Al chiaro di luna
Sono in tana già da un po', mamma è arrivata poco fa mentre papà è ancora in giro e Rakir è nuovamente partito. Dovrebbe tornare stasera o domani, se non avranno imprevisti. Ma, apparte questo, è quasi calata la notte e sono leggermente in preda al panico. Io so di piacere a Lixuel, lo vedo da come mi guarda, da come mi sorride e da come mi è stato accanto. Devo ammettere che, apparte il suo essere fastidioso, anche a me piace molto quando mi sta vicino. Mi sento bene quando è lì affianco a me, mi fa ritornare la stessa felicità e spensieratezza di quando ero solo una cucciola e questo mi rende felice. Mi sento uno sguardo permanente addosso, alzo gli occhi e noto mia madre guardarmi in modo strano. Credo abbia capito che sono agitata, beh... è più che normale, non riesco a stare ferma per due secondi.
"Kendra, sei sicura di star bene?" Mi domanda.
"Si, mamma. Tranquilla." Le sorrido.
"Come mai sei così... agitata?"
Mi avvicino a lei. E ora come le dico che mi devo vedere con un lupo stasera? "Mamma, io beh..." No, così non va. "Mamma, tu come hai conosciuto papà?"
Lei si siede davanti a me. "Mmh... non mi aspettavo questa domanda, ma è stato tantissimo tempo fa. Tuo padre era già in questo branco, io ero una solitaria in cerca di pace e tranquillità. Il più lontana possibile da qualsiasi lupo, non mi era mai piaciuto il vociare continuo dei branchi, il contatto permanente con gli altri. Mi piaceva vagare libera per i boschi e per nuovi sentieri, amavo esplorare e scoprire luoghi mai visti. Tuo padre, invece, era un cacciatore ancora inesperto, ci incontrammo proprio nel bosco qui vicino durante una sua battuta di caccia. Quando lo notai, presi subito un'altra strada ma lui mi aveva già visto e non perse occasione per avvicinarsi. Sorrideva, era gentile, mi parlava in modo in cui mai nessuno mi aveva parlato. Però io ero sulle mie e lo tenevo il più distante possibile. Ammetto che ebbe molta pazienza e non si arrese, mi girava sempre intorno, man mano io perdevo quella voglia di stare da sola e lo volevo sempre di più. Una sera mi invitò a cena sotto il chiaro di luna, anni dopo ho scoperto che è una tradizione di questo branco di quando un lupo scopre di provare davvero qualcosa di forte verso una lupa. Da lì, non ci siamo più allontanati."
"Wow..." Dico stupita e con la mente persa nel romanticismo di quella storia. Pensando che allora anche Lixuel mi avesse invitata al chiaro di luna per lo stesso motivo. Quella notizia mi fa stare... non lo so neanche io! "E poi come sei entrata a far parte del branco?"
"Sono entrata in un secondo momento, quando ero incinta di Rakir. Il branco mi prometteva una protezione maggiore di quella che potevo dare io a me stessa in quello stato, e al mio cucciolo subito dopo la nascita. Così, per il suo bene, entrai a far parte di questo branco imparando a stare anche con gli altri al di fuori di tuo padre."
"E non ti sei mai pentita di aver perso la tua libertà?" Le chiedo.
"Quando due anime sono destinate a stare insieme non puoi separarle troppo a lungo, avevo bisogno di stare con lui più che di viaggiare. Avevo trovato il mio posto felice, non avevo più bisogno di continuare a cercare." Mi sorride.
"Non avevi più bisogno di cercare..." Ripeto la sua frase con un leggero sorriso.
"Ora tocca a te, figliola. Non vuoi parlare con la tua mamma di cosa ti agita così tanto?" Mi sorride.
Penso a come farglielo capire senza dirglielo esplicitamente. "Sono in ansia a causa del... chiaro di luna."
Lei mi guarda, non dice nient'altro. Mi si avvicina e porta la sua testa sopra la mia strusciandola dolcemente. "Sono felice per te, figlia mia." La sento fare un leggero sospiro. "Solo... non farmi stare in pensiero."
Scuoto la testa. "Tranquilla mamma, starò attenta." La abbraccio stringendola forte.
Dopo un po' di tempo in quella posizione, lei torna alle sue cose e io inizio a farmi coraggio. Ormai il cielo è buio e la luna splende in questo blu infinito, è l'ora di andare. Mi guardo un'ultima volta nell'acqua poggiata in un pezzo di tronco e sospiro, esco dalla tana a testa alta e sorrido. Sono sicura di me, andiamo, sono una bella lupa, non mi manca niente. Se sono pronta ad avere un compagno? Questo non lo so... credo sia una cosa che ti senti in quel momento, qualcosa che nasce spontaneo. Non mi va di programmare come andrà la serata, succederà quel che deve succedere e io mi lascerò andare ai miei sentimenti, qualsiasi cosa accada. Arrivo al centro del branco, lui è già lì è di spalle rispetto a dove sto arrivando io. Un paio di passi ancora e gli sarò affianco, lui si volta, deve avermi sentito. Mi guarda e mi sorride, sembra abbia uno sguardo sollevato, forse aveva paura che non venissi.
"Hey bellezza, mi hai fatto aspettare." Mi viene incontro sorridendomi.
"Davvero ho fatto così tardi?" Chiedo leggermente confusa.
"No, ammetto di essere stato io quello in anticipo." Mi guarda. "Ma avevo timore non venissi."
"Perché non avrei dovuto?" Ridacchio leggermente.
Lui inizia a camminare, io lo seguo. "So che all'inizio ti stavo antipatico, non sai nascondere le tue espressioni."
"Infatti, hai detto bene, all'inizio." Gli sorrido.
"Vuoi dire che ora ho superato quel muro?"
Faccio finta di pensarci. "Diciamo che... sei sulla direzione giusta." Lo prendo in giro.
"Spero che la serata ti piaccia, ti dico la verità, ho timore di combinare qualche disastro." Mi sorride.
Allora anche lui è in ansia. "Mi piacerà sicuramente."
Accorcio le distanze tra me e lui, camminiamo fianco a fianco in silenzio godendoci quel lieve venticello notturno mentre la luce della luna ci illumina il cammino. Quel silenzio non è imbarazzante come pensavo, non so come spiegarlo ma sembra che la notte parli per noi. Mi sento bene, mi sento sicura e poi, i nostri sguardi, i nostri sorrisi, mi fanno capire che non è stata affatto una cattiva idea accettare questo invito. Camminando, noto di riconoscere la strada, è la stessa che porta a quel fiume dove mi portò la prima volta mio fratello. Questo posto di notte è ancora più bello, la luna si specchia nell'acqua limpida mentre la sua luce illumina quei piccoli schizzi d'acqua presenti sulle piccole rocce ricoperte di muschio.
"Ho voluto portarti qui perché è questo il luogo dove ti ho vista la prima volta. È vero, non sarà stato un bel momento per te ma... da quella sera, nonostante la neve, non ho mai smesso di pensarti e di immaginarti nella mia mente."
Quelle parole mi fanno sorridere, scuoto il muso. "Sei un adulatore."
Lui ridacchia. "Ci provo." Mi fa un cenno con la testa. "Vieni, seguimi."
Salta da una roccia all'altra arrivando sull'altra riva, io lo seguo facendo lo stesso sperando di non scivolare e fare una figuraccia. Fortunatamente, arrivo sull'altra sponda sana e salva. Lo seguo fino a dove l'erba è un po' più alta, sorrido quando vedo un bel cinghiale poggiato su quel letto verde, vicino ad esso ci sono dei pesci, il tutto ha un'aria davvero deliziosa.
"Ecco perché tutte quelle domande su cosa mi piacesse e cosa no." Ridacchio.
"Si, esatto. Volevo che questa serata ti rendesse felice e quindi, quale cosa migliore se non un cinghiale che ami e un po' di pesci pescati proprio in questo bel fiume?"
Mi siedo davanti alle prede. "Hai avuto proprio un'ottima idea, complimenti."
"Modestamente." Mi guarda con quella sua aria da sbruffone.
Scuoto la testa. "Su, dai, mangiamo."
Divide il cinghiale e i pesci in eque parti, anzi, vedo dell'abbondanza dal mio lato. Iniziamo a mangiare, è davvero delizioso questo cinghiale, per non parlare di questi pesci. Non li avevo mai mangiati, ho sempre avuto la curiosità di catturarne uno ma non ne ho mai avuta occasione. La cena continua in silenzio, ci scambiamo solo qualche battutina, sguardi e sorrisi nascosti. Quando finiamo di mangiare, mi lecco il muso e ritorno dritta e composta.
"Era delizioso." Mi complimento.
"Sono felice che ti sia piaciuto." Si alza e si mette al mio fianco.
"Non ti facevo un così bravo organizzatore."
"Ammetto che non pensavo uscisse fuori tutto così bene, ma dopo tutti questi complimenti mi sto ricredendo."
"Forse ti sto facendo montare la testa." Rido.
Lui si volta in modo serio verso di me. "Io credo più che tu me l'abbia fatta perdere."
Quelle parole zittiscono le mie risate facendomi abbassare gli occhi. "Esagerato..."
"No, non esagero." Alza la testa verso la luna, io faccio lo stesso osservandola. "Ho scoperto solo pochi giorni fa, questa tradizione del chiaro di luna. Io non ho mai avuto intenzione di avere una relazione stabile o, almeno, non mi ritenevo ancora pronto ad averla. Ma quando mi hanno nominato ciò, non ho fatto altro che pensare a te, eri diventata un chiodo fisso più degli altri giorni. Non potevo più aspettare per chiedertelo e quel pegno è stato un ottimo modo per riuscire a farlo."
Abbassa gli occhi, mi guarda, io faccio lo stesso. Uno sguardo così intenso che mi penetra l'anima. "Io so che forse è troppo presto ma abbiamo passato tanto insieme, questo mese è volato eppure non mi sono pentito nemmeno un momento di starti a fianco e vorrei restarci per il resto della nostra vita." Iniziano a scendere lungo il mio muso dolci e delicate lacrime di gioia. "Io non volevo farti pia-"
Non gli do il tempo di finire la frase che mi porto in avanti unendo i nostri musi in un dolce bacio che racchiude tutte le mie emozioni. Riesco a sentire anche le sue, mi sembra quasi che il mio e il suo cuore battano all'unisono. Lo sento, sento il mio e il suo cuore unirsi in uno solo. Se lo amo? Non voglio più passare un attimo della mia vita lontana da lui. Ci stacchiamo lentamente riaprendo gli occhi i miei si incontrano nei suoi, ci stendiamo su quell'erba mentre la luna ci illumina. La serata è ancora lunga e non va sprecato nemmeno un attimo.
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