Capitolo 12
~ Non dimenticare la variazione della forza,
la scioltezza del corpo e il ritmo nelle tecniche. ~
Gichin Funakoshi
Martedì alle 15.00 in punto ero ferma fuori dalla palestra numero 2, in attesa dell'arrivo di Aaron, e mi contorcevo le mani immaginando a quali dolorose torture mi sarei dovuta sottoporre.
Non dovetti aspettare molto, dopo pochi minuti infatti sentii il rumore dei passi di qualcuno avvicinarsi e da dietro l'angolo fece la sua comparsa Aaron, ancora leggermente zoppicante.
"Forza, entriamo!" mi salutò oltrepassando la porta.
Accese le luci rivelando una stanza completamente bianca, il colore era così omogeneo da non riuscire a distinguere dove finiva il pavimento e cominciavano le pareti o a che altezza si trovasse il soffitto, rendendo difficile stabilire le dimensioni della palestra. Non c'era nessun mobile o attrezzo ad arredarla.
Aaron si sedette sul pavimento e mi fece segno di accomodarmi davanti a lui. Obbedii senza obiettare, scoprendo che la pavimentazione era come imbottita, al tatto risultava essere leggermente morbida, come se il suo scopo non fosse quello di sorreggere il corpo di chi camminava, ma attutire gli impatti. Questa scoperta non mi rassicurò per nulla.
"Prima di cominciare parlami un po' del tuo Will. Spiegami come funziona e cosa puoi fare. Così potrò elaborare un programma adatto a te."
In poco tempo gli raccontai tutto quello che Betty mi aveva spiegato qualche giorno prima, anche se ero abbastanza certa che la maggior parte delle cose le sapesse già, o almeno le avesse intuite.
"Bene!" disse quando terminai "Allora faremo così: delle nostre due ore a disposizione useremo la prima per la possessione e la seconda sarà un semplice allenamento fisico. Quando riuscirai a padroneggiare bene i tuoi poteri invertiremo il programma; la prima ora ti porterò fino allo stremo delle tue forze e la seconda proverai a controllare i tuoi fantasmi senza finire sotto il loro controllo." Alle parole 'fino allo stremo delle tue forze' potrei giurare di aver visto una scintilla sadica illuminare gli occhi del mio istruttore.
Ottimo, era ora di cominciare, era ora di rivelare tutta la mia incapacità nel controllo del mio Will!
Aaron si alzò in piedi e io lo imitai, poi mi incitò a provare la prima possessione.
Imbarazzata come non mai cominciai a parlare.
"C'è nessuno?" chiesi ad alta voce.
Dal nulla comparvero una ventina di ombre, facendomi sobbalzare. I loro lineamenti erano sfumati e ciò rendeva impossibile riconoscerne i volti. Rimasero ferme come in attesa, sapevano che parlavo con loro anche se non lo avevo specificato ed ero certa che sapessero cosa stavo per chiedere, ma volevano sentirmelo dire.
Rimasi un po' intimorita da quelle sagome silenziose, temevo che non avrebbero esaudito la mia richiesta o, peggio, che prendessero il controllo. Lo sguardo attento di Aaron di sicuro non aiutava.
Sospirai e mi costrinsi a continuare.
"Scusate se vi disturbo, vorrei testare la possessione con qualcuno di voi, se possibile. Per caso tra di voi c'è qualcuno con il potere di generare onde d'urto che sarebbe disposto a..." non riuscii a terminare la frase.
Un'ombra scura stava saettando tra le altre e si dirigeva nella mia direzione e, prima che io avessi il tempo di reagire, si esibì in un perfetto tuffo a testa al centro del mio petto.
Barcollai indietro e rabbrividii. Nel momento in cui il fantasma mi aveva toccata avevo cominciato a sentire freddo, tantissimo freddo, ma la sensazione terminò quando anche le punte dei suoi piedi scomparvero dentro di me.
Mi ispezionai il petto per assicurarmi che fosse tutto a posto e quando rialzai lo sguardo tutte le ombre erano sparite. Aaron aveva fatto qualche passo verso di me quando mi aveva visto barcollare, ma si era fermato prima di avvicinarsi troppo, in attesa di sapere se tutto fosse andato per il verso giusto o se fosse il caso di correre a cercare Grace.
Usami pure come preferisci mi rimbombò una voce maschile nella testa.
"Credo... credo abbia funzionato..." balbettai sorpresa.
