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- Izuki, eh?...-

Il giorno dopo, quando andai agli allenamenti, mi guardavano tutti come se fossi la fonte di tutta la tristezza del mondo, e non provavano nemmeno a nasconderlo, oppure se ci provavano, lo facevano con scarso entusiasmo. Feci marcia indietro per andarmene, per aspettare che si calmassero le acque, ma per poco non andai a sbattere contro Kuroko, che non voleva farmi passare. - Kuroko, è meglio se me ne vado, non posso stare qui mentre mi fissano in questo modo!- esclamai, cercando inutilmente di passare. - Ma l'hai promesso, hai promesso che non saresti scappata- disse, inclinando leggermente la testa, chiedendosi se me lo fossi già dimenticato. Abbassai la testa e sorrisi, voltandomi nuovamente - ok, ho capito. Manterrò la mia promessa- mi andai a sedere in panchina, ascoltando le direttive di Riko e il rumore delle scarpe sul pavimento di legno. Li osservavo, cercando di non montarmi troppo la testa nella speranza di giocare con loro un giorno. Improvvisamente la palla finì ai miei piedi e quando la afferrai tutto scomparve.  Alzai lo sguardo davanti a me e vidi solamente il canestro, che parve avvicinarsi per incitarmi a tirare. Mi misi in posizione e in un attimo, lanciai il pallone, che con un tiro perfetto entrò nel canestro. Nell'esatto momento che le mie mani si staccarono dal pallone, tornai a vedere tutto intorno a me, alla fine vidi le facce sgomentate della squadra quando il pallone, dopo essere passato nel cerchio, continuava a rimbalzare per la palestra. - Ma si può sapere come hai fatto?! non ci avevi mica detto di essere così brava nel basket!- esclamò Hyuga, allargando le braccia infuriato. Feci un salto all'indietro, per paura che mi colpisse. Poi però ci calmammo entrambi e Riko ne uscì con dei video delle mie partite migliori. Il primo mi inquadrava perfettamente mentre facevo una delle mie mosse speciali, un tiro a tutto campo e successivamente un secondo da un po' più vicino, dopo che una delle mie compagne sotto al canestro mi ebbe passato la palla. Nel secondo ero in difesa, saltavo in alto delle mie compagne e nel terzo, ero nuovamente in attacco, era il video del mio infortunio, in cui, dopo una schiacciata, mi ruppi quasi tutte le ossa del piede. - Sei bravissima! sei fortissima in tutto, sia attacco che difesa, tiri da lontano e schiacciate, come fai?!- esclamarono, afferrandomi per le spalle e strattonandomi. - Come se potesse importare qualcosa, adesso che non posso più giocare!- esclamai, ridacchiando e aspettando con ansia che mi lasciassero andare. - E allora? visto come hai corso ieri, nonostante l'infortunio, credo che saresti capace di tenere testa pure a Kagami!- esclamò Kiyoshi con un entusiasmo smisurato. Lo guardai di traverso, chiedendomi se mi stesse prendendo in giro o semplicemente incoraggiando - no, non ci riuscirei mai, lui è al livello dei membri della Generazione dei Miracoli, io invece, non li potrei mai raggiungere, per un semplicissimo motivo...- cominciai, sistemandomi la divisa - loro hanno talento e si allenano per avercelo, mentre io, il talento non ce l'ho, mi sono solo allenata seguendo il loro esempio, non potrei mai battere chi ammiro con tanta devozione, mai e poi mai- scossi la testa e me ne andai, lasciandoli con la bocca aperta. Mi sdraiai sulla panchina e chiusi gli occhi, ripensando a tutte le partite che avevo visto quando la Generazione dei Miracoli giocava ancora alle medie, mi avevano ispirata a giocare a basket, mi avevano ispirata a lasciar perdere tutto ciò che avevo dentro, per concentrarmi solamente sulla vittoria. - Ehi Nellie...- Izuki si sedette affianco a me, appoggiandomi una mano tra i capelli rossi e lisci - cosa ne pensi dell'attuale Generazione dei Miracoli, li ammiri ancora come facevi una volta?- mi chiese liberamente, senza pensarci troppo. - Dipende dai punti di vista, sono tutti comunque troppo ossessionati dalla vittoria perenne, e talvolta non riescono proprio a divertirsi, non ce la fanno, non gli importa di nient'altro, e un po' mi dispiace, però li ammiro comunque, ammiro fortemente chiunque riesca a sorridere davanti ad un avversario che ti potrebbe uccidere l'anima- risposi, riaprendo gli occhi e facendo un'espressione da chi combatte fino all'ultimo. - Capisco, quindi ammiri anche noi, eh?- mi chiese sarcastico, con una faccia da scemo. Scoppiai a ridere e annuii - certamente, ovvio che vi ammiro!- esclamai, dandogli un colpetto sulla nuca. Lui si massaggiò il collo e mi sorrise, tornando subito ad allenarsi.

Quando l'allenamento finì, aspettai nuovamente che tutti fossero usciti per allenarmi un po' con i tiri da lontano, da seduta ovviamente, per non stancare troppo il piede. Tutti i tiri andarono a segno e quando fui stanza, mi alzai e andai a mettere apposto i vari palloni, sentendomi stranamente osservata. Guardai verso l'ingresso e vidi che Izuki mi stava stranamene fissando e quando si accorse che l'avevo notato, divenne rosso in volto. Quando finii di mettere a posto tutto, lo raggiunsi, afferrandolo per la maglietta e portandolo vicino al mio volto, facendolo arrossire nuovamente. - Si può sapere cosa stai facendo Izuki? non serve che mi fai da babysitter, lo sai?- gli chiesi, lasciandolo andare e avviandomi verso casa. Lui mi seguì e mi rispose - certo che lo so! voglio solo farti compagnia e assicurarmi che tu non svenga in mezzo alla strada- rispose, raggiungendomi. Gli misi un braccio attorno alle spalle con difficoltà e gli afferrai il volto con due dita - stai cominciando a sentire il mio peso, Izuki?- gli chiesi, diventando improvvisamente seria. Lui parve per un attimo sorpreso poi però sorrise e scosse la testa, abbracciandomi - no, non credo che sentirò mai il tuo peso, ti ho già detto che sei proprio leggera!- esclamò. Gli sorrisi e lo lasciai andare, avviandomi a passo veloce verso la porta di ingresso della mia casa e lasciandomelo alle spalle. - Ci vediamo domani, Izuki!- urlai per farmi sentire, facendo un gesto vago della mano per salutarlo. 

Entrai in casa dove vidi Riko che mi guardava dalla finestra. La presi per la maglietta e la scaraventai su una sedia lì vicino. - Cosa stavi facendo, Riko?- le chiesi, scrutandola. - Izuki eh? non me lo aspettavo, ma capisco- mi rispose, con uno sguardo a dir poco troppo curioso. Le tirai un pugno sulla spalla, facendole un po' male, perché prese a massaggiarsi la spalla. - Dai! dimmi almeno se ti piace!- esclamò lei, afferrandomi poi per le spalle e scuotendomi. La bloccai e la guardi malissimo, andandomene in camera e liquidandola con un gesto della mano. Chiusi la porta, alzai lo sguardo verso il finto cielo stellato che avevo sul soffitto e sorrisi, ripensando alla stupida domanda della mia sorellona. 

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