CAPITOLO XI.
- Hey Hey Hey! Mare eccoci a te!- strilla Bokuto, alzando le braccia al cielo in segno di vittoria.
- Idiota, vieni ad aiutarci a portare le cose- lo richiamo, scendendo dalla macchina.
Alla fine, la proposta di Hinata è stata accettata da tutti: Daichi, anche se controvoglia e su insistenza di Suga, ha chiuso il locale per un giorno.
Così ci siamo proprio tutti: io, Bokuto, Daichi, Suga, Yaku, Lev, Hinata, Kageyama, Tanaka, Ennoshita, Nishinoya, Asahi, Tsukki, Yamaguchi e persino Yachi e Kyoko, che si sono aggregate per avere un po' di meritata pausa da lavoro e studio.
- Arrivo!- Bokuto viene verso di noi e gli passo una borsa.
Yaku ha trovato una spiaggetta isolata, in cui vengono poche persone, ma proprio per questo non ci sono bar o altro.
C'è però un autogrill che affitta dei box per le auto che scendono alla spiaggia.
- Quest'uomo è stato un genio- afferma Tanaka.
- Dovremmo pensarci anche noi: apriamo un autogrill!- esclama Nishinoya.
- Ma se a malapena riuscite ad aiutarmi al bar...- borbotta Daichi.
- Fatemi lavorare con voi!- Hinata si unisce al duo scoppiettante: nonostante si vedano poche volte, quei tre hanno veramente un affiatamento incredibile.
- Hey Hey Hey! Non dimenticatevi del vostro Senpai!- esclama Bokuto.
- Non lasciatemi indietro, voglio partecipare!- anche Lev si avvicina a loro.
- Che dite, lasciamo indietro i bambini i proseguiamo?- propongo.
- Non sarebbe una cattiva idea...- borbotta Ennoshita - anche perché Tsukishima sta già andando- indica con un cenno della testa il biondo che si sta allontanando in direzione della spiaggia.
- Non me ne stupisco, dopotutto è venuto solo perché gliel'ha chiesto Yamaguchi- ridacchia Yachi, mentre il ragazzo appena nominato corre dietro all'occhialuto.
- Bambini, muovetevi!- l'urlo di Suga richiama gli altri, che ci seguono verso la spiaggia.
- Yaku, hai trovato veramente un ottimo posto- affermo, osservando la distesa d'acqua cristallina davanti a noi.
- Ho cercato un luogo isolato; con quelli lì a fare casino è sempre meglio prevenire- sospira lui.
- Hai perfettamente ragione- rido.
- Tuffiamoci in acqua!- esclama Hinata, togliendosi la maglietta.
- Tu vai, noi ti raggiungiamo- mormora Tanaka, che insieme a Nishinoya sembra imbambolato davanti a qualcosa; seguendo il loro sguardo, vedo che Kyoko si sta spogliando per rimanere in costume.
Cerco di non ridere e sposto lo sguardo su Asahi ed Ennoshita, che li guardano con espressione indecifrabile.
- Ma io volevo nuotare subito- di lamenta il piccoletto, che probabilmente non ha inteso la situazione.
- Nuotatore, vieni a mettere le crema prima: non mi va di stare con un'aragosta- lo richiama Kageyama.
Hinata saltella verso di lui, che sta sfoggiando un sorriso alla "visto? Il mio ragazzo guarda solo me".
Dato che ho finito di sistemare continuo ad osservare la scena: Tsukki e Yamaguchi si sono avvicinati alle due ragazze, comprendo la visuale agli altri due, che decidono quindi che è arrivato anche per loro il momento di rimanere in costume.
- Asahi, mettimi anche tu la crema!-.
- Anche a me Ennoshita!-.
I due li fissano per un attimo.
- Mettetevela tra di voi- gli rispondono in coro, per poi tornare tranquillamente a parlare tra loro.
- Asahi cederá presto, ma per Tanaka la vedo dura- ridacchia Suga, mentre i due ragazzi vanno verso i loro fidanzati per cercare di farsi perdonare.
Rido anch'io, poi inizio a spogliarmi; fortuna che Yaku ci aveva avvisato che non ci sono spogliatoi o simili, quindi ho già sotto il costume.
Tiro fuori la crema solare ed inizio a spalmarmela sul corpo.
- Tu non vieni a fare il bagno?- chiede Hinata, saltellando sulla sabbia bollente davanti al nostro asciugamano.
