Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 10

17.47

-Devo assolutamente sbrigarmi.- dissi dopo aver controllato l'orario sulla sveglia appoggiata accanto al mio letto. Per le sei sarei dovuta essere a casa di Zayn. O almeno davanti al portone.

Entrai in bagno e mi spazzolai i capelli annodati. Poi afferrai la mia chitarra beige e dopo essermi infilata il giubbotto, uscii da casa.

Finalmente avrei conosciuto la ragazza che aveva accettato di cantare con Zayn al concerto natalizio.

Già, alla fine io avevo deciso di non cantare con lui. Preferivo così.

Arrivata all'incrocio delle due stradine, imboccai quella che mi avrebbe condotta da Zayn. Non mi aveva accennato niente riguardo alla ragazza. Ero veramente tanto curiosa.

Nel cammino ripensai a James. Alla fine io e Zayn non eravamo riusciti a trovarlo su Facebook. Ma in fondo non ci avevo sperato più di tanto: sapevo che il moro non amava tanto la tecnologia.

Però iniziavo comunque a sentirmi leggermente più tranquilla. Era un grande sollievo sapere di avere qualcuno accanto pronto ad aiutarti.

Le case che mi circondavano erano molto simili tra di loro. La sostanziale differenza stava nel giardino. Alcuni erano pieni di piante spoglie per il gelo. Altri invece avevano giusto qualche albero, probabilmente per lasciare spazio a dei bambini per giocare. O magari non avevano semplicemente abbastanza voglia di curare il giardino durante la stagione calda.

Mi bloccai di fronte ad una piccola villa circondata da cespugli secchi. Sul prato erano appoggiati diversi giocattoli. Pensai a Safaa e sorrisi. Il ragazzo amava le sue sorelle e le invitava spesso a casa sua.

Mi avvicinai al cancelletto in ferro e suonai il campanello. Il moro spostò una tenda e si affacciò alla finestra per capire chi avesse suonato. Appena mi vide sorrise e subito dopo scomparì. Sentii la serratura scattare e prontamente entrai per dirigermi al portone in legno scuro, già aperto.

-Permesso.- dissi entrando dopo essermi pulita le suole delle scarpe su un tappeto appostato all'ingresso.

-Ciao, Emma.- mi salutò lui abbracciandomi -Dammi pure il giubbotto.- continuò il moro dopo aver appoggiato la mia chitarra al muro.

Era veramente gentile e sapeva trattare bene gli ospiti.

Sorrisi e mi sfilai l'indumento. Lui lo prese e lo appese.

-Grazie, Zayn.- dissi osservando la casa. Alle pareti bianche erano appese delle cornici argento contenenti delle foto. I mobili erano principalmente di legno scuro e delle lampadine illuminavano l'ambiente. Era una casa molto calda e accogliente. Mi piaceva moltissimo.

Diedi voce ai miei pensieri -È una casa bellissima.- continuai a guardarmi intorno.

-Grazie, vieni nell'altra stanza, ti faccio conoscere Nicole.- disse prendendomi per mano.

Memorizzai subito il nome. Nicole.

Entrammo in una stanza che pensai fosse il salotto. I muri erano dipinti di un giallo molto chiaro e due divani bianchi erano posizionati nel centro della stanza, con un tappeto dai colori caldi tra di essi. Un camino irradiava calore da un angolo e tre grandi finestre lasciavano entrare un leggero chiarore dall'esterno.

Una ragazza dai capelli neri e gli occhi scurissimi era comodamente seduta su uno dei divani.

Zayn richiamò la sua attenzione -Nicole.- lei si girò verso di noi. La sua pelle era più scura di quella del ragazzo.

Il moro circondò le mie spalle con il suo braccio -Lei è Emma, la compositrice della canzone che canteremo al concerto.- poi mi diede un bacio sulla guancia facendomi sorridere.

Allungai la mano verso la ragazza che nel frattempo si era alzata -Piacere di conoscerti, Nicole. Sono felice che tu abbia accettato di cantare.- dissi con entusiasmo.

Lei strinse la mia mano con riluttanza, poi sorrise forzatamente -Piacere.- rispose semplicemente.

Ci rimasi un po' male inizialmente, ma cercai di non pensare al suo comportamento indifferente nei miei confronti.

Sorrisi leggermente e appoggiai la chitarra al divanetto. Aprii la custodia mentre i due osservavano attentamente i miei movimenti. Trovai i due fogli che avevo portato e ne porsi uno al moro e l'altro a Nicole.

-Questo è il testo. Naturalmente non è definitivo e possiamo modificarlo entro oggi, visto che mancano solo dieci giorni.- dissi professionalmente.

Zayn si sedette e iniziò a leggere sorridente. Nicole fece lo stesso, solo che non vidi l'ombra di un sorriso sulle sue labbra rosse.

