CAPITOLO XXII.
- Micetto sei pronto?- urlo.
Poco dopo Kenma compare sulla soglia, con indosso un paio di jeans ed una camicia a quadri.
- Che eleganza- lo prendo in giro.
- Taci- borbotta, avvicinandosi a me.
Si mette in punta di piedi ed inizia a baciarmi il collo.
- Micetto, guarda che meno di ventiquattro ore sono più che sufficienti a farmi tornare la voglia di ieri sera- sospiro.
Lui sembra non avermi sentito perché insinua una mano sotto la mia camicia.
Mi volto e sto per rispondergli a tono, quando sento il campanello suonare.
- Meglio che vada ad aprire io- mi sussurra, allontanandomi da me e guardando in basso.
Seguo il suo sguardo e noto che la mia erezione è evidente.
- Me la pagherai- affermo, mentre lui con un sorriso sparisce nell'altra stanza.
- Hey Hey Hey!- cerco di calmarmi mentalmente mentre le voci di Bokuto e Hinata iniziano a riempire la casa.
- Bro, fai aprire al tuo nuovo coinquilino?!- esclama Bokuto, entrando in cucina.
- Puoi dare la colpa solo a lui- sbuffo, e lui scoppia a ridere.
- Stanotte gliela farai pagare. Come va la convivenza?-.
- Be', il divano è stato battezzato- rispondo.
Lui alza la mano e gli batto il cinque.
Vedo Kenma sparire in soggiorno con Hinata, che gli sta mostrando qualcosa sul cellulare, seguiti da Kageyama e Yamamoto.
- Dammi una mano Bro- gli indico le varie ciotole di snack e patatine che ho preparato come antipasto.
Ne prendiamo un paio ciascuno e ci dirigiamo in soggiorno.
Kenma è seduto sul divano e sta ascoltando Hinata parlare; Yamamoto sta raccontando a Kageyama della sua avventura all'estero, anche se quest'ultimo lo ascolta solo per metà e continua a lanciare occhiate al suo ragazzo.
- Allora, come sta il nostro musicista in erba?- chiedo, appoggiando il cibo sul tavolino e sistemandomi sulla poltrona.
- Suga mi ha dato una playlist per il matrimonio lunga quanto tutto One piece- si lamenta lui.
- Sei tu che gli hai detto che eri a loro disposizione- ride Bokuto.
- Lo sai che Suga ci tiene a certe cose- aggiungo, sempre in tono divertito.
- Se divorziano li uccido- borbotta il moro.
- Faremo in tempo a diventare tutti etero prima che accada!- esclama Bokuto.
- Hey, io sono etero!- ribatte Yamamoto.
- Ma non hai avuto una mezza storia con Tanaka? Prima che lui capisse che gli piaceva Ennoshita?- gli ricordo.
Hinata e Kenma smettono per un attimo di parlare e fissano anche loro il ragazzo, che è leggermente sbiancato.
- Eravamo ubriachi e abbiamo solo limonato. Da amici- si giustifica.
I due bassini riprendono a parlare tra di loro mentre io e Bokuto scoppiamo a ridere.
Osservo Kenma: sta principalmente ascoltando Hinata, ma mi sembra rilassato ed ha un piccolo sorriso sul volto.
- Ragazzi, vado a preparare la cena- annuncio, alzandomi.
- Ti dó una mano!- sia Bokuto che Yamamoto si alzano.
- Non facciamo sentire solo il povero Kageyama, qualcuno rimanga a fargli compagnia- ridacchio, guardando Bokuto e sperando che capisca.
Lui ha un'espressione strana in volto.
- Bro tu non volevo chiedere a Kageyama di quella nuova canzone?- chiedo.
- Canzone? Kageyama hai scritto una canzone?- chiede Bokuto, voltandosi verso il moro.
- So comporre, ma in realtà non ho ancora scritto niente di mio-.
Fisso il moro, incitandolo a continuare.
