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CAPITOLO XXXIII.

Com'era successo quando pensavo che Kenma fosse morto, ricordo molto poco di cosa facemmo dopo l'accaduto: siamo stati in centrale di polizia, ma non saprei dire cos'abbiano chiesto a me e Kenma.

Ora siamo in una stanza, tutti insieme, ad aspettare Yamamoto, che ha detto di doverci parlare.

Ho raccontato agli altri ciò che è successo; pare che avessero sentito da delle persone che c'erano stati degli spari, e prima ancora che chiamassi la polizia Yamamoto era venuto a cercarci.

Ma non è arrivato in tempo, e sono certo che si stia colpevolizzando per questo.

Con la confessione che ho praticamente strappato al ragazzo, i crimini del signor Kiyoshi si aggraveranno; però c'è ancora un'informazione che mi manca.

- Il ragazzo che ci seguiva... Ha detto che hanno una spia- mormoro.

- Non me ne stupirei: altrimenti, anche un uomo potente come il signor Kiyoshi non sarebbe riuscito a rimandare la sua incarcerazione fino all'ultimo- commenta Tsukki.

- Temi che possa impedire che quello che è successo ricada sulle spalle di quell'uomo?- mi chiede Yaku.

- Dopotutto il ragazzo è morto, la sola testimonianza di Kuuro e Kenma potrebbe non bastare- mormora Suga.

Serro i pugni e vedo Kenma allungare la mano verso di me e stringere la mia.

Mi appoggio alla sua spalla, trovando un po' di conforto nel ragazzo al mio fianco.

La porta si apre ed entra Yamamoto.

- Scusatemi se vi ho fatti aspettare- dice, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.

È molto provato, si vede: visto che aveva scoperto di Kenma, è diventato un poliziotto molto prima del previsto, e probabilmente questo ha avuto più ripercussioni di quanto possa sembrare da fuori; e inoltre, penso fosse la prima volta che sparava a qualcuno.

Io ho ucciso un ragazzo senza volerlo e senza saperlo, e ancora ogni tanto ci ripenso; quindi posso immaginare che ora lui non stia per niente bene.

- Come ti senti amico?- gli chiede Tanaka, andando verso di lui.

- Ho bisogno di un bagno- afferma l'altro; il rasto lo affianca e gli mette una mano sulla spalla.

Yamamoto gli fa un sorriso di ringraziamento, poi torna a guardare noi.

O meglio, guarda me, Kenma, Yaku e Lev.

- Abbiamo scoperto che era la talpa di cui ha parlato quel ragazzo- afferma.

Stringo leggermente più forte la mano di Kenma.

In quel momento, fuori dalla stanza in cui siamo, vedo passare Nobuyuki, in manette, scortato da due poliziotti.

Spalanco la bocca e vedo gli altri fare lo stesso.

- Nobuyuki? Ma... Perché?- sussurra Yaku.

Non era rimasto in rapporto con lui, come me d'altronde; ma nessuno dei due ha dimenticato come facesse sempre da pacificatore durante le nostre sfide, come stesse al nostro fianco come una presenza silenziosa ma importante: e adesso lui...

- Pare che quell'uomo avesse sotto tiro un'altra persona che conosciamo bene. Vi ricordate di Shohei Fukunaga no?-.

Sento Kenma irrigidirsi.

Fukunaga, del secondo anno, è stato spesso testimone delle liti piuttosto frequenti all'inizio dell'amicizia di Kenma e Yamamoto; proprio come Nobuyuki, faceva un po' da pacificatore.

Per questo i due ragazzi andavano molto d'accordo.

- Avevano stretto un patto: se Nobuyuki avesse passato le informazioni sul processo, lui avrebbe smesso di pedinare Fukunaga e non avrebbe più minacciato di ucciderlo. L'avvocato Naoi aveva intuito qualcosa, per questo non ha permesso a Nobuyuki di avvicinarsi alla... Testimonianza di Bokuto. Una volta scoperto dell'assassinio, è venuto a confessare di sua volontà- ci spiega.

Rimaniamo tutti in silenzio, non sapendo bene cosa dire.

- Grazie delle informazioni Yamamoto. Andiamo, ti porto a casa nostra- Yaku si alza e si avvicina al ragazzo.

- A casa vostra?- chiede lui, confuso.

- Hai bisogno di riposare, ma non mi fido a lasciarti solo- afferma.

- Lo porto a casa con noi, Yaku-san- interviene Tanaka.

Il suo sguardo parla chiaro: conoscevi quei ragazzi, anche tu hai bisogno di riposare.

Infatti, Yaku non protesta.

- Yaku ha ragione: meglio che andiamo tutti a casa. Abbiamo bisogno di un po' di tranquillità- aggiunge Suga.

Ed ecco le mamme alla riscossa!

Insieme, usciamo tutti dalla centrale.

- Ci sentiamo presto- vedo Hinata abbracciare Kenma, per poi tornare tra le braccia del suo ragazzo.

- Tsukki, nei prossimi giorni posso passare al... Suo appartamento?- chiedo al biondo.

Lui annuisce, poi alza la mano in segno di saluto e si allontana, seguito da Yamaguchi, Yachi e Kyoko.

- Volete un passaggio?- ci chiede Daichi.

Da un lato vorrei camminare e prendere un po' d'aria, ma non penso che il mio corpo reggerebbe; e soprattutto, Kenma ha bisogno di riposare.

- Volentieri- mormoro.

- Daichi, per il bar...-.

- Tranquillo Asahi, stasera lascio chiuso- afferma il ragazzo.

L'altro annuisce, si scambia un abbraccio con i suoi amici e si allontana con Nishinoya, Tanaka, Ennoshita e Yamamoto.

- Kuuro, chiamami se hai bisogno- Yaku mi appoggia una mano sulla schiena.

- Anche tu amico, non fare la mamma solitaria- lo riprendo, strappandogli un piccolo sorriso.

- Ci sentiamo dopo- gli dico, abbracciandolo; lui ricambia, poi va verso la sua macchina con Lev, mentre io salgo su quella di Daichi con Kenma, che ancora non mi ha lasciato la mano.

- I suoi genitori lo sanno già?- chiede Daichi, facendo partire la macchina.

- Li ha avvisati la polizia; io non li conosco, non erano molto legati- rispondo.

- Andrai al funerale?-. Storco la bocca alla domanda di Suga.

- Se faranno un funerale, significa che non lo conoscevano minimamente. Avrebbe preferito una festa- rispondo, strappando un sorriso ai due ragazzi davanti.

Rimaniamo in silenzio fino alla fine del viaggio; giunti a destinazione, ci salutiamo ed io e Kenma entriamo in casa.

- Vado a dormire- mormoro, dirigendomi verso la camera da letto dopo essermi tolto le scarpe.

Kenma mi afferra per il polso, bloccandomi; mi volto verso di lui, confuso.

- Micetto, lo sai che sono felice che ti sia tornata la memoria, e ti prometto che ne parleremo il prima possibile. Però...-.

Lui non mi fa continuare e mi trascina in bagno, facendomi bloccare davanti allo specchio.

Mi lascia andare la mano ed apre il rubinetto della vasca, mentre io guardo il mio riflesso: non me n'ero accorto, ma ho uno schizzo di sangue sulla guancia ed alcuni sulle braccia... Senza contare tutto lo sporco che ho addosso.

Kenma torna da me e mi fa togliere la maglietta; senza distogliere lo sguardo dal mio riflesso, mi spoglio completamente, poi mi volto ed entrò nella vasca.

Mi immergo per un attimo, trattenendo il respiro sott'acqua, fin quando non esaurisco l'aria dai polmoni.

Riemergo, e vedo che anche Kenma sta entrando nella vasca, così piego le gambe per lasciargli spazio.

Lo osservo attentamente mentre mette del bagnoschiuma su una spugna, poi si allunga oltre le mie gambe ed inizia a sfregarmi le braccia, cercando di togliere lo sporco che avevo addosso.

Osservo Kenma, immobile nella vasca, intento a fissare il vuoto. Mi allungo oltre il bordo ed inizio a sfregargli le braccia.
Non gli è mai importato molto delle opinioni altrui, ma Yamamoto mi ha detto che da quando sono andato all'università è peggiorato, e sembra spaventato da tutto.
Sappiamo bene entrambi che lo sport non è il suo punto forte, ma quella caduta durante la corsa deve averlo scosso più di quanto pensassi.
Lo vedo iniziare a tremare leggermente; appoggio la spugna, mi spoglio velocemente ed entro nella vasca. Mi sistemo alle due spalle e lo tiro verso di me, stringendolo in un abbraccio. Il tremore passa, ma inizia a singhiozzare.
- Sono qui micetto, tranquillo: non vado da nessuna parte. Sarò sempre con te, promesso-.

Allungo le braccia verso Kenma ed apro leggermente le gambe; lui lascia giù la spugna e si avvicina a me, stringendomi in un abbraccio.

Chiudo gli occhi, cercando di fare dei respiri profondi per evitare di esplodere.

- Non hai bisogno di trattenerti. Sono qui, non vado da nessuna parte- mormora.

Lo stringo più forte e sento le lacrime riprendere a scendere.

- Se mi vedesse ora mi direbbe che sono patetico- ridacchio.

- Si, sicuramente lo farebbe- mormora lui - ma ti direbbe anche che sei sempre il suo Bro, anche quando sei patetico, no?-.

- Si, lo direbbe- confermo. Sorrido.

- Forza, ti faccio lo shampoo- affermo, allungandomi per prendere la bottiglietta con il prodotto.

- Sicuro?- mi chiede, staccandosi leggermente e guardandomi negli occhi.

- Lui è felice con il suo Akashi ora no? Per cui, approfitterò della situazione per un bel bagno con il mio ragazzo- affermo.

- Come se non l'avessimo mai fatto...- borbotta lui, girandosi e sedendosi tra le mie gambe.

Mi metto un po' di shampoo sulla mano ed inizio a sfregargli delicatamente la nuca.

