Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO VIII.

Gli premo una mano sulla bocca, in modo da smorzare i suoi gemiti, e lo penetro, facendo aderire il mio petto alla sua schiena.

Dato che non abbiamo molto tempo, inizio subito con un ritmo piuttosto veloce.

Vedo una sua mano stretta a pugno colpire il muro mentre porta l'altra sulla mia, premendola di più sulla sua bocca.

- Hai voluto farlo? Adesso ne paghi le conseguenze- gli sussurro all'orecchio, aumentando ancora di più il ritmo.

Lo sento ansimare, anche se cerca di trattenere ogni verso, e anch'io ammetto di star facendo fatica a tenere la bocca chiusa.

Porto l'altra mano sulla sua erezione ed inizio a sfregarla velocemente.

- Dobbiamo fare in fretta no?- sussurro.

Lui mi lancia uno sguardo a metà tra "la prossima volta me la paghi" e "ti prego continua così".

Gli soffio leggermente sul collo e lui aumenta la stretta sulla mia mano.

Continuo a spingermi sempre più velocemente, finché non sento qualcosa di caldo sulla mia mano.

Esco da dentro di lui; il ragazzo non mi dà tempo per rilassarmi perché si volta e si inginocchia, prendendo in bocca la mia erezione ed iniziando a succhiare leggermente.

Mi appoggio al muro con le mani per sostenermi, dato che le gambe mi tremano, e mordo con forza il labbro per non gemere.

Non impiego volto a venire a mia volta; non appena siamo entrambi a posto, ci tiriamo su i pantaloni, controlliamo di non esserci sporcati ed apriamo la porta.

- Via libera- sussurro, dirigendomi verso i lavandini; mi lavo le mani e lui fa lo stesso, dopodiché usciamo dalla stanza.

Fuori trovo Yaku, che ci fissa con aria severa e le braccia incrociate.

- Nel bagno della scuola? Davvero?-.

- Il gufastro aveva voglia-.

- Non è colpa mia! Erano giorni che non lo facevamo; ora che ho ripreso non posso stare così a lungo senza, non ci sono più abituato!- si difende l'altro.

Non è colpa mia se avevo molto da studiare e ho avuto poco tempo...

Sospiro e circondo le spalle dei miei amici con le braccia.

- Allora, andiamo in mensa?- propongo.

- Dove sono state queste mani?- mi chiede Yaku.

- In posti molto piacevoli- ridacchia Bokuto; rido anch'io vedendo l'espressione schifata del mio amico.

- Tranquillo, le ho lavate- lo rassicuro, per poi iniziare a camminare verso la mensa.

Anche se fa il duro, so che è felice che io sia riuscito a trovare un nuovo amico; a Yaku non andava bene il mio comportamento non tanto perché facessi sesso con tante ragazze, ma perché sapeva che stavo cercando qualcosa che ero consapevole di non poter trovare in loro.

Ma ha capito che con Bokuto è diverso, che anche se tra noi non ci sarà mai più di una forte amicizia insieme stiamo meglio, anche quando facciamo sesso, e che il nostro rapporto va bene così com'è; sincero, senza doppifini inespressi o complicazioni. Due grandi amici che si divertono anche a letto, fine.

Penso che, in fondo, fosse proprio quello che mi serviva: anche se non amerò mai nessun altro al di fuori di Kenma, non significa che io non possa provare affetto.

- Ah ragazzi, oggi ho portato io il pranzo- affermo, fermandomi poco prima di entrare in mensa.

- Hai ripreso a cucinare?- mi chiede Yaku, sorpreso.

- Qualche giorno fa- confesso, sorridendo - e ho pensato che per festeggiare il tuo ritorno allo studio avrei potuto portare qualcosa io-.

Lo vedo sorridere.

- Hai avuto un'ottima idea- afferma.

- Voglio assolutamente assaggiare il cibo del mio bro!- esclama Bokuto.

- Andiamo fuori a mangiarlo- propone Yaku.

Così ci dirigiamo verso il cortile; per fortuna la scuola è provvista di alcuni tavoli anche fuori, così ci accomodiamo su alcuni di essi. Mi siedo di fianco a Bokuto, con Yaku di fronte.

Tiro fuori dalla borsa quattro bento.

- Chi mangia per due?- mi chiede Bokuto.

- Nessuno- rispondo.

- Ciao ragazzi- Suga ci saluta e si siede di fianco a Yaku.

- Ho invitato la mia terza mamma, spero non vi dispiaccia- commento.

- Niente affatto! Ho bisogno di una persona tranquilla come lui per sopportarvi- afferma Yaku.