- Non ho voglia di scottarmi- mormora Kenma, che ancora non si è neanche tolto la maglietta.
Lo sollevo e me lo metti tra le gambe, facendogli rilasciare un gridolino di sorpresa.
- Te lo mando tra poco- affermo, sfilandogli la maglietta.
- Evvai!- Hinata forte nuovamente in acqua, saltando tra le braccia in Kageyama che ne approfitta per iniziare un lungo limone tra i due.
- Tetsu, non ho voglia di andare in acqua- si lamenta Kenma.
- Lo so- mi abbasso e inizio a dargli qualche bacio sul collo.
- Che fai?- mormora, chiudendo gli occhi.
Allungo una mano e prendo la crema solare; ne prendo un po' ed appoggio la mano sulla sua pancia. Lui sussulta, probabilmente perché la crema è fredda.
- Non lo vedi? Ti metto la crema- gli sussurro all'orecchio, soffiando leggermente. Inizio a muovere la mano sopra ad un punto piuttosto sensibile tirandolo ancora di più verso di me, facendo aderire la sua schiena al mio petto.
- Ci sono altre persone- mormora, con tono poco convinto.
- Sai come farmi smettere- gli sussurro, sfiorando la parte superiore del suo costume.
Lui si volta di scatto, premendo le labbra sulle mie, come per pregarmi di fermarmi e continuare allo stesso tempo.
- E va bene, vado in acqua- cede alla fine. Sorrido.
- Tranquillo, poi a casa ti ricompenseró- gli faccio l'occhiolino.
- Ricattatore- borbotta lui, ma si lascia mettere la crema.
Dopodiché ci alziamo e ci dirigiamo verso l'acqua.
- Dammi, te la metto sulla schiena- Bokuto mi strappa la crema dalle mani e si porta alle mie spalle.
- Tu non la metti?- gli chiedo.
- Ho la pelle dura!- si vanta, poi mi si avvicina, arrivando a farmi sentire il suo fiato sul mio collo.
- E poi, abbiamo un conto in sospeso noi due- sussurra.
Vero: alla fine, dopo l'intervento di Hinata per qualche giorno non ho incontrato Bokuto; ha detto di aver visto una persona che gli aveva fatto venire il nervoso ed ha saltato dei giorni di università.
- Non che non ne abbia voglia, ma c'è gente; va bene che sono nostri amici, ma ancora non me la sento di organizzare orgie- affermo, e lui ride.
- In qualche modo faremo: oggi mi sento al massimo- decide.
- Va tutto bene Daichi?- sento chiedere da Suga.
- Avevo portato la macchina fotografica, ma temo di averla lasciata in macchina-.
Io e Bokuto ci scambiamo uno sguardo.
- Andiamo noi!- esclama lui, mentre ci avviciniamo alla coppia.
- Sicuro? Posso andare tranquillamente dopo- risponde, non molto convinto.
- Siamo circondati da coppiette, non vogliamo certo separarle- affermo, appoggiando il braccio alla spalla del mio amico.
Suga ci lancia le chiavi dell'auto e del box.
- Vedete di non fare niente alla mia macchina- ci urla Daichi mentre ci allontaniamo.
- Stavi pensando ai sedili posteriori?- gli chiedo.
- Qualcosa di meglio- risponde.
- Mi rifiuto di farlo contro il muro sappilo, è sporco- lo avviso e lui ridacchia.
- Tranquillo, non pensavo neanche a quello-.
Arriviamo all'autogrill; poco distante, ci sono i vari box con le macchine.
Apro quello contenente l'auto di Daichi ed accendo la luce, per poi entrare insieme a Bokuto e chiudere il portone alle nostre spalle.
- Quindi, a cosa puntavi?- gli chiedo; lui fa un sorriso e si dirige verso la parte anteriore dell'auto.
Lo seguo, incuriosito, e lui si siede sul cofano, continuando a sorridere.
- Tu sai che se gliela sporchiamo Daichi ci ucciderà vero?- gli chiedo.
- Il rischio non rende tutto più eccitante?- mi chiede, afferrandomi per il costume e tirandomi verso di lui, facendomi finire a pochi centimetri dalla sua bocca.
- E poi hai talmente tanta voglia che non ti sei neanche messo maglietta, vuoi rifare tutta la strada per nulla?- mi sussurra all'orecchio.
