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CAPITOLO XXVI.

L'addio al celibato di Daichi è decisamente più tranquillo di quello di Suga: invece di occupare la sala di un karaoke per ore, siamo venuti al bowling.

Pare che fosse il luogo dove Daichi andava a sfogarsi con Asahi quando ancora lui e Suga non erano una coppia, ed è divertente, per cui è stata un'ottima scelta.

Ovviamente, dopo andremo comunque in un bar vicino a bere: ma metà di noi sono ancora ko da ieri sera, e Daichi non è uno che ho visto spesso in compagnia dell'alcool, per cui direi che è perfetto così.

- Strike!- esclamo, quando la palla che ho lanciato butta giù tutti i birilli.

- Non vale, è già il terzo!- si lamenta Bokuto.

- È perché sono magnifico- affermo.

- Guarda che stai vincendo solo perché io sono ancora stanco da ieri sera. Hai bevuto più di me, com'è possibile che tu sia così in forma?- mi chiede, puntandomi il dito contro.

- Semplice: ho fatto molto movimento- faccio l'occhiolino a Kenma, che alza gli occhi al cielo.

- E per pranzo ha fatto talmente tanta pasta da assorbire alcool per una settimana- borbotta.

- Però l'hai mangiata tutta- ribatto.

- Colpa del tuo troppo movimento-.

- Eri in fame chimica?- chiede Bokuto.

- Bro, quella è per la droga- lo correggo.

- Il sesso è una droga-.

- Ecco qual'era la risposta! Dobbiamo provarci anche noi- afferma Hinata, voltandosi verso il suo ragazzo.

Loro due sono tra quelli messi peggio: il piccoletto è sempre ridotto così dopo aver bevuto, ma Kageyama non aveva mai alzato il gomito così tanto e ne sta pagando le conseguenze.

Sono venuti da noi con delle occhiaie da fare paura ed un mal di testa incredibile, pregandomi di trovare un rimedio prima della festa.

Ora sembrano stare meglio, anche se non sono al massimo della forma.

- Adesso?- chiede Kageyama, confuso; ha ancora i riflessi leggermente lenti.

- Perché no? Ieri anche il perfettino l'ha fatto in bagno- afferma Hinata, indicando Tsukki.

- Intanto il perfettino non sembra uno zombie- ribatte l'altro.

- Ma il tuo ragazzo sta praticamente dormendo- gli fa notare Kageyama.

Yamaguchi sta continuando ad appisolarsi, e quando si accorge che tutti lo stiamo fissando ci osserva con aria confusa.

Per fortuna Nishinoya, Tanaka e Yamamoto sembrano essersi ripresi non appena sono entrati; Daichi è indaffarato a tenerli sotto controllo, mentre chiacchiera tranquillamente con Asahi ed Ennoshita.

Probabilmente un pomeriggio tranquillo, lontano dall'ansia che Suga possa sbranarlo vivo perché ha sbagliato qualcosa per il matrimonio, è proprio ciò che gli serve ora.

- Grandissimo Yaku!- esclama Lev.

Mi volto, e vedo io mio amico che mi guarda con aria soddisfatta, mentre tutti i birilli alle sue spalle sono a terra.

Ed ecco un altro che sa come riprendersi in fretta da una sbronza... Lui e Lev sono più che in forma.

Be', non che il secondo mi stupisca, dato che è mezzo russo, ma il piccoletto ci sa fare.

- La prendo come una sfida?- chiedo, assottigliando lo sguardo.

Il rapporto tra me e Yaku è sempre stato così: abbiamo spesso preferenze diverse, ci sfidiamo su tutto, ma quando uno ha bisogno l'altro è già lì pronto a dargli una mano.

- Ci puoi scommettere- afferma.

- Raccolgo io le scommesse!- urla Bokuto.

- Io punto su Yaku!- esclama Lev.

- Anch'io- mormora Kenma.

- Micetto traditore!- mi lamento.

- Non sarà la punizione per averlo dovuto portare qui praticamente in braccio?- ghigna Tsukki.

