Cambiamenti
'Yami, scusami io non so come sia successo...'
'Non ti avvicinare, Kendra. Mi fa male tutto... non riesco a muovermi, per colpa tua.'
'Io... davvero, mi dispiace..."
'Va via! Non voglio più vederti, non voglio più giocare con te! Non sei più mia amica!'
Mi sveglio di soprassalto, il sole sta sorgendo in questo momento. Ho il fiatone e il cuore mi batte a mille, quest'incubo mi tormenta, non mi lascia in pace. Ogni notte è così, poche volte mi lascia dormire. Sento una zampa poggiarsi sulla mia, mi volto, mia mamma si è svegliata a causa mia, mi sta guardando con un dolce sorriso.
"Kendra, tutto bene?" Mi domanda amorevole.
"Si, tutto bene." Faccio un lieve sorriso.
"Ancora quell'incubo?" Mi guarda, io mi limito ad annuire. "Dovresti andare avanti, ormai è passato un anno da quel giorno. Restare aggrappata al passato ti farà del male."
"Non riapriamo il discorso, per favore..." Sospiro.
"Ma Kendra-"
La fermo. "Mamma... ti prego."
Sospira. "Va bene, come vuoi." Si alza. "Oggi ci sarà la festa della Memoria, mi hai aiutata con qualche decorazione ma sei rimasta comunque chiusa in questa tana. Pensi di venire questa sera?" Cambia argomento.
Alzo le spalle. "Non lo so."
"Forse tornerà anche Rakir insieme agli altri lupi e all'Alpha. Sai che Drew ci tiene ad essere presente a questo rito."
Rakir... non lo vedevo da mesi ormai, lui è stato uno dei pochi a restarmi vicino dopo quell'accaduto, ovviamente, quando poteva. Sopratutto ora che è molto assente a causa dei cambiamenti avvenuti al branco: il nostro Alpha, Drew, è ormai un lupo di una certa età e nella sua vita non ha mai avuto una compagna, ha sempre pensato al bene del branco, evitando molti piaceri della sua vita. Di conseguenza, senza una compagna, non ha avuto degli eredi e quindi nessuno a cui lasciare le redini del branco. Ha quindi deciso che, quando morirà, a prendere il suo posto sarà uno dei lupi di cui si fida di più, ovvero, mio fratello. Tutti qui lo conoscono e tutti lo apprezzano per la dedizione che ha sempre mostrato nei confronti di questa grande famiglia quindi, sono stati tutti d'accordo con la decisione di Draw.
Ricordo ancora la sera che è venuto a comunicarcelo, era appena tornato da una lunga spedizione. Stette lontano da casa più di un mese, non sapeva nulla di quello che era successo a me in questo posto. Tornò felice, non riusciva a tenere a freno la coda, disse tutto d'un fiato. Eravamo tutti contenti per lui, ma mi conosceva troppo bene, capì subito che qualcosa non andava quindi il suo sorriso si spense. Venne da me e senza dire nulla mi abbracciò, scoppiai in lacrime fra le sue zampe e ad ogni lacrima lui mi stringeva più forte. Ora sono cresciuta, sono una giovane lupa, eppure dei suoi abbracci non mi stanco mai.
Devo però ammettere che lui non è stato l'unico a starmi vicino in questo bruttissimo anno. Non ho più visto i lupi del nido, si sono allontanati tutti, tutti tranne uno: Hoshi. Hoshi mi è rimasto accanto, è venuto più volte alla tana per sapere come stavo, mi raccontava cosa succedeva fuori, mi diceva che gli altri sono stati molto vicini a Yami. Sono felice che lei abbia avuto tutto il sostegno di cui aveva bisogno. Non mi sono mai fatta dire, però, in che condizioni fosse... non volevo saperlo e tutt'ora non voglio. Quando succederà... dovrà essere tutto davanti ai miei occhi.
"Buongiorno, Naimi. Sua figlia è sveglia?" Sento qualcuno parlare con mia madre.
"Si, certo." Si sposta dall'entrata. "Kendra, c'è Hoshi." Mi avverte.
Quest'ultimo si fa avanti sfoggiando un bel sorriso. Crescendo il suo manto grigio scuro ha assunto leggere sfumature più chiare sull'addome. Ma il suo sorriso è sempre quello del cucciolo di molto tempo fa. "Hey, Kendra. Sempre mattutina, eh?"
"Sempre." Ricambio il suo sorriso. "Sai che mi piace svegliarmi presto."
"Certo, per allenarti, lo so." Mi guarda.
Abbasso lo sguardo sulle mie zampe, è così. Gli incubi mi hanno sempre tormentata facendomi svegliare all'alba, un tormento ma allo stesso tempo è stato quel qualcosa che mi ha spronato a controllarmi e ad aiutarmi. I miei genitori, volevano che io andassi ad allenarmi con gli altri maghi, ma io non ho mai avuto intenzione di farlo. Non volevo uscire dalla tana, non volevo incontrare nessuno, non volevo fare del male a nessun'altro, quindi ho provveduto da me. La tana è quasi sempre vuota, papà è a caccia, Rakir in spedizione e la mamma in cerca di strane erbe o con le altre lupe, e io mi sono creata un piccolo angolino dove testo il mio strano potere. Ho scoperto di avere una grande affinità con le magie di tipo ghiaccio, ora so utilizzarne anche altre, ma quelle sono le mie magie più forti. Nessuno nella mia famiglia si spiega dove io abbia potuto apprendere tale forza fin da cucciola, c'è addirittura chi ha iniziato a dire che sono stata miracolata dalla fondatrice di questo branco. Non ho mai creduto a niente di tutto ciò, dicerie di vecchie lupe a cui le cose strane facevano troppa impressione.
"Kendra, ti ho fatto una domanda." Dice Hoshi.
"Scusami, mi ero persa nei miei pensieri."
"Tranquilla." Scuote la testa divertito. "Ti ho chiesto se stasera saresti venuta alla festa."
"Hoshi, sai ch-"
Mi blocca. "Si, si, lo so. Però è una buona occasione per buttarti tutto alle spalle."
"Mi guarderanno tutti in modo strano."
"No, che non lo faranno. Se ne saranno già dimenticati, è passato un anno."
Quanto tempo... a me sembra ancora tutto così vicino. "Ma tu ricordi, così come ricorderanno Cindy, Eremis e Romi." Scuoto la testa. "E sopratutto, ricorda Yami, lei mi odia."
"Tu e Yami, siete cresciute con un dolore che vi lega. Io non posso sentirmi come si è sentita lei, ma in questi anni ho letto nei tuoi occhi la sofferenza di qualcuno che davvero non sapeva ciò che aveva fatto." Mi sorride. "La sofferenza che hai subito non è stata già una lunga punizione?"
Sospiro. "Non lo so, Hoshi. Non so niente."
"Facciamo così, ti lascio sola, hai ancora molto tempo per pensarci. Tornerò stasera sperando che tu abbia cambiato idea." Mi lecca la guancia e va via.
Sorrido, è sempre stato molto tenero e gentile con me. L'unico. Non vedo il mondo esterno da un anno e pensare che da cucciola fremevo dalla voglia di esplorarlo in tutti i suoi confini. Non sono più andata nemmeno in quel bellissimo posto in cui mi portò mio fratello la prima volta, forse dovrei tornarci, forse Hoshi non ha tutti i torti. Sospiro, non lo so. E una volta fuori? Cosa faccio se vedo Yami? O gli altri? Mi tratteranno come prima? Questa è stata una stupida domanda, nessuno di loro mi tratterà più come prima. E io? Io come dovrò comportarmi? Cosa farò quando li vedrò? Come mi sentirò? Non lo so, sono in ansia al solo pensiero.
Passo il resto della giornata ad aiutare mia madre, ha deciso di aiutare le altre lupe con gli impasti colorati. Non voleva lasciarmi sola e mi ha chiesto se volevo darle una zampa, era da tanto tempo che non facevamo qualcosa insieme, quindi ho accettato. Ci abbiamo lavorato tutto il giorno, sono usciti fuori davvero dei bei colori. È stata utile persino la mia magia, l'acqua è un'ottima ingrediente per far sì che non si secchi il tutto.
"Il tuo è un dono." Dice mia madre a un certo punto.
"Un dono che ha fatto del male." Rispondo senza guardarla.
Lei mi alza il muso con il suo e con il colore mi fa dei disegni vicino al muso: un piccolo triangolo con un cerchio alla fine su un lato e tre linee dall'altro. "Tutti i grandi poteri portano delle responsabilità, solo che tu non eri ancora pronta quando è successo. Devi smetterla di sentirti in colpa." Mi sorride.
Guardo il mio riflesso nell'acqua che avevamo posizionato in un piccolo pezzo di tronco, il mio manto color crema illuminava i miei occhi di un azzurro chiarissimo e i disegni fatti da mia madre mi risaltavano proprio questi ultimi. Ero cresciuta tanto e anche bene direi. Faccio un mezzo sorriso. "Grazie mamma..."
Mi posiziona un piccolo fiore bianco sull'orecchio. "Nel caso cambiassi idea riguardo a stasera." Si alza portando con sè i colori. "Porto questi alle altre, io e tuo padre ti aspetteremo lì."
Esce dalla tana, resto completamente sola con il mio riflesso, devo davvero lasciare tutto al passato? Ho il coraggio di uscire da qui e affrontare la verità? In ogni caso, credo che sia arrivata l'ora di farlo. Non potrò restare nascosta qui per sempre, prima o poi per un motivo o per un altro sarò costretta ad uscire e preferirei farlo di mia spontanea volontà invece che sentirmi obbligata da qualcos'altro. Con un'unghia smuovo l'acqua presente nel piccolo pezzo di tronco, il mio riflesso si scioglie fra i suoi movimenti. Mi alzo in piedi e mi guardo tutta. Non ho mai abbassato la testa, ho sempre camminato a testa alta ed è questo il momento di continuare a farlo. Devo uscire da qui e... accettare i cambiamenti.
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