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Capitolo Trentuno


*Vi invito a leggere il capitolo ascoltando la musica del video in alto. 
I bleed for you di Peter Gundry. Buona lettura.


"Quando la vita ci mette a dura prova, spesso perdiamo fiducia in noi stessi. È inevitabile sentirsi come se il mondo o semplicemente ciò che ci circonda, nel modo più vicino, sembra allontanarsi da noi; lasciando un immenso vuoto che niente e in nessun modo si colmerà in maniera completa".

"È una sensazione forte, difficile e, il più delle volte, non ci abbandona ma ci insegna a ricostruire da quelle piccole e profonde ferite il senso vero della vita. La capacità di trovare anche nelle difficoltà la speranza o per meglio dire, un buon motivo per andare avanti e ricominciare".

"Ricominciare: ecco è quella forse la parola giusta. L'unica che sembra in un suo sottoinsieme di significati, rappresentare almeno una volta la vita di qualcuno. Vampiro, umano, bambino o adulto... tutti, ognuno di noi, dovrà ricominciare prima o poi qualcosa. Perché la vita è vero... non dà di certo un manuale e prima della teoria ci mette alla prova; sulla pratica e sulla nostra capacità di reagire a quegli ostacoli... anche i più incommensurabili che appaiono davanti ai nostri occhi ma che molto spesso si rivelano grandi a causa della paura".

"Perché essa gioca con la mente e s'impadronisce anche della nostra reale volontà".

"Quante volte ho sentito dentro di me queste sensazioni mescolarsi, prendere il sopravvento e lasciarmi cadere nel baratro buio dei miei limiti. La paura, quella di perderlo per sempre ogni volta che qualcuno ha cercato di mettersi tra di noi ,mi ha stretto nella sua morsa e solo lì mi sono resa conto che più di amarlo, più di essere completamente innamorata di lui, io sentivo di appartenergli".

"Perché quando ho sentito fremere dentro di me il timore di perderlo per sempre, ho visto la mia anima strapparsi dal corpo solo per raggiungerlo".

<<Katherine...>>. Sobbalzo, sentendo la sua voce dietro di me.

<<Ehi>>. Mormoro, facendo un sorriso mesto dallo specchio.

"I suoi occhi, azzurri come il ghiaccio, seguono lo scollo della mia maglia. Lo osservo, nella sua avvenenza, già ben vestito e con la camicia che odora di acqua di colonia e cotone stirato. La sua mano destra percorre subito un mio fianco delicatamente, lasciandomi chiudere gli occhi, nell'assaporare questo gesto intimo che lentamente mi persuade. Il suo respiro poggia sul mio collo mentre la sua mano si ferma, dritta sui bottoni. Riapro gli occhi, osservando il suo riflesso e cercando di porre l'attenzione su ogni minimo dettaglio".

"I capelli nero corvino che gli scivolano sulla fronte, la barba ben curata sul viso, il suo sguardo che mi tiene incatenata e quel sorriso malizioso che sulle sue labbra carnose ha un fascino in più".

<<A che cosa stai pensando?>>. Sussurro, ricambiando la sua espressione.

<<Al fatto che è bellissimo avere una donna come te, che si alza dal mio letto e si prepara nella mia camera come se fosse la sua>>. Mi bacia il collo, pronunciando ogni parola con lentezza.

<<È una proposta per caso?>>. Mi volto, stringendo le mani sul suo collo e guardandolo dritto negli occhi con furbizia.

<<No, è solo un'osservazione. Già ti ho chiesto di venire a vivere qui, mi hai risposto che volevi un posto tutto per te; anche se a quanto vedo, non ci sei mai a casa tua>>. Alza le mani, in segno di finta resa, sorridendo in maniera sincera.

"È bellissimo, stupendo, meraviglioso, questo momento di pura tranquillità. Parlare, come una normale coppia, stuzzicarsi e allo stesso momento vederlo sorridere, in quel modo che mi fa scoppiare di un'immensa felicità. Poche volte l'ho visto così sereno e mi sento sempre alquanto lusingata quando mi rendo conto di esserne la causa".

<<Che cosa stai pensando?>>. Si acciglia, stringendomi per la schiena nel suo abbraccio.