- Ti ricordo- appoggio una mano sul rialzo sotto il suo costume - che stavolta il Neko lo fai tu- sussurro a mia volta.
- Solo se ti muovi, o la situazione rischia di ribaltarsi- ridacchia leggermente, in tono sensuale.
Appoggio le chiavi sul pavimento poco distante da me.
Lui si mette in piedi e mi abbassa il costume; mi appoggio alla macchina con le mani mentre lui inizia a leccarmi leggermente la cappella.
- Ti conviene trattenerti, qualcuno potrebbe sentirti- sussurra, prima di prenderlo tutto in bocca ed iniziare a muoversi lentamente, facendo crescere il piacere dentro di me.
Cercando di riacquisire la lucidità, gli porto una mano sui capelli e li stringo, non così forte da fargli male ma abbastanza per aiutarlo a sollevarsi.
- Che c'è?- mi chiede, con aria divertita, portando le mani dove fino a poco fa c'era la sua bocca ed iniziando ad accarezzarmi lentamente.
- Mi sembrava di averti detto, che oggi stai sotto tu- con un movimento deciso, porto le mani sui suoi fianchi e lo faccio girare, per poi tirargli giù il costume.
Porto due dita vicino alla sua bocca; lui capisce ed inizia a succhiarle leggermente, facendo gli stessi movimenti che compiva poco fa con in bocca una parte ben più grossa del mio corpo.
- Non mi sfidare- sussurro, stringendo il suo fianco con la mano libera; lui apre la bocca, così sfilo le dita e le porto sul suo fondoschiena.
Inizio a stimolare l'entrata e lo sento emettere un verso di piacere e impazienza.
- Shhh, ti conviene trattenerti, qualcuno potrebbe sentirti- sussurro.
- Basta...- prima che possa finire, lo penetro con due dita, e contemporanea gli porto l'altra mano alla bocca.
- Ti piace essere sottomesso eh?-. In risposta, lui allunga le mani dietro di sé e mi afferra per i fianchi, facendomi avvicinare a lui.
- Aspetta, non è ancora arrivato il momento- sussurro.
Infilo un terzo dito nell'apertura ed inizio a stimolare il punto più sensibile.
Lui stringe le mani sui miei fianchi e premo ancora di più sulla sua bocca, leggermente aperta dato che sta ansimando.
- Bro- mugugna, come a pregarmi.
- Dimmi- rispondo, in tono innocente.
- Ti prego- sussurra.
- Ti prego cosa?-.
- Ti vuoi decidere a scoparmi?!- quasi urla.
Sorrido; tolgo la mano dalla sua bocca e la appoggio sulla sua schiena, spingendolo poi in avanti; lui toglie le mani dai miei fianchi e le appoggia alla macchina.
Lascio una mano premuta sulla schiena per tenerlo giù; faccio uscire l'altra da dentro di lui e gli tiro uno schiaffo sul sedere.
- Bro- geme nuovamente, disperato.
- Questo era per aver provato a controllarmi- affermo; dopodichè appoggio la mano sul suo fianco e lo penetro, lentamente.
Lui rilascia un lungo gemito di piacere; continuo a muovermi lentamente, come una tortura.
Non so quanto resisterò, anch'io sto iniziando a raggiungere un certo livello di eccitazione; ma voglio torturarlo il più possibile.
I gemiti che non riesce a trattenere rimbombano in tutto il box, arrivando forti alle mie orecchie e scatenandomi scariche di eccitazione in tutto il corpo.
Dato che ormai mi sembra senza forze, sposto la mano dalla sua schiena alla sua reazione, ed inizio a stimolarla, sempre lentamente.
- Dovrai resistere, non vorrai mica sporcare la macchina di Daichi- sussurro.
Lo vedo serrare i pugni mentre inizia ad ansimare a voce più alta.
- Se continui a fare tutti quei versi mi verrà voglia di continuare a torturarti- sussurro.
In realtà non resisterò molto neanche io, ma probabilmente lui è troppo in estasi per pensarci.
Lo vedo appoggiare le mani sulla macchina e spingersi indietro, facendomi entrare ancora di più dentro di lui.
Non so come ma mi ritrovo con la schiena contro il muro, con Bokuto che inizia a muovere velocemente il bacino, ormai troppo desideroso per trattenersi.
