Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO I.

Continuo a correre, anche se ormai ho il fiato corto e iniziano a farmi parecchio male le gambe, le braccia e pure la milza; sto iniziando a rimpiangere tutte le lezioni di ginnastica che ho saltato...

Come se non bastasse, piove a dirotto: i capelli mi si sono appiccicati al volto, sono zuppo dalla testa ai piedi, il cappuccio che indosso non basta di certo a coprirmi... Pure le mie scarpe sono diventate vittime della pioggia, che sembra voler rendere ancora più difficile la mia avanzata.

Odio correre, odio sudare, odio essere fradicio, odio essere fuori con la pioggia... Ma non posso evitarlo: non questa volta.

Continuò a correre, guardandomi intorno alla ricerca del luogo che mi serve, tenendo il piccolo fagottino stretto a me.

- Resisti- sussurro, continuando a guardarmi intorno. Fortuna che Akashi è sempre molto preciso con le informazioni: se ho capito bene, dovrebbe essere...

Avverto un lieve sollievo nel mio petto quando finalmente vedo il luogo che sto cercando: come mi aveva anticipato il mio amico, la luce è accesa... Per fortuna.

Mi dirigo velocemente verso la porta. Visto che sto ancora stringendo il fagottino, cercando di scaldarlo il più possibile, sono costretto a mettermi leggermente in punta di piedi e usare il naso per suonare il campanello.

- Andiamo... Ti prego...- mormoro; spero che non stia avendo nessun'altra urgenza...

Vedo una figura comparire al di là della porta, che dopo un attimo si apre; sulla soglia compare un ragazzo moro, alto, con indosso un camice bianco e dall'aria seria.

- Salve, scusi se la disturbo a quest'ora della notte ma... Ho trovato un gattino abbandonato per strada e... Non sapevo dove altro portarlo...- mormoro.

Non sono bravo a parlare con le persone, e tra l'altro è notte e c'è un tempaccio... Spero non la prenda troppo male.

- Nessun disturbo, hai fatto più che bene: entra pure, gli dò subito un occhiata- per fortuna, il suo tono è gentile. Si sposta per farmi passare; sospiro appena mentre entro: per fortuna...

Mi guardo intorno: mi trovo in una piccola saletta d'attesa, con giusto qualche sedia, le pareti decorate con alcune immagini di animali e una porta marrona di fronte a me.

Il ragazzo si dirige verso essa e mi fa cenno di seguirlo; la stanza in cui mi conduce ha al centro un tavolo rettangolare, e dietro esso, contro la parete, dei mobiletti con sopra un bel po' di attrezzi e materiali che non riconosco, ma in fondo non so molto di medicina quindi è normale.

- Io sono il dottor Kuroo, ma chiamami tranquillamente Kuroo: dammi pure il piccolo. Come ti chiami?- mi chiede, allungando le mani.

- Kenma... Kozume- mormoro, mentre allungo il piccolo fagottino verso di lui - l'ho avvolto in una felpa, speravo di fargli prendere meno acqua ma l'acquazzone è arrivato all'improvviso e io non ho l'auto...-. Non mi muovo mai molto, ma a quest'ora della notte ovviamente i mezzi pubblici non sono operativi.

- Hai fatto bene. Vuoi andare un attimo in bagno a provare a scaldarti un pochino con il phon?- mi chiede, in tono lievemente premuroso; scuoto la testa.

- Voglio vedere se sta bene- mormoro.

- Lo scopriremo subito- dichiara, mentre poggia la felpa sul tavolo e apre il fagottino. Dentro, c'è un piccolo gattino, il cui manto all'apparenza sembra totalmente nero, ma quando lo solleva rivela una pancia candidamente bianca.

Non appena lo prende in braccio, il piccolo inizia subito a miagolare.

- Ma guarda un po', pare che questa signorina sia piena di forze, eh?- commenta Kuroo, divertito, mentre la osserva.

- Sta bene?- chiedo, leggermente in ansia - Ecco io... L'ho trovata nel pomeriggio sotto una siepe... Ho aspettato un po' ma non ho visto nessuno che veniva a cercarla e... Visto che continuava a piangere e stava iniziando a piovere... Sono andato in panico- ammetto.

Mi sono sempre piaciuti i gatti, ma non sono decisamente un esperto di animali. Spero di aver fatto la cosa giusta...