<<Al fatto che non ho cambiato idea, anche se qui mi sento come a casa mia>>. Mi alzo sulle punte, impadronendomi delle sue labbra e lasciando scivolare lentamente una mano nei suoi capelli morbidi.

"La seta accompagna le mie dita ma la passione già danza tra di noi. Mi stringe portandomi dritta sul suo petto mentre mi tengo al suo corpo che per un attimo sento sfiorarmi completamente la pelle, come se non fossimo vestiti e tra di noi, ogni momento, sia un attimo di puro desiderio. La mia lingua prende la sua e come se mi catapultassi in quella dimensione ancestrale che esiste tra di noi, la mia mente riporta le emozioni intensificate di ieri notte. A quella sensazione di umanità unita e al sublime piacere di essere la sua donna, la sua vampira e la compagna della sua vita".

<<Devo andare a lavoro>>. Si stacca dal mio bacio, quasi in affanno.

<<Ed io dovrei fare lo stesso>>. Gli dico, mordendo le sue labbra.

<<Adesso tutto ti sembra più intensificato, lo sai... anche ieri sera era così>>. Dice, continuando ad assaporare i miei baci.

<<Lo so, ma già ti amavo Alexander... questo non cambia il desiderio che provassi anche prima>>. Mi allontano di poco, giusto per guardarlo negli occhi.

<<Lo so Katherine Davis>>. Fa un mezzo sorriso.

<<Sei tu che mi hai rifiutata, che mi hai allontanato completamente da te ma non voglio tornare sull'argomento. So' quanto sia stato difficile anche per te. Voglio solo ricominciare da qui, questa vita da immortali. Tu ed io Alexander, per me è meraviglioso>>. Gli confesso, stringendo il colletto della sua camicia tra le dita.

"Mi guarda, facendo un breve sospiro. Rimane in silenzio, immobile e senza batter ciglio. Probabilmente, conoscendolo, in questo momento sta pensando a tutto quello che è accaduto tra di noi finora e soprattutto a quanto provi ancora timore per la mia incolumità. Sono consapevole che è così ma sono anche motivata a lasciare che le cose prendano una piega diversa".

"Voglio cambiare per me stessa e per ricordagli quanto il nostro amore sia la cosa giusta".

"Mi bacia i capelli delicatamente, lasciandosi sfilare dalla mia presa. Sistema la camicia nello specchio e una volta finito m'invita al piano di sotto, nel roseto. Rimango da sola mentre mi faccio trasportare dalle bellissime luci del mattino. Londra, in questa tiepida giornata, sembra rinascere da quella notte oscura che aveva dipinto il suo cielo, lasciando che i colori di una futura pioggia s'impadronissero delle stelle".

"E come me che fiorisco da questa grande felicità, anche il cielo sembra ritrovare poi il suo equilibrio".

"Scendo al piano di sotto, noncurante dei capelli un po' scompigliati e di quanto sia differente ogni cosa da quando sono diventata vampira. Anche questo gesto, abitudinario, di svegliarmi da lui ha un altro sapore. La notte non ci conosce, il sonno è solo un frammento di questa nuova vita ma il cambiamento è radicale, immorale, nonostante io desiderassi essere come lui".

"So' che nonostante non sia stata una mia scelta, il fatto di avere avuto Alexander accanto a me abbia attutito il colpo e soprattutto mi ha dato la forza di poter affrontare le prove più ardue, come la capacità di resistere al sangue umano. Quando ci penso, alcuni momenti, capisco che non potrei mai dirlo a nessuno; né a Jane né ai miei genitori. Come potrebbero capire? Come potrebbero solo pensare che questo sia reale?".

"Nemmeno io potevo crederci, quasi un anno fa, quando incontrai lui. Mi fiondò in questo nuovo mondo, in una prospettiva che non avevo mai immaginato. Era così trascendentale ogni cosa, mi sembrava sempre di vagare tra un sogno o per meglio dire un incubo che stava cambiando lentamente i miei pensieri, per amore, e con il tempo anche la mia vita".

<<Sei pronta?>>. La sua voce irrompe nella mia mente mentre si avvicina verso di me.

<<Per che cosa?>>. Gli sorrido mestamente.

<<Vieni>>. Prende la mia mano, intrecciandola alle sue dita.

"Lo seguo, guardando i suoi occhi che non mi lasciano neanche un secondo. A pochi passi, davanti a noi, il roseto diventa la figura dominante. Completamente curato, con quel profumo delicato di rose bagnate che nella sua scia pervade il mio respiro. Ci immergiamo in questo piccolo angolo di Paradiso quando mi accorgo del tavolo preparato per la colazione; come un tempo, con varietà di dolci, caffè, croissant, torte al taglio, succhi di frutta. Mi scosta la sedia, invitandomi con un cenno a sedermi; lo guardo perplessa, cercando di capire il senso di questa cosa. Che vuol dire? Niente di ciò che è presente su questo tavolo sazia la mia fame".

"Ricordo ancora quando feci colazione per la prima volta qui. Ero l'unica a mangiare mentre lui di primo mattino era comodamente seduto a bere scotch e fumare un sigaro. In quale modo riuscirei mai a mandare già questi cibi insipidi?".

<<Aspettiamo qualcuno?>>. Domando scetticamente.

<<No, siamo solo tu ed io>>. Pronuncia, mettendo il fazzoletto in seta sui pantaloni.

<<Non capisco, perché hai fatto preparare tutto questo cibo? È uno spreco>>. Confermo, indicando il tavolo abbondato di dolci.

<<Un vampiro deve imparare anche a saper ritrovare degli aspetti della quotidiana umanità Katherine>>. Mi risponde, con nonchalance, versandosi una tazza di caffè.

<<Cioè? Vuoi insegnarmi a farmi piacere il cibo?>>. Alzo un sopracciglio, quasi annoiata.

<<Preferisci nutrirti in qualche altro modo?>>. Mi stuzzica, con un mezzo sorriso.

"So' che si riferisce a tutte le volte che gli ho detto quanto fosse importante avere autocontrollo, il fatto che non voglia farmi nutrire sa molto di vendetta. Sospiro, dentro di me, senza cerca di dare a vedere la mia delusione. Preferirei davvero nutrirmi con un po' di sangue ma anche se giustificassi questo desiderio con la mia stanchezza fisica, mi risponderebbe con un secco – puoi resistere – che in fin dei conti sento di meritare, per ogni volta che ho cercato di aiutarlo a controllarsi".

<<No, potremmo parlare di un po' di cose>>. Gli dico, poggiando i gomiti sul tavolo e la testa fra le mani.

<<Tipo?>>. Sorseggia il caffè.

<<Tipo di dov'è Allison. Non ho sentito la sua presenza né ieri notte né adesso. So' che abita ancora qui, quando l'hai accolta>>. Chiedo, con tono abbastanza freddo.

<<Allison è uscita presto ieri, ritornerà sicuramente durante la mattinata>>. Risponde con austerità, serrando subito le labbra e fissandomi con occhi gelidi.

<<Ho fatto una domanda che non è di tuo gradimento?>>. Mantengo il suo sguardo.

<<No, vorrei solo sapere perché mi chiedi di lei>>.

<<È la tua amica, la tua ex confidente, oltre ad essere stata una delle donne che hai amato nella tua vita. È ritornata dopo secoli dicendo di non essere mai morta, che Maryanne aveva programmato la sua fuga per riuscire ad averti e adesso è ritornata qui, addossandosi la colpa della mia trasformazione ma chiedendo perdono e vive qui, con te e nella tua casa. Non posso chiederlo essendo che dovrei essere ancora la tua donna?>>. Domando, senza nascondere un po' di nervosismo.

<<Katherine...>>. Sospira, passandosi una mano in volto.

<<Non voglio litigare Alexander, non voglio neanche parlare di lei. Voglio solo sapere il vostro rapporto a che livello d'intimità è arrivato. Dove la lasci andare quando non è qui? Che cosa fa? Dovresti saperlo, dovresti analizzare ogni cosa, non fidarti solo perché lei ti ha aiutato quando eri un vampiro impaurito>>.

<<Non sono mai stato un vampiro impaurito. Ero un uomo cui avevano cambiato la vita, lei mi ha aiutato ed io le devo molto, per questo l'aiuto. Non c'è nessun livello d'intimità, semplicemente l'affetto che puoi ritrovare quando scopri che una persona che hai amato è ancora viva, tutto qui>>. Mi fulmina con lo sguardo avvicinandosi di poco a me.

"Le sue parole mi rassicurano eppure, una vocina dentro di me sente ancora quella strana sensazione di delusione e paura – una persona che hai amato – quelle parole, ritornano nella mia mente. Lui l'ha amata e per lei prova un bene superiore a quello che posso immaginare, che cosa potrebbe mai succedere se questo tramutasse nel tempo? Accadrebbe veramente?".

<<Kate, smettila>>. Mi prende una mano e la accarezza con forza.

<<Alexander...>>. Sospiro.

<<Ti ho dimostrato quanto ti amo, quanto ti amassi anche prima e ieri ho rinunciato anche ai miei sensi di colpa per te. Katherine, tu sei la mia donna, la mia vampira, quella che amo>>. I suoi occhi azzurri mi penetrano nell'anima mentre con un gesto veloce, mi stampa un bacio sulle labbra.

"Dovrei ricordarmi sempre di queste sue parole, non dovrei mai dimenticarmi chi è Alexander per me".

"Gli sorrido, lasciando che il silenzio diventi la mia risposta. Mi versa del caffè, una tazza di thè e mi poggia davanti un piatto di brownies al cioccolato, i miei preferiti. Lo guardo mentre fa ogni gesto con eleganza, con le sue mani nude fino al gomito, dove ha arrotolato la camicia e tra il luccichio del suo orologio d'oro che ogni tanto brilla quando incrocia il sole".

<<Comunque lei va a meditare, cerca un posto che sia più lontano dalla città. Spesso preferisce le vecchie zone di brughiera. Si allontana per ore e medita alla ricerca del suo spirito>>. Dice lui.

<<Allison va a meditare? Perché?>>.

<<In Thailandia le hanno insegnato anche questo. La prima religione lì è il buddhismo cui è importante la meditazione. La ricerca dello spirito, l'illuminazione che si può raggiungere intesa come massimo livello spirituale. Lei lo ricerca per ritrovare se stessa, per diventare più forte, liberarsi dai limiti del vampirismo>>. Risponde.

<<Quindi i monaci buddhisti sono vampiri?>>. Rido, sistemando il fazzoletto sulle cosce. Mi lancia uno sguardo di ovvietà, lasciandomi un attimo perplessa.

<<Che c'è? sul serio sono vampiri?>>. Spalanco gli occhi, quasi incredula.

<<Alcuni sì>>. Fa spallucce.

"C'è qualcosa di ciò che conosco che non riguardi i vampiri?".

<<Beh, non lo voglio sapere. Comunque, credi che funzioni questa meditazione?>>. Domando curiosa.

<<Allison è diventata molto forte, sia fisicamente sia mentalmente. È una vampira che ha raggiunto un equilibrio adatto anche ad affrontare una come Maryanne>>.

<<Tu come lo sai?>>. Mi acciglio.

<<Me l'ha dimostrato in un combattimento>>.

<<Vi siete battuti?>>. Chiedo, lui si limita ad annuire.

<<Bene>>. Mi volto, guardando davanti a me il tavolo ricco di pietanze e l'enorme centrotavola dorato sui cui sono poggiate delle candele.

"Quello strano effetto, come quando si attorciglia lo stomaco alle prime cotte, a quella gelosia incontrollata, mi costringe a deviare il suo sguardo, almeno per qualche minuto. Prima che mi senta a disagio e che possa perdere il controllo delle mie azioni. Mi sono ripromessa di essere migliore, di perdere quella debolezza infantile che mi faceva apparire ai suoi occhi sempre come una stupida umana da proteggere".

"Non è ciò che voglio per me, adesso".

<<Allora, quel è il trucco per tornare a sentire i sapori?>>. Cambio discorso, sfoggiando un sorriso sincero e pieno di curiosità.

<<Non c'è un trucco, è una questione molto mentale. Devi ricercare dentro di te le sensazioni che provavi da umana, quando i tuoi sensi erano abituati ad esprimersi completamente. Il gusto, in questo caso>>. Spiega, con la sua voce profonda, mentre con un gesto elegante prende una forchetta d'argento e taglia un pezzo di brownies al cioccolato.

<<Non so' se posso riuscirci, come faccio a ricordarmi esattamente la sensazione?>>. Lo guardo un po' perplessa.

<<Assaggia, concentrati e descrivi com'era quella sensazione>>. Si avvicina, abbassando la voce di qualche tono.

