EPILOGO
- Koutaro. Devi spingere. Spingere- ripeto per la milionesima volta.
- Ma sto spingendo! Ci sto mettendo tutta la mia forza!- esclama lui.
- A quanto pare non abbastanza!-.
- Tetsu- Kenma mi affianca; appoggia una mano sulla maniglia della porta e la tira verso di sé.
- Bisogna tirare- afferma, superandomi ed entrando nella stanza, seguito da un bambino con i capelli neri.
Abbasso lo sguardo, incontrando quello torvo di Koutaro, che mi sta guardando male.
- Dovevo spingere eh? Keiji aspetta!- corre anche lui all'interno, raggiungendo il fratello.
- Sono certo di aver spinto l'altra volta- borbotto, entrando anch'io ed affiancando Kenma.
- Quella volta eravamo passati dall'altra parte- mi ricorda lui.
- Visto? Non è colpa mia: siete voi che mi confondete!- protesto.
Lui alza gli occhi al cielo.
- Eccovi!- un piccolo mandarino con le gambe ci compare davanti, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
- Ciao Shoyo- lo saluta Kenma, mentre l'altro lo stringe in un abbraccio.
- Ciao mandarino, come va?-.
- Alla grande! Ciao piccoli!-.
- Ciao zio Shoyo- lo saluta Keiji.
- Zio mandarino! Sarai tu il nostro allenatore?- chiede Koutaro.
- Esatto! Andate a cambiarvi, così tra poco iniziamo- risponde lui.
- Andiamo!- Koutaro prende il fratello per mano e lo trascina nello spogliatoio.
- Come crescono in fretta- sospira Hinata.
- Non fare la nonna malinconica- lo riprendo.
- Io non ho figli, quindi mi devo sfogare sui vostri!- protesta lui.
- A proposito, come sta Kageyama?- gli chiede Kenma; gli occhi del mandarino si illuminano ancora di più.
- Domani torna dal suo tour! È brutto non averlo sempre a casa, ma con i soldi che guadagna mi ha fatto aprire questa palestra che mi tiene piuttosto impegnato. E quando c'è... Be', si fa sentire molto- ridacchia.
- Incredibile come la tua spensieratezza non sia cambiata in dieci anni- commento, sorridendo.
- Bokuto ci ha insegnato a vivere sempre con gioia no? A proposito, pare che il piccolo Koutaro gli somigli non solo nel nome- commenta.
- Parli del fatto che non sta mai zitto, del fatto che saltella sempre in giro o del fatto che ha iniziato a portare i capelli come un super Sayan?- gli chiedo.
- Tutta colpa tua, che gli hai raccontato l'origine del suo nome: ora vuole fare di tutto per "assomigliare il più possibile allo zio Bro del mio papà"- lo imita Kenma.
- Se diventerà come Bokuto, non avrò niente di cui lamentarmi- affermo - anche se magari un po' più d'intelligenza...-.
- Aveva Akashi per un motivo no? Per questo avete adottato anche Keiji- fa notare Hinata.
- Una saggia decisione: con lui almeno sto tranquillo- mormora Kenma.
In effetti, convincerlo ad adottare un bambino è stata un'impresa, figuriamoci quando abbiamo avuto la possibilità di prendere due fratelli... Ma quando ha visto che Keiji era molto più tranquillo di Koutaro, ha accettato molto volentieri.
Sono cinque anni ormai che siamo genitori: Koutaro ha otto anni, Keiji sette.
Sanno perfettamente che non siamo i loro genitori biologici, ma non gli importa più di tanto: io e Kenma facciamo di tutto per amarli e non fargli mancare nulla, e loro ci vogliono un mondo di bene.
- Be', tra poco iniziano gli allenamenti; volete rimanere a vederli?- ci chiede.
- Perché no? Tanto abbiamo tempo- affermo.
- Ma non avevi appuntamento con Yaku?- mi ricorda Kenma.
- La bambina è malata e lui ha preferito rimanere a casa; e poi voglio vedere come se la cavano i nostri figli dopo due mesi di pallavolo- commento.
- Allora andate pure sugli spalti- il mandarino ci indica la strada, poi sparisce nello spogliatoio.
Seguo Kenma fino agli spalti; non molto dopo arrivano in campo Hinata e la sua novella squadra di pallavolo.
- Si diverte tanto vero?- commento.
- Shoyo? Quasi più dei bambini: pare che abbiamo fatto nascere in lui un amore incredibile per la pallavolo. Ed essendo troppo grande per diventare uno sportivo...-.
- Ha ripiegato sull'insegnamento. Scelta logica, e gli si addice: ha la stessa mentalità dei suoi allievi- ridacchio.
- Idiota- mi dà una piccola gomitata, ma sorride anche lui.
Torniamo a guardare gli allenamenti.
Vedo Keiji alzare il pallone e Koutaro colpirlo con una forza che un bambino di otto anni non dovrebbe avere.
- Quei due hanno veramente un affiatamento incredibile- mormoro.
- Hai voluto dargli quei nomi apposta no?- sussurra.
Annuisco: glieli ho dati in loro onore. L'ultima sigaretta del pacchetto di Bokuto l'ho fumata il giorno prima di adottarli.
Continua a mancarmi il mio Bro, ma ora il suo ricordo mi basta per andare avanti felice; certo, sarei più felice se fosse al mio fianco, ma non ho potere su questo.
Ma sono sicuro che stia continuando a guardarmi e a divertirsi con me.
- Avete visto? La palla ha fatto sbam! E poi slam!- esclama Bokuto.