Ho davanti uno che non ha capito niente ma si distrae facilmente ed uno che ha capito ma non sa come farlo distrarre... Praticamente è una situazione tragica.
- Che genere di musica ti piace, Bokuto-san?- chiede Kageyama.
- Oh, un po' di tutto! Una volta ho composto una canzone rock! Be' non proprio composto, ho scritto il testo; e inoltre...- il ragazzo si sta perdendo nella discussione, per cui faccio cenno a Yamamoto di seguirmi in cucina.
- Vuoi dirmi qualcosa vero?- gli chiedo, mentre inizio a tirare fuori il necessario per cucinare.
- Mi hai detto che siete stati dallo psicologo di Kenma no?-.
Annuisco.
- Ora seguo ufficialmente il caso, quindi ho potuto parlarci. Pare che la storia non sia stata ancora completamente chiusa, per cui la polizia ha deciso che per il momento è meglio che Kenma non vada a scuola e non rimanga completamente senza sorveglianza-.
Serro le labbra, ricordando come i suoi occhi si fossero illuminati al pensiero di poter tornare a fare qualcosa che un tempo lo appassionava veramente.
- Cosa manca per chiudere la questione?- chiedo.
- Le prove ci sono, ma il problema è sempre che quell'uomo è molto potente. Bisogna procedere con cautela, senza fare passi falsi-.
- E mentre si procede con cautela, Kenma sta perdendo una parte importante della sua vita- ribatto.
- Credimi, sono frustrato quanto te; ma sono solo un agente, non dovrei neanche sapere tutte queste cose. Ti giuro che se potessi fare qualcosa lo farei, però...-.
Ci penso un attimo: cosa potrei fare per aiutarlo? Davvero dovrò solo aspettare che si risolva tutto sperando non passino altri dieci mesi?
- Cambierebbe se testimoniassi?- chiedo.
Lui per un attimo non risponde.
- Da quello che so, né tu né Bokuto avevate voluto testimoniare- mi ricorda.
- Perché mi avevano detto che non sarebbe servito a molto perché avevano già abbastanza prove; però ora...-.
- Kuuro, apprezzo davvero, però pensi che sia la cosa migliore per Kenma?-.
Ci penso un attimo: voler testimoniare significa diventare un potenziale bersaglio, finire sotto protezione probabilmente, dovermi assentare spesso da casa per partecipare ad un processo di cui Kenma ancora non vuole sapere nulla, e preferisco così per il momento.
- No, hai ragione: devo rimanere al suo fianco- mormoro.
- Testimonierò io-.
Mi volto di scatto, trovando Bokuto sullo stipite della porta.
- Bro, non è una decisione così semplice da prendere- gli faccio notare.
- Però tu volevi farlo senza pensarci no?- ribatte, avvicinandosi a me con un sorriso.
- Voglio aiutare il mio Bro a vivere per sempre felice e contento con il suo grande amore. So che anche Keiji sarebbe orgoglioso di me... E anche spaventato perché potrei fare qualche cavolata, ma prometto che mi tratterrò- mi fa l'occhiolino, poi si volta verso Yamamoto.
- Signor poliziotto, parla con i tuoi superiori e fammi sapere se posso fare qualcosa. Però ora vai di là da Kageyama; temo di averlo prosciugato- ridacchia.
Yamamoto, probabilmente ancora emozionato per essere stato chiamato "signor poliziotto", se ne va senza obiettare.
- Bro davvero, non sei obbligato a farlo-.
- Ho molto meno da perdere di te. Pensa quando sarò pediatra e potrò raccontare ai bambini che il loro dottore ha salvato il mondo da uno psicopatico!- esclama.
- Bro, il suicidio non è divertente-.
- Spiritoso- mi dá una spallata.
- Come mai proprio pediatria?- gli chiedo.
- Volevo dimostrare di essere responsabile, ho sempre amato i bambini e sapevo che anche Aghashi avrebbe fatto qualcosa di simile. È stata una scelta spontanea- racconta.