- Questo è un dettaglio irrilevante- affermo.

- Confermo la mia puntata-.

- Micetto, sappi che se vinco al matrimonio non riuscirai a camminare- lo minaccio.

Lui mi fissa negli occhi.

- Allora fai del tuo meglio- ha uno strano luccichio negli occhi, probabilmente l'idea non gli dispiace così tanto come dà a vedere.

- Stai a guardare: lo batteró in grande stile!-.

- Io tifo per Yaku- afferma Tsukki.

- Anch'io- aggiunge Yamaguchi.

- Siete cattivi! Non c'è nessuno dalla mia parte?- mi lamento.

- Io Bro!- esclama Bokuto.

- Sapevo di poter contare su di te- mi sento quasi commosso.

- Anche io!- lo segue Hinata.

- Piccoletto, per te la prossima volta doppia dose di cibo. Nessun altro vuole scommettere?- chiedo.

- Noi facciamo il tifo!- esclamano Nishinoya e Tanaka, avvicinandosi a noi mentre si trascinano dietro un Yamamoto ancora mezzo addormentato.

- Ragazzi, sapete che devono giocare anche gli altri?- fa notare Asahi, che ha appena finito di tirare.

- Piuttosto... L'attenzione non dovrebbe essere sullo sposo?- chiede Ennoshita.

- Non preoccupatevi, è un momento in cui ci divertiamo tutti insieme: non mi dispiace un po' di movimento- afferma il ragazzo appena nominato.

- Lui non è una primadonna come Suga, non gli piace stare al centro dell'attenzione- ridacchio.

- Spero che non scopra mai come l'hai appena chiamato- sospira Daichi.

- Ovviamente nessuno glielo dirà- affermo, guardando tutti gli altri.

- Questo dipende dal risultato della nostra sfida- ribatte Yaku, indicandomi con un cenno il tabellone: è il mio turno.

- Stai a vedere!- prendo la palla da bowling e mi concentro al massimo.

Se vinco, stanotte avrò un round extra con il mio micetto: non posso assolutamente perdere.

Tiro la palla, riuscendo a fare strike.

- Evvai!- esclamo.

- Grande Bro!- urla Bokuto.

- È l'ultimo turno, puoi tirare ancora- mi fa notare Daichi.

- Ottimo: ne approfitteró per doppiare Yaku- affermo, prendendo un'altra palla.

- Non mi spaventi affatto- afferma il mio amico, ma noto che ha una mano che gli trema leggermente.

Sorrido: ho la vittoria in pugno.

Mi concentro nuovamente, ma quando tiro indietro il braccio per tirare, sento qualcuno soffiarmi lievemente sul collo.

La palla mi sfugge dalle mani; percorre tutta la pista, butta giù un paio di birilli e fa concludere il mio turno.

Mi volto di scatto verso Kenma, che fino ad un attimo fa si trovava sulle spalle di Lev, probabilmente perché da solo non sarebbe mai arrivato al mio collo, ed è appena stato messo giù.

- Micetto, questo tradimento non me l'aspettavo da te- commento, portandomi una mano al cuore per fargli capire quanto io mi senta tradito.

- Vorrà dire che stasera mi farò perdonare- afferma, per poi voltarsi e tornare verso i divanetti.

Sento un sorriso farsi largo sul mio volto: no, neanche per finta posso avercela con il mio micetto.

- Yaku, lascio a te la vittoria- affermo, andando dietro al mio ragazzo.

- Hey, torna qui codardo che non sei altro!- mi insulta lui.

Gli faccio la linguaccia, dopodiché mi siedo sul divanetto e faccio accomodare Kenma sulle mie ginocchia, per poi dargli un bacio sul collo.

- Ho detto stasera- mi sgrida lui, guardandomi male.

- Be' Bro, hai perso ma hai vinto- ridacchia Bokuto.

- Questa per me è la miglior vittoria-.

- Ma la sfida l'ha vinta comunque Yaku- fa notare Tsukki, mentre il mio migliore amico fa un triplo strike.

- Hey Lev, ricompensalo a dovere stanotte!- urlo al ragazzo.

- Certo! Che genere di ricompensa vuoi?- chiede poi, rivolgendosi al suo ragazzo.

- A volte mi chiedo se abbiamo davvero la stessa età...- borbotta Kageyama, mentre Nishinoya e Tanaka si rotolano a terra dalle risate.

- Forza bambini, tiratevi su: ci trasferiamo al bar- afferma Daichi.

- Alcool!- urlano in coro, alzandosi.

- Ma se hanno appena finito di stare male...- borbotta Tsukki, mentre anche noi ci alziamo dai divanetti.

- Eddai, lasciali divertire un po'- ridacchia Yamaguchi.

- Si, ma tu stasera non bevi- gli risponde l'altro, aiutandolo a camminare fuori dal locale.

- Io ho voglia di bere!- esclama Hinata.

- Io passo- borbotta Kageyama.

- Tu micetto? Che farai?- chiedo a Kenma.

- Mhhh vedrò. Tu?-.

- Io sono in forma, ma cercherò di non esagerare. Gufastro, tu stai lontano dall'alcool: hai ancora in corpo tutto quello di ieri sera probabilmente- ammonisco il mio amico.

- Cattivo! Non sono messo così male!- si lamenta, barcollandoci dietro.

- Ma se non cammini diritto- borbotta Tsukki.

- Pensa al tuo ragazzo tu- ribatte l'altro.

Tsukki stringe Yamahuchi a sé e si allontana leggermente.

Il bar che abbiamo scelto è praticamente qua davanti, ed abbiamo prenotato una saletta, per cui nessuno ci disturberà.

Alla fine, nonostante alcuni di noi non siano ancora in forma, ordiniamo tutti una birra, tranne Yamaguchi che si butta su un succo di frutta.

- Ragazzi che ne dite se il brindisi questa volta lo facciamo da sobri? Così poi la gente è libera di svenire- propone Ennoshita, guardando il suo ragazzo.

- Io ci sto. Vai testimone, discorso!- esclamo.

- Vogliamo un super discorso!- urla Nishinoya, incoraggiando il suo ragazzo ad alzarsi.

- Forza, fammi vedere come mai ti ho scelto come mio testimone!- dato che anche Daichi confida nel suo discorso, alla fine Asahi, che è diventato rosso come un peperone, si alza.

- Ecco... Anch'io, come ha fatto ieri Tanaka, terrò il vero discorso per il matrimonio. Ma voglio fare gli auguri a Daichi, che ha avuto il coraggio di fare questo enorme passo. Penso che nessuno avesse dubbi che prima o poi sarebbe successo, ma è sempre una grande emozione vedere una persona a cui vuoi bene in questa situazione. Daichi, sei sempre stato disponibile per tutti noi, un padre severo ma allo stesso tempo gentile, comprensivo e divertente. Con questo brindisi ti auguro che la vita non ti cambi e continui a renderti felice!-.

- A Daichi!- urliamo tutti, alzando i calici, e poi bevendo un sorso di birra... O succo, niente da togliere ai momentanei astemi.

Dopodiché, Daichi torna a parlare con Asahi ed Ennoshita; Nishinoya, Tanaka, Yamamoto, Hinata e Lev stanno facendo un qualche gioco di fantasia che non capisco; Yaku sta parlando con Kenma; Kageyama con Yamaguchi, con qualche intervento da parte di Tsukki; ed io sto prendendo in giro Bokuto che sta già andando fuori di testa.

- Davvero Bro, quello di ubriacarsi con una birra è un talento unico!- non riesco a smettere di ridere.

- Cito! Coppa e Ambrogio malamena-.

Traduzione: zitto, è colpa dell'alcol di ieri sera. O almeno, dovrebbe essere quello che ha detto.

- Hai detto che è colpa dell'alcool di ieri sera?-.

