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Abbandono

[Eijiro Kirishima]

Sebbene fossi sveglio da qualche minuto la mia mente era ancora nel mondo dei sogni dove non esistono i problemi e le preoccupazioni: ero, infatti, estremamente sereno e in pace con il mondo. Non c'è niente di meglio di una bella dormita per iniziare il nuovo giorno con il sorriso. Mi alzai dal letto pieno di energia e di voglia di fare, ma la porta della mia stanza attirò la mia attenzione ponendo fine a quel momento idilliaco. 

Era davvero strano, come mai era aperta? Non era mia abitudine lasciarla così. Feci dunque mente locale e in un attimo tornai alla dura realtà: [Cognome] si era offerta di badare a Bakugo e di conseguenza avevo lasciato la porta spalancata in modo tale da poter intervenire in caso di necessità. Conoscendomi era molto probabile che dormissi così profondamente da non sentire ciò che accadeva nella sua camera. Ero così stanco, infatti, che mi addormentai non appena mi infilai sotto le coperte.

Avvertii un brivido di terrore lungo la spina dorsale al solo pensiero di ciò che potesse essere accaduto durante la notte. Far addormentare Bakugo non era affatto semplice. Quando ci provai, infatti, passai una delle peggiori notti della mia vita.

Quale uomo dorme come un ghiro mentre una ragazza affronta un compito così delicato? Avrei dovuto occuparmene io, o perlomeno non lasciarla sola.

Era tardi ormai per rimediare ed era inutile pensare a tutto quello che avrei potuto fare. La mia unica speranza era che fosse riuscita a dormire almeno un po'. L'unico modo per saperlo era andare a verificare di persona. Con il cuore in gola uscii dalla mia stanza e mi diressi verso quella di [Cognome] timoroso di scoprire la verità. 

La porta era aperta e così diedi una sbirciatina. Vidi [Cognome] sdraiata lungo il bordo del letto, non sembrava una posizione comoda e al suo fianco c'era così tanto spazio da poter ospitare un'altra persona. Vicino a lei, invece, c'era solo il piccolo Bakugo che dormiva beatamente stringendo tra le manine un dito della ragazza.

Vederlo così tranquillo e con addosso quel pigiamino mi fece sorridere. Era così tenero da farmi dimenticare, per un momento, ogni mia preoccupazione. Era strano pensare che quel bambino così carino fosse in realtà il Katsuki Bakugo irascibile e scorbutico che conoscevo ormai da anni.

Mi avvicinai al letto in punta di piedi dispiaciuto di dover essere io a interrompere il loro sonno.

-"[Cognome], svegliati!" la chiamai a bassa voce scuotendola dolcemente.

Mugugnò qualcosa di incomprensibile per poi stropicciarsi gli occhi con la mano libera. Sbatté più volte le palpebre per mettere a fuoco e una volta fatto mi rivolse un sorriso, solo uno dei tanti che mi aveva conquistato.

-"Buongiorno, Kirishima. Che ore sono?" mi domandò prima di nascondere uno sbadiglio.

-"È ancora presto, ma dobbiamo prepararci per andare in agenzia."

Attesi pazientemente che si svegliasse completamente prima di rivolgerle la domanda che tanto mi preoccupava. 

-"Sei riuscita a dormire almeno un po'?"

-"Fortunatamente sì. Mi sono addormentata praticamente subito."

-"Lo immaginavo! Mi dispiace tanto [Cogn-]... Aspetta! Come hai detto!?"

-"Ho detto che fortunatamente sono riuscita a dormire. Ero così stanca che sono crollata all'istante."

Ero senza parole. Non mi aspettavo minimamente quella risposta. Mi ero davvero preoccupato per nulla?

-"Vuoi dire che Bakugo non ti ha causato alcun problema?" le chiesi incredulo ricordando la mia nottataccia insieme a lui.

-"È stato un bravo ometto." mi rispose entusiasta. -"È stato tranquillo per tutta la notte. Solo ad una cert'ora si è agitato un po', ma è bastato dargli la mano." detto questo mi indicò il suo dito ancora stretto tra le sue manine.

In quel momento anche il piccolo si svegliò, attirando la nostra completa attenzione. Si stropicciò gli occhi e fece un lungo sbadiglio senza tapparsi la bocca.

-"Buongiorno, Bakugo!" lo salutò allegramente [Cognome] mettendolo a sedere sul materasso.

Lui non le rispose continuando ancora per un po' a passarsi la manina sul viso. Una volta sveglio ci scrutò attentamente con i suoi occhi cremisi.

-"Sai... Ieri sera, dato che dormiva profondamente, ne ho approfittato per coccolarlo un po'." mi confidò [Cognome] portandosi una mano dietro la testa con aria colpevole. -"Non ho saputo resistere. Le sue guance sono così morbide."

-"Davvero?"

-"Assolutamente. Verificalo tu stesso."

Non me lo feci ripetere due volte, poiché fui troppo preso dalla curiosità. Mi sedetti sul letto e avvicinai un dito alla sua guancia. Aveva ragione: era così soffice e vellutata. Era comprensibile che non fosse riuscita a resistere. Io stesso non volevo più smettere.

-"È vero!"

Ero così preso da non notare che Bakugo, a differenza mia, non lo trovava piacevole. Non notai il suo sguardo accigliato pieno di disappunto e non mi accorsi che aveva aperto la bocca fino a che non riuscì a mordermi il dito. Il dolore e la sorpresa mi fecero ritrarre la mano e tutte le cose positive che avevo pensato di lui fino a poco prima.

-"Bakugo!" esclamò [Cognome] allibita. -"Non si danno i morsi! Cattivo!"

Lui non mi toglieva gli occhi di dosso, fulminandomi con lo sguardo. Mi sentii in soggezione. Il suo carattere non era cambiato affatto: era dolce solo in apparenza.

-"Ti ha fatto molto male?"

-"Non è niente." la rassicurai ed esaminai il dito: fortunatamente non sanguinava, ma aveva lasciato il segno con i suoi dentini.

Quando alzai lo sguardo vidi che Bakugo aveva cambiato espressione. Sembrava teso, come se stesse compiendo un enorme sforzo. Anche [Cognome] si accorse di questo cambiamento e a giudicare dalla sua faccia aveva capito cosa ciò significasse. Non avevo idea di cosa stesse accadendo, ma subito dopo la risposta arrivò forte e chiara.

Scattai in piedi inorridito ed indietreggiai di qualche passo, per poi rivolgermi a [Cognome].

-"Visto? Cosa ti avevo detto? Lo fa apposta!"

-"Non ti sembra di...?"

-"Non provare a difenderlo! Si è arrabbiato perché gli ho toccato le guance e così ha deciso di vendicarsi!"

Ero sicuro di ciò che dicevo e non potei fare a meno di rabbrividire al pensiero di ciò che avrei dovuto affrontare. [Cognome] mi raggiunse, posò le mani sulle mie spalle e mi fissò comprensiva.

-"So bene che per te non è una passeggiata, ma non possiamo lasciarlo così."

-"Beh... In fin dei conti non sta piangendo." le feci notare speranzoso. -"Non potremmo far finta di nulla?"

-"Direi di no."

Temevo quella risposta, ma in fondo non potevo aspettarmi qualcosa di diverso. Cambiargli il pannolino era la cosa giusta, ma farlo non era affatto piacevole ed ero il solo che potesse portare a termine quel compito così gravoso.

-"D'accordo, ma lo faccio solo per te."

Il suo sguardo si riempì di gratitudine e mi scoccò un bacio sulla guancia.

-"Sei il miglior ragazzo che conosca!"

Dopo quel complimento uscì dalla camera per recuperare ciò che serviva per il cambio. Mi avvicinai al letto, mi inginocchiai a terra e fissai Bakugo dritto negli occhi.

-"[Cognome] può dire tutto quello che vuole, ma io sono sicuro che tu ti stia divertendo."

Come era prevedibile lui non mi rispose, ma resse il mio sguardo senza fare una piega. Un minuto dopo eravamo tutti e tre sul letto pronti all'intervento. Prima di iniziare rivolsi un ultimo sguardo a Bakugo.

-"Quando tutto questo sarà finito sarai in debito con me per tutta la vita."

Rispetto alla prima volta filò tutto liscio. Fortunatamente Bakugo non fece alcun capriccio, anche se ero più che sicuro che la sua collaborazione non fosse dettata dalla generosità, piuttosto dal desiderio di non perdersi nemmeno un istante dei miei sforzi. Una volta terminato il lavoro andai in bagno a lavarmi le mani.

Era un toccasana sentire l'acqua calda e il sapone sulla pelle, ma nonostante la quantità usata non riuscivo a togliermi dalla testa quell'odore sgradevolissimo. Come è possibile che un bambino così piccolo ne facesse così tanta? Mi veniva da piangere al pensiero di quante altre volte avrei dovuto cambiarlo...

Dopo essermele sciacquate per l'ennesima volta uscii finalmente dal bagno e vidi [Cognome] seduta sul divano che finiva di vestire Bakugo. Per quel giorno aveva deciso di fargli indossare dei pantaloncini blu e una magliettina bianca, vestiari che aveva preso il giorno prima in quel negozio di abbigliamento per i più piccoli. Mentre gli indossava le scarpine si accorse della mia presenza.

-"È avanzato un po' di caffè. Ci sono anche i biscotti, se li vuoi." mi informò sorridendo.

-"Ti ringrazio." 

Mi servii da bere e mangiai qualche biscotto. Non avevo molta fame, ma mi sforzai comunque di mettere qualcosa sotto i denti, altrimenti ne avrei risentito più tardi. Fu una colazione veloce, consumata in piedi e senza molta voglia. Dopo aver dato una sistemata veloce, andammo a cambiarci e finalmente uscimmo di casa per recarci in agenzia.

-"Cosa facciamo con Bakugo?" domandai una volta arrivati e mettendolo a terra.

-"Possiamo provare a fargli fare qualcosa, disegnare ad esempio."

-"Pensi che funzionerà?"

-"Non ne ho idea. Scopriamolo."

Andò alla sua scrivania e tirò fuori un foglio bianco e una penna rossa. Non appena glieli diede Bakugo iniziò immediatamente a disegnare, o meglio a scarabocchiare il foglio con linee e linee di inchiostro.

Entrambi tirammo un sospiro di sollievo. Sembrava che si stesse divertendo e quindi, per un po', ci avrebbe lasciato tranquilli. In quel momento, però, il telefono dell'agenzia squillò. In un lampo lo raggiunsi e risposi.

-"Pronto?"

-"Red Riot, sono Ishikawa! Ci serve il tuo aiuto!

[Nome Cognome]

Lo spettacolo di Bakugo alle prese con un disegno che solo per lui aveva un senso mi conquistò totalmente. Mi inginocchiai a terra e diedi un'occhiata da vicino: era molto concentrato in ciò che faceva, continuando a riempire il foglio di scarabocchi rossi. La penna, stretta nella sua manina, non smetteva un attimo di correre su quella superficie bianca.

-"Psst! [Cognome]!"

Mi voltai e vidi Kirishima con aria preoccupata farmi cenno di avvicinarmi a lui. Mi alzai in piedi e lo raggiunsi. 

-"Cosa c'è?"

-"Ha chiamato l'agente Ishikawa. C'è bisogno del mio aiuto sul campo."

Non era una cosa così strana nella professione di eroi professionisti, ma in un attimo capii il motivo della sua preoccupazione. Sarebbe dovuto andare da solo: uno di noi doveva restare con Bakugo e a quanto pare toccava a me.

Da quando avevamo iniziato lavorare insieme avevamo sempre agito come una squadra, mentre Bakugo preferiva lavorare per lo più da solo. Era capitato diverse volte che accettasse degli incarichi senza dirci nulla. Per noi era diverso, non ci era mai passata per la testa l'idea di entrare in azione da soli.

-"Io... Insomma tu...?"

Non sapevo esattamente cosa dire. Nonostante la situazione il nostro lavoro e la nostra agenzia dovevano andare avanti.

-"Cercherò di tornare il prima possibile." mi rassicurò lui.

C'erano tante domande che avrei voluto fargli, ma non riuscivo a formularne nemmeno una e non potevo fargli perdere del tempo prezioso.

-"Ti prego, fai attenzione!"

-"Non ti preoccupare! Ci vediamo dopo!"

Aprì quindi la porta e se ne andò. Quel gesto lasciò dentro di me un certo turbamento. Avevo paura, il fatto di non poter essere con lui significava trascorrere le prossime ore come un'incognita. Non sapevo, infatti, cosa fosse successo e né cosa avrebbe dovuto fare. Tornai da Bakugo anche se la mia mente era ancora rivolta a Kirishima.

"Non c'è alcun motivo di preoccuparsi." pensai cercando di infondermi coraggio. "È un ragazzo forte e sa quello che fa."

Non dubitavo affatto delle sue capacità, ma il solo pensiero di perderlo mi terrorizzava. Era come se solo in quel momento mi fossi resa conto quanto, effettivamente, potesse essere pericoloso il nostro lavoro. 

Quel turbinio di pensieri fu interrotto da Bakugo che aveva smesso di disegnare e mi porgeva fiero il suo lavoro. Lo presi tra le mani ed assunsi un'espressione di esagerato stupore.

-"Che meraviglia! Sei bravissimo!"

A giudicare dal suo visino le mie parole gli avevano fatto piacere. Riprese il foglio ed iniziò a guardarsi intorno, subito dopo si allontanò da me gattonando.

-"Ehi! Dove vai?"

Mi misi in piedi e lo inseguii. Bakugo continuava a guardarsi intorno e la sua attenzione fu presto catturata da una porta chiusa. Gli si avvicinò il più velocemente possibile e una volta raggiunta iniziò a colpirla con una manina.

-"Che cosa fai?" gli domandai confusa. Non riuscivo a capire come mai se la stesse prendendo con la porta del bagno.

Lui mi fissò un momento e poi tornò a colpire quella superficie in legno. 

-"Vuoi vedere cosa c'è?"

Mi avvicinai e gli aprii la porta. Lui rimase fermo dov'era e fissò attentamente la stanza che gli era apparsa davanti. Qualche istante dopo iniziò a piangere a gran voce, mollando il disegno e coprendosi il visino con le braccia. 

-"Cosa c'è? Perché stai piangendo?" 

Fu tutto così improvviso che mi spaventai parecchio. Lo presi in braccio e lui affondò il faccino nell'incavo della mia spalla senza smettere di singhiozzare. Mentre le sue lacrime mi bagnavano la maglietta provai a risalire alla causa di quel pianto. Era molto difficile capire cosa volesse dato che non poteva parlare e così avanzai diverse ipotesi, scartandole mano mano. Non poteva avere fame e il pannolino sembrava ancora a posto... Ecco che allora mi venne in mente la ragione più plausibile. 

-"Stai facendo così per Kirishima?" Ovviamente lui non poteva rispondermi, ma ero sicura che fosse quella la motivazione. -"Non c'è bisogno di piangere! Vedrai che tra poco torna!"

Le mie parole non sembravano avere alcun effetto. Recuperai allora il foglio che aveva abbandonato e tentai di attirare la sua attenzione.

-"Guarda qui, Bakugo! È il tuo bellissimo disegno! Ti va di farne un altro insieme a me?"

Il suo pianto sembrava non avere fine e mi dispiaceva troppo per lui. Mi stava facendo molta pena: come avrei potuto fargli capire che Kirishima, in realtà, non lo avesse abbandonato e che presto sarebbe tornato da noi? 

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