Inizio a muovere più velocemente anche la mano, i nostri corpi sudati si scontrano con un ritmo ormai sempre più frenetico, e non ci vuole molto per far venire il ragazzo.
Prima che me ne renda conto, mi ritrovo girato con le mani appoggiate al muro; Bokuto mi penetra, facendomi sussultare e provocandomi un lieve dolore, che lascia quasi subito posto al piacere dovuto ai forti e ripetuti colpi del ragazzo.
Non ci vuole molto perché anch'io venga, e ringrazio che ci sia lui a sostenermi perché rischio di cadere a terra.
- Così almeno non abbiamo sporcato la macchina- ride, ed io lo imito.
- Idiota; apri la macchina e prendi dei fazzoletti, puliamo almeno un pochino-.
- Agli ordini- sparisce per un attimo ed io faccio dei respiri profondi, cercando di recuperare le forze.
Dopo aver finito le pulizie, prendiamo la macchina fotografica e torniamo in spiaggia dagli altri.
Osservo la scena che mi trovo davanti: Hinata, sulle spalle di Kageyama, sta cercando di buttare giù Nishinoya dalle spalle di Tanaka, con Lev e Yaku a fargli da arbitro.
Asahi ed Ennoshita parlano tra loro, lanciando ogni tanto qualche occhiata ai loro ragazzi; poco distante Yamaguchi sta mostrando delle conchiglie a Tsukki, che gli sorride dolcemente, mentre Yachi e Kyoko si sono comodamente sdraiate su due materassini in acqua.
Daichi e Suga osservano tutto dal bagnasciuga, seduti abbracciati, come una coppia di genitori orgogliosi.
- Hey papà, ti ho portato la macchina fotografica- annuncio, avvicinandomi a loro e passandogli l'oggetto.
- Vi siete divertiti?- ridacchia Suga.
- Da morire! Hey Hey Hey, fate giocare anche me!- Bokuto ci supera e corre in acqua, avvicinandosi al gruppo della lotta sulle spalle.
- La tua macchina sta bene, non preoccuparti- rassicuro Daichi.
- Sarà meglio per voi- borbotta lui, ma gli sfugge un sorriso ed inizia a fare delle foto ai ragazzi in acqua.
- Tu non entri?- mi chiede Suga.
- Voglio godermi un attimo di tranquillità- affermo.
- Non sei obbligato a stare qui con me; puoi tornare in acqua se vuoi-. Allungo il braccio e lo trascino verso di me.
- Micetto, preferisco mille volte stare qui a non fare niente con te; e poi ogni tanto ci vuole anche a me un po' di riposo- affermo, dandogli un bacio sulla guancia.
- Vado a preparare il pranzo- afferma Suga.
- Ti aiuto- Yaku esce dall'acqua e raggiunge l'amico - curarne quattro è un conto, ma cinque è esagerato- borbotta e scoppio a ridere.
Meno male che Ennoshita ed Asahi si sono avvicinati ai loro ragazzi, o presto a Kageyama sarebbe esplosa la testa.
- Non manca molto-.
Mi volto verso Daichi, non capendo le sue parole, ma quando vedo il sorriso sulle sue labbra capisco.
- Ti sei deciso eh? Mi fa davvero piacere- affermo.
- Sicuro di non volerci più provare con me?- ridacchia lui.
- Non potrei mai separare una coppia bella come la vostra- ribatto.
- Ne sono felice-.
Un attimo dopo, le due mamme ci chiamano, avvisandoci che è pronto da mangiare.
Il resto della giornata trascorre in modo tranquillo e divertente: Ennoshita ha perdonato Tanaka più velocemente di quanto pensassi, e a parte qualche insulto tra Kageyema e Tsukki, placati dai loro ragazzi, non ci sono altri problemi.
Per tutto il giorno, non riesco a non pensare a quanto io sia fortunato: senza di loro, non sarei arrivato dove sono adesso.
Prima pensavo che ci fosse solo una pallina gialla nell'oscurità nera che mi circondava; poi è arrivato Bokuto, una sfera grigia comparsa dal nulla, e pian piano ho iniziato a vedere che in realtà c'erano tante altre sfere colorate nella mia vita, che prima non avevo voluto vedere perché ero troppo concentrato sul distrarmi dal mio dolore.
Ora però, mi sembra che anche quella pallina gialla faccia meno fatica a rimanere a galla, e pian piano, con l'aiuto delle altre, sta facendo tornare la luce nella mia vita.
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