Lui mette un leggero broncio.

- Circa. Aghashi era più bravo- afferma, come a dirmi "hai perso contro di lui".

Dopodiché appoggia la testa sul tavolo.

- Ghashi... Non c'è...- sussurra, chiudendo gli occhi.

- Sta bene?- mi chiede Kenma. Annuisco.

- Gli manca il suo ragazzo- mormoro.

- Dopo la sua morte, per un po' riusciva ad addormentarsi solo se beveva. Diceva che gli sembrava di sentire di più la sua presenza-. Alzo lo sguardo su Tsukki, sorpreso dal suo intervento.

- Da quando ho conosciuto Bokuto ho pensato fosse un ragazzo fastidioso, arrogante e fin troppo festaiolo. Ho ringraziato ogni giorno che fosse arrivato Akashi a calmarlo. Quando erano insieme... Mi sembrava di vedere qualcosa attorno a loro, come se ci fosse un mondo intero che potevano capire solo insieme- fa un piccolo sorriso.

Vedo Yamaguchi allungare la mano e stringere la sua.

Tutto il tavolo si è fatto leggermente più silenzioso e sta ascoltando le sue parole.

- Erano quel genere di coppia che solo a guardarli capivi che si amavano. Io a volte fatico a stare troppo con Bokuto, la sua esuberanza non fa per me, però quando era con Akashi sembrava talmente felice che non riuscivo a pensare male di lui. Non come al solito almeno- il suo commento suscita qualche risata.

- Eravate legati? Tu e Akashi?- chiede Hinata. Tsukki sembra non voler dare segno di rispondere, percui è Yamaguchi ad intervenire.

- Akashi non era quel tipo di persona che si apriva con tutti. Noi l'abbiamo conosciuto perché siamo amici di Bokuto, ma non penso che siamo mai stati solo con lui. Però, un ragazzo che riusciva a sopportare un carattere volubile come quello di Bokuto, a fargli raggiungere quella felicità, a prendersene cura senza alcuna fatica ed essere felice con lui... Anche conoscendolo poco, era veramente fantastico-.

Rimaniamo tutti un attimo in silenzio.

- Si, era fantastico- sussurra Bokuto, alzando la testa.

- Pensavo dormissi- mormora Tsukki.

- Con l'alcool a volte lo riesco quasi a sentire, ma so che lui non è qui. Ormai è passato del tempo, ho imparato ad addormentarmi da solo- Bokuto sorride.

- E sono certo che ci sgriderebbe tutti per il poco casino che stiamo facendo. È un addio al celibato, divertiamoci! Cameriera, altre birre!- urla.

- Bro, la porta è chiusa- ridacchio.

- Vado a ordinarle io- afferma Kenma, alzandosi.

- Ti accompagno- lo seguo fuori dalla stanza, che pian piano sta tornando ad essere riempita dall'allegria del gruppo.

- Micetto, non provare neanche a scappare- Kenma, che si stava già allontanando lungo il corridoio, si ferma non appena apro la porta.

- Ti va di dirmi che succede?- gli chiedo dolcemente, avvicinandomi a lui.

- Parlavate così anche di me?- mormora.

Mi metto davanti a lui, ma ancora non accenna ad alzare la testa.

- Si; ci sono state serate intere in cui non facevo altro che parlare di te, con i miei amici che mi ascoltavano-.

Lo vedo portarsi una mano al petto e massaggiarselo leggermente.

- Ti fa male? Vuoi un po' di latte?- gli chiedo; lui scuote la testa.

- Perché pensavi fossi morto?- mi chiede.

Per un attimo non rispondo, cercando di decifrare la sua espressione, ma dato che i capelli gli coprono il volto mi esce difficile.

- Micetto, sei sicuro di volerlo sapere ora?-.

- Magari potrebbe aiutarmi a ricordare- sussurra.

- Sono il primo a volere che tu ricordi, ma non dobbiamo affrettare le cose. E so che non sei pronto, lo capisco; quindi perché me lo stai chiedendo?- gli porto dolcemente una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

- A volte mi sento quasi come un estraneo. Voi parlate tutti di ciò che abbiamo vissuto insieme, ma io non ricordo niente-.

La sua voce è fin troppo calma.

- Micetto. Vuoi dirmi cosa c'è veramente? Insomma, so che quello che hai appena detto lo pensi: ed è più che normale. Ma c'è qualcos'altro. Qualcosa a cui non avevi mai pensato prima-.

Lui per un attimo non risponde.

- Se non vuoi dirmelo per me va bene. Ma sappi che ci sono ok? In qualsiasi momento vorrai parlarne- mi abbasso leggermente, in modo da guardarlo negli occhi.

Lui continua ad evitare il mio sguardo, per cui mi tiro su.

- Forza, andiamo a ordinare le birre, prima che quegli ubriaconi ci vengano a cercare- sorrido e mi volto, dirigendomi verso la porta alla fine del corridoio che conduce alla sala principale del bar.

Sento la sua mano scivolare nella mia, anche se lui rimane leggermente più indietro; la stringo e riprendo a camminare.

Lo tengo stretto sia mentre cammino nel bar pieno di gente, sia al bancone quando chiedo di poterci le birre, e anche un altro succo per Yamaguchi, sia mentre torniamo verso la nostra stanzetta.

Sto per entrare, ma sento Kenma bloccarsi; mi volto verso di lui, confuso.

- Se noi ora dovessimo separarci, io non potrei dire niente- mormora.

- In che senso?- gli chiedo, girandomi completamente.

Lui lascia andare la mia mano, facendosi ricadere il braccio lungo il fianco.

- Se tu per qualche motivo dovessi... Morire, io non potrei fare come Bokuto. Non potrei ricordare il nostro primo incontro, il momento in cui ci siamo messi insieme, il nostro primo bacio, le nostre uscite, le nostre tradizioni, niente...- vedo una piccola lacrima scivolare sulla sua guancia - tu mi ami così tanto, continui a dimostrartelo. Ma se dovessi lasciarmi, io non riuscirei a dire niente su di te. Non voglio vivere senza sapere-.

- Micetto- lo abbasso ed allo stesso tempo gli porto due dita sotto il mento, facendogli alzare leggermente la testa.

Gli asciugo la lacrima con il pollice e sorrido.

- Ma tu lo ricordi il nostro primo momento no? Non penso che ci si dimentichi facilmente di uno sconosciuto che ti blocca in mezzo alla strada dicendoti che sei il suo fidanzato che credeva morto. O sbaglio?-.

- Si ma...-.

- Quando mi hai baciato quella sera, per me è stato come la prima volta, perché dopo tanto tempo senza di te, dopo tante avventure inutili, è stato come tornare a provare veramente dei sentimenti. Potrai anche non ricordare, per il momento, i nostri anni insieme; ma ora è più di un mese che sei con me no? Se uscendo da qui verrò investito da una macchina, potrai raccontare a tutti di come un pazzo che non pensavi di conoscere sia riuscito a farti sentire amato ed apprezzato in solo un mese di convivenza. E tutto quello che abbiamo fatto in questo mese. Io parlo tanto ed ho raccontato tutti gli anni insieme a te, per uno di poche parole un mese basta no? E poi, ti prometto che guarderò sia a destra che a sinistra prima di attraversare- affermo.

Lo vedo fare un piccolo sorriso.

- Stai tranquillo micetto: insieme ce la faremo- lo abbraccio e lui sembra rilassarsi.

- Testu-.

- Mh?-.

Lui sembra voler dire qualcosa, ma poi scuote la testa.

- Grazie- sussurra.

- Per te questo e altro, micetto. Ora torniamo dentro: non voglio perdermi Bokuto alla sua seconda birra dopo aver visto com'era ridotto alla prima- ridacchio.

- Andiamo- si stacca dall'abbraccio, ma con mia grande sorpresa mi prende per mano prima di tornare nella stanza.

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