Puttane
Paul
La giornata è stata terribile. Le operazioni pianificate e i casi del pronto soccorso hanno inviato una gran quantità di esami di laboratorio. Elena ed io abbiamo lavorato senza sosta. Adesso sediamo sfiniti con lo sguardo perso nel vuoto.
"Cosa fai stasera?" chiede Elena.
"Niente, sto a casa!"
"Da quando hai quella ragazza russa in casa non esci più"
"Per andare dove? Arrivo a casa e Kitty mi viene incontro sorridendo. Mi bacia, la cena è già pronta, mangiamo chiacchierando. Guardiamo la televisione e, se ci va, facciamo l'amore. Cosa può volere di più un uomo?"
Elena scuote la testa dubbiosa.
"Troppo bello per essere vero!"
"Dai Elena! Un uomo vuole cose semplici e se le ha non cerca altro?"
"Sai cosa dice mio padre?"
"Sentiamo!"
"Se una cosa è troppo bella per essere vera probabilmente non è vera!"
"Invidia? Dai, cambiamoci e andiamocene a casa!"
Ci avviamo verso gli spogliatoi. Prima di entrare Elena si volta.
"Io porto la terza di reggiseno e la quarta di slip!"
*******
Quando entro in casa, Ketty sta finendo di apparecchiare. Mi viene incontro, mi abbraccia e mi bacia. Mentre si svesto, mi guardo attorno: da quando la mia ex se ne è andata, la casa non è mai stata così in ordine. Guardo Kitty che porta i piatti in tavola: perfetta, vestita con cura, pettinata, truccata (appena, appena). Penso alla mia ex-moglie: sigaretta penzoloni sulle labbra, occhi gonfi, bigodini, tuta con le tasche scucite.
Mangiamo parlando del più e del meno. Solo la sua intonazione tradisce il fatto che è russa, per il resto la sua parlata è perfetta. Finito di cenare mi spedisce davanti alla televisione, non vuole nessuno in cucina.
Guardiamo un film, già visto ma sempre bello. Io sbadiglio rumorosamente e lei, con fare severo, mi ordina di andare a letto dicendomi che poi mi raggiungerà.
Sono a letto, indeciso se addormentarmi o no. Kitty entra in camera indossando un mio vecchio pigiama di quando ero un ragazzino. Le è grande e lei ci naviga dentro, ma è buffa e sexy. So benissimo che sotto il pigiama è nuda e questo mi eccita. Siede sul letto, apre la giacca del mio pigiama e appoggia il suo orecchio sul mio petto. Ascolta il mio cuore battere furiosamente. Ride.
"È questo effetto che ti faccio?" mi chiede.
Non rispondo. La faccio scivolare fuori dal pigiama, le abbasso i pantaloni. La stringo con forza e lei non si lamenta.
Il suo corpo è sodo, i muscoli tonici ed elastici, sono quelli di un'atleta super allenata.
Tiene gli occhi chiusi, mi accarezza i capelli e mi sussurra parole dolci in russo. Le ho chiesto, molte volte, che cosa significhino quelle parole ma non me lo ha voluto dire.
"È un segreto che non posso svelarti!" dice ridendo.
Facciamo l'amore in silenzio. Lei mi tiene stretto, all'improvviso si irrigidisce e mi stringe con una forza incredibile. Io cedo esausto. Mi tiene stretto, e mi impedisce, ancora per un po', di allontanarmi, poi mi fa scivolare al suo fianco. Sento il sonno arrivare pesante, oscuro, pauroso. Kitty mi accarezza lentamente, un tocco snervante. Mi sussurra una canzoncina che non comprendo
Наша Таня громко плачет:
La nostra Tania piange disperata,
Уронила в речку мячик.
le è caduta la palla nel fiume,
- Тише, Танечка, не плачь:
- Non disperarti, Tania, non piangere,
Не утонет в речке мяч.
la palla non affonda nel fiume.
Scivolo nel sonno e comincia l'incubo.
*******
Incubo
C'è il deserto tra il palazzoni. Non è giorno e non è notte. Una luce grigia e livida non produce ombre. Cammino tra i giardini. Da dietro una colonna esce Kitty gridando
"Paul, non ti voltare! È dietro di te!"
Io corro verso di lei ma lei si ripara dietro un angolo. Lui è alle mie spalle, lo sento ansimare, un respiro grosso, rabbioso. Non mi devo voltare, non mi devo voltare!
Kitty
Paul si è addormentato. Dorme pesantemente, non si muove, sembra sereno ma so che il suo sonno è popolato da incubi angoscianti. Mi avevano detto di non avere rapporti ma Paul è così bello, non ho resistito. Tocco il suo petto, è emozionante sentire il suo cuore galoppare sotto la spinta dell'eccitazione. Mi commuove sapere che si eccita già vedendomi ma questo è un grave errore: il sesso mi svuota di ogni energia. Devo riprendermi.
Ora devo fare il mio lavoro. Una doccia fredda sveglia i miei muscoli, mi vesto. Come? Mi vesto come una puttana, una troia: scarpe rosse, gonna di pelle rossa, maglietta scollata, borsetta rossa, trucco esagerato. Ho raccolto i capelli e li ho fermati con uno spillone avvelenato che finisce con una frivola farfalla di filigrana d'argento. Nei manici della borsetta ho infilato le due lame sottili taglienti come rasoi.
Mi guardo, sono una puttana, bella, mortalmente bella.
*******
Ho lasciato l'auto nelle vicinanza del parco. Attraverso a piedi il parco, arrivo al viale dove stazionano, di solito, le battone. È deserto.