"Un brivido mi percorre la schiena quando le sue labbra schiuse respirano brevemente a poca distanza dal mio viso. Avvicina la forchetta alla mia bocca, invitandomi ad assaggiare il dolce al cioccolato. Lentamente l'argento scorre tra i miei denti e nonostante questa non sia la prima volta che gusto un brownies, non riesco a sentire con la stessa intensità che possedevo da umana quel sapore che lo contraddistingueva dagli altri".

<<Lentamente, concentrati. Che cosa ricordi? Che cosa provavi?>>. Mi parla a pochi centimetri dal viso.

<<Un sapore delicato, la dolcezza...>>. Mormoro, assaporando il dolce.

<<Pensa a queste sensazioni, memorizzale e ascolta i tuoi sensi da vampira. Ti guideranno loro>>.

<<In questo momento mi guidano altrove però...>>. Mi volto, completamente, avendo piena visuale del suo viso.

"Mi alzo, continuando a seguire il suo sguardo vitreo. Mi siedo sulle sue cosce, costringendolo a spostarsi con la sedia. Mi continua a fissare, a labbra serrate, con gli zigomi marcati e quell'espressione virile, da uomo vissuto, che incornicia la sua carnagione bianca, i capelli sistemati alla perfezione, di quel colore nero e la sua barba ispida che punge con irruenza sulle mie dita".

"Percorro le sue labbra con l'indice, respirando brevemente. Una sua mano mi cinge la schiena con prepotenza mentre mi aggancio alle sue spalle e, senza neanche rendermene conto, sto già assaporando il gusto delle sue labbra. L'unico che non ho bisogno di ricordare perché è lo stesso, esattamente come poco tempo fa. Il gusto del desiderio, della passione, di quest'amore che mi riempie la vita incondizionatamente".

"Lo bacio, lo trattengo con violenza, passando le mani tra i suoi capelli morbidi. Il suo corpo si distende mentre la sua lingua s'invaghisce della mia ad ogni respiro smorzato. Sento le mani cedermi, i brividi percorrere la schiena senza controllo e l'adrenalina che mi carica di energia".

"Mi lascio andare agli impulsi, alla naturale consapevolezza di essere come un animale indomabile, ora che possiedo questa nuova vita. Sento il rumore assordante dell'argenteria che cade sul pavimento, il vetro che va in frantumi, le cose che vengono spostate con violenza. I suoi baci freddi ma che riscaldano più del sole che batte su questa meravigliosa città".

"Le sue mani che mi spingono sul tessuto liscio della tovaglia. Le mie che continuano a cercarlo mentre con il corpo, si fa spazio tra le mie gambe. Sento la chiusura della gonna tagliarmi la pelle, le sue labbra che scendono sul mio collo con brama, le sue carezze intensificarsi e il mio corpo cedere, completamente alla sua presa e al suo volere".

"Nonostante mi consideri forte, una nuova Katherine che riesce a creare la sua indipendenza, mi sento sempre vulnerabile alla sua presenza; come se non potessi cambiare le sorti del gioco ma essere inconsapevolmente la pedina mossa dalla sua volontà. Mi perdo, ecco che cosa faccio, con ogni millimetro del mio corpo, con ogni parte della mia mente, perché è questo che ho sempre fatto con lui, quello che ha mosso come il motore di un automobile ogni mio passo".

"Mi sono concessa, mi sono lasciata andare e continuerei a farlo, altre mille volte solo per un altro minuto a baciare le sue labbra, solo per un secondo circondata dal suo respiro o solo per un istante ancora, a contemplare i suoi occhi".

"Il mio cielo infinito, il mio oceano profondo, il mio universo indescrivibile".

<<Mi piace questa colazione>>. Dice, impudente, mordendo le mie labbra.

"Rido, accompagnando i suoi baci mentre gli sbottono la camicia. Ci allontaniamo, di poco, ma abbastanza da riuscire a guardarci. Le sue mani mi accarezzano i capelli lunghi mentre continuo a scostare, bottone dopo bottone, la camicia dal suo petto nudo. Ci stiamo osservando, in silenzio e senza muovere nemmeno una volta le palpebre. È come se stessi contemplando un quadro per riuscire a percepirne la vera essenza ma, al contrario, è come se lui stesse assorbendo la mia a poco a poco senza chiedermelo, senza aver bisogno del mio consenso".

"Come se dipendessi da lui, ormai assuefatta dalla sua presenza".

<<Alexander... andiamo di sopra>>. Mormoro, con malizia.

<<Restiamo qui invece>>. Risponde, fiondandosi di nuovo sul mio collo.

<<No, per favore... ci sono le porte aperte. Arthur e i camerieri saranno già in giro per la villa>>. Rido cercando di scostarlo ma fallendo miseramente.

<<Non mi sfuggirai Katherine Davis>>. Mormora al mio orecchio sinistro, prima che si alzi in piedi, frettolosamente. Rimettendo la camicia nei pantaloni e sistemando ogni bottone.

"Guarda verso l'entrata, lasciandomi interdetta da questo gesto improvviso. Mi acciglio, cercando di alzarmi per i gomiti ma quando mi volto anch'io, riesco finalmente a comprendere il senso del suo cambiamento".

"Lei è lì, Allison è di fronte a noi proprio all'entrata del roseto. I suoi occhi quasi tremano mentre una mano dalla carnagione di porcellana le ricopre le labbra sorprese. I capelli biondi, sciolti e ondulati, che cadono perfettamente sul suo abito bianco e lungo. Fa un passo indietro, quasi senza forze, voltandosi frettolosamente e lasciando il roseto".

<<Alexander...>>. Dico, goffamente cercando di risistemarmi.

<<Aspettami qui>>. Mi fa cenno con le mani correndo via verso di lei.

"Accidenti, mi ripeto più volte nella mente perché il nervoso mi lascia solo serrare le labbra. Non riesco affatto a capire perché le corre dietro né per quale motivo è così devoto alla sua salvaguardia. Mi preoccupa questa situazione come anche il modo che ha lei di reagire a certe cose. Abbiamo sbagliato, in effetti, credo che per distrazione non abbia neanche sentito la sua presenza e accettare di salire in camera con me avrebbe evitato questo ma per quale motivo scappare via come una bambina? Quasi tremante o con le lacrime come se avesse trovato il suo fidanzato a letto con un'altra?".

"Che cosa c'è ancora dentro di lei che brama di lui?".

"Ho quasi paura a scoprirlo e soprattutto a conoscere la reazione di Alexander. Sono consapevole, completamente, dell'amore che ci unisce ma se qualcosa andasse storto? Se l'arrivo di Allison complichi ogni cosa? Mi fermo con questi brutti pensieri, cercando di scacciarli via".

"Non è possibile e devo riuscire ad essere ferma e convinta di Alexander. L'ho promesso ad entrambi e questa volta le mie paranoie non devono nulla".

"Mi alzo dal tavolo, rendendomi conto in definitiva del macello che abbiamo creato. Credo che i camerieri ne diranno molte oltre ad avere istinti omicidi nei nostri confronti. Se non venissero pagati bene, probabilmente se ne sarebbero lavati le mani in un batter d'occhio".

<<Signorina Davis, buongiorno>>. La voce di Arthur mi distrae dai pensieri, mentre mi sorride mestamente.

<<Buongiorno Arthur>>. Contraccambio.

<<Il signor Alexander mi ha chiesto di chiamarla, è in giardino insieme alla signorina Allison>>. M'invita a seguirlo.

<<Ti ringrazio Arthur>>. Non mi volto neanche per guardarlo, dirigendomi a passo svelto verso l'entrata della Villa.

Attraverso lo spazio per le auto seguendo il sentiero in pietra. Le scarpe quasi ci sprofondano mentre mi avvicino alle due ombre poco distanti da me nello spazio verde e circondato dagli alberi. Alexander si volta, probabilmente, percependomi vicina.

"La sua espressione gelida e cupa mi rende seria, quasi distante rispetto a pochi minuti fa. Non riesco a capire in qual modo riesca a sembrare lunatico, a cambiare a seconda dei momenti che sta vivendo o semplicemente a dimenticarsi della serenità che lo circondava, almeno per ora, come se quello che abbiamo vissuto venga messo da parte".

<<Che cosa succede?>>. Mi avvicino a lui, fermandomi e incrociando le braccia.

<<Niente, non devi preoccuparti ma Allison vuole parlare con te. Non mi ascolta, dice che non sono adatto>>. Lancia un'occhiataccia verso di lei.