- Quando sono così piccoli, la cosa migliore è non toccarli, perché se la madre sente un odore diverso su di loro e non li riconosce più come suoi cuccioli li abbandona. Però, se hai detto che per tutto il pomeriggio non è comparso nessuno pur con un temporale in vista, allora è probabile che la madre l'avesse già abbandonata... E in quel caso, portandola qui gli hai sicuramente salvato la vita- dichiara lui, mentre prende un panno e inizia ad asciugare leggermente la gattina, che continua a miagolare.

- Come mai l'ha abbandonata?- mormoro; è così piccola e indifesa...

- Ci possono essere molti motivi per cui i cuccioli vengono abbandonati. La madre potrebbe essere stata troppo giovane per prendersene cura, o aver fatto troppi cuccioli, e in quel caso scelgono o di abbandonarli tutti o di tenere quelli che hanno più possibilità di sopravvivere. Potrebbe anche esserci stato qualche problema durante il parto, o magari il piccolo è malato- posa il panno e prende nuovamente la cucciola in braccio, osservandola per un attimo.

Sorride.

- Può stare tranquillo, questa piccola pare in forma... Penso sia nata leggermente prematura, probabilmente la mamma era piccola e ha avuto troppi cuccioli. Ma lei sta bene, farà un pochino più di fatica ad abituarsi a certe cose, ma potrebbe riuscire a sopravvivere-.

- Potrebbe?- mormoro; nel sapere che sta bene avevo sentito un peso togliersi dal mio petto, ma questa sua precisazione non mi piace...

- Non voglio mentirti, non è facile curarli quando non sono ancora svezzati... Di solito accade intorno alle quattro settimane, questa piccola ne avrà circa una-. Deglutisco appena: così poco...?

- Cosa si può fare?-.

- Esiste un latte apposta per i gattini così piccoli, adesso vado di là a prenderlo. È necessario dargli molto da mangiare, tra le due e le massimo quattro ore, la notte compresa... Mangiano spesso, soprattutto contando che probabilmente mangerà di meno visto che non è latte materno. È molto importante tenerla al caldo, e controllare che faccia i suoi bisogni: una delle cose peggiori che potrebbe accadere è che le si blocchi la digestione, quindi bisogna massaggiarle tanto la pancia per sbloccarla. Lei che lavoro fa, signor Kozume?- mi chiede.

- Io... Sono un Gamer. Chiamami pure Kenma, hai solo un anno più di me- mormoro, la testa leggermente bassa; cosa posso fare? Sarò in grado di fare tutto ciò che mi ha detto? Sembra davvero impegnativo...

Vedendo che non risponde alzo la testa, e lo trovo a osservarmi con aria parecchio confusa.

Sbarro gli occhi: ho parlato senza pensare, ma lui non ha idea del fatto che non sono venuto qui perché è il primo veterinario aperto che mi è capitato sotto tiro...

- Ecco... Scusami, non volevo dire cose strane; mi ha mandato qui il mio amico Akashi, mi ha detto che in questo studio lavora un ragazzo con un anno più di noi che ha curato il gufo suo e del suo compagno quando non stava bene e che... Sei molto bravo, oltre a essere una delle poche cliniche aperte anche la notte, quindi... Sono venuto qui- mormoro, imbarazzato: sono abituato a essere preso per strano, ma visto che mi sta aiutando speravo di evitare per una volta.

- Akashi Keiji?- mi chiede.

- Sí- mormoro.

- Oh, ma allora sei amico di Bo!- esclama lui, gli occhi che gli si illuminano appena.

- Bokuto? Sí- mormorò; più che amico, visto che è il ragazzo di Akashi l'ho incontrato più volte... È un ragazzo decisamente troppo allegro ed energico per me, ma è una brava persona e in fondo è simpatico. Anche se preferisco decisamente la compagnia di Akashi.

- Siamo  grandi amici; visto che li conosci, ti farò un trattamento di favore- mi fa l'occhiolino, prima di tornare a guardare la gattina.

Arrossisco appena, leggermente sorpreso dal suo gesto; di solito non mi capita...

Dato che non mi sta guardando, ne approfitto per osservarlo un attimo: in effetti, prima ero troppo in ansia per farci caso, ma è davvero un bel ragazzo. Ha dei lineamenti marcati, il suo sguardo parecchio sicuro gli dà un'aria... Sexy.

E nonostante il camice, intravedo anche che sembra parecchio muscoloso...

Deglutisco appena: non è decisamente il momento di mettermi a farmi fantasie sul veterinario, ho ben altro di cui occuparmi.

- Per i controlli che posso fare adesso, questa piccola è tanto affamata, ma a parte questo sta bene. Tu visto il lavoro che fai stai parecchio a casa, giusto?- mi chiede.

