Chapter six
Non ero mai stata veloce nella corsa, sin da quando ero bambina. I miei amici non ci mettevano molto a prendermi, ed io non potei fare a meno di rassegnarmi nel corso degli anni: non sarei mai stata brava quanto lo era Jinn, mia sorella. Ci sfidavamo spesso a chi fosse riuscita ad arrivare prima all'angolo della strada che distava pochi metri da dove ci trovavamo noi. Lei riusciva sempre a battermi. Ma poi la sua malattia era progredita a dismisura tanto da non permetterle più di camminare. Fu un duro colpo per Jinn, che quasi mi odiava perché non sfruttavo al massimo il mio corpo cosa che lei, se fosse stata bene, avrebbe fatto senza pensarci. Quando morì mi sentii terribilmente sola, perché in lei vedevo non solo una sorella ma anche una confidente, un'amica. E nonostante pensassi a lei in quel momento, mentre non smettevo di chiedermi se sarei sopravvissuta o meno quella sera, le mie gambe non resistettero più di qualche minuto tanto da non riuscire a reggermi in piedi e a crollare in ginocchio. Lacrime calde rigavano il mio viso, sapevo di aver perso.
«Abigail, che sorpresa» ridacchió Zayn. Sentivo i suoi passi alle mie spalle.
«La conosci Zayn? Diamine è mai possibile che rischiamo di farci scoprire per colpa di questa stronza?» borbottó il suo amico avvicinandosi.
«Non proprio, è amica della ragazza di Harry» spiegò Zayn, mentre io tentavo di alzarmi.
«Harry ha una ragazza? Il riccio ha messo la testa a posto a quanto vedo» ghignó l'altro.
«A quanto pare si Rob, credo si sia innamorato davvero» disse Malik sarcastico provocando la risata del biondo.
«Cosa facciamo con lei Zayn? Dovremmo portarla a James, sai che lo verrà a sapere»
Chi era questo James? E perché volevano portarmi da lui?
«Per favore, riportatemi a casa, non dirò nulla riguardo a quello che ho visto» alzai lo sguardo incontrando quello di Zayn.
«Decidiamo noi cosa fare, ringrazia di essere ancora viva» tuonó Rob.
«Non la porteremo da James, non è nello stato adatto per affrontare una conversazione con lui, sai che la distruggerebbe psicologicamente» ringhió il moro.
«Come vuoi Malik, ma io ti ho avvisato. Lo sai meglio di me come è fatto. Adesso andiamo, non vorrei altri occhi indiscreti» affermò il biondo rivolgendomi un occhiataccia.
Zayn mi porse la mano, ed io la accolsi stringendola e reggendomi in piedi grazie ad essa.
Il tragitto in auto fu a tratti silenzioso. Rob, che scoprii essere Robert il suo nome per intero, scambiava a volte qualche parola con Zayn il quale lo liquidava con dei cenni o risposte brevi. Il suo sguardo era rivolto interamente alla strada di fronte a noi, ma lo beccai più volte guardarmi, tradito dal riflesso nello specchietto. Inevitabilmente le mie guance si tinsero di rosso e decisi che sarebbe stato meglio concentrare la mia attenzione sul paesaggio circostante.
Zayn dovette svegliarmi poiché senza accorgermene ero crollata. Non vedevo l'ora di farmi una doccia e mettermi sotto le coperte, mi bastava questo. Aveva aspettato finché non fossi entrata in casa, premuroso da parte sua, ma sapevo che era costretto in qualche modo e che non gli facesse poi così tanto piacere. Guardai l'orario, segnava l'una. Mia madre probabilmente stava già dormendo, e fu un impresa salire le scale senza che esse non emettessero un cigolio poco silenzioso. Poi le luci del corridoio si accesero.
«Abigail, sei tu?» chiese lei sbadigliando.
«Si mamma, torna a dormire adesso» la intimai.
«Dove sei stata?» ignoró ciò che le avevo detto.
«Con degli amici» mentii.
«Umh okay, allora buonanotte A» mi schioccò un bacio sulla fronte per poi tornare in camera sua.
3 novembre 2016
Water's getting rough, swimming in your stuff, I just wanna get to the shore
I drowning in memories of you that I try to ignore
Still, I'm playing, hanging with the ghosts, telling them the story of you
They always laugh at my jokes as we dance through the roof
Ascoltare della buona musica seduta sul divano e sorseggiando un tazza di the al limone era ciò che più amavo fare quando sentivo che l'inverno era quasi alle porte. Oppure dopo una stressante giornata trascorsa sui libri, lo ritenevo l'ideale. La pioggia era abbastanza forte, quasi da sovrastare le note di all this love. Era la tipica giornata da plaid e film d'amore, opzione che avrei volentieri scelto se mi si fosse proposto di uscire fuori. Avevo inoltre deciso di trascorrere una serata solo io e mia madre per farmi perdonare di aver fatto saltare il nostro appuntamento fisso davanti alla tv lo scorso martedì.
L'orologio segnava le 21, di lì a poco mia madre sarebbe rientrata da lavoro, ed io stavo terminando di apparecchiare la tavola. Posizionai un vaso di orchidee al centro, per completare il tutto. Il rumore delle chiavi nella toppa attirarono la mia attenzione, così che mi precipitai all'ingresso sorridente. Ma il mio sorriso si spense quando vidi che non era da sola.
«Ciao tesoro, mentre rientravo ho incontrato un tuo amico e allora ho pensato di farlo restare a cena da noi» spiegò lei entusiasta, mentre faceva accomodare Zayn.
«Se non vi dispiace, vado di sopra ad indossare qualcosa di più comodo. Zayn caro fai come se fossi a casa tua» gli sorrise mia madre per poi salire le scale.
«Cosa diamine ci fai tu qui?» gli chiesi sottovoce, non volendo farmi sentire.
«Ero venuto a parlarti, tua madre mi ha visto e mi ha invitato ad entrare» spiegò annoiato.
«A parlarmi? Non credo che abbiamo qualcosa da dirci noi due» puntualizzai seccata.
«Ti sbagli, hai visto cose alle quali non avresti mai dovuto assistere. Sta a me metterti in guardia su ciò che potrebbe capitare se ti scappasse qualcosa con qualche tua amica» mi guardò severo.
«Non ne farò parola con nessuno. Ma per lo meno credo di meritare una spiegazione. Oramai ho visto, e la curiosità sta prendendo il sopravvento» spiegai, facendolo accomodare sul divano.
«Bene» prese posto sospirando «c'è una banda qui a Killeen, una specie di mafia. Controllano parte della città, fanno dei favori a molti abitanti. Quest'ultimi promettono in cambio dei soldi, come per ringraziargli. Una somma che va versata il primo giorno del mese, e se la consegna salta uno di loro va a cercare il diretto interessato. Arrivano a torturarli per ottenere ciò che vogliono. E James, l'uomo di cui parlava Robert, è a capo di tutto questo. Se venisse a sapere che tu sei a conoscenza di tutta questa storia, ti metterebbe in mezzo, o potrebbe decidere di ucciderti»
Ascoltai attentamente la sua spiegazione, e più andava avanti più sentivo dentro di me un brivido che saliva lungo la schiena. Avevo paura, e mi maledii per essere capitata in una situazione così complicata, e di farmi sopraffare dalla voglia di scavare più affondo nelle cose quando avrei dovuto starmene sulle mie.
«E tu cosa centri con queste persone? Fai parte anche tu di questo circolo?» forse era questo che più mi importava, sapere cosa ci facesse con quelle persone poco raccomandabili.
«Si può dire di si. Sono uno degli uomini di cui James si fida di più, tanto da lasciarmi il controllo dei suoi dati personali e del suo archivio. Ma non ci sono solo io, anche Liam ed Harry» spiegò Zayn, lasciandomi sempre di più senza parole.
Non avrei mai pensato che anche gli altri due potessero far parte di una cosa così illegale. Povera Cindy, non sapeva di avere accanto un delinquente.
«Perché ho l'impressione che tu non faccia a meno di finire nei guai? A perseguitare quella povera gente innocente che si è fidata di mascalzoni come voi!» scattai all'impiedi alzando il tono della voce.
«Abbassa la voce Abigail, tua madre potrebbe sentirci» mi disse severo.
«Non ci penso neanche! Così magari ci pensa due volte a far entrare in casa degli sconosciuti» ringhiai, sentendo il battito del mio cuore andare veloce.
«Capisco che sei arrabbiata e spaventata, ma ti chiedo solo di stare tranquilla» posò la sua mano sulla mia spalla. Ripresi a respirare regolarmente.
«Perché ti vuoi far rovinare da questo James?» mormorai.
«Abigail, James è mio padre»
Questo sì che era un gran problema.
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