<<Non sei adatto? A che cosa?>>. Alzo un sopracciglio.

<<A parlare come una donna. Per favore Kate, fallo per me>>. Sospira, passandosi una mano violentemente sulla barba che gli ricopre il mento.

<<Ve bene Alex>>. Pronuncio, con tono smorfioso e passandogli accanto, gli urto intenzionalmente la spalla.

"Mi avvicino ad Allison, ch mi dà ancora alle spalle. Alexander va via, lasciandoci da sole in questo immenso giardino di Rose Square. Mi stringo ancora di più alle braccia, lasciando che ci sia poca distanza tra me e quella donna che in pochissimo tempo è ritornata misteriosamente in vita e ha portato solo scompiglio".

"A volte mi sento in colpa a pensare questo di lei ma è inevitabile. Il primo amore di Alexander, qualcosa che nella vita non si scorda mai completamente e nello stesso tempo, tutto ciò che lui ha sempre cercato in una donna e l'unica che ha trovato come famiglia, quando era solo un neovampiro".

<<Allison, è successo qualcosa? È stato da incoscienti dimenticare di non avere uno spazio solo per noi però sei corsa via, quasi tremante... che succede? È imbarazzate questa situazione>>. Sospiro nervosamente.

<<Katherine... perdonami, scusami... lo capisco, non mi devi spiegazioni. È solo, è colpa mia. Non sarei dovuta entrare in quel modo, voi state insieme... questa è la vostra vita, la vostra casa>>. Si volta mentre le lacrime le scorrono sul viso.

<<Perché stai piangendo?>>. Le domando, con tono austero.

"Non riesco a capire che cosa voglia questa donna né che cosa si cela nelle sue parole. Mi sembra quasi un enigma da scoprire, come se non riuscissi a comprendere la vera natura che si cela dietro a ciò che dice".

<<Perché è tutto nuovo per me, essere qui a Londra dopo secoli. La tua presenza, riavere Alexander davanti agli occhi. Non riesco ancora ad abituarmi a tutto questo, neanche voglio farlo per restare il più breve tempo possibile e sparire da voi, da ciò che siete. È solo difficile, sono scappata inconsciamente>>.

<<Io sono consapevole del vostro rapporto ma mi sono sentita comunque a disagio. Lui è stato l'amore della mia vita e mi sono dovuta separare da lui a causa di Maryanne... è difficile>>.

<<Mi stai dicendo che sei innamorata di lui e che la mia presenza nella sua vita complica il tuo arrivo qui>>. Gli rispondo, con un filo di ironia.

<<No Katherine. Io non amo più Alexander, la mia vita è cambiata e ho conosciuto altre persone in questi secoli. Anch'io ho scoperto di poter amare ancora. È più come quando fermi un ricordo in un modo... vederlo cambiare ti apre a nuovi orizzonti. È quello che sto facendo qui, niente è più come prima in questa città e neanche le persone che conoscevo>>.

<<Tu, come donna, puoi capirmi. Quando un uomo entra nella tua vita lo ricorderai sempre, anche se lo rinchiuderai in una scatola per dimenticarlo in realtà lo avrai solo archiviato>>. Mi sorride, malinconicamente.

"Mi sento strana, dover ascoltare Allison quasi come un'amica e allo stesso tempo arrabbiata. È la gelosia che un po' mi pervade e probabilmente ancora non ho assimilato il suo arrivo così improvviso. Ancora ricordo quel giorno, cui credevo che qualcuno di noi si sarebbe ferito, che il vampiro che mi aveva trasformato stesse chiamando per me per qualche vendetta che non conoscevo, per un motivo che avrebbe cambiato ancora una volta ogni cosa".

<<Capisco perfettamente>>. Mi limito a dire.

<<Io ti devo ancora molte scuse Katherine, so' che non è semplice avermi qui per te. Ti prego di ascoltarmi, di darmi una possibilità. Se sono qui è perché con te ho un debito che non riuscirò ad estinguere facilmente>>.

<<Perché dici questo?>>. Mi acciglio, aggrottando la fronte.

<<Perché io sono la causa della tua trasformazione e di tutti i problemi che ne saranno conseguiti. Se sono qui è per questo. Avrei potuto continuare a sparire per il resto del mondo, dopo che mi hanno soggiogata per ferirti ma sentivo di sbagliare. Dovevo tornare, rimediare in qualche modo. Lo devo, a te e ad Alex>>. Intreccia le dita con nervosismo.

"I suoi occhi azzurri sono decisi, a dispetto del suo corpo che sembra crollare da un momento all'altro per la tristezza che incombe nella sua voce".

<<A me non devi niente Allison, forse ad Alexander sì>>.

<<Invece ti devo molto Katherine, non immagini quanto>>. Le sue labbra si distendono in un breve sorriso.

<<No Allison, sul serio...>>.

<<Invece sì Katherine. Tu hai reso felice una delle persone più importanti della mia vita, ti devo tutto ciò che posso>>. Risponde, con dolcezza.

<<Se non puoi stringere un'amicizia con me almeno ti chiedo di essere una mia alleata. Io posso aiutarti, renderti forte e mostrarti un modo nuovo di essere vampira. La sete di sangue non sarà mai più una debolezza, le emozioni un vanto, la forza ineguagliabile. Io ho imparato molto in questi anni, nel mondo. I vampiri sono sparsi ovunque e tutti hanno dei segreti che possono renderti invincibile. Dammi la possibilità di fare questo, di renderti una vampira incredibile e insieme potremmo avere vendetta contro Sirikit>>. I suoi occhi s'infiammano.

<<Perché voi vampiri volete per forza vendetta, io sto bene così... non ha cambiato nulla di me>>. Mi avvicino, con la rabbia che mi esplode in corpo.

<<Ha cambiato però il modo in cui l'uomo che ami ti guarda, la tua vita da umana non tornerà mai più indietro e tutto questo per colpa mia. Non posso accettarlo, Kate... io sono capace di trovare lo spirito, l'anima di questa vita da demonio. Tu sei una vampira con delle doti strabilianti, hai una capacità di autocontrollo che fa invidia anche ad Alexander che è un vampiro secolare>>. Spiega, venendomi incontro, con lo stesso sguardo pieno promesse.

<<Sarai invincibile...>>. Pronuncia, lentamente.

"I miei occhi incontrano i suoi e in questo lungo silenzio sento nella mia mente le sue parole impregnarmi di dubbi. È davvero la scelta giusta? Io non voglio nessuna vendetta o rendere la vita di Alexander più difficile di quanto sia. Voglio essere semplicemente me stessa e continuare a restare qui, come se niente sia cambiato. D'altro canto potrei sfruttare le mie capacità, porre fine alla preoccupazione che qualcuno possa volerci morti ed avere anche la possibilità di proteggermi da sola".

"Ci penso, continuamente, restando ancora davanti a questa vampira che fiammeggia nello spirito come se non fosse mai stata trasformata e la sua umanità l'unica cosa che la rende forte".

"Voglio davvero essere come lei?".

<<Sarai invincibile Katherine...>>. Mi ripete, porgendomi la mano per una stretta che approvi questa scelta.

"Non so' neanche per quale motivo né perché d'istinto lo faccio ma le stringo la mano, scegliendo definitivamente di essere un vampiro diverso".

"Una vampira ineguagliabile".









*Salve dolcissime lettrici, mi scuso tantissimo per questi mesi senza pubblicazioni. Sono stati molto pieni di impegni che ancora oggi cerco di gestire ma avevo promesso di pubblicare ed ogni promessa deve essere mantenuta. Spero in tutto questo tempo di non aver cambiato niente della vostra curiosità verso questa storia. Prometto di riuscire a pubblicare molto più assiduamente e ringrazio non solo i vecchi lettori che hanno seguito la pubblicazione di Alexander capitolo dopo capitolo ma anche i nuovi che con pazienza hanno seguito la storia finora. Chi mi conosce già, sa che ho sempre pubblicato assiduamente e che se non succede come prima è semplicemente perché davvero non posso dedicare tempo alla scrittura. Non è facile scrivere un capitolo ed essere completamente presa, è un vero lavoro e inoltre ci tengo a mostrarvi sempre un pezzo della storia che renda prima voi orgogliosi. Beh, spero che questo capitolo sia valsa la pena dell'attesa... fatemelo sapere con commenti e stelline.

Grazie ancora a tutti voi lettori,
Un dolce abbraccio,


R. E. Meyers


P.S Seguitemi su Instagram, se vi va: @@erreroberta







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