I due ragazzi sono sempre andati d'accordo... Probabilmente per la loro "sindrome da mamma manesca", si sono trovati subito.

- Perché terza?- mi chiede Bokuto.

- Be', la prima è quella che mi ha messo al mondo; la seconda è Yaku e la terza è Suga. A cui voglio bene perché mi ha dato tanti fratellini... Recentemente sta provando ad adottare anche Tsukki e Yamaguchi- ridacchio.

- Quei due hanno bisogno di qualche consiglio di vita- borbotta l'altro.

Noto che Bokuto non sta commentando, ma fissa Yaku e Suga con uno strano sguardo triste.

- Allora Bro, che bento vuoi?- gli chiedo.

- Quello più pieno!- esclama, squadrando i recipienti davanti a sé e prendendone uno.

- Ma lo stavo puntando io!- si lamenta Yaku.

- Io ho più spazio da riempire-.

- Kuuro, dí addio al tuo nuovo amico-.

- Addio Bro-.

- Dai ragazzi, godiamoci il pranzo- sorride Suga.

- Solo perché sono appena tornato- borbotta Yaku, iniziando a mangiare.

- L'hai scampata bella- sussurro.

- Ho visto tutta la mia vita passarmi davanti-.

- Quindi hai visto un film porno?-.

- Negli ultimi tempi di sicuro- scoppiamo a ridere.

Yaku e Suga ci guardano male per un attimo, poi tornano a parlare tra di loro.

- Sai Kuuro, per un po' ho pensato che anche tu potessi essere una mamma. Dopo ho realizzato che sei troppo idiota per questo ruolo- ridacchia Bokuto.

- Ho solo il raffreddore, non sto morendo! Non comportarti come mia mamma- si lamenta.
- Sono troppo immaturo per essere una brava mamma; ma mi occuperò comunque di te- affermo, dandogli un bacio sulla fronte.
- Non dovresti starmi troppo vicino, potrei passarti qualcosa- mi fa notare.
Mi tolgo la maglietta e mi infilo nel letto di fianco a lui, stringendolo a me.
- Sono disposto ad avere il raffreddore per sempre, pur di poterti stringere tutta la vita-.

- Si, sei decisamente troppo immaturo per fare da mamma-.
- È questo il modo di parlare ad un malato?- borbotto. Lui alza gli occhi al cielo ed entra nella stanza.
- Micetto, sei appena guarito; dovresti starmi lontano o rischi di ammalarti di nuovo- gli faccio notare.
Lui per tutta risposta si sfila lentamente la maglietta, per poi infilarsi sotto le coperte di fianco a me. Appoggia la testa sul mio petto e chiude gli occhi.
- In caso succedesse ci sarai tu a prenderti cura di me no?- sussurra. Lo stringo e gli dò un bacio sui capelli, beandomi del loro odore.
- Sempre micetto, mi prenderò sempre cura di te-.

- No, sono decisamente troppo divertente per fare da mamma- affermo.

- Scusa e noi non saremmo divertenti?- Yaku mi fulmina con lo sguardo.

- Le persone più divertenti sulla faccia della Terra- commenta Bokuto.

- Quindi, a quando i primi bambini?- chiedo; come previsto, loro diventano rossi e gli passa così la voglia di prendere a pugni il mio Bro, che mi ringrazia con lo sguardo.

- Non è facile per i gay Kuuro, lo sai- mi ricorda Yaku.

- Bisogna mettersi in lista per l'adozione, fare numerosi controlli, dovrei avere anch'io un lavoro stabile...- inizia ad elencare Suga.

Lo fisso e lui smette.

- Come sai tutte queste cose? Ti sei informato?- gli chiedo.

Lui diventa leggermente rosso.

- STATE PENSANDO DI ADOTTARE UN BAMBINO?!- urla Bokuto.

- Davvero Suga? Volete diventare genitori?!- gli occhi di Yaku iniziano a brillare.

- Ma no! Ho solo guardato un po' in giro! Per il futuro!- si difende lui.

- E poi prima dovremmo sposarci...- mormora.

- Vado a prepararvi il matrimonio- afferma Bokuto.

- Ma che dici! È presto!- neanche Suga sembra convinto delle sue parole.

Sorrido; anche io ho più volte pensato a come sarebbe stato avere una famiglia con Kenma, ma tutt'ora so di non essere pronto.

Al contrario, già dai tempi del liceo era chiaro a tutti che Daichi e Suga sarebbero stati genitori perfetti, pronti per questo grande passo più di chiunque altro.