Mi sedetti sul divano di fronte a loro due e iniziai a suonare la melodia. Attirai l'attenzione della ragazza che fissò lo sguardo sulle mie mani. Sembrava affascinata dal movimento scattante delle mie dita. Probabilmente non sapeva suonare la chitarra.

-Bene. Se siete pronti, vi do l'attacco per iniziare a cantare.- dissi guardando entrambi.

Zayn sbiancò e iniziò a sudare.

Mi ero dimenticata di un particolare tutt'altro che insignificante: Zayn non era ancora pronto a cantare di fronte ad altre persone.

Cercai velocemente di rimediare al mio errore -Cioè... ehm... volevo dire che tu, Nicole, potresti cantare, dato che io e Zayn l'abbiamo già provata, giusto?- guardai il moro che mi sorrise riconoscente.

Nicole appoggiò il foglio sulle sue gambe snelle e io ripresi a suonare dalla prima nota.

Le diedi l'attacco e lei riempì la stanza con il suo canto.

La sua voce era molto bella, ma non riuscivo ad immaginare come potesse risultare un duetto con Zayn. Di certo non sarebbe stato abbastanza armonioso. Le loro voci erano troppo distanti l'una dall'altra. A metà canzone si interruppe, così io bloccai il movimento del mio polso. Il ragazzo la guardò interrogativo e io attesi che lei spiegasse il motivo di questa interruzione.

-Io non riesco proprio a cantare questi versi.- disse appoggiando il foglio sopra il tavolino.

-E perché?- chiese Zayn sbuffando.

-Sì, insomma, "baciami sotto il vischio" mi sembra una cosa così banale.- rispose Nicole tranquillamente.

Ci rimasi molto male. Avevo impiegato tutta la mia buona volontà per scrivere la canzone e questo era il risultato. Zayn strinse le mani in due pugni.

-Ehm, ok... cosa vorresti cambiare?- chiesi io trattenendo a stento le lacrime.

La canzone mi ricordava terribilmente James, ma anche i pomeriggi passati con il mio migliore amico e... non volevo modificarla.

-Beh, innanzitutto...- iniziò lei.

Ma il moro la interruppe subito. -No, non si cambierà niente. Non si discute.- disse serio. Poi continuò -Per favore, Nicole, vattene.- il suo tono ora era più pacato. Stava cercando di calmarsi.

La mora si alzò per poi dirigersi verso la porta. Una volta che fu uscita, Zayn si avvicinò a me. Stavo tremando.

Quella ragazza mi aveva scossa.

-Emma.- disse dolcemente inginocchiandosi di fronte a me sul pavimento. Mi accarezzò la guancia.

Io avevo lo sguardo perso nel vuoto.

-Una cosa così banale... Una cosa così banale... Una cosa così banale...- queste parole rimbombarono nella mia mente.

Tutto ciò che avevo sempre aspettato sin da bambina, era banale. Il bacio sotto il vischio che avevo sempre visto come una cosa tenera e romantica. Quel bacio che ancora non avevo ricevuto. Le lacrime iniziarono a scorrere lentamente sul mio viso pallido. Mi morsi il labbro per evitare di singhiozzare.

-No Emma, non piangere. Mi fai stare male.- disse Zayn, abbracciandomi.

Le mie braccia, prima dritte lungo i miei fianchi, si alzarono lentamente fino a fondersi con il suo corpo caldo. La sua guancia era a stretto contatto con la mia, umida e fredda. Mi avvicinò ancora di più al suo corpo stringendo il mio busto stretto con le sue braccia possenti.

-Dimmi la verità, Zayn.- dissi tra un singhiozzo e l'altro -Il mio desiderio, ti sembra stupido? Pensi che sia quello di una bambina che crede ancora alle fiabe?- chiesi, piangendo.

Lui mi accarezzò con le labbra carnose la guancia, per asciugarmela, e poi mi lasciò un delicato bacio sullo zigomo.

-No, Emma. È una cosa tanto tenera e dolce. La trovo stupenda, perché tu nonostante tutto aspetti ancora quel bacio. Non hai smesso di credere nel tuo sogno.- sussurrò.

Spostò delicatamente una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio, mi guardò negli occhi e sorrise.

Il colore dei suoi occhi mi confortò immensamente. Non c'erano aggettivi per definirli.

Erano... come una promessa di serenità, ma anche di avventura. Come la pace e la guerra. Come il male e il bene riuniti in una sola cosa. Come la passione e la castità insieme. Come la salvezza e il pericolo. Ti confondevano con tutte le loro sfumature dorate e ambrate. Guardarli era come perdersi in un oceano scuro e sconosciuto. Ma non avresti mai voluto essere salvato da quelle acque. Avresti preferito annegare in quegli occhi, piuttosto che non vederli più in vita tua. Io ormai mi ero persa in quegli occhi.

