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Traguardi

È passato un mese da quando ho accettato l'aiuto di Lixuel, in questo mese ci siamo incontrati sempre nello stesso punto in quel bosco, come se ormai fosse un rito ritrovarci nel luogo in cui ci siamo incontrati la prima volta. Lui mi caccia la preda e io lo aspetto mentre inizio a riscaldarmi. Su ogni preda, spezzo la sua zampa e inizio ad esercitarmi. È lui a dettarmi le pause, viene e mi da dell'acqua distraendomi per un paio di minuti. La mia testardaggine, le prime volte, mi ha causato altri capogiri, ma col tempo ho iniziato a dargli ascolto capendo che non sarei andata molto avanti se non mi fossi riposata almeno cinque minuti. Fino a ieri non ci è stato alcun miglioramento nella mia magia di cura, solo qualche scricchiolio proveniente dall'osso ma nulla di che. Sto iniziando a pensare di non esserne in grado, anche se Lix mi da tutto il sostegno e mi dice di non arrendermi.

In questo momento sono seduta al centro del bosco a pensare, mentre attendo che lui arrivi già con la preda in groppa. In cosa sbaglio? Perché non riesco a guarire quella zampa? Cos'è che non riesco a capire? Sospiro. Ci penso costantemente eppure non lo capisco. Sono sempre nervosa, ansiosa, eppure alla fine non riesco mai a giungere al mio obbiettivo. La cosa più grave è che non capisco dove sbaglio. Sento dei passi, alzo lo sguardo dalle mie zampe e da lontano vedo Lixuel avvicinarsi a me col suo solito gran sorriso da sbruffone. Ammetto che ora, forse, mi sta un po' simpatico.

"Hey bellezza, scusa il ritardo. Ho dormito troppo stamani." Poggia a terra la preda.

"Quante volte ti avrò detto di non chiamarmi in quel modo?" Alzo gli occhi al cielo.

"Tante, forse troppe. Non ti sei ancora arresa?" Ridacchia.

"Lasciamo perdere." Scuoto la testa e guardo la preda.

"Sei pronta?" Mi sorride.

Prendo un profondo respiro e poi lascio andare l'aria. "Non proprio."

"Paura di non riuscirci di nuovo?"

Annuisco. "Già..."

"Forse so dove sbagli."

Drizzo le orecchie e lo guardo. "Dove?"

"Passeggiando per il territorio del branco, ho assistito agli allenamenti dei maghi. Ogni volta che spiegano a un novellino da dove iniziare, gli dicono di liberare la mente da qualsiasi pensiero o emozione, di rilassarsi. Tu, invece, mi sembri sempre molto pensierosa anche se cerchi di concentrarti."

Ci penso su. "Per una volta, probabilmente, non hai detto una cosa stupida."

Gonfia il petto. "Beh, gra-" Si blocca. "Aspetta, cosa?!"

"Mettiamoci al lavoro."

Non gli do retta sedendomi davanti alla preda. La guardo attentamente e alzo le zampe sulla sua ferita che tasto lentamente, rompo l'osso della zampa, tocco il punto e prendo un profondo respiro. Chiudo gli occhi. Ho paura, come faccio a restare calma? Ne va di tutta la mia vita, se non riuscissi a farlo porterei il peso di ciò che ho fatto a Yami per il resto della mia vita. Stringo gli occhi, non voglio nemmeno immaginare come io l'abbia fatta soffrire, il dolore che io le ho causato. Abbasso le orecchie, sento un movimento alle mie spalle, un soffio vicino al mio collo, rabbrividisco.

"Niente pensieri, Kendra. Niente emozioni, solo tu e la tua cura. È il successo che devi raggiungere e questa è l'unica strada. Hai intenzione di farcela o di arrenderti?" Sussurra.

Le parole di Lix mi arrivano chiare al mio orecchio così come il suo caldo respiro che mi mette leggermente a disagio. È ancora vicino a me, lo sento. Arrendermi? Io? Mai. Lui ha ragione, devo smetterla di pensarci, questa è l'unica strada, questa è l'unica soluzione. Io devo farcela! Ispiro profondamente e ritorno a concentrarmi ma questa volta restando rilassata. Svuoto la mente dai miei pensieri, positivi o negativi che siano, lascio fluire il mio flusso magico lentamente, con calma. Sento le mie zampe più calde e qualcosa scricchiolare. Sta succedendo qualcosa ma non posso farmi prendere dall'euforia proprio ora, devo restare calma e rilassata. Quando credo sia abbastanza smetto e apro gli occhi, non ho il coraggio di toccare quella zampa per vedere se ci sono riuscita o meno. Mi volto verso Lixuel che non si è mai mosso dalle mie spalle.

"P-Puoi controllare tu?" Domando incerta.

Lui annuisce e mi passa avanti, io do le spalle a lui e alla preda. Secondi che per me sembrano interminabili, non lo sento parlare. Inizio a rassegnarmi all'idea di non avercela fatta. "Kendra..."

"Si?"

"La zampa... lei è come nuova."

"Lo sa-" Le mie orecchie si drizzano. "Come?" Mi volto verso di lui.

"Ce l'hai fatta!" Mi sorride.

Mi avvicino alla preda incredula, toccò anche io. "C-ce l'ho fatta?"

"Si, ce l'hai fatta." Continua lui.

Mi alzo in piedi e gli corro incontro lo abbraccio forte così tanto che entrambi cadiamo. "IO CE L'HO FATTA!!!" Urlo felice. Non riesco ancora a crederci. Lo sento ridacchiare, abbasso la testa per guardarlo è sotto di me, i nostri occhi si incrociano, siamo vicinissimi. Mi alzo subito da lui ricomponendomi. "S-scusami, mi sono fatta prendere dalla felicità."

Lui mi guarda a lungo prima di rialzarsi. "Tranquilla, non mi è mica dispiaciuto. Anzi, è bello vederti così felice."

Sorrido sinceramente. "Lix, ti devo ringraziare."

"Per cosa?"

"Lo sai. Se non fosse stato per te non ce l'avrei mai fatta."

Scuote il muso. "Io non ho fatto niente, sei tu quella brava con le cose magiche."

Mi avvicino a lui. "Invece hai fatto tanto, mi hai sostenuto e in pochi mi sono stati accanto dopo quello che ho fatto."

"Non me lo dirai neanche ora, vero?"

"Cosa?"

"Quello che hai fatto, quello che ti fa penare così tanto." Mi guarda.

Ricambio il suo sguardo, non ho più paura di fidarmi degli altri. Perché dovrei nasconderglielo? Io mi fido di lui, mi ha aiutata nonostante non sapesse la motivazione quindi perché dovrebbe cambiare idea ora? "È successo tanto tempo fa, quando ero solo una cucciola." Lui sembra sorpreso dalle mie parole, si siede e mi sprona a continuare. "Stavo giocando al Nido insieme a tutti i lupi che hai visto quella sera della discussione, precisamente, stavamo giocando alla lotta." Sorrido nostalgica. "Non so cosa successe, ma parai il colpo della mia amica alzando le zampe ma lei non atterrò mai su di me, perché qualcosa uscì dalle mie zampe e la colpì alla spalla destra. Chi ha visto mi ha raccontato che era come una piccola scheggia di vetro, da quel giorno Yami mi ha odiata, non ci siamo più viste fino a quella sera alla festa del falò quando ho visto con i miei occhi cosa le avevo fatto." Alzo gli occhi su di lui. "Ora sai."

A tutto pensavo tranne che mi sorridesse e, invece, lo ha fatto. "Sei coraggiosa, bellezza. Davvero tanto coraggiosa. Prenderti la responsabilità di aiutare la tua amica nonostante le parole che ti ha lanciato contro, nonostante i tanti mesi passati lontane, nonostante vi siate allontanate del tutto, nonostante lei ti odi." Mi guarda. "Non ti dirò che non è colpa tua, chissà quante volte te lo hanno ripetuto, ma solo tu sai come realmente ti senti dentro di te. Ti senti in colpa e stai rimediando ai tuoi errori, questo ti fa onore."

"Lo pensi davvero?" Chiedo.

"Non ti mentirei mai." Mi sorride sincero.

Lo guardo negli occhi, leggo la sincerità. Sento qualcosa che non avevo mai sentito prima dentro di me. "E chi se lo aspettava..."

"Cosa?" Mi domanda lui confuso.

Scuoto la testa e ridacchio felice. "Niente, lascia stare." Alzo la coda passandola sotto al suo muso prima di allontanarmi da lui che mi guarda con occhi affamati.

Si ricompone e si schiarisce la voce. "Allora, ora che ci sei riuscita dovrai parlare con lei, giusto?"

"Si, è vero."

"Hai già pensato a come fare senza che ti sbrani?"

"Non lo farà, quando le spiegherò saprà che sono l'unica speranza che le rimane per ritornare ad avere una vita normale."

"Quando glielo dirai?"

"Il più presto possibile, penso proprio domani mattina." Inizio a camminare.

"Se avrai bisogno saprai dove trovarmi."

Gli sorrido. "Lo so."

Continuiamo a camminare in silenzio, insieme raggiungiamo la mia tana. In questo lungo mese insieme non gli ho mai fatto vedere in quale tana abitassi, non mi fidavo per niente di lui, ma dopo oggi... non mi importa delle mie paure. Mi fermo davanti alla tana, mi volto e gli sorrido.

"Io sono arrivata."

"Quindi abiti qui?" Si guarda intorno.

"Si, proprio qui."

Ritorna a guardarmi con quel suo sorriso da sbruffone. "Beh... bellezza, se volevi passare un po' di tempo con me alla tua tana potevi dirmelo."

"Hey, Kendra, sei tornata. Ti stavo aspettando." Papà esce dalla tana proprio in quel momento.

"Ciao, papà." Sorrido mentre guardo Lixuel divertita dalla sua espressione, è stupenda. Se il suo pelo potesse sbiancare ora sarebbe bianco come la neve e cento metri sotto la terra.

"Lui chi è? Un tuo nuovo amico?" Sorride mio padre, è fortunato, sembra che papà non abbia sentito nulla.

"P-piacere signore, io sono Lixuel."

Sto per scoppiare a ridere a quella reazione, mi sto trattenendo così tanto che a breve muoio soffocata. "Chiamami solo Cador, tutta questa formalità conservala per l'Alpha." Dice per poi voltarsi verso di me. "Io ora devo andare, mi raccomando, cucciola." Mi lecca la testa e poi passa davanti a Lixuel squadrandolo tutto.

Appena sparisce, il lupo di fronte a me ritorna a respirare. "C-credi che... che abbia sentito?" Io mi lascio andare scoppiando a ridere. "La smetti? Non è divertente!" Mi guarda male. "Okay che... sei una bella lupa." Mi guarda tutta. "Ma non voglio lasciarci la pelle!"

Io non smetto di ridere è del tutto in preda al panico. "S-scusami..." Continuo.

"Kendra, smettila!" Sbuffa. "Non sei div-" Si blocca quando io mi avvicino e gli lecco la guancia.

"A domani, Lix."

Gli sussurro con voce bassa ma ancora divertita per poi entrare nella tana, non ho sentito risposta, credo sia rimasto bloccato fuori dalla tana per un lungo lasso di tempo. Sorrido, non so cosa mi prende, ma stare con lui non mi da più così tanto fastidio.

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