Anzi, non mi stupirei se... Un momento.

Daichi ultimamente sembrava essere molto più attaccato ai soldi, faceva attenzione a tutto, l'ho visto fare i calcoli delle spese e lavorare molto di più. Non è che davvero...

- A cosa pensi Bro? Stai sorridendo- mi chiede Bokuto, incuriosito.

- Niente, al cibo- mento.

Yaku mi guarda, come a dire "guarda che ho capito cosa gira in quella testolina, ti conosco" ma non dice niente.

Gli faccio l'occhiolino, come per dirgli "appena so qualcosa ti racconto"; lui annuisce, "ci conto".

- Comunque Bro, cucini veramente bene!- esclama Bokuto.

- Kuuro ha imparato a cucinare alle elementari ed è migliorato con il tempo- racconta Yaku - le prime volte però faceva schifo-.

- Hey, non è colpa mia! Mi stavo allenando!- mi difendo.

- E dovevi proprio usarmi come cavia?-.

- Eri il mio migliore amico no? Ti è toccato- ridacchio.

- Ti perdono solo perché poi hai iniziato a cucinare davvero bene- borbotta.

- Hanno ragione, è veramente buono; come mai non ti proponi come altro cuoco per Daichi? Non sarebbe meglio che fare da cameriere?- mi chiede Suga.

- Ho ripreso da poco; prima cucinavo solo per Kenma- mormoro; vedo dei lampi di tristezza nei loro occhi.

- E poi, come cameriere posso rubarmi dei drink e parlare con i miei amici. Asahi è sempre solo in cucina invece- faccio notare.

- Gli piace la solitudine?- chiede Bokuto.

- Diciamo che preferisce non avere distrazioni mentre cucina. E poi non è solo; Noya quando non è in servizio va sempre a trovarlo- risponde Suga.

- Ho visto poco quel Nishinoya, ma non mi sembra uno che rimane volentieri fermo a fissare qualcuno- ridacchia Bokuto.

- Hai perfettamente ragione, infatti spesso fa avanti e indietro tra cucina e sala per parlare con Tanaka; però ha detto anche "amo vedere il mio gigante lavorare, mi trasmette serenità". Ogni tanto un po' di riposo serve anche a persone esuberanti come lui- commenta l'altro.

- Mi chiedo come faccia a starci tanta energia in un corpo così piccolo...- mormora Yaku.

- La tua la prosciuga tutta Lev- ridacchio.

- Decisamente! Quel ragazzo a volte mi fa davvero disperare- si lamenta, però poi sorride.

- Non riesci proprio a non sorridere parlando di lui eh?- commento.

- Senti chi parla...- borbotta.

- Perché quel sorriso?- Yaku mi affianca, appoggiando il bicchiere sul tavolo.
Gli faccio un cenno con il mento, indicando Kenma che, seduto sul pavimento del soggiorno, sta cercando di insegnare ad Hinata i movimenti di un videogioco.
- Mi dispiace per Hinata: Kenma è terribile quando si tratta di videogiochi- commenta.
- Vero, fa paura persino a me- ridacchio.
- Eppure non riesci a smettere di sorridere quando lo guardi- mi fa notare - hai sempre quell'espressione-.
- Quale espressione?-.
- Quella che dice "oddio, la persona che sto guardando è veramente perfetta, potrei passare le giornate a fissarla e sopravvivere solamente con la sua vista, con il nostro amore, la nostra passione...-.
- Ti sei fatto capire-.
- Ecco, tu lo guardi sempre così; e hai sempre un sorriso intanto. Veramente smielato-.
- Ti lamenti solo perché sei single- lo canzono.
- Ammetto che non mi dispiacerebbe avere qualcuno da amare- mormora.
- Ma non stai uscendo con Lev? Quello del primo anno?-.
- Lev? Io uscire con lui? È fin troppo immaturo! È lui che mi segue dappertutto e mi scrive sempre- sbuffa. Sorrido.
- E ora che hai da sorridere? Io non sono Kenma- mi fa notare.
- La bassezza è quella-. Mi scanso per schivare il suo calcio, ma vengo colpito alla schiena da un cuscino.
- Micetto!- esclamo, voltandomi. Kenma mi fulmina con lo sguardo, poi torna a concentrarsi su Hinata.
- E dire che solitamente non sente altro mentre gioca...- borbotto, tornando al fianco di Yaku.
- Comunque, sei fortunato ad avere qualcuno da guardare così- afferma.
- Yaku, ti conosco: il mio era un sorriso alla "guarda che anche se ne parli male so che inizia a piacerti"- affermo. Lui mi borbotta qualche insulto, ma non ribatte.
Sorrido e torno a guardare Kenma; il mio micetto è veramente bellissimo. Non mi importa se da fuori sembro solo un idiota innamorato: amo il mio micetto con tutto il cuore e intendo guardarlo così per sempre.

