.
Adesso percepisci altri suoni.
Delle voci.
Una voce appartenente a un uomo che purtroppo consci bene...
...ogni tanto interrotta da un'altra del tutto nuova.
Ma quella... Sembra quasi la voce di un bambino...
Ne avranno preso un altro...?
Sobbalzi nuovamente sentendo e vedendo il grande portone in cima alle scale, uno degli accessi alla grande sala circolare, aprirsi.
Dopo poco, in mezzo alla sala si fermano tre uomini e tre bambini.
Due di entrambi i gruppi li conosci: il menomato sulla sedia a rotelle è il Barone Kelvin, come lo hai sentito chiamare tante volte...
Il ragazzo colorato è Joker.
I due bimbi che spingono la sedia a rotelle sono stati rapiti, proprio come te, ma hanno subito una sorte differente dalla tua.
Gli è stato riservato il posto di servi. Una posizione stranamente privilegiata.
Ad accompagnarli ci sono un uomo e un bambino che non hai mai visto.
Ma che, forse, ti spaventano più di tutti.
Un lieve tremore ti scuote da capo a piedi, ma tu quasi non batti ciglio, paralizzata come sei dalla paura.
Senti i loro discorsi, senti che stanno parlando, ma non capisci nemmeno una parola...
...però quello sparo sì.
Quello sparo lo hai sentito bene.
Lo sparo diretto verso il Barone, la piccola vendetta personale del ragazzino nei confronti di quell'uomo spregevole.
Assisti alla scena come spettatrice impotente di un macabro spettacolo dell'orrore, sai che presto sfocerà in una cosa che, oramai, conosci troppo bene.
...morte.
Nonostante i tuoi occhi siano incollati a quelle persone, capisci realmente molto poco di quello che sta succedendo, ma forse è meglio così.
Quello non è certo uno spettacolo adatto ai bambini, giusto?
O almeno, non dovrebbe.
Però si sa, voi non siete più bambini.
A questo punto, siete considerati solo cavie e materiale per protesi.
...e sembra che sia arrivato anche il tuo turno.
Quando nella sala è calata di nuovo una calma apparente, ti senti afferrare per il colletto dell'abitino di stoffa strappato e, probabilmente, indossato da molte altre bambine prima di te, e trascinare fuori dalla gabbia che tutto d'un tratto ha iniziato a sembrarti un luogo così sicuro ed accogliente.
Per tutto il tragitto fino all'altare di marmo non muovi un muscolo: anche se volessi, non potresti comunque.
Ti hanno trattata in quel modo per giorni appunto perché poi non potessi più opporti al loro volere.
La tua pelle viene a contatto con il materiale biancastro e freddo, e senti un ennesimo brivido percorrerti tutto il corpo.
Ma da fuori, nessuno può vederlo.
Non senti quasi più niente, non vedi quasi più niente, non provi più niente.
Non provi niente nemmeno nell'istante in cui la lama del pugnale del dottore ti trafigge, aprendoti una profonda ferita nel petto.
Sangue caldo inizia a scorrere, tutto intorno e giù dall'altare, cadendo a terra senza fare il minimo rumore.
Qualcuno urla, qualcun altro cade, un bagliore brilla in lontananza.
Le due figure di prima, quelle che erano riuscite a spaventarti persino più degli artefici della tua morte, si avvicinano a te, al tavolo che diventerà la tua tomba.
Non riesci nemmeno a girare la testa verso di loro mentre senti i sensi abbandonarti, la vita sgorga fuori dal tuo corpo insieme al sangue.
Un occhio viola brilla intensamente nella penombra...
-•-•-•-
È tutto così buio...
E... Freddo...
Hai fame... Hai sete... E hai sonno...
"Perché..."
Nessuna via di fuga.
"Perché a noi..."
Tremi di terrore.
"Nessuno ci salverà..."
Passi sinistri iniziano a risuonare lontano.
Sono loro.
Ad accompagnarli ci sono un uomo e un bambino.
Uno sparo.
Delle urla.
Sangue rosso.
Marmo freddo.
Un bagliore.
Un occhio viola nella penombra.
...e poi?
Un porta che sbatte.
Richieste di aiuto.
Pareti bianche.
Mani calde.
Una luce.
Che succede, sei già in paradiso?
Strano, lo immaginavi diverso.
Eppure, c'è qualcosa che non ti convince...
Riapri gli occhi. Allora è tutto vero.
Non sei morta.
Ti ritrovi a fissare il soffitto di una stanza.
Muovi la mano, tocchi un lenzuolo.
<<...sei sveglia?>>
Senti una voce. Quella voce. La voce del bambino.
Lo senti, e ti stringe la mano, ti accarezza il volto.
Non sei morta.
Sbatti le palpebre ancora un po' prima di trovare la forza (oppure il coraggio) di girarti verso il ragazzino che a quanto pare ti è stato accanto tutto il tempo.
Lui si gira, verso l'uomo che lo accompagnava anche nell'oscurità del tuo incubo.
<<Sebastian, per favore, avvisa i medici>>
Detto questo l'uomo mormora un "Yes, my lord" ed esce.
Ti ritrovi sola con il giovane.
Passa qualche attimo di silenzio durante i quali tu non hai mai staccato gli occhi da lui, che ha fatto lo stesso. Ma alla fine...
<<Io mi chiamo Ciel. Non mi aspetto che tu mi dica il tuo nome, per adesso riposa...>> e ti sorride.
È strano, non ricordavi che potesse esistere un sorriso così dolce...
Gli unici di cui avevi memoria erano sadici, spaventosi, e ti facevano gelare il sangue al solo ricordo.
Ma questa volta, succede tutto il contrario.
Gli lasci la mano e la porti al petto, scoprendo di essere stata medicata e bendata molto accuratamente.
Delle lacrime iniziano a rigarti le guance...
Sei salva.
Ciel subito inizia ad accarezzarti i capelli e sussurrare parole incoraggianti, per tranquillizzarti probabilmente.
Ti rigiri verso di lui, ricambi il suo sorriso.
<<...grazie...>>
Sussurri come se non avessi voce, come se stessi provando un'enorme fatica solo per muovere le labbra.
Lui ferma la mano sulla tua guancia.
<<Ma ti pare?>>
Sorride ancora, con quel sorriso amorevole che non ti stancherai mai di guardare.
Con quel sorriso ti senti al sicuro, senti di essere protetta.
E scopri di volere accanto lui per il resto della tua vita.
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