- Sì... Lavoro con dei brand e delle aziende che ogni tanto mi chiedo di andare là a testare i nuovi prodotti, ma in questo periodo non ho nulla- mormoro.

- Non so se la tua idea principale quando l'hai portata qui fosse poi occuparti di lei ma... Ti avviso subito che purtroppo noi non possiamo tenerla qui, la nostra clinica non è abbastanza grande per essere adibita a questo genere di cose, in più ci lavoriamo solo in due ed essendo aperti praticamente tutto il giorno né io né il mio collega possiamo riuscire a stare a casa di più per prendercene cura. Inoltre, se ormai si è abituata al tuo odore, potrebbe già averti preso come la sua nuova mamma, e sarebbe meglio non confoderla dandola a qualcun altro, visto che già ha subito alcuni traumi- appoggia delicatamente la gattina sul tavolo e mi fissa negli occhi - tu saresti la persona più indicata per occuparsene. Ma capisco che non sia una cosa semplice da fare, è una grande responsabilità e un grande cambiamento. Pensaci pure un attimo mentre vado a prenderle il latte, va bene?- dice, prima di allontanarsi e sparire dietro un'altra porta alla mia sinistra, che prima non avevo notato.

Fisso per un attimo la gattina e sento il mio cuore iniziare a battere molto più forte: mi sento morire a vederla così, continua a miagolare e sembra davvero confusa... Tra l'altro è talmente piccola che ancora non ha gli occhi aperti... Non riuscirei mai ad abbandonarla.

Però... Ci riuscirei? Svegliarmi ogni due ore, darle da mangiare correttamente... E se non mangiasse? E se non riuscissi a farle fare i suoi bisogni? E se le dessi le dosi sbagliate? E se non la sentissi piangere? E se le facessi male per sbaglio?

Mi sembra quasi di essere incappato in un livello speciale impossibile da superare...

Cosa dovrei fare?

- Eccoci qui con la pappa. Gliene dò già un po' io, visto che non ho altro da fare ed è un po' che non mangia-. Alzo lo sguardo e vedo che Kuroo è tornato, con in mano una siringhetta, senza ago attaccato ma con una specie di tubicino, e una ciotola in mano.

- È latte in polvere allungato con tanta acqua; quello che i gatti bevono il latte è un mito, in realtà quando è latte puro gli fa male- dichiara, mentre prende una sedia e si accomoda su essa- inoltre, quando sono così piccoli, è meglio usare qualcosa che ricordi una mammella per allattarli, in modo che sia più facile che imparino a succhiare-.

Annuisco appena mentre osservo i suoi movimenti; tiene la gattina in grembo, con una mano le avvicina il cibo mentre con l'altra le apre delicatamente la bocca.

All'inizio la piccola sembra miagolare, più che confusa, finché Kuroo non le spruzza qualche goccia di latte in bocca; allora si calma leggermente, e dopo un paio di tentativi inizia lentamente a succhiare.

Sospiro: meno male, almeno sta mangiando... È un vero sollievo...

- Allora? Ci hai pensato?-. Riporto lo sguardo sul volto di Kuroo, che mi sta osservando.

Mi mordo appena il labbro inferiore.

- Ecco io... Ho sempre amato i gatti e non mi dispiacerebbe averne uno, però... Ammetto che il pensiero di prendermi cura di lei mi manda in panico. Ci sono tantissime cose che potrebbero andare storte, so a malapena cucinare per me stesso e tenere la casa in ordine, non so se riuscirei a fare tutto il necessario, darle le giuste attenzioni... E se non riuscissi a darle da mangiare? O se facessi qualcosa di sbagliato e peggiorassi la situazione?! Penso che finirei per correre qui ogni volta che c'è qualcosa che non va... Io non posso farcela da solo...- mormoro - So già che finirei solo per fare danni... E non voglio causare ancora più problemi a questa gattina. Non... Non ce la farò-.

Lui mi fissa per un attimo, poi torna a guardare la gattina.

- Tu hai possibilità di spostare la tua postazione di lavoro?- mi chiede, mentre riappoggia la piccola sul tavolo; sembra più tranquilla... Per fortuna.

Aggrotto la fronte.

- È un po' difficile, ma lo posso fare; come mai?- gli chiedo.

- Se per te non è un problema- si alza e viene verso di me - posso darti una mano. Ma per farlo... È necessaria una piccola condizione-.

Avverto il mio cuore battere più velocemente: vuole dei soldi? O qualcosa di strano? Spero che sia qualcosa che posso fare...

- Ti andrebbe- fa un sorriso - di venire per un po' a vivere a casa mia?-.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro