Riavvicinamento
[Eijiro Kirishima]
-"Mi fa male la pancia..."
-"Te lo avevo detto di non mangiare tutto quel gelato." mi rimproverò Tetsutetsu camminando al mio fianco.
Non ebbi la forza di replicare, né tantomeno di giustificare la mia azione per nulla salutare. Il dolore era così forte che faticavo a camminare in posizione eretta e il pensiero di ciò che mi aspettava a casa, di certo, non mi giovava.
Con che coraggio avrei potuto affrontare [Cognome] dopo la mia scenata di gelosia? Non so cosa mi sia preso, non mi ero mai comportato in quel modo e, dopo l'uscita con Tetsutetsu, mi resi effettivamente conto di quanto fossi stato stupido e ingiusto. Avrei dato qualunque cosa per poter tornare indietro nel tempo e impedirmi di fare quella sciocchezza.
Mano mano che ci avvicinavamo alla mia destinazione l'ansia si faceva sempre più forte, acutizzando il mio mal di pancia e, in preda al panico, strinsi con forza il braccio di Tetsutesu facendolo sussultare.
-"Che cosa faccio adesso?"
Tetsutetsu si liberò dalla mia presa e si portò le mani lungo i fianchi assumendo un'aria autoritaria.
-"Non devi fuggire dal problema, ma affrontarlo da vero uomo!" esclamò ad alta voce. -"Se continui a rimandare peggiorerai solo la situazione!"
Aveva ragione: dovevo risolvere la faccenda quanto prima, ma era più facile a dirsi che a farsi. Da quando ero uscito dal bar non feci altro che pensare alle parole giuste da dirle per scusarmi, ma ognuna di loro mi sembrava superflua e così mi ritrovai a pochi passi da casa senza avere un discorso in mente. Erano tante le cose che volevo dirle, così numerose da non avere la più pallida idea da quale iniziare.
Mi bloccai, incapace di fare un solo passo. Mi sentivo come un condannato a morte che si apprestava a raggiungere il luogo della sua esecuzione.
-"Andrà tutto bene!" mi rassicurò Tetsutetsu e mi spinse verso la porta di casa.
Quel gesto mi colse di sorpresa e rischiò di farmi perdere l'equilibrio, ma prima ancora che potessi dire qualcosa lui si era già allontanato e mi salutava con una mano.
-"Fammi sapere come va!" mi gridò per poi riprendere la sua strada fino a sparire dalla mia vista.
Ero solo con i miei problemi ancora esitante sul da farsi. La scelta giusta era entrare e affrontare la situazione, ma, come spesso succede, la strada più semplice appare più allettante e in quel caso consisteva nell'allontanarsi di lì quanto prima, distrarsi da qualche altra parte e sperare che tutto si risolvesse da sé.
La tentazione era alta, ma mi tornarono in mente le parole di Tetsutetsu di poco prima: "Se continui a rimandare peggiorerai solo la situazione!". Era la dura verità della vita. Prima o poi si è chiamati ad assumersi le proprie responsabilità per cui tanto meglio togliersi subito il pensiero per poi guardare avanti. Mi feci quindi coraggio, aprii la porta e varcai la soglia.
-"Sono tornato..."
Le parole mi uscirono di bocca con un sussurro appena percettibile. Non c'era nessuno ad accogliermi e in casa regnava il silenzio. Non potevo certo aspettarmi di trovare [Cognome] ad aspettarmi sorridente come se non fosse successo nulla... Anche se sarebbe stato bello.
-"[Nome]? Sei in casa?" domandai riuscendo, questa volta, a tirare fuori la voce.
Non ottenni alcuna risposta e iniziai a preoccuparmi. Dove poteva essere andata? Avanzai di qualche passo e fui investito da un odore così sgradevole da farmi tappare il naso. Qualcosa mi diceva che la risposta alla mia domanda avesse qualcosa a che fare con quel tanfo. Mi feci forza e, lasciandomi guidare dall'olfatto, raggiunsi la fonte di quell'effluvio: la cucina dove trovai [Cognome] ai fornelli.
"Che sta combinando?" pensai impaurito e mi sporsi oltre la sua spalla per dare un'occhiata.
Sul fuoco c'era una padella con un'abbondante porzione di riso al curry. Nulla di strano, anzi... Era un piatto che mangiavo più che volentieri. Doveva essere il mio stomaco in subbuglio a farmelo apparire così disgustoso. La visione di quel cibo, tuttavia, riuscì a strapparmi un sorriso: la quantità di riso era troppa per una sola persona il che significava che, nonostante tutto, [Cognome] aveva pensato anche a me. Forse mi ero preoccupato troppo.
Il mio entusiasmo, però, ebbe vita breve. [Cognome], che doveva per forza essersi accorta della mia presenza, non mi degnò di uno sguardo e non mi rivolse nemmeno una parola. Mi morsi nervosamente un labbro e feci qualche passo indietro per lasciarla tranquilla. Tra noi era come se ci fosse una linea invisibile che non potevo oltrepassare senza il suo permesso. Per ottenerlo dovevo sciogliere la tensione tra noi e ripristinare un contatto che, fino a quel momento, almeno da parte sua, non voleva crearsi.
-"Posso aiutarti in qualche modo?"
-"No."
Aveva risposto senza la minima esitazione e in un istante troncò il mio tentativo di avviare una conversazione. Deglutii a fatica e cercai di tenere a bada la nausea che mi tormentava. Avrei voluto lasciare la cucina, ma non potevo andarmene senza prima aver fatto pace con lei.
-"Mi dispiace tanto [Nome]..." ripresi a dire. -"Non so cosa mi sia preso prima..."
Lei non mi rispose e continuò a cucinare come se niente fosse. La sua indifferenza mi stava uccidendo, avrei preferito un qualsiasi tipo di reazione perfino che mi urlasse contro e mi riempisse di accuse.
-"Perché non dici niente...?"
-"Cosa dovrei dirti?" sbottò lei voltandosi di scatto. -"Ti rendi conto di ciò che mi hai detto? Come hai potuto pensare che io mi fossi innamorata di Bakugo!? Adesso per di più!?"
Non riuscii a reggere il suo sguardo e, per la vergogna, preferii focalizzarmi sul pavimento. Aveva tutte le ragioni del mondo per reagire così. Come potevo essere geloso di un bambino?
-"Sono stato un idiota." ammisi portandomi una mano dietro la testa e costringendomi a ristabilire un contatto visivo. -"Il fatto è che... Che..."
Ero così agitato da non riuscire a continuare la conversazione. Di tutte le cose che volevo dirle non ne usciva fuori nemmeno una. Vedendomi in quelle condizioni il volto di [Cognome] si addolcì un pochino, ma nonostante ciò non disse nulla. A quanto pare avrei dovuto espiare fino in fondo.
-"Il fatto è che ultimamente mi sento così escluso." riuscii finalmente a dire. -"Bakugo mi odia e tu negli ultimi giorni ti preoccupi solo per lui."
Alle mie parole lei sembrò combattuta. Ebbi come l'impressione che volesse avvicinarsi a me, ma, allo stesso tempo, non voleva darmela vinta così in fretta e così rimase ferma dov'era.
-"Ascolta, Eijiro..." iniziò a dire lei con un tono di voce più tranquillo. -"Mi rendo conto che ultimamente io passi gran parte del tempo con Bakugo, ma non credo che ci sia bisogno di ricordarti il motivo..."
-"Non serve." concordai. -"In queste condizioni Bakugo non può badare a se stesso e quindi ha bisogno di tutto l'aiuto possibile."
-"Esattamente e ciò non significa che io sia innamorata di lui. Per me è solo un grande amico e lo sarà per sempre."
Quelle parole mi infusero una gioia immensa che allontanò completamente il mio malumore degli ultimi giorni. Mi sentivo leggero come una nuvola, senza più alcuna preoccupazione. Era una bellissima sensazione.
-"E io, [Nome]?" domandai senza riflettere. -"Cosa sono per te?"
-"Eijiro... tu..." balbettò lei rossa in viso. -"Sei la persona più importante della mia vita, ricordatelo sempre."
Come avrei potuto dimenticare una cosa del genere? Lo avrei ricordato per tutta la vita e mai, come in quel momento, mi sentii così vicino a lei. Ci eravamo chiariti ed eravamo più uniti di prima. Avrei voluto gridare la mia felicità al mondo intero, ma dalle mie labbra non uscì alcun suono e l'unica cosa che riuscii a fare fu piegarmi per il dolore.
-"Eijiro!" esclamò [Cognome] spaventata accorrendo in mio soccorso. -"Cos'hai? Ti senti male?"
-"Mi fa male la pancia." risposi maledicendo, tra me e me, tutto il gelato che avevo mangiato e che aveva rovinato quel bel momento.
-"Forse è il caso che ti stenda un po'. Ti accompagno in camera!"
-"Non ce ne è bisogno..."
Senza aggiungere altro mi liberai dalla sua presa e con il morale a terra raggiunsi la mia stanza. Una volta chiusa la porta alle mie spalle mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi. Il dolore era molto fastidioso e non vedevo l'ora che passasse. Solo con i miei pensieri feci una promessa a me stesso: non avrei mai più mangiato gelato in vita mia.
Non seppi quanto tempo fosse passato quando sentii qualcuno bussare alla porta. Aprii gli occhi e mi misi a sedere a fatica.
-"Avanti."
La porta si aprii e vidi [Cognome] con in braccio Bakugo. Era visibilmente preoccupata.
-"Come ti senti?" mi domandò sedendosi sul bordo del letto.
-"Molto meglio." mentii, ma il mio volto doveva apparire sofferente poiché le miei parole non la tranquillizzarono affatto.
-"Vuoi che chiami un dottore?"
-"Non serve, tranquilla." le risposi, sforzandomi di sorridere. -"È solo un po' di indigestione. Oggi pomeriggio mi sono abbuffato di gelato..."
La mia risposta sembrò stupirla parecchio mentre Bakugo, dal canto suo, sembrava molto più interessato alle coperte del mio letto piuttosto che alla salute del sottoscritto. Fosse dipeso da lui, probabilmente, non sarebbe nemmeno al mio capezzale.
-"Sicuro che si tratti solo di un'indigestione?" mi chiese [Cognome]. -"Quanto gelato hai mangiato, scusa?"
-"Troppo." risposi semplicemente. -"Ero così triste oggi che ho sentito il bisogno di tirarmi su con dei dolci. Non accettavo l'idea che tu potessi aver scelto un altro..."
Le parole mi uscirono da sole senza che io potessi controllarle. Per un momento tra noi calò il silenzio mentre sentii le mie guance andare a fuoco.
-"Eijiro, cosa intendi...?"
-"Ti prego, non dire nulla!" la supplicai. Non volevo iniziare una conversazione con lei. Mi conoscevo troppo bene. Mi avrebbe chiesto che cosa intendessi con quella frase e io, in preda al panico, avrei risposto che mi ero espresso male e che doveva dimenticare ciò che aveva sentito.
No. Questa volta non volevo che andasse così. Visto che avevo iniziato tanto valeva arrivare fino in fondo e questa volta non avrei fatto l'errore di aprire bocca rischiando di dire qualche sciocchezza e rovinare il momento.
Lentamente avvicinai il mio viso al suo e chiusi gli occhi. Subito dopo le mie labbra toccarono qualcosa di strano che, senza ombra di dubbio, non corrispondeva al loro obiettivo. Aprii gli occhi confuso e vidi la manina di Bakugo premuta sulla mia bocca che mi impediva di andare oltre.
Non volevo crederci. Ancora una volta aveva mandato a monte i miei piani. Forse non era destino che io potessi essere felice con [Cognome].
Quello non era certo l'epilogo che mi aspettavo ed era, a mio avviso, molto peggio di qualsiasi rifiuto: per quanto doloroso sarebbe stato molto meno imbarazzante.
Feci per sdraiarmi nuovamente, ma un movimento di [Cognome] bloccò ogni mia azione. La vidi allontanare la manina di Bakugo dalle mie labbra e poi sistemare per bene il biondo sulle sue gambe. Ad un certo punto gli tappò gli occhi con una mano e prima ancora che potessi fare qualcosa mi scoccò un bacio sulle labbra.
Arrossimmo entrambi e in quell'istante Bakugo si liberò dalla mano di [Cognome] e ci fissò confuso come se cercasse di capire cosa fosse appena successo.
Io, invece, mi sdraiai nuovamente con un sorriso stampato in faccia e felice come non mai.
"Forse mangiare tutto quel gelato non era stata una cosa così sbagliata in fondo..."
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