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You need me

"Arrivi portando brividi, scappi lasciando lividi."
~Fedez

La notte dormii poco e nulla, evidentemente Morfeo non era dalla mia parte quella sera. A tormentare il mio cervello, già parzialmente in coma, non erano i soliti incubi, ma un paio di occhi blu, blu come uno di quegli oceani infiniti.

Mi rigirai per l'ennesima volta nel mio lettino sbuffando e risbuffando. La cosa divertente era che non avevo per niente sonno.

Presi il telefono per controllare l'orario. 6.47. Beh, quella mattina non avrei corso. Pensai.

Mi alzai e andai in bagno, non prima di aver sospirato pesantemente per non so quante volte.

Quando vidi il mio riflesso allo specchio, mi spaventai di me stessa. Sembravo la strega di Biancaneve o solo Dio sa cosa. I capelli erano una criniera arruffata e le occhiaie erano molto profonde, per non parlare del pallore da vampiro.
Fantastico, altro che angelo, Federico era diventato come una di quelle sostanze stupefacenti, all'inizio sembra ti portano fino al paradiso, e poi ti lasciano cadere e ti uccidono.
-Che pensieri faccio!- mi canzonai da sola mentre lavavo i denti.

Andai di nuovo in camera e presi qualcosa dall'armadio, a caso. Solito leggins nero, felpa dell'hard rock rossa e convers nere.

Misi un po' di eleyner e feci una treccia ai capelli, meglio di così non potevo fare, neanche il trucco migliorava il mio umore.

Scesi in cucina e per la prima volta nella mia vita non avevo fame, e per la gioia di mia madre non mangiai.

-Blake, tutto bene tesoro?- mi interrogò per la centesima volta facendomi imprecare silenziosamente e sbuffare.

-Sì mamma, ho solo dormito poco- mi lamentai e lei lasciò subito la tazza del caffé per sgranare gli occhi nella mia direzione.

-Hai avuto un altro incubo?- nella sua voce c'era ansia e preoccupazione. Continuava a portare ciocche di capelli dietro l'orecchio, gesto che ripeteva quando era nervosa.

-No mamma. Te lo avrei detto. Sto bene- dissi prendendo il mio zaino viola e mettendomelo in spalla -vado a scuola.-

Lei mi fece un cenno, la sua preoccupazione era evidente, ma non avevo intenzione di parlarle di Federico, sarebbe stato imbarazzante.

-Uhm Blake!- mi fermò quando ero sulla porta ed io mi voltai, guardandola sistemare la cucina.

-Giulia partirà per l'Inghilterra?- mi chiese ed io annuii silenziosamente giocherellando con la punta della mia treccia.

La sentii borbottare qualcosa, ma mi fece un cenno come per annuire, quindi non me ne preoccupai.

Appena fuori, misi le cuffie e partì l'album di Briga e ne fui davvero contenta.

Mentre camminavo tenevo lo sguardo sulle mie scarpe che sembravano interessanti, intanto guocavo nervosamente con il filo delle cuffie bianche.

Sentii una presenza affiancarmi, ma non capii subito chi fosse, finché la sua odiosa voce non mi richiamasse dal mio stato di coma sentimentale.

-Bionda, ci si incontra spesso- ghignò lui passandosi una mano nei capelli.

-Marco non é giornata- partii avvantagiata e lui portò le mani in aria in segno di resa e ridacchió compiaciuto dal mio atteggiamento, per solo lui sa quale motivo.

-La tua amica... ehm..- fece finta di non ricordarselo, ma sapevo lo ricordava.

-É in classe con te da quattro anni, Marco. Giulia- sbuffai quandò lui sogghignó divertito.

-Quindi parte...- continuó ed annuii. In quel momento avrei voluti far tutto furché parlare di Giulia. Il solo pensiero che a fine settimana sarebbe partita mi faceva andare il cuore in gola.

-Il vostro litigio ieri é stato emozionante.- rise schernendomi ed io mi strozzai quasi. Sapevo che avevano assistito, ma non pensavo avessero dato importanza.