Continuavo ad affogare, seppur dolcemente, senza alcuna possibilità di ritornare a galla.

-La tua canzone è unica e bellissima. Hai racchiuso tutto il Natale in quei versi, ma anche l'amore. Io non avrei mai potuto fare di maglio, veramente.- disse distraendomi dai miei pensieri.

-Grazie, Zayn.- sussurrai asciugando le ultime lacrime. La mia voce era leggermente tremante, ma non me ne preoccupai.

Prese il mio viso tra le sue mani morbide e mi sfiorò delicatamente le mie guance con i suoi pollici.

Si avvicinò lentamente verso il mio viso e chiusi gli occhi istintivamente.

Sentii le sue soffici labbra sul mio naso. Dalle mie labbra uscì una risatina.

-Resti a cena da me?- chiese speranzoso.

Annuii -Va bene, però devo avvisare i miei genitori.- dissi.

-Io ordino la pizza intanto.- si alzò dal pavimento e si avviò verso un telefono fisso.

Io infilai la mano nella tasca dei jeans e tirai fuori il mio cellulare. Dopo pochi squilli rispose mia madre

-Pronto?- disse.

-Pronto mamma, sono Emma.- mi guardai le unghie leggermente rovinate per colpa delle corde.

-Ciao tesoro, dimmi.- la sua voce era dolce.

-Zayn mi ha invitato a rimanere a cena da lui, per te va bene?- chiesi gentilmente.

Sapevo comunque che non avrebbe avuto nulla in contrario, ma era sempre meglio chiedere.

-Sì, sì. Per me va bene, a più tardi.- approvò lei.

-Grazie, ciao.- chiusi la conversazione.

Zayn si avvicinò nuovamente al divano e si sedette accanto a me.

-Ho ordinato due margherite- il moro intrecciò le nostre dita.

A casa nostra non avevamo mai ordinato la pizza. Io e mia mamma la preparavamo sempre insieme.

Dopo una mezz'ora suonarono al campanello.

Zayn mi indicò una stanza -Vai pure in cucina nel frattempo.- disse andando ad aprire la porta.

I muri erano ricoperti di mattonelle rosate. Di fronte ai fornelli e al frigorifero si trovava un tavolo rotondo.

L'odore di pizza riempì le mie narici e subito dopo spuntò il ragazzo dalla porta.

-Ecco le pizze!- annunciò pimpante. Presi due piatti da uno sportello e li appoggiai sul tavolo. Successivamente ci sedemmo e lui iniziò a mangiare. Io afferrai una fetta e l'addentai.

Feci una smorfia e il moro se ne accorse -Qualcosa non va?- chiese incuriosito.

-Ehm... la pizza che mangi è sempre così?- chiesi.

Lui alzò un sopracciglio -Beh, sì. È buona.- rispose.

-Ti piace davvero?- chiesi incredula.

Lui rise -A te no?- io scossi la testa.

-Perdonami, ma sembra un pezzo di cartone con sopra della colla.- dissi sincera alzandomi e porgendogli il mio piatto -Mangiala tu.- dissi.

Poi mi avvicinai a un mobile e aprii lo sportello.

Lui scoppiò a ridere -Cosa cerchi?- chiese.

-Cibo commestibile. Possibilmente farina, sale, lievito e passata di pomodoro.- risposi tranquillamente.

Non mi accorsi di averlo alle spalle. Ma poi vidi spuntare il suo braccio.

-Ecco. Ma cosa vuoi fare?- chiese passandomi gli ingredienti.

-Osserva e impara, Malik. Non ti capiterà nuovamente nella vita di vedere una vera pizza.- dissi avvicinandomi al tavolo.

Lui spostò le due pizze da parte e mi osservò attentamente. Mi sfilai la felpa e tirai su le maniche della maglietta. Versai la farina sul tavolo e misi a scaldare un po' di acqua. Poi iniziai a preparare l'impasto. Zayn era affascinato dai miei movimenti.

Presi un pizzico di farina e gliela lanciai in faccia ridendo.

Lui chiuse gli occhi e mi afferrò dai fianchi. -Come hai osato?- mi sussurrò nell'orecchio.

Prese un pugno di farina e io spalancai gli occhi. -No, Zayn.- dissi fermamente.

-Oh sì, invece.- disse sorridendo.

Iniziai a correre per la casa, ma lui, vivendo lì dentro e conoscendo meglio le stanze, mi spuntò davanti e mi riempì di farina.

Si avvicinò a me. Mi accarezzò lievemente il viso e io trattenni il respiro.

I suoi occhi erano sempre più vicini.

Ci affogai nuovamente.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro