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EPILOGO

- I bicchieri ci sono tutti, i piatti anche, il cibo tra poco lo sistemiamo...- mi guardo intorno nella stanza, addobbata a festa, per controllare che ci sia tutto.

- Che dite? Abbiamo tutto?- chiedo, voltandomi verso la squadra di gatti che mi fissa dal divano.

Meringa sta dormendo... Probabilmente, si sta preparando a svegliarsi e fare casino quando arriveranno gli ospiti.

Cucú invece, di fianco a lei, si guarda intorno con aria parecchio spaventata; lui di sicuro scapperà, non appena arriveranno gli ospiti, non gli piace particolarmente la gente.

Probabilmente andrà a fare compagnia a Ethan: una gattina con cinque anni meno di lui e Meringa, con il manto grigio striato, che non è ufficialmente in casa nostra solo perché ama girare e farsi dare da mangiare per tutto il vicinato, ma quando vuole la facciamo entrare volentieri.

A solo un anno di distanza da lei, c'è il suo fratellino, Miya... Un gattino parecchio dispettoso, ma in fondo è un vero amore, oltre che l'unico maschietto insieme a Cucù. Come Meringa, abbiamo dovuto salvarlo che era ancora molto piccolo... Ma adesso, è pieno di forze!

Dopo di lui sono arrivate, a pochi mesi di distanza, sua sorella Chiyo e Yuri, figlia di Ethan. E con i suoi stessi esatti colori, ogni tanto le confondiamo... Chiyo invece è prevalentemente bianca, con qualche macchia colorata sparsa in giro.

La nuova arrivata invece, che ha solo qualche mese, è Peach: anche lei sui toni del grigio, sempre sorellina di Chiyo, abbandonata e salvata da Kenma.

Ormai, il mio gattino è diventato un vero esperto: quando ho delle giornate impegnative e mi lasciava dormire, neanche mi accorgevo che si alzava a darle da mangiare... È diventato un ottimo papà.

Certo, avere così tanti piccolini da curare non è semplice, ma ci danno sempre tante gioie e ci fanno molta compagnia, per cui anche se ogni tanto fanno pasticci, soprattutto Meringa e Chiyo, gli vogliamo molto bene.

- Kuroo, la torta dovrebbe essere pronta, puoi venire a controllare?-. Alzo lo sguardo mentre il gattino più bello di tutti entra in stanza: Kenma fa la sua comparsa un soggiorno, vestito in maniera semi-elegante, con il cellulare in mano mentre manda alcuni messaggi.

- Sto cercando di capire a che punto sono gli altri: Akashi ha appena trascinato Bokuto fuori di casa, mentre Shoyo non risponde... Probabilmente sta finendo il suo "allenamento speciale" con Kageyama prima di venire. Yaku e Lev invece stanno arrivando- dichiara, ritirando il telefono e alzando lo sguardo su di me.

- Perfetto- mi dirigo verso di lui e gli lascio un veloce bacio sulle labbra.

È una cosa che adoro fare: amo il sapore delle sue labbra, quindi se facessi durare di più il bacio non riuscirei più a staccarmi... Ma non posso farne a meno per troppo tempo.

Kenma sa di pace, tranquillità, di un luogo in cui posso essere totalmente tranquillo con me stesso, e non intendo privarmi di questa sensazione più a lungo del necessario.

Mi dirigo in cucina e mi chino davanti al forno per controllare la torta.

- Hai ragione, è perfetta- affermo, prendendo le prese per tirarla fuori dal forno.

- Sicuro?- mormora lui, leggermente in ansia. Quanto è carino quando va in panico per queste cose...

- Sì, non preoccuparti- dichiaro, mentre la appoggio sul sottopentola che ha già sistemato sul tavolo - davvero, stai imparando molto bene-.

- Tre cose so fare, almeno quelle fammele fare bene- borbotta lui - i piccoli sono tutti a posto?-.

- Pronti a farsi coccolare, fare casino... O scappare, dipende. Spieghi a Cucù che non ha senso che dorma sul divano con me se poi mi soffia ogni volta che mi avvicino a te?- commento.

- È parecchio geloso- dichiara lui, un piccolo sorriso soddisfatto in volto - parli così solo perché sai di non poter competere-.

- È proprio questo il problema- borbotto - mentre aspettiamo che la torta si freddi, portiamo di là le altre cose?-.

Kenma annuisce.

