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Chapter seven

La rivelazione di Zayn mi costrinse in qualche modo a prolungare la sua visita anche dopo la cena che mia madre aveva preparato per il nostro ospite. Io non vedevo l'ora che finisse, avevo bisogno di altre risposte alle domande che per tutta la sera mi erano afrullate per la testa. Guardai Zayn speranzosa, lui aveva capito che stessi scalpitando un po' e che avrei voluto finisse presto. Mia madre sembrava non essersi accorta di questa mia agitazione, e ne fui contenta.

«Zayn caro assaggia una fetta della mia torta. È buonissima!» lo intimó lei sorridendogli.

Pure la torta aveva preparato.

Io alzai gli occhi al cielo, Zayn invece mi guardò ridacchiando per poi rifiutare l'invitante torta alle mele poiché era già troppo pieno. Potei benissimo comprenderlo, da sempre mia madre quando venivano amici di famiglia a casa sfoggiava le migliori ricette per mostrare le sue doti culinarie. Gli amici però erano per di più di mio padre, che venivano in compagnia delle rispettive mogli. Quest'ultime erano decisamente antipatiche e viziate, di certo i loro mariti non le facevano mancare nulla. I colleghi di mio padre e lui stesso lavoravano in un importante azienda di automobili a New York e ciò comportava vederlo poche volte a casa poiché la maggior parte del tempo era in giro per il mondo per chiudere qualche affare oppure, come avevo iniziato a pensare un giorno, ad avere degli incontri con altre donne. Mia madre non aveva mai creduto alle mie perplessità, dicendo che lui l'amava e che faceva tutto questo per portare a casa il pane e i soldi che sarebbero serviti per pagarmi l'università.

«Mamma io e Zayn andiamo in camera mia» dissi di getto, mia madre mi sorrise.

«Va bene Abigail, ricorda di lasciare la porta aperta» sottolineó l'ultima parola.

Non avremmo fatto nulla mamma, se è quello che vuoi sapere.

«Quindi ricapitolando tu sei il figlio di uno dei capo banda più temuto di questa città, svolgi delle commissioni per lui e lo stesso fanno Harry, Liam e Louis. È il più piccolo del gruppo, mentre voi siete decisamente troppo grandi per frequentarlo, quanti anni avete?» in quel momento stavo camminavo avanti e indietro per la stanza tentando di calmarmi ma invano. Dentro di me sentivo un mix di emozioni, ero inevitabilmente in mezzo a tutta questa storia per colpa della mia indole di investigatrice ficcanaso.

«Si, siamo abbastanza grandi. Siamo stati rimandati più volte, mio padre si ostina a farmi continuare la scuola anche se sa che è anche colpa sua se frequento nuovamente lo stesso anno. Non sono mai stato un ragazzo studioso, ma il tempo mi viene sempre meno con tutte le commissioni che mi chiede di svolgere. Mentre Harry e Liam non sono poi così interessati a terminare la scuola, non rispettano le consegne dettate dai professori, per lo più rispondono in modo sgarbato e si mettono sempre nei guai. A loro piace solo fare i bulli e basta. Non vivono con i loro genitori ma in un piccolo appartamento qui vicino, pagato da mio padre, lui di certo non ha problemi a spendere soldi» nelle sue parole sentii un pizzico di amarezza e di disgusto nei confronti del padre. Poteva benissimo prendere le sue cose e andare via, il coraggio non gli mancava. Invece preferiva sottostare agli ordini del padre, come una marionetta.
La suoneria di un cellulare spezzò il silenzio che si era creato, era il suo. Dall'altra parte potei sentire una voce piuttosto animata e capii che doveva essere successo qualcosa. Questa mia supposizione fu confermata quando Zayn indossó il suo giubbotto nero che fino a poco prima stava appoggiato sul mio letto.

«Vai già via?» gli chiesi, e il mio tono apparve dispiaciuto, forse lo ero davvero.

«Si devo andare. Mio padre non ama aspettare» affermó venendomi incontro.

«Capisco, beh ci vediamo a scuola allora» mormorai guardandolo a mala pena negli occhi. Iniziavo a non sostenere più il suo sguardo.

«Sicuramente. Buonanotte Abigail» in qualche modo sperai mi lasciasse un bacio sulla fronte, come si vede fare in quei film romantici invece posó la sua mano sulla mia spalla scoperta facendola scivolare poi per tutto il braccio.

Dovevo andare con lui, anche se temevo il peggio, sentivo di doverlo fare. Volevo vedere con i miei occhi cosa facessero.

«Portami con te Zayn» lo bloccai stringendo con la mano destra il suo polso.

«Hai idea di ciò che mi stai chiedendo? Mostrarti ciò che facciamo, sapendo che hai già visto uno di loro sparare e che sei parecchio in mezzo poiché non possiamo sapere se Robert ha detto a mio padre di te, e se così fosse saresti totalmente nella merda. Per cui non peggiorare le cose Abigail» il suo viso era terribilmente vicino al mio; le parole uscirono dalla sua bocca in modo duro tanto da farmi irrigidire e provare un po' di timore.

«Proprio perché sono già in mezzo che non ha senso tu mi dica di restare qui!» sbottai, liberando la presa.

«Non discutere Abigail, tu non verrai con me» ringhió.

«Racconterò tutto a Cindy allora, e lei non tiene mai la bocca chiusa» sapevo che non era da persone mature arrivare ai ricatti, ma in quel momento pensai fosse l'unico modo per convincerlo.

«Metti qualcosa di pesante farà freddo fuori, ti aspetto sotto» disse tutto d'un fiato, senza neanche guardarmi. E così capii di aver vinto.

Convincere mia madre a farmi uscire era stato più facile del previsto. Mi aveva solo raccomandato di non tornare eccessivamente tardi poiché il giorno dopo avrei avuto scuola.
Zayn mi era sembrato piuttosto infastidito, sapevo che la mia presenza era indesiderata.

«Dove è l'incontro?» chiesi di punto in bianco, sperando di fare conversazione.

«Vicino ad un orfanotrofio abbandonato, nella zona più pericolosa della città» spiegò con voce piatta.

Non prometteva niente di buono, pensai.

Zayn parcheggiò poco distante dal punto di ritrovo evitando così che la sua auto venisse adocchiata da qualche mal vivente. In effetti sembrava essere molto costosa.

«Stai dietro di me, non parlare finché non ti sarà richiesto» mi raccomandó e il sguardo riuscì a congelarmi sul posto.

Iniziò a camminare verso l'orfanotrofio, io mi stringevo sempre di più nel mio giubbotto di pelle volendo risultare a tratti invisibile. Vidi delle figure vestite di vero, intente a conversare. Più ci avvicinavamo più mi era possibile mettere a fuoco i volti cosicché riconobbi Liam, Louis ed Harry i quali a loro volta mi riconobbero, lo capii dalle loro espressioni piuttosto spaventate. Vidi Harry venire verso di noi a grandi passi.

«Zayn cosa cazzo ci fa lei qui? Vuoi proprio farla ammazzare vero? Io ci ho messo un'ora a convincere Cindy che stessi andando da amici a festeggiare uno stupido compleanno e tu invece porti lei al nostro incontro? Sai bene lui la noterà e non la lascerà andare così facilmente» ringhió Harry, spostando lo sguardo da Zayn a me più di una volta.

«Avrebbe raccontato a Cindy della sparatoria, di certo non ci serve un'altra che sappia di tutto questo. Non credi Harry?» ribatté il moro.

«Cazzo, siamo nella merda. Andate via prima che tuo padre arrivi Zayn, ti copro io con l'aiuto dei ragazzi» notai fosse nervoso, doveva essere davvero spaventoso questo James.

«Zayn, figlio mio, sei qui. Vedo che sei in buona compagnia stasera, perché non mi presenti la dolce ragazza che si trova accanto a te?»

Per quanto ci credessi a stento era lui, James Malik in persona.

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