Aaron sorrise, si strofinò le mani e si mise in posizione di difesa.
"Bene, allora attaccami!"
Una risatina mi risuonò tra le orecchie.
Sarà divertente!
Avevo scelto quel Will perché era il primo che mi era venuto in mente, il potere di Jake.
Decisi di provare a utilizzarlo copiando i movimenti che avevo visto fare al mio amico qualche giorno prima in mensa. Mi concentrai e sollevai il braccio verso Aaron che, non aspettandosi che il primo tentativo avesse successo, fu colto di sorpresa e andò a schiantarsi contro la parete alle sue spalle. Il rumore dell'impatto fu accompagnato da un grugnito infastidito. Si alzò con uno sbuffo e partì subito all'attacco, cogliendomi impreparata e questa volta fui io a essere colpita, finendo a terra. Non potevo competere con i suoi riflessi, la sua velocità e neanche lontanamente con la sua forza.
L'allenamento fu molto faticoso e anche doloroso, entrambi ne uscimmo con diversi lividi, io di più ovviamente. Aaron mi aveva chiesto anche di provare il suo potere per sperimentare uno scontro alla pari. Scoprimmo ben presto che alla pari non lo era per niente: potevo impossessarmi del Will degli altri, ma non ero potente come il legittimo proprietario. Non fu una scoperta indolore. Inoltre non riuscivo a mantenere la possessione per troppi minuti consecutivi e prima di procedere a una successiva dovevo riposarmi un attimo.
Allo scadere della prima ora mi concesse dieci minuti di pausa per riprendermi, poi cominciammo ad allenare il mio fisico ancora troppo magro e debole.
"Devi assolutamente mettere su massa muscolare, il tuo Will è forte, ma anche lui ha i suoi limiti. Inoltre, se mai ti dovessi trovare in un combattimento corpo a corpo, nelle condizioni in cui ti trovi ora, saresti spacciata. Controllerò personalmente che tu ti nutra in modo adeguato e che non salti nessun pasto!" mi avvertì "Per oggi abbiamo finito, sei libera di andare."
Non me lo feci ripetere due volte e, con le poche forze che mi rimanevano, mi detti alla fuga con il timore che potesse cambiare idea.
Arrivata in camera mi feci un bagno rilassante, nel tentativo di ridurre il dolore che trafiggeva ogni parte del mio corpo, poi mi sdraiai sul letto e senza accorgermene mi addormentai. Fui svegliata dall'arrivo di Jake e insieme andammo a cena. Il pasto fu veloce e silenzioso, non partecipai molto alle discussioni, ero troppo stanca, la possessione prosciugava le mie energie a una velocità spaventosa. Per quanto fossi indebolita comunque non potei non notare le frequenti occhiatine di Aaron nella mia direzione, ma soprattutto in quella del mio piatto, come per assicurarsi che il cibo al suo interno stesse diminuendo.
A fine pasto tornai da sola nella mia stanza, il mio letto mi attendeva impaziente. Quando aprii la porta mi accolse la sagoma svolazzante di Betty.
"Ciao."
Finalmente hai cominciato a concentrarti sul tuo Will! Disse senza ricambiare il saluto.
"Sì, ma non credo sia molto utile." Mi lamentai.
E per quale motivo?
"È così faticoso, riesco a usarlo solo per pochi minuti e poi devo riposarmi."
Ora il tuo corpo è debole e non riesce a sostenere il tuo potere, ma presto non sarà più così. Cercò di rassicurarmi.
"In uno scontro vero sarei comunque in svantaggio, tutti sarebbero a conoscenza del potere che voglio utilizzare..."
Eppure mi pareva di avertelo detto, forse non sono stata abbastanza chiara? Sbuffò
Te lo ripeterò un'ultima volta! Noi proviamo quello che provi tu. Noi siamo te e tu sei noi. Conosciamo i tuoi sentimenti, i tuoi desideri, le tue necessità e ciò che pensi. Non hai bisogno di comunicare con noi a voce: tutto ciò che accade nella tua testa avviene anche nella nostra. Ora è più chiaro?
Diamine, certo che era più chiaro! Ero stufa di essere trattata come un'idiota. Erano loro che mi lanciavano una briciola e si aspettavano che risalissi alla pagnotta intera.
"Allora perché prima ho dovuto parlare per comunicare ciò che volevo?"
La tua goffaggine ci diverte molto. Disse prima di scomparire.
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