- Certo che ami i bambini, la tua età mentale è come la loro- borbotto.
- Cos'è l'età mentale?-.
- È per dire che a volte ti comporti come un bambino-.
- Hey, non è vero! Quando hai finito la torta posso pulire la scodella a cucchiaiate?-.
- Come volevasi dimostrare... Ma sappi che dovrai condividerlo con Hinata- ridacchio.
- Quel piccoletto è troppo simpatico! Molto più aperto di Tsukki e meno nervoso di Yamaguchi! Diventerà il nuovo me!- esclama.
- Povero Kageyama...- mormoro.
- Sono certo che sappia come farlo stare zitto. A proposito, avete già fatto l'amore?- mi chiede con un sorriso furbo.
- Due volte- gli confermo, e lui mi batte il cinque.
- Nessuno può resisterti Bro!- esclama.
Be' tranne Daichi, ma ora sono molto felice che non abbia ceduto alle mie avances ed al mio mezzo tentativo di stupro.
Non che potrei competere con Suga comunque, almeno ai suoi occhi.
E poi Daichi non è minimamente dolce, coccoloso e kawaii come il mio Kenma.
- Come sei sdolcinato- ridacchia Bokuto.
Lo guardo per un attimo, senza capire.
- Parlavo ad alta voce?-.
- Si. E ora mi devi assolutamente raccontare sta storia di Daichi- afferma.
Sospiro.
- Mi ero appena trasferito, era la prima volta che uscivo di casa e Yaku mi aveva affidato alle sue cure. Non c'è molto da dire: ci ho provato con lui, anche se volevo solo fare sesso in realtà, e mi ha ovviamente rifiutato. Sono entrato in camera loro mentre dormiva, ma Suga mi ha riportato indietro per le orecchie e mi ha rimesso a letto. Mi sono gettato sulle ragazze- racconto.
Lui scoppia a ridere.
- Sei proprio andato fuori di testa!- esclama.
- Tu no?-.
- Ho proposto ai miei amici una cosa tre, ma dopo aver rischiato la morte per mano di Tsukki ho deciso che ed meglio aspettare e lanciarmi sul cibo. Ma almeno non mi sono finto etero- ridacchia.
- Guarda che io ero bisessuale- borbotto.
- Eri?-.
- Per gran parte della mia vita. Poi sono diventato Kenmasessuale- rispondo.
Lui assume per un attimo un'espressione pensierosa.
- Quindi io per un periodo sono stato... Brosessuale?-.
- No, solo ninfomane; tieni, vai a mangiare con il tuo nuovo amico- gli mollo in mano la scodella dove fino a poco fa c'era l'impasto della torta che sto preparando.
- Evvai!- esclama lui, afferrando l'oggetto e sparendo nell'altra stanza.
Sento Hinata lanciare un urletto e sorrido: mi era mancato anche quel piccoletto.
Sento dei passi leggeri dietro di me ed un paio di labbra appoggiarsi sulla mia schiena.
- Ti hanno lasciato solo?-.
- Guarda che non ti ho ancora perdonato per prima- lo avviso, mentre Kenma mi affianca.
- Stasera mi farò perdonare a dovere. Mi abboni qualche ora?-.
- Se me lo chiedi così, non posso dirti di no- affermo con un sorriso, chianandomi per dargli un bacio veloce.
Che lui ricambia con una serie di baci per nulla veloci, anzi.
- Micetto, vorrei davvero approfittare della tua dolcezza, ma ancora non sono in grado di cucinare in questo stato- sussurro.
- Rimedieremo dopo all'ora- mi dà un ultimo bacio e sparisce nell'altra stanza.
Al suo posto compare Kageyama, che mi sta riportando indietro la ciotola.
- L'hanno completamente ripulita eh?- ridacchio - appoggiala pure nel lavandino-.
- Grazie per averci permesso di venire- mi dice.