- Slam, salta in macchina- sospira Kenma, aprendo la portiera.
Il bambino si infila nell'auto, continuando a parlare, seguito dal fratello, che lo ascolta in silenzio e con un leggero sorriso sul volto.
Saliamo anche io e Kenma e metto in moto, diretto verso casa.
- E poi ho fatto quel... Quel... Come si chiama?- Koutaro si gira verso Keiji.
- Pallonetto?- gli suggerisce lui.
- Esatto, quel pallonetto! È stato un punto spettacolare!- esclama.
- Sei stato molto bravo! Non c'è stato muro in grado di fermarvi- affermo.
- Di fermarlo- mi corregge Keiji. Scuoto la testa.
- Uno schiacciatore non potrebbe fare punti se l'alzatore non gli passasse la palla- affermo.
Kenma fa un piccolo sorriso.
- Con la vostra coordinazione, diventerete bravissimi- commenta, voltandosi.
- Hai sentito Keiji? Saremo i migliori!- esclama Koutaro.
- Però non è detto che saremo sempre in squadra insieme- gli fa notare il minore.
- Certo che si! Noi staremo sempre insieme!- il maggiore si allunga per abbracciare Keiji, che ricambia leggermente sorpreso.
Fermo la macchina davanti casa: quando abbiamo deciso di diventare genitori ci siamo trasferiti in un'abitazione più accogliente, anche se siamo comunque rimasti nel vecchio quartiere per stare vicini ai nostri amici.
- Forza bambini, filate in vasca mentre papà prepara la cena- Kenma sparisce in bagno con i bambini.
Sorrido vedendo il mio micetto così sorridente: da quando ci sono loro, è diventato molto più propenso a mostrare emozioni.
Vederlo recitare il ruolo della madre premurosa all'inizio è stato uno shock, ma sono veramente fiero di lui.
Faccio un salto in soggiorno per lasciare le chiavi della macchina sulla mensola, come faccio sempre.
Il mio sguardo si sofferma sulle foto posta sopra ad essa: una della nostra famiglia, una con tutti i nostri amici, una di me e Kenma da giovani e infine quella di Bokuto e Akashi.
- Siamo a casa Bro- lo saluto, osservando il suo sorriso, che mi sembra ogni giorno più luminoso.
Sento delle mani circondarmi la vita e stringo Kenma a me, mentre lui appoggia la testa sul mio petto.
- Sono veramente fantastici- sussurra, e so che non sta parlando solo dei bambini.
- Come te- affermo, dandogli un bacio sulla testa.
Lui sorride.
Le varie sfere nere ora stanno sostenendo senza fatica quella gialla e le due più piccole al suo fianco, mentre una serie di sfere colorate vagano nello spazio insieme a loro.
Non importa se un tempo era tutto nero: ora nella mia mente è pieno di colori. Una serie di sfere, una serie di persone che, qualsiasi cosa accada, non mi lasceranno mai, e saranno sempre in grado di farmi continuare a sorridere.
Da qualche parte, in un posto sconosciuto a tutti
Il ragazzo dai capelli sparati in aria, accucciato ad osservare la scena, sorride vedendo il suo amico stringere a sé il ragazzo che ama.
- Come mai non si sono sposati?- chiede.
- Perché non ci si può sposare senza che lo sposo abbia un testimone- gli risponde il ragazzo moro in piedi alle sue spalle.
- Può sceglierne uno no?-.
- Lo sai che voleva scegliere te. E poi, non hanno bisogno di sposarsi per sapere che staranno insieme per sempre- ribatte l'altro.
Il sorriso sul volto del primo si accentua.
- Hai ragione: dopo quello che hanno passato, nulla potrà separarli- afferma, alzandosi e voltandosi verso l'altro.
- Così come nessuno separerà noi- mette le mani sui fianchi del suo ragazzo, tirandolo a sé per baciarlo.
- Ti ho già perso una volta, non accadrà di nuovo- sussurra.
- Anche se dovessimo separarci, ci raggiungeremo sempre- sussurra l'altro in risposta, prima di baciarlo di nuovo.
I due sorridono, dopodiché si staccano ed iniziano a camminare.
- Aghashi, non mi hai ancora saputo dire dove siamo- commenta.
- Perché non lo so, Koutaro-.
- È raro trovare qualcosa che non sai- ridacchia il primo, strappando un sorriso anche al secondo.
- Però l'importante è che siamo insieme no?- commenta; l'altro non deve pensarci molto prima rispondere.
- Si: non mi serve sapere nient'altro-.
Questa storia è ufficialmente finita!
Ringrazio tutti coloro che l'hanno letta o che decideranno di leggerla in futuro.
Per me è stata una storia importante perché, oltre che alle mie solite storie d'amore, ho voluto fare vedere quanto, secondo me, sia fantastica l'amicizia tra Bokuto e Kuuro.
Non riesco a vederli come una Ship, non in un mondo in cui esistono Kenma e Akashi almeno: Kenma e Kuuro, così come Bokuto e Akashi, secondo me sono perfetti per stare insieme, si completano a vicenda, sono nati per amarsi.
Però questo non significa che non possano avere nel cuore qualcun altro di veramente speciale.
Per questo, invece di una semplice Kuroken, ho voluto parlare anche un po' del rapporto magico tra Kuuro e Bokuto.
Spero che l'idea e la storia vi siano piaciute, e che deciderete di continuare a leggere le mie FF!
Ne ho in mente molte su Haikyu con dentro queste Ship, spero che potranno piacervi anche quelle ❤️
Grazie ancora a tutti!
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