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Alexander

Tre anni prima ...

Ellie

Il mio nome è Eleanor McFarlan ma tutti mi hanno sempre chiamato Ellie. Mi trovo qui perché ho partecipato al programma Erasmus.

Che tipo sono? Non sono brutta, sono scialba, slavata. Porto gli occhiali. Nessuno mi nota più di tanto, alle feste, come al solito, faccio da tappezzeria. Però sono brava nello studio e non mi interessa altro. Sto in stanza con Marianne, una studentessa di economia. È una ragazza svelta, allegra, piena di vita e di fidanzati.

Stasera mi hanno invitato ad una festa in un locale. È una festa di compleanno riservata agli amici del festeggiato. Marianne mi ha trascinata e io l'ho seguita controvoglia. Me ne sto in fondo, ignorata da tutti i ragazzi presenti. Marianne sta civettando con due giocatori di rugby, due armadi umani, in un gruppetto di ragazzi e ragazze. Dal gruppo si stacca un giovane alto, snello, molto carino. Mi viene vicino.

"Ciao, sono Alexander! Tu?"

Lo guardo. È veramente carino. Mi sembra strano che si interessi a me. Ma sono una ragazza educata e mi presento.

"Eleanor, mi puoi chiamare Ellie!"

Alexander si siede vicino a me. Mi studia, devo sembrargli un mostro. Invece mi sorride, forse mi ha preso in simpatia. Hanno messo un lento, per me una musica vale l'altra. Alexander si alza.

"Balliamo!"

Lo guardò inorridita. Ballare? Sarebbe più facile far ballare un comò. Ma Alexander mi prende la mano e mi trascina al centro della sala. Guida lui, è molto bravo a condurre.

"Lasciati andare!" mi sussurra all'orecchio. Mi fa girare su me stessa un paio di volte seguendo la musica, io sono imbarazzata ma divertita. La musica finisce e lui mi accompagna a sedere.

Passiamo il resto della serata parlando del più e del meno. Alla fine della festa mi offre un passaggio per il ritorno.

"Ti accompagno allo studentato!"

Non ha chiesto il permesso, l'ha solo detto. Saliamo in macchina. È un tipo prudente, guida con calma, rispetta tutti i segnali stradali anche se, praticamente, non c'è traffico.
Ferma davanti allo studentato, scende, apre lo sportello e mi aiuta a scendere.

"A che ora finisci le lezioni, domani?" mi chiede.

"All'una!" rispondo.

"Ti passo a prendere, mangiamo assieme!"

Anche stavolta non ha chiesto, l'ha detto. Ma va bene così. Entro nello studentato e salgo in camera mia. Mi sto preparando per la notte quando entra, come un ciclone, Marianne. Mi assale.

"Ehi, come hai fatto ad agganciare Alexander? Cosa gli hai raccontato?"

La guardo stupita.

"Non ho fatto nulla! Si è presentato lui!"

Marianne scuote la testa incredula. Si sveste, si prepara per la notte, si infila nel letto e si addormenta.

*******

Alexander è passato a prendermi tutti i giorni e mi ha portato sempre a pranzo. Chiacchieriamo di cose banali. Io lo fisso senza ritegno: è veramente bello, gentile e affettuoso. Non capisco cosa ci trovi in una come me.

*******

Abbiamo passeggiato tutto il pomeriggio del sabato, fatto compere e ha sempre pagato lui nonostante le mie proteste. Ceniamo in una piccola trattoria, i camerieri lo conoscono e lo salutano calorosamente. Mangio pochissimo, non ho fame. Lui mi invita senza preamboli.

"Ti va di venire su da me?"

Rispondo di sì.

*******

Il suo appartamento è piccolo ma molto accogliente. Entro un po' esitante. Mi sorride, immagino bene che cosa voglia e sono incerta su come comportarmi. Senza alcuno sforzo apparente, mi prende in braccio e mi depone sul letto.

Si sdraia accanto a me, mi sorride. Mi bacia delicatamente. Sono un po' impacciata, non me la cavo bene con i ragazzi ma Alexander sembra non farci caso. Mi slaccia la camicetta e mi bacia sul collo. Si toglie anche lui la camicia, mi abbraccia e sento il calore della sua pelle. Lo lascio fare anche se sono leggermente spaventata. Mi sfila la gonna e, scalciando, si libera dei pantaloni.

Lo guardo. È veramente bello, io mi sento un brutto anatroccolo. Lui mi sfiora lentamente, percorre tutto il mio corpo con le mani, delicatamente, soffermandosi sul seno e sul ventre.

"Ellie, voglio fare l'amore con te! Vuoi?"

Vado in panico. Con la mano copro la sua bocca perché non dica altro. Devo avvisarlo.

"Alexander, devo dirtelo, io non ... l'ho mai fatto, sono ..."

"Vergine?"

Annuisco. Lui si blocca e mi lascia. Mi dispiace averlo deluso, stava andando tutto così bene.

"Mi dispiace, non mi vuoi più perché non l'ho mai fatto?"

Mi sorride, mi abbraccia e mi bacia sulla fronte.

"Ellie, sei bellissima ma penso che la prima volta, per una ragazza, sia importante. Non ci conosciamo molto, rimandiamo! Va bene per te?"

Lo abbraccio, non riesco a spiccicare parola, Alexander è un ragazzo stupendo.

"Dormiamo?" suggerisce Alexander.

Mi stringo al suo fianco, lui mi abbraccia, mi copre di baci e di carezze: godo del suo calore.
Ci addormentiamo di un sonno calmo e piacevole.

*******

La mia storia con Alexander va avanti quasi un mese. Mi viene a prendere alla fine delle lezioni. Mangiamo assieme, passeggiamo, andiamo per negozi. Andiamo spesso a casa sua. Vuole però che non trascuri lo studio, anche lui deve preparare degli esami. Non mi disturba ma mi prepara tè e biscotti.

Finito di studiare ci stendiamo sul letto e ci copriamo di coccole. Lui ha esplorato con delicatezza il mio corpo ma ha evitato rigorosamente certi punti. Io sto morendo dalla voglia che mi tocchi di più ma mi vergogno a chiederlo.

Anch'io ho esplorato il suo corpo, ho scoperto le cicatrici degli scontri nelle partite di calcio. Però non mi ha mai permesso di entrare nei suoi boxer ... anche se so cosa ci troverei.

*******

Oggi mi ha sorpreso.

"Ho prenotato una camera in un albergo al mare per stasera fino a domenica. Passo a prenderti alle cinque!"

Non ci vuole molta fantasia per capire che progetti abbia in mente. La cosa mi eccita così preparo la mia roba in fretta.

Ora sono pronta, scendo e lo aspetto.

*******

L'albergo è delizioso. Piccolo, con poche camere, arredo semplice ma curatissimo. Dalla nostra camera si vede la spiaggia deserta e il mare color piombo. Appena appoggiati i bagagli, Alexander mi abbraccia, mi stringe forte e mi bacia.

La padrona è una donna simpatica, ci guarda con tenerezza. Ha preparato una cena semplice, solo per noi. Ceniamo in silenzio sorridendoci.

Si è fatta sera, ciondoliamo un po' nel salotto, poi andiamo in camera. Non accende la luce, la camera è illuminata dalla luna piena. Mi sveste rapidamente senza che io mi opponga, rimango nuda davanti a lui. Si sveste rapidamente anche lui e mi circonda con le sue braccia. Il suo calore mi conforta e mi eccita. Mi solleva senza sforzo e mi depone sul letto, scivola fra le mie gambe. Non chiede nessun permesso per fare quello che vuole.

Mi copre di baci e si avvicina a me delicatamente ma sento un po' male lo stesso. Adesso sono piena di lui che sta fermo aspettando che mi abitui alla sua presenza. Poi si muove, prima piano poi sempre più veloce. Sento qualcosa che monta, una sorta di angoscia, vorrei gridare il suo nome ma mi chiude la bocca con un bacio appassionato. Poi mi irrigidisco in uno spasimo senza fine. Lo stringo, disperata, gli grido di non lasciarmi e perdo ogni forza stremata.

Siamo sdraiati, ansanti. Alexander mi sussurra "Dormi!", io lo bacio ancora una volta e scivolo in un sonno pesante senza sogni.

*******

Mi sveglio. Sono le tre, la camera è ancora illuminata dalla luna. Mi volto verso Alexander, anche lui è sveglio, mi guarda e mi sorride.

"Non dormi?"

"No! Non riesco a smettete di guardarti, sei bellissima!"

Non so come, ma voglio ancora sentire quella sensazione di angoscia, paura, smarrimento che riempie l'anima e svuota la mente.

"Lo facciamo ancora?" supplico.

Alexander ride.

"Avevo lasciata una vergine appena violata e ritrovo un'insaziabile cacciatrice di sesso!"

Rido e lo colpisco con un pugno, lottiamo ma è troppo forte e mi prende con forza come se fosse il padrone del mio corpo. Io mi abbandono senza speranza. Buio.

*******

Alexander

Sono seduto per terra con la testa tra le mani, esterrefatto. Che cazzo ho combinato? Mi ha chiesto di fare l'amore ancora una volta e l'eccitazione mi ha travolto. La parte malvagia che è in me ha preso il sopravvento, vincendo tutti i meccanismi di controllo che mi ero costruito.

Ma il mio corpo aveva fame, la mia forza stava scemando, e lei era lì, sotto di me, in mio potere. La sua pelle era morbida, calda, pulsava e sotto vi scorreva la vita, quella vera. La mia mente si è oscurata, ho sentito la bestia, che tenevo prigioniera in me, liberarsi dalle catene e avventarsi su di lei.

Ellie ha urlato, si è divincolata ma non ha potuto far nulla contro la mia forza. Ha smesso di lottare quasi subito e si è abbandonata priva di sensi.

Dovevo fermarmi, non ci sono riuscito.

Ora è immobile, pallida, sembra non respirare. La tocco: è fredda. Appoggio l'orecchio sul suo petto: il cuore batte piano, sta rallentando, tra un po' si fermerà. Mi maledico: la volevo ma non così. Volevo la sua gioia, il suo amore, ma non così, le ho tolto tutto.

Ora i suoi fluidi, le sue essenze vitali scorrono in me. Sento di nuovo la forza diffondersi nel mio corpo, un formicolio sotto pelle mi fa capire che la vita sta di nuovo pulsando nelle mie vene. Quanto durerà questa volta? Non lo so ma non importa!

Mi inginocchio vicino a lei, la bacio sulle labbra ormai fredde. La bestia si è rintanata, dorme sazia e quel poco di umanità che mi è rimasta chiede ad Eleanor, inutilmente, perdono.

È tardi per pentirsi, è ora di andare. Esco senza voltarmi: la ruota del male ha fatto un altro giro completo.

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