Finite le lezioni pomeridiane, torno a casa; con Bokuto lo vedrò stasera al locale, mentre Yaku lo beccherò domani a scuola.

Il poco tempo che ho al pomeriggio lo passo a studiare, e la sera mi reco al lavoro.

Passo la serata ad osservare Daichi: si, sembra decisamente nervoso.

- Hey capo, non pensi sia il caso di prenderti una pausa?- gli chiedo, avvicinandomi.

Lui mi guarda male.

- Questo è il mio lavoro, sono il proprietario; non posso prendermi pause a caso- mi fa notare.

- Il locale è praticamente vuoto, e ci sono sia Tanaka che Ennoshita; cinque minuti a fumare, niente di più-.

- Io non fumo- mi ricorda.

- Ma io si; dai, una pausa ogni tanto ti farà bene- insisto.

Lui sospira e si guarda intorno; va da Ennoshita, gli dice qualcosa, e quando il ragazzo annuisce viene verso di me.

Sorrido vittorioso ed usciamo dal locale.

- Ora puoi dirmi il perché del tuo comportamento? Se avessi voluto solo compagnia da qualcuno per fumare avresti aspettato Bokuto- afferma.

Mi accendo una sigaretta e faccio un tiro prima di rispondergli.

- Quando intendi chiederglielo?-.

- Di cosa parli?-.

Trattengo un sorriso.

- Quando farai la proposta a Suga?-.

Lui diventa completamente rosso.

- E tu cosa ne sai?- la sua voce non è mai stata così acuta.

- Mi è bastato pensarci un attimo; quindi vuoi farlo davvero eh?-.

Lui distoglie lo sguardo.

- Al momento non abbiamo abbastanza stabilità economica; quando gli incassi del locale saranno aumentati, allora... Ma che stai facendo?!- mi avvicino a lui e lo abbraccio.

- Sono davvero felice per voi amico; ve lo meritate- sussurro.

- Ehm... Grazie ma... Kuuro stai bene?- mi chiede.

- Benissimo- mi stacco da lui - è bello che due persone innamorate decidano di stare insieme per sempre-.

- Non mi ha ancora detto di sì- mi fa notare.

- Perché, pensi che potrebbe dirti di no?-.

- Spero di no...-.

- Non ti ho mai visto così scomposto!- scoppio a ridere.

- Eddai, è una cosa seria!- mi tira un pugnetto sul braccio.

- Tranquillo, Suga ti dirà sicuramente di sì: voi vi amate davvero in fondo- affermo.

Lui annuisce.

- Lo vedo che sei triste- afferma.

- Perché so che a me non potrà più capitare; ma sono veramente felice per voi, Daichi-.

- Grazie-.

- Torna pure dentro, finisco la sigaretta e ti raggiungo- affermo.

- Sicuro di voler rimanere solo?-.

- Tra poco arriverà Bokuto, non preoccuparti- sorrido.

Lui non sembra convinto, ma annuisce comunque.

- Ti aspetto dentro allora- afferma, sparendo nel locale.

Mi appoggio al muro ed alzo lo sguardo; l'immagine di un biondino con indosso lo smoking davanti all'altare mi compare di fronte agli occhi.

Sorrido: sicuramente avrebbe scelto Hinata come testimone, e si sarebbe commosso, anche se avrebbe tentato di resistere alle lacrime fino alla fine.

Penso proprio che l'avrei preso in braccio a mó di sposa, una volta finita la cerimonia; all'inizio avrebbe protestato, ma poi si sarebbe aggrappato al mio collo, felice.

Porto la sigaretta alle labbra ma mi blocco.

- Kuuro, cosa stai facendo?-.

Lui odiava che fumassi, anche se lo facevo solo di rado e mai in sua presenza; ma capiva subito quando lo facevo, aveva una specie di sesto senso.

Faccio un sorriso triste: però ora lui non è più qui; non ho motivo di fermarmi.

Metto la sigaretta tra le labbra e faccio un tiro.

Portare il mio micetto all'altare rimarrà solo una fantasia; una fantasia che porterò per sempre dentro al mio cuore, come un ricordo, ma sempre una fantasia.

Finisco la sigaretta, butto il mozzicone nel cestino e torno dentro.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro