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prologo ;


Prologo ;

Choi Dan Bi odiava molte cose. L'ipocrisia della gente, ad esempio. Le barrette di cioccolato completamente sciolto. I biscotti sbriciolati. Le torte bruciate. Il sapore dello sciroppo per la tosse. Ma, al di sopra della lista, c'era lei; la scuola.

Alzarsi presto la mattina; lottare per il possesso del bagno con il fratello maggiore; mangiare in fretta e furia la colazione e sfrecciare come un razzo verso il pullman: la ragazza detestava tutto ciò con ogni cellula del proprio essere.

Ah, ed anche i mormorii degli studenti le davano sui nervi.

Camminava nel corridoio che portava alla sua aula con un sorrisone stampato sul viso, le mani strette attorno alle cinghie dello zaino e le cuffie alle orecchie. Andò a sbattere contro qualche studente dall'espressione allegra quanto la sua, e subito si affrettò a fare inchini e chiedere perdono.

Meglio fare buon viso al cattivo gioco, si ripeteva sempre. Quell'edificio malefico le prosciugava l'anima? Bene, lei non avrebbe permesso che quest'ultimo le incrinasse il sorriso e la gioia di vivere. Essere ottimisti e mostrare a tutti il proprio lato spensierato e felice; Dan Bi era convinta che bastasse ciò a salvare i poveri allievi dalle grinfie odoranti di gesso della scuola.

Arrivò davanti alla porta lignea della sua classe e si tolse le cuffie. Non aveva alcuna voglia di entrare, ascoltare le spiegazioni inutili dei professori e sperare che la campanella suonasse in anticipo, magari per qualche allarme antincendio. Ma varcò la soglia ugualmente, al pensiero che avrebbe rivisto i suoi amici.

L'ambiente era piccolo, troppo piccolo per ospitare trenta ragazzi in preda a crisi ormonali. Dan Bi si avviò verso il suo banco, posto in fondo, lasciò cadere lo zaino per terra con un tonfo e si accasciò sulla sedia scricchiolante.

Appoggiò la testa sulle braccia e fece per chiudere gli occhi; ma qualcuno si sedette sul banco, rischiando di rovesciarlo. — Buongiorno, Raggiodisole. — La salutò Nam Rin Hee, la sua migliore amica. Era una bella ragazza, alta, snella, dai lunghi capelli neri ed affilati occhi scuri. Sebbene il suo posto fosse proprio accanto a quello di Dan Bi, le piaceva appollaiarsi sul banco della compagna e guardarla dall'alto al basso; giusto per prenderla in giro del fatto che la superasse di dieci centimetri buoni.

— Buongiorno anche a te — sbadigliò l'altra, stiracchiandosi. — Oggi sarà una bellissima giornata, me lo sento! — Si passò le dita tra le ciocche dei suoi capelli castani e sorrise ancora di più.

Rin Hee fece una smorfia e scese dal tavolino, per poi accomodarsi al suo posto. — Il tuo ottimismo mi fa venire il voltastomaco — disse, rabbrividendo. Dan Bi scoppiò a ridere e si avvinghiò al suo braccio, posandole la testa sulla spalla.

L'aula si stava man mano riempiendo. Le voci concitate degli allievi creavano una cacofonia di suoni nella piccola stanza, rendendola ancora più minuscola ed opprimente.

Vide Ha Gi e Sung Gi che parlavano fitto fitto, come se stessero complottando qualcosa per la conquista del mondo, ed alzò il braccio per salutarle. Loro risposero al cenno con un bacio volante. La prima era una ragazza bassina ed attraente, con i capelli blu e la pelle color caffelatte. La seconda era una diciottenne alta, formosa, dai capelli biondo scuro e grandi occhi azzurri come l'oceano (eredità della madre di origini francesi).

Poi entrò lei, ed il sorriso le morì sulle labbra.

Park Sung Jin, la figlia del Giudice Park, l'uomo più ricco ed influente di tutta la città. Bella da far schifo, prosperosa, sensuale, dai capelli lisci come la seta e grandi occhi colmi di espressione. L'unica pecca era il suo carattere odioso ed irritante, da reginetta della scuola.

Ancheggiò fino al centro dell'aula e posò una mano sul fianco. — Salve — squittì, con la voce più alta di un'ottava. Amava stare al centro dell'attenzione, cosa che successe in quel momento: la fauna maschile presente nella stanza era incapace di levarle gli occhi da dosso. — Mio padre mi ha detto che oggi ci sarà una sorpresa da parte del professor Kang e della professoressa Park. Non posso dirvi altro, so solo che vi piacerà da impazzire. — Calcò le ultime due parole, si scostò i capelli dal viso e si sedette sulle gambe di Kim Him Chan, allacciando le sue braccia pallide attorno al collo del ragazzo.

Lui sorrise e la lasciò fare. È un peccato che sia bello da far spavento, ma tremendamente idiota, si ritrovò a pensare Dan Bi, distogliendo lo sguardo dalla scena raccapricciante. Prese il suo libro di scienze e lo aprì, sfogliandone le pagine.

Tentò di ignorare le voci dei compagni che chiedevano spiegazioni a Sung Jin. Era inutile che assecondassero quella gallina, tanto avrebbero saputo tutto quella mattina stessa. — Vorrei infilarle una matita nell'occhio — sibilò Rin Hee con quanta cattiveria possibile.

— Io no, — replicò con calma Dan Bi, — rovinerei la mia matita.

La voce acuta di Yoo Young Jae, il "nerd sexy" per eccellenza, ebbe il potere di farle alzare lo sguardo. — Smettetela di fare domande! Ora arriva la professoressa Park e ce lo dice. — Si sistemò gli occhiali tondi sul naso e soffiò via le ciocche dei suoi capelli arancioni dagli occhi neri. La bellezza naturale del giovane non passò di certo inosservata, e molte ragazze sospirarono con adorazione.

— Guastafeste, — s'intromise Jung Dae Hyun, mettendo su un finto broncio, — non vedi che la nostra Sung Jin, — indicò la sopracitata con un cenno del capo, — voleva che tutti pendessero dalle sue labbra? — Le sorrise ed ammiccò. Un ragazzo irritante, sarcastico, arrogante ed iperattivo; che utilizzava la sua sensualità ed avvenenza al fine di far cadere ai suoi piedi tutte le persone di sesso femminile.

Ha Gi roteò gli occhi e Sung Gi mimò un conato di vomito. — Non me ne ero mica accorta — disse la seconda, scuotendo il capo con finta rassegnazione. Choi Jun Hong, dall'alto del suo metro e ottantasette, scoppiò in una risata cristallina.

Sung Jin le rispose sollevando il dito medio e le sue scagnozze scossero la testa, schifate. — Non è affatto vero — replicò. — Io so che cosa ci diranno i professori.

Kim Woo Ri, un'incantevole (e soprattutto cazzuta) diciottenne dai corti capelli biondi, s'intromise nel discorso: — Non lo metto in dubbio, Sung Jin-ssi. Ma ora dovresti chiudere il becco e lasciare che il tempo faccia il suo corso. — Si scrocchiò le dita e riprese a parlare con il suo compagno di banco, Bang Yong Guk. Diciotto anni, magro come un chiodo, muscoloso e molto alto. Aveva alcuni tatuaggi sul petto e sulle braccia, i capelli rasati ai lati e gli occhiali rotondi. Inutile dire che era molto attraente. Non parlava mai, soprattutto per timidezza, ma il suo sorriso aveva il potere di scaldare anche il cuore più freddo della persona più malvagia.

Sung Jin roteò gli occhi e diede un bacio sulla guancia ad Him Chan; poi si sedette al suo posto, davanti al giovane. Ovviamente al centro esatto dell'aula, dove tutti potevano ammirarla nella sua perfezione.

— Buongiorno, ragazzi. — Gli alunni scattarono in piedi alla vista del professor Kang, il loro insegnante di scienze. L'uomo posò la valigetta sulla cattedra e si sfregò le mani, un sorriso che gli increspava le labbra attorniate da una lieve barbetta. — Ho un annuncio da fare.

Dan Bi sorrise e si sporse in avanti, tendendo le orecchie. Il ragazzo davanti a lei era più alto e copriva tutta la visuale, quindi doveva fare il triplo dello sforzo per guardare il prof in faccia.

La porta si spalancò di colpo. Un tipo basso, muscoloso e dai capelli argentati crollò in avanti, affaticato dalla corsa. Lo zaino che portava in spalla si scucì ed i libri caddero sul pavimento. — Presente, professore! — ansimò, sollevando il braccio. Moon Jong Up, sempre in ritardo.

Non era colpa sua, però, rifletté Dan Bi. Non ricordava mai dove fosse la sua aula, quindi si perdeva all'interno della scuola.

Kang soffocò una risata ed annuì. — Va pure a sederti, Moon.

La classe non fu clemente con Jong Up. Scoppiarono a ridere quando il giovane si chinò a raccogliere i libri e corse al suo posto, accanto a quello di Jun Hong. Quest'ultimo gli porse la sua bottiglietta d'acqua.

— Dicevo, prima di essere interrotto, — lanciò un'occhiata eloquente al ritardatario e scosse la testa, quasi divertito, — che ho un annuncio da fare. — Si bloccò ed abbracciò la sala con uno sguardo. — Lee Bo Na è assente?

La compagna di banco della ragazza, Hyo Rin, scrollò le spalle. — Probabilmente è in sala computer, professore.

Ad aggiornare il suo blog scolastico, dove sono scritti i segreti inconfessabili di tutti gli alunni, proseguì Dan Bi, ma tenne rigorosamente le labbra sigillate. Lee Bo Na sapeva ogni cosa di ogni studente della scuola, e non perdeva occasione per digitare vita, morte e miracoli del poverino che aveva preso di mira. Nonostante questo, la gente la rispettava e chiedeva aggiornamenti (anche perché la giovane era simpatica ed ironica). L'articolo di quel giorno, trattava di Wu YiFan, il ragazzo canadese della classe accanto.

Il prof annuì, pensieroso, poi fece le spallucce. — Bene. Fatele sapere quello che dirò ora. Il preside mi ha dato il permesso, vista la vostra impeccabile condotta.

Dae Hyun ridacchiò. — Impeccabile?

Kang soppesò le parole del ragazzo. — Nonostante i continui rimproveri da parte dei professori, questa è una classe eccellente. Ecco perché... — Fece una pausa, giusto per creare suspense. In quel momento, si sarebbe potuto sentire uno spillo che cade.

Dan Bi si stava mordicchiando le unghie a causa dell'ansia, mentre il cuore le batteva velocemente nel petto. —... andremo in campeggio per due settimane!

Fu come se fosse esplosa una bolla. Un coro di urla felici si riversò nell'aula ed alcuni ragazzi saltarono sui banchi, traboccanti di gioia. Jun Hong lanciò un libro in aria; Ha Gi rovesciò il suo banco e Dae Hyun si tolse la maglietta.

Due settimane lontana dal caos della città, in compagnia dei suoi amici e del professore più in gamba della storia... Dan Bi era al settimo cielo. Sarebbe stata la sua prima volta nella natura incontaminata, e non vedeva l'ora di dormire in tenda ed arrostire dolcetti sul fuoco. — Rin Hee, è fantastico! — squittì, prendendole le mani.

L'altra annuì vigorosamente. — Evitare di prendere in giro la tua bassezza per una settimana ha funzionato: il karma mi ha ricompensata! — E abbracciò l'amica, senza darle il tempo di rispondere per le rime.

Dan Bi rise. In fondo, Rin Hee aveva ragione.

Kang riportò l'ordine battendo vigorosamente le mani. — Dae Hyun, vestiti. Jun Hong, raccogli quel libro. Sung Jin, smettila di baciare Him Chan. — Si massaggiò il naso, stringendolo tra il pollice e l'indice. — Con me, verrà la professoressa Park. In questo modo, i genitori saranno più tranquilli. Andremo a Jeonju, una delle campagne più belle di tutta la Corea del Sud.

La mano di Young Jae scattò verso l'alto. Dopo che il prof gli ebbe dato il permesso di parlare, il ragazzo domandò: — Come mai proprio in campeggio? — Si aggiustò di nuovo gli occhiali sul naso; ma Dae Hyun gli diede uno scappellotto sulla nuca e le lenti volarono in avanti.

La replica non si fece attendere. — Beh, stiamo affrontando le piante... sarebbe interessante studiarle da vicino, non credi? — Sorrise calorosamente. — Sarà una nuova esperienza. Vedrete, vi divertirete un mondo!

— Dovremo portarci delle tende?

— I sacchi a pelo?

— O staremo in alcune casette?

— Mio padre mi farà portare il camper — disse Sung Jin, mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. — Vuole il meglio, per me.

Dan Bi alzò gli occhi al cielo e strinse i pugni. — Non penso che sia possibile — intervenne, prima che potesse rendersene conto. Quando si accorse di avere gli occhi della classe puntati addosso, avvampò fino alla punta delle orecchie e sorrise timidamente.

Kang mosse placidamente il capo. — Dan Bi ha ragione, Sung Jin. Andremo tutti insieme in pullman. Comunque sì, ci saranno delle casette di legno nel posto in cui andremo a soggiornare, dal momento che staremo lì due settimane — spiegò, nel modo più calmo possibile.

Hye Sun domandò: — Cucineremo da soli?

— No, c'è una mensa in cui mangeremo tutti insieme — disse Kang.

— Faremo delle escursioni? — volle sapere Jun Hong.

Il prof annuì. — Certamente. Per chi è allergico agli insetti, o a qualche tipo di pianta, che si porti qualcosa contro le allergie, d'accordo? — Aggirò la cattedra e si sedette sulla sedia, aprendo la valigetta ed estraendo il libro di biologia.

— Poi ci dirà tutto per bene, vero, professore? Mia madre è pignola su questo genere di cose. — Sung Gi appoggiò il mento sul palmo della mano ed attese una risposta; che fu un secco: — Certamente.

Evidentemente il prof aveva già perso troppo tempo. Voleva fare lezione. — Andate a pagine duecentoventi. Oggi studieremo la fotosintesi.


a/n: ed ecco il primo chappy - più che altro è un mini prologo, ma okay - ! sono già arrivata al 5, so non ci metterò molto ad aggiornare MUAHAHAHAHAHAHHAHA. spero che vi sia piaciuto e fatemi sapere che ne pensate dei personaggi. un beso. 

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