- Kenma mi sembra ben disposto a riavvicinarsi alla sua vecchia vita, e ho pensato che sicuramente Hinata potrà aiutarlo. Anche se questo significa che dovrai stare al bar con noi senza l'amore della tua vita- sorrido.
- Hinata è felice, sopporterò- afferma.
- Come siamo romantici- lo canzono.
- Senti chi parla...-.
- Io non mi vergogno ad ammetterlo almeno; chi è che ha fatto mesi ad insultare il ragazzo che gli piaceva perché non voleva ammettere di provare qualcosa per lui per orgoglio?-.
- E chi ha impiegato dieci anni a capire che il suo migliore amico aveva una cotta per lui e pure ricambiata?-.
- Colpito e affondato- ammetto.
- Come ti senti a riaverlo con te?-.
- La persona più felice del mondo. Ma non sono veramente tranquillo: questa storia ancora non è finita e temo ci allontani un'altra volta- mormoro.
- Sono certo che vi ritroverete ancora, dopotutto vi amate davvero no?-.
- Ma come siamo sentimentali stasera, hai ricevuto un po' di coccole prima di venire? Venire in tutti i sensi intendo-.
Lui diventa leggermente rosso, confermando la mia teoria; poi borbotta qualcosa a proposito di andare a controllare i bambini e sparisce nell'altra stanza.
La calma però dura poco, perché mentre apparecchio vero Hinata saltellare nella stanza.
- È il mio turno di "In cucina con Kuuro"!- esclama.
- In cucina con Kuuro?-.
- Sono venuti tutti a parlarti, mi sentivo escluso- si lamenta.
Scoppio a ridere.
- Allora piccoletto, felice?- gli chiedo.
I suoi occhi si illuminano ancora di più.
- Tantissimo! Kenma mi mancava tanto!- esclama.
- Gli stai raccontando di voi?- gli chiedo.
- In realtà stiamo parlando un po' di tutto. Non che prima Kenma comunicasse molto, per cui mi sento libero- ride.
- Come darti torto- sorrido.
- Quando voi ve ne andrete giocheremo un po' ai videogiochi, così sembrerà tutto come ai vecchi tempi!- esclama.
- Fate bene. A proposito, Kenma ogni tanto, quando fa molte cose abituali inizia ad avere leggermente male dove gli hanno sparato. Yaku mi ha detto che probabilmente è una questione mentale, la prossima volta ne parleró con il suo psicologo. Non è comunque niente di cui preoccuparsi, solo se succede preparagli un po' di latte caldo con il miele, o se non sai cosa fare chiamami-.
- Latte? Non è che stai cercando di farlo diventare davvero un gatto?-.
- Con i gatti non posso fare certe cose- ribatto.
- Pervertito!- esclama.
- Guarda che lo so che tu e Kageyama ci avete dato dentro prima di venire qui- affermo.
Lui diventa rosso, ed alza leggermente il mento come per sfidarmi.
- E anche se fosse? Siamo grandi noi!- esclama.
- Siete sempre più piccoli di noi- affermo.
- Che c'entra...- borbotta lui, facendomi ridere.
- Puoi andare a chiamare gli altri? È praticamente pronto- gli chiedo.
- Agli ordini Senpai- mi fa la linguaccia e corre fuori dalla stanza.
Inizio a mettere il cibo nei piatti mentre i miei amici entrano in cucina e si mettono a sedere.
Li osservo parlare tutti allegramente tra loro: anche Kenma sembra partecipare più del solito.
Alza per un attimo lo sguardo su di me ed accenna un sorriso, che non posso fare a meno di ricambiare.
Il mio piccolo micetto... Sicuramente non reggerei di perderlo di nuovo.
Farò qualsiasi cosa in mio potere per tenerlo al sicuro e sempre al mio fianco.
Però non è questa la serata per pensarci: oggi ci si diverte!
- Bene ragazzi, è pronta la pappa!-.
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