Prendiamo il cibo che abbiamo preparato e ci spostiamo in soggiorno, in modo da poter preparare la tavola con gli stuzzichini.

Chi non mi conosce bene mi ha sempre detto che avrei potuto avere tutto: sono un bel ragazzo, lo riconosco, e per questo molti mi hanno ripetuto che avrei dovuto approfittarne, e che se fossero stati in me avrebbero usato tutte le mie qualità per divertirmi.

Certo, ho avuto il mio divertimento ma... Non era quello che mi importava veramente.

Non giocavo a pallavolo per fare vedere che ero bravo negli sport, non prendevo voti alti per mostrare la mia intelligenza, non uscivo con le ragazze per mostrare che ero figo; non mi ha mai interessato farmi vedere in questo modo.

Amo la pallavolo, mi piace studiare e sono intelligente, e ho sempre cercato qualcuno che potesse capirmi.

Mi sono arreso a lungo al fatto che non sarebbe mai accaduto... Finché un piccolo gattino bagnato e bisognoso è comparso davanti alla porta della mia clinica veterinaria.

Kenma mi ha colpito da subito: il modo in cui era in ansia per quel gattino conosciuto, il fatto che volesse provarci e allo stesso tempo avesse paura, il modo in cui ha provato a tirare fuori la sua sicurezza... Non ho potuto ignorarlo.

Non sono riuscito a lasciarlo andare, anzi, ho provato a tenerlo vicino a me; l'ho fatto venire a casa mia, l'ho accolto nella mia vita, ho cercato di aiutarlo il più possibile.

Lui non se n'è neanche accorto, ma è bastato il suo comportamento tranquillo, il fatto che mi abbia trattato da subito come una persona normale, il modo in cui ha cercato di avvicinarsi semplicemente per conoscermi... Ha accettato la mano che gli ho teso con sentimenti talmente puri e semplici che mi ha spinto a fidarmi ancora di più di lui.

Anche quando arrossiva ai miei complimenti, quando mi sorrideva in maniera dolce, quando ha cercato di avvicinarsi a me... Ho saputo da subito che era diverso, non cercava in me la perfezione.

Per quanto avesse bisogno di aiuto e rassicurazioni, non ha mai negato che anche io ne avessi bisogno, anzi ha cercato di fare il possibile perché non dovessi fare tutto da solo.

E io ho davvero pensato di lasciarlo andare? Sono stato veramente un idiota... Quando l'ho detto a Bo, pure lui mi ha detto che mi stavo comportando da deficiente.

Fortuna che Kenma non si è arreso: è diventato un gattino sempre più forte e coraggioso, ed è grazie a lui che oggi siamo qui, nella nostra nuova casa, con la nostra squadra di gatti, che possiamo sorridere in questo modo... E con il campanello che sta suonando.

Lascio a Kenma gli ultimi piatti e vado ad aprire.

- Ciao Bro!- esclama Bokuto, abbracciandomi.

- Ciao; come va?- gli chiedo, mentre faccio entrare lui e Akashi in casa.

Cucú ovviamente ne approfitta per scappare fuori, ma lui e Ethan sanno cavarsela perfettamente anche all'esterno, per cui non sarà un problema farlo rientrare dopo; mi sa che raggiungeranno le altre due loro amichette, Lydia e Derek... Dopo dovrò portargli tutti gli avanzi.

- Vado a salutare i miei gattini!- esclama, correndo per andare dai cuccioli.

- Grazie eh- borbotto - impari a prenderti dei gufi invece che dei gatti-.

- Ama i nostri gufi, ma sai che ama coccolare tutti gli animali- afferma Akashi.

- Già...- borbotto, mentre lui mi supera per dirigersi da Kenma.

Sto per chiudere la porta, ma vedo anche Yaku e Lev arrivare, per cui lascio aperto.

- Benvenuti- dico con un sorriso.

- Guarda come fai il padrone di casa...- borbotta Yaku.

- Se vuoi mangiare, tratta bene il padrone di casa- lo riprendo.

- Io Kenma lo tratto benissimo-. Alzo gli occhi al cielo.

- Ciao Kuroo! Oh, gattini!- esclama Lev, superandoci e correndo verso i cuccioli.

- Ho l'impressione che metà della gente sia qui per i cuccioli e non per noi- borbotto.

- È una festa per il fatto che Peach sia ufficialmente svezzata, non puoi lamentarti- dichiara Yaku - come procede con Kenma? Tutto a posto?-.

Sorrido.

- Non potrebbe andare meglio- dichiaro, e anche lui sorride.

- Ne sono felice- afferma - ho lasciato Yamamoto in clinica, ci chiamerà in caso di necessità ma oggi dovrebbe essere una giornata tranquilla-.

- Bene, per fortuna è un valido aiutante. Guarda, arrivano anche Hinata e Kageyama- commento.

- Ciao! Oh, gattino!- Hinata prova ad avvicinarsi a Cucù, ma quel gatto quando è fuori non si fa prendere neanche da me, infatti scappa subito...

- Non capisco perché, siamo anche entrambi arancioni- borbotta Hinata.

- Ci sono gli altri dentro- gli fa notare Kageyama.

- Oh, vero! Ciao Kuroo!- esclama Hinata con un sorriso, mentre raggiungono la porta.

- Benvenuti; i gatti sono sul divano con Bo e Lev- dichiaro.

- Evviva! Saluto Kenma e corro da loro!- esclama Hinata, superandoci per correre dall'amico.

- Ciao- saluta Kageyama, entrando in casa.

- Ciao- chiudo la porta alle sue spalle - bene, siamo arrivati tutti-. Vorrei dire che la festa può iniziare, ma sono già tutti sui gattini...

- Antipatici- borbotto - dopo mi dovete una partita a pallavolo, sappiatelo-.

- Io non conto, vero?- borbotta Kenma, affiancandomi.

- Certo che sì: ormai sei il mio alzatore ufficiale! Hai un talento, sai?- commento. Lui mi guarda male.

- Questo solo perché dalla prima volta che abbiamo giocato mi fai vedere ogni partita possibile e mi fai allenare almeno un volta a settimana...-.

- Io ti seguo a tutte le tue fiere, me lo devi- rido, e lui alza gli occhi al cielo, trattenendo in sorriso.

In fondo, so che è felice di farlo... Ognuno dei due condivide una passione dell'altro, è per questo che ci troviamo così bene tra di noi.

Per questo non potrei stare così bene con nessun altro che non sia lui.

- Hey, Yuri ha qualcosa appeso al collo, ma non capisco cosa!- urla Hinata a un certo punto.

Vedo Kenma aggrottare la fronte e dirigersi verso il divano, in modo da controllare.

Lo seguo, cercando di mantenere la calma, mentre lui si china. Grazie Yaku, hai fatto un ottimo lavoro...

Yuri è stata la scelta giusta, è la più calma e facile da prendere, infatti Kenma riesce a sfilarle dal collo senza problemi il sacchettino con dentro i due piccoli anelli che ha attaccato il mio amico.

Sbara gli occhi e si volta di scatto verso di me.

- Questo è...- mormora. I nostri amici si spostano appena mentre io lo raggiungo.

- Lo sai che non c'è nessun altro con cui vorrei stare che non sia tu- mi inginocchio di fronte a lui.

- Le unioni tra due ragazzi qui a Tokyo sono un po' complicate, ma qualsiasi cosa decidiamo di fare... Io so di voler passare il resto della vita con te. Che ne dici... A te va?-. Vedo i suoi occhi inumidirsi appena e mi getta le braccia al collo.

- Certo!- esclama, emozionato.

Sorrido e lo stringo a me. I nostri amici applaudono appena, prima di spostarsi per lasciarci un po' di privacy e andare a gettarsi sul cibo.

- Ti amo- sussurra Kenma, facendomi sorridere.

- Anche io-. Ci stacchiamo appena e prendo i due anelli; per adesso sono semplici anelli per due ragazzi che vivono insieme, ma un giorno...

Lui aspetta che glielo metta, prima di infilarmi delicatamente il mio e abbracciarmi di nuovo.

Sento un lieve soffio e mi volto a guardare male Cucú, che è tornato con gli altri sul divano. Lui mi fissa per qualche secondo, poi smette di soffiare.

Faccio un piccolo sorriso. Quei gattini in fondo sono la mia famiglia... Rappresentano ciò che amo, e la mia casa.

Kenma, mi ha donato questa casa: con il suo comportamento timido e un po' semplice, con la sua aria scocciata e allo stesso tempo la sua voglia di impegnarsi e di nuove emozioni... Mi ha donato qualcosa che senza di lui non avrei mai potuto avere.

Quando gli ho aperto la porta della clinica, quel giorno, è stato come aprire la porta della mia nuova casa.

Ed è l'unica casa che potrei mai desiderare davvero.

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