Ora so chi è il mio lui. Si chiama Yakov. Mi hanno fatto sapere che è pericoloso e ha eliminato più di un eliminatore. Sanno molto bene che è vicino, che gradisce incontrare puttane e giocarci, talvolta in giochi mortali. Forse gli piacerò. Se gli piacerò sarà fatta.
Come farò a riconoscerlo? Il mio corpo, il mio cuore, la mia mente sentirà la sua vicinanza e lui sentirà la mia. Dovrò fingere, fare l'ingenua, la puttana rincretinita dal mestiere.
*******
Le auto vanno veloci, nessuno si è fermato. Da dietro la siepe alle mie spalle esce una ragazza, magra, spiritata. Mi viene incontro con fare aggressivo.
"Ehi, bella, cosa fai qui? Questa è la mia zona. Vattene "
Sono indecisa, questo non ci voleva. Cerco di essere conciliante.
"Senti, sono senza soldi. Ho solo bisogno di un po' di grana! Faccio un cliente o due, al massimo, e poi sgombro!"
Lei sembra indecisa, non è una dura, sembra solo sconsolata.
"Senti, non è per me. Io ti lascerei stare qui per un po'. Ma è il mio ragazzo, Vlasoff, che ..."
Da dietro la siepe spunta un uomo. È cupo, brutto, una cicatrice gli attraversa il volto. Mi affronta cattivo.
"Che cazzo fai qui? Vuoi che ti insegni la buona educazione? Qui comando io, chiaro?"
Mi viene incontro. Ci guardiamo fisso negli occhi. Rimango ferma e non abbasso lo sguardo. Se fa un gesto o si avvicina, prima che se ne accorga, gli avrò tagliato la gola. Vlasoff è incerto sul da farsi. Forse ha capito che anch'io ho fatto l'università e decide di non rischiare. Arretra e brontola.
"Va bene, per stavolta resta, fatti un paio di clienti poi ... smamma! Ok?"
Faccio cenno di sì e Vlasoff se ne va.
Poi lo sento. Il cuore mi martella, il respiro diventa affannoso e un'ombra passa nella mia mente. Due auto si fermano, una davanti a me e una davanti all'altra ragazza. Mi sento soffocare, devo farmi forza. Un uomo si sporge, un volto laido. Sarà Yakov?
L'altra ragazza è salita in auto. L'uomo davanti a me mostra due banconote di grosso taglio e fa cenno di salire.
Sarà Yakov? Tento, se è lui, è fatta. Salgo e l'auto parte. Man mano che ci allontaniamo la sensazione di angoscia va calando. Yakov era sul l'altra auto. E adesso cosa faccio? L'uomo ferma la macchina, si volta e mi urla.
"Svestiti, ti voglio nuda!"
Io cerco una via d'uscita, non voglio aver niente a che fare con lui.
"Senti, lasciamo stare!"
"Perché?"
"Non mi sento bene, cerca di capire!"
"Hai le tue cose?"
"Sì, non sto bene!"
Mi guarda ghignando, la faccia deformata dalla cattiveria.
"Va bene. Fammi godere con la bocca, spalanca la bocca per stupirmi, troia!"
Ho esitato un attimo poi ho pensato
"Se a te sta bene ... ma l'hai voluto tu!"
*******
Attraverso rapidamente il parco, non c'è nessuno in vista. Arrivata all'auto mi cambio rapidamente. Senza timore di essere vista mi tolgo la gonna, la maglia e sfilo le scarpe. Prendo il ricambio e metto quello che mi sono tolta in un sacco.
Metto in moto. Mentre accelero vedo un camion della nettezza urbana che svuota i cassonetti. Lo supero e mi fermo due strade più in là. Butto il sacco in un cassonetto. Aspetto. Finalmente arriva il camion, aggancia il cassonetto e lo svuota nel cassone.
È ora di tornare a casa.
*******
Paul dorme profondamente. Mi svesto e mi infilo nel letto, nuda. Paul mi abbraccia protettivo. Resto immobile. Fingo di essere addormentata. Paul percorre il mio corpo, mi dà un bacio leggero sul ventre, appoggia l'orecchio sul mio petto e mi stringe forte. Mi sento gelare. Accarezzo la sua testa dolcemente, le lacrime scendono copiose. È la prima volta da molto tempo.
Paul
Mi sono svegliato, ho allungato la mano ma lei non c'è. Dov'è? Non riesco a muovermi, il sonno mi riafferra.
Sento muovere. È lei, è tornata a letto, forse era andata in bagno. È nuda, l'afferro e l'abbraccio. La voglio scaldare con il mio corpo. La esploro con la mano, il suo corpo è muscoloso e forte. Scendo in basso e le dò un piccolo bacio sul ventre teso. Lascio la testa sul suo ventre, caldo, rassicurante. Poi voglio sentire il suo cuore così come lei vuole sempre sentire il mio. Appoggio l'orecchio al suo petto. Il suo cuore batte lentamente, troppo lentamente ma è sicuro, deciso: è un cuore da atleta. La abbraccio forte, non voglio che vada via. Riprendo il sonno.
Mi sveglio di colpo, è tardi. Kitty dorme ancora, anche lei non di è svegliata. È nuda e la copro con il lenzuolo. Mi alzo per preparare la colazione. È la prima volta da molto tempo. Sento muovere, mi volto: è lei a piedi scalzi, indossa il mio vecchio pigiama. È spettinata ma è sempre bellissima. Mi abbraccia in silenzio, mi bacia, si stringe a me. Mi sussurra all'orecchio.
"Ti prego, non guardarmi, sono spaventosa!"
Le accarezzo il viso. "Sei bellissima!"
Kitty mi abbraccia sempre più forte, sembra non voglia lasciarmi. Ma adesso è ora di andare al lavoro per entrambi.
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