- Vuoi fare le fusa?- gli chiedo, ridacchiando.

- Idiota- sospira, ma lo vedo fare un piccolo sorriso.

Mi chino e gli dò un bacio sulla guancia.

- Grazie micetto- gli dico.

- Non ho fatto niente- mormora lui, poi si sposta leggermente in avanti e si immerge per sciacquare via lo shampoo.

Ne approfitto per lavarmi anch'io i capelli; rimaniamo in vasca ancora una decina di minuti, dopodiché usciamo, e dopo esserci asciugati indossiamo i nostri pigiami ed andiamo in camera da letto.

- Allora micetto... Com'è ricordarsi tutto?- chiedo, sedendomi sul letto.

Sale anche lui e si siede di fronte a me, con le gambe incrociate.

- Non ricordo tutto tutto, però... Quando ho sentito quello sparo, mi è tornato in mente quando il proiettile mi aveva colpito. Quando poi avete nominato Fukunaga, o altre cose, mi sono venute in mente, me ne sono semplicemente ricordato. Ancora probabilmente non ricordo tutto, però... Adesso so perfettamente chi sei tu, chi sono gli altri, e ricordo il mio passato- mi spiega.

- Te l'avevo detto che alla fine avresti ricordato- sorrido.

Lui abbassa la testa.

- Scusami se all'inizio non ti ho creduto. Insomma sentivo che dicevi la verità, però non ti conoscevo e...-.

- Tranquillo micetto, anzi ti sei fidato molto prima di quanto pensassi. Sarà stato perché mi hai quasi costretto a fare...-.

- Finisci la frase e non lo farai più per il resto della tua vita- mi minaccia, convincendomi a tacere.

- E poi parli come se non ti fosse piaciuto- borbotta.

- Qualsiasi cosa che faccio con te mi piace, lo sai- affermo.

Mi guarda negli occhi.

- Alla fine hai rispettato la tua promessa. Hai cominciato ad amarmi... Anche se non mi ricordavo di te, anche se ti ho trattato male, anche se non ho fatto niente per dimostrarti che lo volessi. Sei rimasto al mio fianco, come avevi promesso- sussurra.

- Sicuro che non ti pentirai di stare con me?- mi chiede.
Osservo il ragazzo, che appena mi sono messo seduto sul letto a studiare si è sdraiato su di me, e continuo ad accarezzargli i capelli.
- Perché dovrei pentirmene?- gli chiedo. So che è molto insicuro di sé stesso, e sicuramente il fatto che fino ad adesso io non mi sia reso conto dei sentimenti che provo per lui non ha aiutato. Deve avere sofferto incredibilmente pensando che non l'avrei mai ricambiato.
- Perché così non potrai più andare a caccia di ragazze e cose simili... Io sono noioso, ti annoierai a stare con me e un giorno rimpiangerai di non aver passato questi anni a divertirti-. Aspetto che arrivi ad un punto di salvataggio nel gioco, in modo da evitare di venire ucciso, dopodiché gli tolgo la console dalle mani e lo faccio girare verso di me.
- Micetto, mi sono sempre divertito molto più con te che con tutte quelle ragazze messe insieme. Non mi pentiró mai di questa scelta, voglio stare solo con te- affermo, fissandolo negli occhi.
- Come fai ad essere sicuro?- sussurra.
- Mi basta guardarti per sapere che lo voglio. Te lo prometto micetto: adesso che so che il mio cuore ti appartiene, rimarrò sempre al tuo fianco. Qualsiasi cosa accada, saremo sempre insieme-.

- Micetto, sei l'unica persona che abbia mai amato e che sempre amerò. Potrai dimenticarti di me quanto vuoi, il mio cuore continuerà ad essere solo tuo- affermo, allungando le braccia.

Lui viene verso di me e lo abbraccio.

- Mi dispiace se nei mesi scorsi non sono stato fedele- mormoro, dandogli un bacio sulla testa.

- Pensavi fossi morto, è normale- ribatte - ma se ci provi di nuovo...-.

- Ricevuto. E non ho comunque intenzione di stare con qualcuno diverso da te- affermo, sorridendo.

Alla fine, ci siamo davvero ritrovati di nuovo. È una storia molto simile alla prima volta: ho passato un po' di tempo ad andare dietro a gente di cui non mi importava, poi è arrivato Kenma e non ho più voluto nessun altro.

Il biondo si mette sulle ginocchia e preme le sue labbra contro le mie.

Ricambio il bacio: in questo momento, mi sembra quasi come se quel periodo di lontananza non fosse mai successo.

So che non è così, e di certo alcune cose non le riusciremo a dimenticare... Anzi, ce ne sono alcune che non intendo dimenticare.

Però adesso io e Kenma siamo di nuovo insieme: il ragazzo che amo è qui, e non se ne andrà più.

Non importa quello che abbiamo passato, potremo anche separarci per un periodo, ma non ci divideremo mai veramente.

Il mio cuore appartiene a lui, come il suo appartiene a me.

Per stare con lui, non mi serve altro che sapere che ci amiamo.

Tutto il resto, si dovrà adattare.

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