-Oh, sì, molto.- lo guardai assottigliando lo sguardo prima di sganciare la bomba -e che mi dici di voi? Avete una vita molto interessante se passate il tempo a contemplare i litigi altrui.-

Lo sentii ghignare prima che rispondesse -Ho di meglio da fare, bionda-

-Davvero? Cosa c'é, Marco? I paesi bassi non fanno più il loro lavoro?- soffiai e lo sentii irrigidirsi.

Eravamo ormai arrivati davanti scuola dove non c'era quasi nessuno.

Mi sentii spinta al muro, e in trappola tra il suo corpo e i mattoni freddi.

-Oh piccola, non mi sfidare. I miei paesi bassi ti toglierebbero volentieri la verginità- sibiló ed io cercai di liberarmi dalla sua presa, ma con poco successo.

-Cosa c'é Blake? Non fai più la spavalda?- domandò con tono di scherno e la sua presa sui miei polsi aumentò facendomi male.

-Marco allontanati da lei o Dio che ti faccio male.- una voce fece sobbalzare entrambi, la sua voce.

-Tranquillo bro- rispose ridacchiando Marco -non le avrei fatto nulla.- mi fece l'occhiolino e si avvicinò a Lorenzo e Diego.

Io intanto ero ancora in piedi contro il muro, e osservavo la scena con faccia tra lo stupita e il confusa.

Federico mi rivolse una strana occhiata prima di avvicinarsi all'ingresso assieme agli altri tre palyboy.

Sentii delle braccia circondarmi il collo e riconobbi i capelli rossi lucenti.

-Bea!- la salutai slanciandomi in un abbraccio che lei ricambió.

-Cosa é successo con Marco?- chiese curiosa.

-Nulla, l'ho preso in giro e ha reagito male, tutto qui.- commentai e lei annuì.

-Sono solo dei spacconi, non vale la pena perdere tempo con loro.- incalzò la rossa roteando gli occhi e facendomi falsamente sorridere.

-Entriamo?- chiese ed io annuii silenziosamente, immersa ormai nel mio coma che avvolgeva cervello, cuore e ogni microfibra del mio corpo.

******

La settimana passò molto tranquillamente, due incontri pomeridiani col bad boy, nei quali però non successe nulla, ci ignorammo completamente.

E ora era venerdì sera, l'ultima serata che avrei passato con la migliore amica prima di rivederla a metà Gennaio.

Sbuffavo e risbuffavo, tamburellando nevroticamente le mie unghie sull'anta del mio armadio.

Non avevo pensato a cosa mettere, considerando che la festa era data dalla cordinatrice e da tutti i professori della classe per salutare la 'fortunata'. Certe cose non le ho mai capite. E sbuffavo.

Dopo un'ora di 'faccia a faccia' con l'armadio, mi scocciai e presi il telefono nervosa.
"Help me, please. Non so cosa indossare! Blake."

Digitai nervosa sperando che la sua risposta non si facesse attendere, e così fu. Nemmeno il tempo di sedermi e giocare appena con le coperte grigie del mio letto che mi arrivó una notifica.
"So che sei te, Blake. Cosa ti firmi?
Comunque... che ne dici di quel vestito blu elettrico che ti sta da mozzare il fiato?"

Risi per l'uso delle parole, ma mi sbrigai a prendere il vestito e a guardarlo. Arrivava a metà gamba, e non aveva le spalline. Storsi il naso, forse non era adatto ad una festa con i prodessori.
"Troppo inadatto! Bea pensa!" Digitai sapendo che quando avrebbe letto, avrebbe sbuffato in una maniera esagerata.

Mi ritrovai ancora davanti all'armadio esitante, dondolando a destra e a sinistra, con il telefono in mano, e giocherellando nevroticamente con la cover dorata.

Sentii la vibrazione e saltai quasi, e aprii il messaggio.
"Allora quel vestito nero con la cerniera al petto?" Disse ed io l'amai per un istante.

Presi immediatamente quel vestito e mi maledissi per non averci pensato prima. Anche questo arrivava a metà gamba, ma si apriva un po' di più a palloncino. Presi le calze rosse a poit neri e i miei tacchi preferiti, poi mi precipitai in bagno, non prima di aver ringraziato la rossa.
"Bea, sei la mia salvezza! Ci vediamo dopo bacibaci" scrissi e cominciai tirare fuori il ferro per i ricci e i vari trucchi.
"Ti passo a prendere fra tre quarti d'ora bionda, muoviti! Xoxo"

Sgranai gli occhi rendendomi conto del poco tempo che mi era rimasto per essere presentabile.

Dopo aver fatto la troccia ed essermi vestita, mi truccai e arricciai i capelli, che mi ricaddero sulle spalle morbidi.

Quando mi guardai allo specchio fui soddisfatta dell'effeto finale e mi diedi mentalmente una pacca sulla spalla.

Nemmeno il tempo di complimentarmi con me stessa che sentii mia madre urlarmi di scendere dalla cucina.

-Blake! Ci sono i tuoi amici!- mi urlò ed io risposi un 'arrivo' altrettanto urlato.

Mi precipitai giù dalle scalle e rimasi incantata alla vista di Bea che era stupenda. Aveva un tubino viola che le arrivava a metà coscia, un giubbino di pelle, dei tacchi neri simili ai miei e delle calze nere.

-Rossa sei una favola- dissi con la bocca spalancata e lei ridacchió compiaciuta, prima di guardarmi assottigliando lo sguardo.

-Blake neanche tu scherzi! Sei davvero wow!- squittì entusiasta.

Di fianco a lei c'era Christian, che ormai era il suo fidanzato ufficialmente.

-Sisi, siete entrambe belle, andiamo?- disse lui schernendoci e beccandosi una gomitata dalla sua ragazza.

-Taci perfavore!- lo apostrofò e lui ghignó. La scena mi fece ridere.

-Ci vediamo dopo mamma- dissi uscendo e facendola annuire.

Entrammo in macchina e trovammo la sorella maggiore di Chris ad aspettarci.

La ragazza, Tania mi pare, era la copia del fratello ed aveva davvero un bel fisico.

-Pronti?- disse facendoci annuire.

Dopo un quarto d'ora eravamo nel locale scelto dai professori ed intravedemmo subito il prof di fisica e quella di educazione fisica.

-Si comincia bene- ridacchiò Bea facendomi ridere.

-Buonasera ragazzi- la prof di arte che comparì all'improvviso con quel suo solito sorriso.

-Buonasera- rispondemmo in coro e con un sorriso stampato sul volto.

Intravidi Giulia tra Sara e Miriam, due nostre compagne con cui lei andava d'accordo, contrariamente a me.

Mi avvicinai e notai il suo vestitino bianco con dei strani disegni. Stava davvero bene.

-Giù!- la chiamai e lei si voltó venendomi incontro ed abbracciandomi.

-Stai benissimo- dissi tra i suoi capelli e facendola sorridere.

-Su ragazzi entriamo!- la prof cordinatrice si fece spazio e ci costrinse ad entrare.

Il locale non era male, era un ristorante accogliente e i tavoli erano a otto posti ognuno.

Scrutai affondo l'ambiente prima che i miei occhi incontrarono un ciuffo nero e un sorriso che mi fece sciogliere.

Io mi sedetti accanto a Bea e a Chris e i quattro playboy capitarono nel nostro tavolo. Ovviamente Giulia si sedette vicino a noi e la situazione si fece imbarazzante.

*****

Dopo un'ora l'aria si era appesantita e quei quattro più Chris non la smettevano di rompere. Federico mi ignoró fino ad allora.

-E quindi Blake- mi tiró in ballo Lorenzo apostrofandomi e facendomi alzare la testa -Ti sei obbligata ad essere vergine?-

Sentii le mie guance andare a fuoco e la bile in gola. Guardai i quattro coglioni divertiti dalla situazione.

-Che c'é Blake?- rise Diego -Hai vergogna nel dire che sei ancora vergine?-

Giulia mia guardava nervosa, ma la pregai silenziosamente di ignorarli.

-No ragazzi- disse di nuovo Lorenzo -La verità é un'altra. É talmente strana che nessuno l'ha voluta.- lui e Diego risero forte e sentii le lacrime battersi per uscire e rigarmi dure il viso.

Sentii Bea irrigidirsi al mil fianco e la fermai prima che potesse attaccarli. Era la serata di Giulia. Era la serata di Giulia.

-Vero Blake? Nessuno ti si filerebbe. Nemmeno se la dessi gratis!- risero di nuovo ed io ero al limite.

Guardai un attimo Federico che aveva i suoi immensi occhi puntati su di me e scossi la testa.

-Scusatemi.- dissi prima di alzarmi e correre al piano di sopra con le lacrime che ormai uscivano dure e mi scavavano le guance.

Aprii la porta e mi chiusi nel bagno, singhiozzando contro la mia volontà.
Ero una stupida. Lo eri. Mi canzonó il mio mantra che nonerdeva occasione per uccidermi.

-Blake!- sentii una voce dall'altro lato della porta e quasi mi strozzai quando capii a chi appartenesse.

-Blake apri! Ti prego!- disse provando ad aprirla.

Mi asciugai le lacrime e la aprii, volendo uscire, ma appena mossi la maniglia lui fu dentro e la chiuse alle sue spalle.

-Fammi uscire- dissi fredda e lui mi guardò assottigliando lo sguardo.

-No. Ora parliamo- disse avvicinandosi pericolosamente, così vicino da poterlo baciare, e avrei tanto voluto poterlo fare.

-Non ho niente da dirti Federico! Fammi uscire- dissi avvicinandomi alla porta, ma lui mi bloccò.

-Io non c'entro okay? Non sapevo che volessero offenderti!- cercò di spiegarmi, ma io scossi arrabbiata la testa.

-Lasciami uscire- sibilai nervosa e lui sembró acconsentire.

Mi avvicinai alla porta, ma appena la mia mano fu sulla maniglia mi sentii tirare verso il muro e fui tra lui e le mattonelle fredde.

-Non esci di qui, finché non parliamo- soffiò sulle mie labbra.

Io provai a girare la testa, ma lui con le sue dita portò i nostri volti a combaciare e i suoi occhi nei miei.

-Io non c'entro okay? E questa settimana per me é stato duro ignorarti. Ma sapevo tu eri arrabbiata- spiegó e il mio sguardo si addolcì -Ora potremmo recuperare.-

Io mi irrigidii sotto di lui, quando senti il suo naso sfiorare il mio.

-Federico.- scattai nervosa -lasciami!-

Lui si avvicinó ancora di più con fare beffardo e malizioso, e accorció la distanza tra le nostre labbra.

Potevo sentire il suo respiro caldo sul mio collo e dei brividi che mi percorrevano tutto il corpo.

Cercai di indietreggiare, ma mi appiattii ancora di più contro le piastrelle e il suo corpo era ormai sul mio, provocandomi un'infinita scarica elettrica.

-Non essere arrabbiata Blake- soffió quasi sulle mie labbra.

-Lasciami.- sibilai per l'ennesima e notai sulle sue labbra piene un ghigno malizioso.

-Non lasciare che la rabbia oscuri i tuoi pensieri. Tu mi vuoi Blake, mi necessiti.- disse per poi azzerare la distanza tra noi, facendo incontrare le sue labbra piene alle mie insicure.

Era vero, lo necessitavo. Portai le mie mani tra i suoi capelli e ricambiai il bacio, facendomi del male da sola e  facendo avvicinare a me il più cattivo tra i demoni, secondo il mio mantra, ma secondo il mio cuore, si stava avvicinando il più bello tra gli angeli. L'unico che mi avrebbe salvata.

N/A: Holaaa!
Nuovo capitolo e spero abbastanza lungo, visto che lo scorso non era granché.
Beh, che dire? Spero non sia un fallimento totale ahah, e mi scuso per gli eventuali errori che correggeró appena ho tempo.
Dedico questo capitolo soprattutto ad un'amica speciale, che é a letto con la febbre e di cui spero aver sollevato l'umore u.u
Voglio anche ringraziare tutte voi! Per i commenti dolci e per i messaggi privati. Significano molto per me, ahw e se vi adoro!
Alla prossima, allora
Un bacio
M.♡☆

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