Capitolo 3
Ancora niente.
Nemmeno quel pomeriggio James era tornato. Forse ero io che sbagliavo. Era passato già troppo tempo. Iniziavo a pensare che lui non volesse avere più niente a che fare con me. Magari lui non teneva così tanto a me da farmi tornare tra le sue braccia. Ero come un cagnolino che rimane irremovibile nel punto in cui il suo padrone lo ha abbandonato. Non potevo andare avanti così, nessuno ci sarebbe riuscito. Come può una persona "annullare" la sua vita per un'altra? Già, perché io avevo fatto questo. Ero talmente presa da James, che da quando non lo avevo più con me, non riuscivo a vivere. Ero più morta che viva.
Mi chiedevo come Alex fosse riuscita a sopportarmi in tutti quei mesi, così come mia madre. Dovevo cercare di non pensarci, o almeno riuscire a far credere agli altri che io avessi superato la cosa. Perché oltre a rovinare la mia vita, stavo rovinando la loro e non potevo permettere che ciò continuasse.
Dal giorno successivo non avrei trascorso interi pomeriggi su quel pavimento che migliaia di persone avevano calpestato. Ci sarei andata meno frequentemente, perché comunque, se il destino avesse voluto, avrei incontrato il mio bel moro dagli occhi azzurri in qualsiasi posto. Era però ancora da vedere se quello fosse ciò che effettivamente la vita aveva in serbo per me.
-Ciao Emma! Come mai mi hai chiamata? Cioè, non fraintendere, sono contentissima, ma devi ammettere che è strano.- ecco, Alex iniziava a parlare senza respirare tra una frase e l'altra e non mi lasciava nemmeno il tempo di rispondere alle sue domande.
Sbuffai e spostai il telefono all'orecchio sinistro, mentre mi sedetti sul letto in camera mia con un piede sotto il sedere -È strano solo perché si tratta di me, Alex. La verità è che mi sono stancata di sembrare un morto che cammina e voglio tornare ad essere l'amica di una volta.- dissi sincera.
-Brava Emma, così si fa!- mi disse con il tono di un allenatore fiero del suo atleta. Pensai a quanto fosse stupida la mia migliore amica e sorrisi.
-Bene, quindi che facciamo?- le chiesi impaziente, anche se in realtà quella sera volevo fare una cosa che avevo stabilito da un po' di tempo.
-Allora, abbiamo detto che domani andiamo al mercatino e, piccola parentesi, non vedo l'ora! - disse eccitata.
-Beh, vai a farti una bella visita dall'oculista, Alex.- feci una battuta a dir poco penosa, ma non potevo evitare di dirla, era più forte di me.
Lei finse una risata -Certo che questi mesi rinchiusa in casa ti hanno proprio rincoglionita, eh? Comunque, prima che mi interrompessi pietosamente, ti stavo dicendo che secondo me dovresti stare a casa oggi è chiedere scusa a Kate e a Joseph per l'anno che hanno dovuto passare insieme ad una mummia.- concluse lei lasciandomi a bocca aperta.
Lei aveva capito tutto. Aveva capito che mi ero sentita totalmente in colpa per quello che avevano dovuto sopportare i miei genitori.
Sorrisi -Io ti adoro, capisci sempre di cosa ho bisogno. Devo andare, a domani bella! - le chiusi il telefono in faccia senza lasciarle il tempo di rispondere, ma sapevo che lei mi avrebbe capita e non si sarebbe arrabbiata.
Così mi alzai, gettai il cellulare sul letto e corsi in sala dai miei genitori, sperando che potessero perdonarmi tutto, nonostante non mi avessero mai fatto pesare nulla. Erano molto comprensivi, fortunatamente. Li sentii parlare fra di loro.
Sembravano preoccupati, ma non captai subito l'argomento della conversazione.
-Non posso più vederla così triste. Quel ragazzo le ha rovinato la vita, inconsapevolmente, ma l'ha fatto.- disse mia madre, facendomi capire di essere al centro del loro discorso.
-Già, Emma era così felice con lui e da quel dannato pomeriggio ha perso tutta la voglia di vivere.- concordò mio padre e dal suo tono compresi tutto il suo dispiacere.
Appoggiai la schiena al muro e una lacrima mi bagnò percorrendo il mio viso. Quei ricordi facevano male. Come delle coltellate allo stomaco. Non sapevo se sarei riuscita a superare tutto, ma di sicuro ci avrei provato con tutta la mia buona volontà.
Aprii la porta della stanza e con le lacrime che mi inondavano il viso, mi precipitai tra le braccia dei miei genitori -Io... mi dispiace, veramente. Cercherò in tutti i modi di dimenticare James. So di essere stata intrattabile, ma lui è stato il mio primo bacio e...- iniziai a singhiozzare al ricordo della prima volta in cui ho sentito le sue labbra sulle mie, ero così incapace, eppure mi sentivo a mio agio con lui, come se fossi nata solo per incontrarlo e stare con lui per sempre.
Loro mi strinsero con affetto e mi accarezzarono i capelli dolcemente -Amore, non devi dimenticarlo, devi solo superare tutto e riuscire a pensare a lui senza piangere. Noi ti amiamo tanto e non possiamo vederti così triste.- mi asciugarono le lacrime e io sorrisi riconoscente.
-Anche io vi amo, più di quanto riesca a dimostrarvi.- mi allontanai leggermente per far vedere loro il mio sorriso, poi continuai -Domani dovrei andare al mercatino con Alex. Cioè, lei mi ha invitata, posso andare?- sapevo che non avrebbero avuto niente in contrario, ma chiesi comunque.
-Certo, tesoro mio.- mi rispose mia madre con lo sguardo pieno di felicità. Mio padre non aveva risposto, ma dallo sguardo capii che per lui non c'erano problemi.
-Chissà se domani incontrerai un ragazzo che ruberà il tuo cuore dalle mani di James.- la guardai e notai un luccichio di speranza negli occhi di mia mamma. Mordendomi il labbro inferiore, le sorrisi e scossi la testa divertita: sembrava una ragazzina.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro