Capitolo 5
Rimasi col telefono a mezz'aria, col dubbio, o con la speranza, di aver capito male.
-Hei Blake? Ci sei?- chiese dall'altro capo del telefono. Cominciai a tirare le pellicine delle dita nervosamente, non sapevo esattamente cosa dirle, non sapevo esattamente come pensare.
-Domani ne parliamo a voce, okay?- dissi cercando di non mostrare la mia insicurezza nella voce -domani é anche sabato. Così il pomeriggio lo passiamo assieme-
Lei sembró sospirare, ma capì che non mi piaceva parlare di quegli argomenti per telefono, era strano.
-Okay Blake. A domani- sentì come un altro sospiro e chiuse la telefonata.
Ero davvero confusa, se così mi potevo definire. Non mi dava fastidio, ma Giulia ha sempre odiato più di me quei bad boy, e non pensavo se ne potesse innamorare.
Chiusi il computer e mi stesi sul letto, poggiando la testa sulla spalliera e tenendo le mani lungo i fianchi. Passai così una buona mezz'ora, senza capire il vero motivo della mia confusione. Alla fine decisi di prendere il telefono e scriverle un messaggio.
Digitai e cancellai più volte le varie parole, non sicura di come formulare una frase di senso compiuto.
"Scusami per stasera Nala, non volevo essere scontrosa. Ti voglio bene, notte♡" Rilessi più volte il messaggio non sapendo se inviarlo o meno, ma alla fine lo inviai. Sorrisi pensando al fatto che l'avessi chiamata Nala involontariamente e non me ne ero accorta.
"Non preoccuparti. Te ne voglio anche io, Simba. Notte♡" mi si stampò un sorriso in faccia per come ci eravamo chiamate. Non ci davamo i nomi del Re Leone da molto, anni direi. Era una cosa che usavamo quando eravamo piccole per chiederci scusa, e ridevo quasi al pensiero che io e lei non eravamo davvero cresciute.
Andai a dormire con il sorriso sul volto, anche se il mio pensiero andava a qualche ora prima, e alle sue labbra sulle mie.
****
La mattina mi svegliai volontariamente alle sette precise. Niente urla di mia mamma, niente sveglia che invece di svegliare me, svegliava i miei istinti omicida.
Mi alzai dal letto e mi misi sulle punte per arrivare a prendere una camicia e dei leggins. Il pomeriggio sarei dovuta andare a danza, quindi era meglio stare comoda dalla mattina.
Mi truccai, lasciai i capelli sciolti e misi le convers al piede. Quando scesi giù mi resi conto che mia madre non c'era e sbuffai trovando il biglietto che mia madre appeso al frigo.
Blake, sono fuori tutto il giorno. A stasera, un bacio
Sbuffavo e sbuffavo. Che odio a volte.
Uscii di casa con le cuffie e cominciai a canticchiare le parole della mia canzone preferita, Nuvole di fango.
Arrivai come sempre in anticipo e mi appoggiai al muro sospirando. Abbassai lo sguardo ed incontrai due vans ormai a me familiari. Marco.
-Giorno biondina- ghignó ed io restai in silenzio. Sentivo il suo sguardo puntato su di me e questo mi dava non poco fastidio.
Dopo un po' alzai lo sguardo e lo trovai ancora a fissarmi. Sbuffai.
-Che vuoi?- scattai acida e lui ghignò
-Stasera c'é una festa da me, vuoi venire?- mi chiese
-Dipende. Chi ci sarà? Troie e coglioni? No, grazie.- sorrisi sarcastica e cominciai a giocherellare nervosamente con la cover del mio telefono.
-Ci sarà Bea.- disse ed io alzai lo sguardo -si sta frequentando con Christian, che é amico di Lorenzo e quindi verrà.- ghignò
-Ehm...e se veniss- provai ma mi bloccò
-Giulia non viene.- disse ed io sbuffai
-Allora ciao Marco.- risi nervosamente
-Okay. Se vuole falla venire- si arrese, troppo facilmente, troppo poco da lui
Io sorrisi e aspettai che se ne andasse, ma non lo fece. Continuò a fissarmi. Lo stavo per aggredire quando qualcuno mi apostrofò.
-Blake!- Giulia e la sua voce sonante.
-Hei- sorrisi e mi sporsi per abbracciarla.
-Che combinate?- chiese passando lo sguardo da me a Marco.
-Stasera fa una festa- la informai sperando venisse -vieni?-
-Cena in famiglia- sorrise falsamente -non potrei uscire in tutti i casi-
Sbuffai e lui ghignó.
-Tu vieni?- mi chiese Marco, non preoccupandosi degli occhi della ragazza castana che lo scrutavano.
-okay..- farfugliai -non avrei altro da fare- sorrisi falsamente.
La campanella suonò e noi entrammo. C'era qualcosa di strano nel suo comportamento, lo notavo. E volevo capire cosa.
La mattinata passò velocemente e così mi ritrovai a parlare con Giulia ai giardinetti, mangiando cioccolata a più non si può.
-Quindi ti piace da Luglio?- chiesi per la centesima volta con faccia paragonabile all'urlo di Munch.
-Si, più o meno.- rise quasi per la mia faccia.
-Cosa vuoi fare?- chiesi finendo il mio kinder bueno.
-Non gli piaccio, é evidente. Ma, ehi! Sono giovane, non sprecherò un minuto di più a stargli appresso- sorrise nervosamente ed io la scrutai assottigliando lo sguardo.
-E poi, ho diversi ragazzi che mi fanno la cosiddetta "corte".- rise di nuovo e mi contagiò.
-Si é fatto tardi Giù, devo andare a danza.- mi alzai dalla panchina e mi pulii il pantalone dalle scaglie di cioccolato che vi erano cadute sopra.
Lei fece lo stesso e finì il suo duplo.
Si slanciò per abbracciarmi e io ricambiai l'abbraccio mieloso che ci stavamo scambiando.
-A domani- la salutai con un bacio sulla guancia
-A domani- fece un cenno con la mano e si avviò verso casa sua.
La lezione di danza volò letteralmente e appena uscii da scuola trovai un messaggio di Bea.
"Bionda stasera andiamo assieme alla festa? Sei la mia ancora tra tanti idioti" risi leggendo il suo messaggio, ma anche per la sua finezza.
"Ovvio!" Digitai e tornai a casa, canticchiando Fedez senza un motivo.
Mi ritrovai così ad essere pietrficata davanti all'armadio non sapendo cosa diavolo indossare.
Alla fine mi andai a lavare, lasciando la decisione a dopo. Mi truccai mettendo la matita, un po' di fard, il mascara e il lucidalabbra. Arricciai i miei capelli, rendendoli ancora più buccolosi rispetto a prima. Tornai in camera e sbuffai.
Alla fine il mio sguardo cadde su un tubino blu elettrico e una giacca di pelle leggera nera. Scelsi del tacchi non troppo alti, ma carini. Mi vestii in un batter d'occhio e aspettai che Bea arrivasse. Dopo un quarto d'ora sentii la porta bussare e corsi ad aprire. I miei occhi incontrarono quelli della ragazza dalla pelle color caramello. Indossava un tubino viola, molto simile al mio. Era davvero carina con quei suoi capelli rossi lusci lisci e davvero molto lunghi che le ricadevano sul corpo, che era perfetto.
-Bionda sei un incanto!- si soprse per abbracciarmi.
-Tu sei stupenda- ammisi e lei rise.
-Seh, magari.- e mi contagiò con il suo sorriso.
-Andiamo scema!- risi e lei annuì.
Dopo un quarto d'ora ci ritrovammo a casa di Marco, strapiena di gente.
-Mai viste tante troie tutte assieme- rise ed io la seguii annuendo.
Marco ci vide e si avvicinò.
-Hei!- si avvicinò a me per darmi un bacio sulla guancia, ma mi scostai.
Si passò una mano nei capelli e ghignò.
-Carina la festa- osservó Bea e io annuii.
-Divertitevi- disse lui e si allontanò.
-Play boy dei miei stivali.- lo schernì Bea e io risi forte.
Dopo una mezz'ora eravamo sedute sul divanetto di pelle e ci divertivamo.
-Vado in bagno, mi accompagni?- chiese ed annuii.
La seguii fino al bagno e l'aspettai vicino la porta.
Mi si avvicinó Marco con un sorriso malizioso stampato in faccia.
-Non trovi nessuno che te la dia?- risi e lui ghignó.
-Ce ne sono, ma io ne voglio una sola- disse con voce roca e si avvicinò pericolosamente al mio viso.
-Quella sola sarebbe?- chiesi retorica e lui si avvicinó ancora di più.
-Quella sola saresti...- disse ma si bloccò seguendo il mio sguardo dietro le sue spalle, dove c'era Federico.
-Marco vai dalle tue troiette- disse passandosi una mano nel ciuffo e ridendo.
-Bastardo- lo trucidò con lo sguardo Marco andandosene.
Io abbassai il capo per nascondere il rossore che lui intravide.
-Vieni con me sopra?- mi chiese ed io spalancai gli occhi alla sua richiesta.
-B-bea é in bagno- farfugliai.
Mi zittì col dito e si avvicinó al mio orecchio -un attimo. Cinque minuti massimo- disse ed io, ignorando il mio mantra che mi imprecava contro in aramaico, lo seguii di sopra, puntando il mio sguardo sulla mia mano nella sua mentre salivamo le scale.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro