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Capitolo Trenta

*In alto c'è la canzone per il capitolo (Rita Ora - Posion). Buona lettura*

"Mi sembra di danzare tra le sue braccia, i nostri piedi che s'incrociano in sincrono, le sue mani che stringono i miei capelli e le sue labbra che sensualmente mi trasportano in un altro universo fatto di queste bellissime e intense emozioni che si sprigionano quando siamo uno accanto all'altro".

"Mi reggo, con le mie forze e sotto il suo imponente controllo, al bavero del suo cappotto cercando di ritrovare il respiro che ogni volta che incrocia il suo mi sembra mancare sempre di più. Non so' come sia possibile, una volta diventata immortale, provare ancora queste sensazioni così umane e percepirle nella loro completezza; come se fossi ancora umana quando si tratta di amare in maniera incontrollabile".

"Si stacca da me, un solo secondo, mentre i suoi occhi fugacemente cercano i miei. Li osservo, con il respiro pesante, segnati da quell'azzurro, così intensi da far venire il dubbio al cielo di essere stato il primo ad aver toccato quella sfumatura".

"Non posso staccare lo sguardo dal suo mentre memorizzo completamente l'immagine che ho davanti ai miei occhi: il suo mezzo sorriso provocatorio che si pronuncia dalle labbra ancora rosse dal bacio precedente, i capelli neri e scompigliati che cadono sulla sua carnagione bianca e il movimento deciso delle mani che, con un solo tocco, sfilano via la cravatta gettandola direttamente sul pavimento.

"Il cappotto segue subito mentre sbottona la camicia e si fionda di nuovo con le mani sul mio collo accarezzando delicatamente ogni millimetro di pelle. La mia, che rabbrividisce a tal punto da costringermi a chiudere gli occhi, un solo secondo e per assaporare meglio questo vortice meraviglioso di cui mi sto appagando a poco a poco".

"Non ricordo neanche in quanto tempo siamo arrivati a casa sua o quale sia stato il motivo che ci ha fatto scattare così impulsivamente. So' solo che ho visto una luce nei suoi occhi, quella che per tanto tempo mi era mancata e di cui avevo la certezza che fosse scomparsa, affievolita lentamente e senza la possibilità di rinascere".

"Mi sbagliavo".

"Si è appropriato di me, quando gli ho detto che lo amo ancora e che lo avrei fatto sempre. Che cosa avrei mai dovuto fare? Combattere inutilmente contro la mia stessa volontà? Lui l'ha fatto, con un bacio che non sembrava nient'altro se non vero, desiderato e così intenso e allo stesso tempo breve che mi ha dato una sensazione che non avevo mai provato prima al tocco delle sue labbra".

"La paura".

"Ho sempre desiderato baciarlo, dalla prima volta che m'invitò a cenare con lui e fui rifiutata nel peggiore dei modi. Ho così intensamente immaginato che lo facesse, che quando è accaduto realmente era esattamente come le mie ispirazioni: caldo, prepotente, passionale e sicuro; ed è sempre stato così, ogni volta, anche quando si trattava di un semplice gesto romantico o l'abitudine di una coppia di fidanzati".

"Questa volta qualcosa è cambiato... ".

"Ho sentito le mie labbra tremare e le sue per un secondo, essere tentate ad andare via. Era come se quel gesto impulsivo stesse nascondendo quello che entrambi desideravamo realmente ma come se fosse sbagliato, un passo falso, la mossa che ti dà la felicità ma non quella che è più sicura per entrambi".

"In quell'esatto momento le nostre mani si sono incrociate ed io le ho strette, così forte, come se fossero l'unica cosa inestimabile che avessi al mondo".

"Ed è così, lo è ancora adesso".

"Con tutti i suoi sbagli, con tutti i modi in cui è stato capace ed è ancora di manovrare la mia vita; di gettarla a terra senza ritegno, come se fossi fatta di cristallo e consapevolmente lui potesse frammentare ogni pezzo di me e allo stesso tempo, l'unico capace con un solo soffio di ricompormi come se non fosse mai accaduto nulla e la mia vita nelle sue mani, nel luogo più protetto che esista al mondo".

"Eppure quel lato oscuro, quello che la sua luce non riesce a controllare è ancora un mistero per me. È come se io avessi la chiave del suo cuore ma esso contesse altre mille porte inaccessibili cui ancora non ho nulla per poterci entrare senza farmi del male e come se con me portassi solo la speranza, quella che l'amore possa bastare a entrare dentro di lui senza danneggiarmi".

"Anche se mi sono già abituata a portare nei miei sentimenti le cicatrici che mi ha procurato".

"Mi avvicino, poggiando le dita delicatamente sul suo viso. Sento il suo respiro acre cadere sulla mia pelle e il suo sguardo che non mi perde mai di vista. Lo contorno, come se pensassi che fosse irreale, in ogni centimetro, in ogni punto di quel viso che m'incanta ogni volta e mi sento bene, nonostante tutto, nonostante le difficoltà".

<<Ti amo>>. Sussurro con un filo di voce.

<<Lo so>>. Risponde lentamente, con lo stesso tono.

<<E tu?>>. Gli chiedo, poggiando prima gli occhi sulle sue labbra e poi, di nuovo nei suoi.

<<Ti amo da impazzire>>. Si avvicina con il viso, prendendo le mie labbra nelle sue e confermando le parole con un bacio.

"Sento il suo corpo che preme sul mio, muovendo quasi all'unisono i respiri. Il suo braccio destro mi avvolge mentre l'altro mi guida con il polso verso il letto, nella sua camera. Mi distende, delicatamente continuando a baciarmi, senza mai smettere, senza mai perdere il controllo".

"I suoi capelli cadono sulla mia fronte accarezzandomi a ogni movimento delle sue labbra che premono sulle mie quasi con indecenza, in un modo così bramoso che mi fa perdere ogni capacità connettiva. Sto morendo sotto la sua presa mentre le mie labbra coinvolgono al loro volta questo gesto eccitante, nello stesso modo ma come se lui fosse la linfa vitale ed io dipendessi solo da un suo bacio".

<<Alexander>>. Mormoro in un lasso di tempo impercettibile.

<<Sì?>>. Risponde baciandomi ancora.

"Le sue mani danzano su di me lasciando a ogni tocco un brivido sfuggente; alza la mia gonna con una facilità incredibile mettendosi proprio tra le mie gambe, sbottona la mia camicia velocemente e quando la mia pelle nuda è a contatto con le sue dita, comincia a impossessarsene sommergendomi di baci lascivi, lenti ed estenuanti".

<<Sei mia Katherine Davis>>. Sussurra con voce profonda e smorzata dall'eccitazione.

"Il mio corpo freme, come non mai, quando mi sveste assaporando ogni secondo. Si libera della camicia, poco dopo, lasciandomi la completa visione del suo corpo scolpito. Lo aiuto, liberandosi del resto, senza mai perdere i miei occhi dai suoi che mi possiedono quasi incatenandomi alla loro vista".

<<Io sono tua, Alexander>>. Rispondo, scivolando una mano dalla sua schiena lungo il collo.

"Mi sorride, maliziosamente, come un uomo che in questo frangente ha acquistato la sua consapevolezza. Una donna gli appartiene ed io mi sento esattamente così, come se dipendessi da quest'amore che mi dona ogni cosa, qualsiasi cosa di cui ho necessità per avere un solo e vero motivo per restare sulla terra".

"Ed essere felice... "

<<Ed io sono tuo, Katherine>>. Dice, sfiorando le mie labbra a ogni parola.

"Sorride prima di trascinare la mia lingua con la sua. Si stacca da me guardando ogni centimetro del mio corpo mentre io assaporo la sensazione della sua pelle nuda contro la mia e quel profumo pungente che emana, ormai, anche sul mio corpo".

<<Dimmelo>>. Sbotto, improvvisamente, invitandolo con una mano ad alzare gli occhi sul mio viso.

<<Che cosa?>>. Domanda, accigliandosi di poco.

<<Che tutto questo... che questa volta sarà per sempre>>. Trattengo la paura a malapena.

<<Te lo giuro Katherine, non ci separeremo mai più>>. Risponde, sicuro di sé, accarezzandomi una guancia con il pollice.

"Il suo viso incontra il mio, respirando all'unisono, in un silenzio che ci accompagna in questa sera gelida cui Londra si sta dipingendo di un mantello di neve bianca. Da qui, da questo piccolo angolo di mondo cui siamo lui ed io, ogni cosa è completamente diversa".

"Mi sembra di essere lontana migliaia di anni luce dalla Terra e che niente di ciò che esiste abbia più importanza. Mi sento in una pace indescrivibile, anche se il mio corpo è in netto contrasto alle mie emozioni. Sono un concentrato di adrenalina pura, il desiderio è padrone dei miei istinti ma il mio cuore, quello, è finalmente dove voleva essere".

"Stretto contro il suo cuore".

<<Lasciati andare Katherine, sarà indescrivibile>>. Pronuncia, prima di prendere una mia mano e di stringerla nella sua destra.

"Faccio un lungo respiro accennando un sì con la testa, quando porta le nostre mani sopra la mia testa. La sua mano sinistra mi accarezza una coscia mentre con un movimento deciso mi guida a incrociare le gambe sulla sua schiena. Si abbassa delicatamente e a pochi centimetri dal mio viso, i suoi occhi mi fissano, senza mai battere ciglio, come se in quello sguardo ci sia tutta la sicurezza di cui ho bisogno in questo momento".

"In un frangente di tempo, cui sembra che tutto si sia fermato, i nostri corpi si uniscono in un modo così incredibilmente diverso che non lo riesco a descrivere; come se avessi camminato in un deserto per millenni e adesso avrei a mia disposizione l'acqua più pura, come se stessi toccando il paradiso ma ancora con i piedi piantanti sul suolo terrestre".

"Un gesto di una così sublime intensità che mi ha fa sentire così viva da farmi avere paura di morire in questo stesso momento mentre stiamo facendo l'amore, io con Alexander nel suo letto, nell'infinito piacere di essere la sua donna, la sua amante, la sua vampira, la sua Katherine".

"I miei occhi non hanno mai smesso di guardare i suoi che hanno lasciato andare l'azzurro ghiaccio che li contraddistinguono, per far spazio al blu più intenso che possiedono. Il mio respiro corto che accompagna i suoi gemiti profondi e intrisi di piacere. Ci possediamo, ci uniamo e nello stesso momento ci sfidiamo con lo sguardo, a resistere a queste sensazioni così esplosive che hanno la capacità di sottomettere ogni pensiero reale".

<<Ti amo>>. Sospiro quasi senza fiato.

<<Ti amo>>. Pronuncia, baciandomi sul collo.

"Sprofondo la testa all'indietro, dandogli completo arbitrio sul mio corpo che ormai è suo, in ogni centimetro che mi apparteneva. I suoi baci si caricano di brama mentre riesco a osservare le vene delle sue braccia pulsare di un colorito violaceo".

"Sono sorpresa nell'avere quest'immagine davanti a me. Noi siamo vampiri, in questo momento, non c'è nessun autocontrollo, nessun doversi trattenere eppure le sue vene pulsano esattamente come accadeva quando facevamo l'amore ed io ero ancora umana. E allora che cosa significa tutto questo? Qual è la vera ragione per cui il suo corpo ha bisogno di autocontrollo?"

"Me lo domando ma ciò non riesce comunque a prevalere su questo momento magico. È vero, io sono una vampira e per la prima volta da questo cambiamento, sto scoprendo fino a che punto questa vita da immortale può donarmi qualcosa di nettamente superiore a ciò che potrei vivere da umana".

"L'intensità, la forza fisica, l'insaziabilità".

"Sono queste le cose che sto vivendo in questo momento ed io mi rendo conto che è Alexander a farmi vivere tutto questo".

"Più del sangue, è lui la mia brama".

"Restiamo qui, in quest'angolo di vita, per ore o almeno penso. È come se non avessi mai bisogno di placare ciò che sono e come se non avessi abbastanza volontà per farlo".

"Alexander ed io, noi due, insieme... qualcosa che non riesco neanche a immaginare ma che in realtà sto vivendo adesso, nella sua completezza. Ho desiderato così tanto essere tra le sue braccia, sentirmi esattamente com'è riuscito a fare dal primo istante in cui ci siamo incontrati e amarlo, con ogni fibra del mio corpo, come se fosse l'unico obiettivo della mia vita".

"Mi perdo, in questi brevi pensieri mentre la notte passa ma non ci facciamo neanche caso".

"Quando anche il vampirismo lotta contro la nostra passione, ci abbandoniamo sul letto, con dei lunghi respiri affannosi e guardando il soffitto su cui cade il grosso lampadario. Le luci della notte si stanno schiarendo e questo è un chiaro segno dell'imminente arrivo dell'alba".

"Alexander alza le coperte, poggiandole sui nostri corpi e invitandomi a prendere posto sul suo petto, mentre intreccia un braccio intorno a me".

"È come se fossi tornata indietro nel tempo, in cui le cose andavano finalmente bene ma con una consapevolezza diversa; quando perdi qualcuno, ti accorgi del valore che realmente ha per te".

"Lo avrò imparato mille volte con lui ma nonostante sono quasi morta per avvelenamento, sono stata uccisa e trasformata in vampira, non ho mai avuto paura di perderlo. Perché ero io che me ne stavo andando da lui e questo non mi feriva come quando le sue parole di addio sono diventate realtà".

"Lì ho sentito che c'era una parte di me, quella più grande, che stava morendo in quelle parole. Ho avuto realmente la convinzione che niente mi avrebbe riportato indietro Alexander, che non ci sarebbe stato nessun motivo in lui per ricostruire ciò che eravamo".

"In fondo perché avrei dovuto pensarlo? Lui è su questo mondo da secoli, ha amato già, ha vissuto completamente ed io mi sono sempre sentita un frangente della sua vita mentre per me lui era la vita in un frangente della mia mortalità".

"Quando ho deciso di lasciarlo andare, di accettarmi prima di chiedere che lo facesse lui, ho sentito nelle sue parole di delusione quell'amore che teneva incatenato e che non voleva più mostrarmi solo per proteggermi; l'ho anche accettato per un breve lasso di tempo ma i miei sentimenti non ne hanno voluto sapere".

"Perché rinunciare alla cosa che più ti far star bene solo per paura di perderla?".

"E lui l'ha capito, ieri, quando la voce del suo cuore ha pronunciato finalmente la verità; lui non vuole separarsi da me".

"Mi stringo al suo corpo che sa di uomo, dell'uomo che amo e mi ci perdo come se fosse la mia salvezza in questo mondo così difficile".

<<Ho avuto paura>>. Sussurro mentre una sua mano gioca con i miei capelli.

<<Di che cosa?>>. Domanda con tranquillità.

<<Di perderti per sempre, di non avere mai più la possibilità di stare tra le tue braccia>>. Gli dico, prima di sciogliermi dalla sua presa e poggiare
a il mio corpo al suo petto, con le mani incrociate a mantenermi il mento.

<<Credi che ti avrei mai lasciato andare?>>. Mi scosta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, abbassando lo sguardo.

<<Lo so che avresti sempre vegliato su di me ma per quale motivo io? Che cosa sono in più nella tua vita, avresti potuto liberarti di me tanto tempo fa... quando ancora non ti eri innamorato>>. Dico, cercando di trattenere l'insicurezza che provo nel pensare alla sua risposta.

<<Quando è stato esattamente questo giorno?>>. Fa un mezzo sorriso.

<<Che cosa intendi?>>. Mi acciglio.

<<Io già mi ero innamorato di te>>. Pronuncia, con una lentezza quasi estenuante.

"Sento la saliva seccarsi in gola mentre all'improvviso l'aria nella stanza non è abbastanza per entrambi. È realmente ciò che pensa? Io, io... mi stupisco sempre di quante cose sia capace di dire in certi momenti e di come, in altri, risulti così violento e insensibile da far paura. Quanto conosco realmente Alexander Smith da capire che cosa si cela dietro alle sue parole?".

<<È la verità oppure è semplicemente un modo di dire?>>. Gli domando, accennando un sorriso insicuro.

<<È la verità>>. Si limita a rispondere, prendendo una mia mano e poggiandola all'estremità del suo cuore.

"Osservo quel gesto delicato cercando di percepire quali siano le sue intenzioni. Chiude gli occhi, portando di poco la testa all'indietro e inspirando profondamente, tiene la mia mano stretta alla sua, proprio a sinistra all'altezza di quel piccolo involucro che non batte più dentro di lui".

<<Lo sai da che cosa me ne sono accorto?>>. Mi domanda, improvvisamente, ritornando a guardarmi.

<<No>>. Mormoro, attenendo le sue parole.

<<Dal fatto che da quando ti ho conosciuta, mi sono sentito come se battesse ancora nel mio torace, come se fossi ancora un essere umano e degno, degno di essere vivo>>.

"Le sue parole sono cascata di emozioni dentro di me, quelle che forse avevo più bisogno di sentire per avere la certezza che non sarebbe andato mai più via da me. Rimango in silenzio, senza togliere la mano dal suo petto e avvicinandomi lentamente a lui, con la mano libera, gli contorno il viso per stringere quelle bellissime parole in un bacio profondo".

"Ho bisogno di sentire che è realmente qui, davanti a me e che tutto quello che sto vivendo adesso, non sarà l'unico momento che avrò ancora fra le sue braccia. Voglio la sicurezza che da oggi in poi, ci sarà solo l'eterno davanti a noi da vivere insieme".

"Un'immortalità con Alexander, insieme con lui".

<<E sai che cosa mi ha sempre stupito?>>. Si scosta, facendo un breve sorrisino.

<<No, che cosa?>>. Gli domando, imitando la sua espressione felice.

<<Io non sono mai riuscito a leggere i tuoi pensieri Kate, quando eri umana>>. Mi rivela, improvvisamente.

<<Sul serio? Cioè, tu non riuscivi a sentirli? Perché?>>. Alzo un sopracciglio.

<<Perché è inevitabile, quando un vampiro s'innamora, ci sono delle debolezze>>. Spiega, stringendomi la schiena con le braccia.

<<No, non credo sia questo>>. Lo bacio, sorridendo ancora.

<<E allora cosa, sentiamo>>. Dice, con la sua espressione maliziosa, sfiorando ancora le mie labbra.

<<E perché non ne avevi bisogno. Tu ed io, eravamo già un'unica anima>>.

"Rimane in silenzio e serio in volto, quando i nostri visi s'incontrano di nuovo lasciando che i respiri s'intensifichino. Sono felice, è una bella sensazione e quando la provo, non vorrei mai farne più a meno. Ho tutto ciò di cui ho bisogno e la cosa che più mi far star bene è la consapevolezza, reale, che è lo stesso anche per lui".

"Quando il sole lascia le prime luci dell'alba entrare dalla balconata, ci stringiamo entrambi sotto le coperte, in un abbraccio di appartenenza; indossa la collana mentre io metto l'anello al dito, per evitare che un solo raggio di Sole possa provocare dei danni alla nostra vita. Ci guardiamo, ancora un instante, mentre una sua mano accarezza il mio viso. Mi porge un casto bacio sui capelli, invitandomi a prendere spazio nel solco del suo braccio, con la testa rivolta sul petto".

"Sospiro lentamente e lasciando che la pace di essere con lui diventi l'ossigeno di cui ho bisogno. Quando le luci dell'aurora entrano dalle vetrate, rivelando un gioco di colori in contrasto, mi sento quasi la Katherine umana di una volta mentre i miei occhi cadono in questo sonno profondo, l'unico della mia nuova vita da immortale, che questa volta farò senza attraversare mai il buio delle mie paure".

"... ma con lui, la mia luce a guidarmi sul sentiero della felicità".

(Mi piaceva moltissimo quest'immagine di Jonathan Rhys Meyers, l'ho visto perfettamente come Alexander in questo capitolo Quindi l'ho condivisa con voi, come la gif in alto che fa parte della stessa scena)





Spazio autrice.
Buon sabato lettrici, spero che questo capitolo vi abbia emozionato come ha fatto con me nel rileggerlo e revisionarlo. Spesso quando si scrive su va di "getto" perché tutte le idee sono lì e pronte per essere assemblate ma non si dà molto peso alla rilettura, che è una cosa che mi piace fare sia per correggere gli errori sia per immedesimarmi come lettrice e pensare 'Che cosa diranno le lettrici?' Beh, come vi ho anticipato, io mi sono emozionata e allo stesso tempo ho visto la gioia di Kate, il suo amore e l'ho percepito intensamente. Spero che sia lo stesso anche per voi, ma se non è così non esitate a dirlo... sapete benissimo quanto conta per me la vostra opinione quindi, vi aspetto e se il capitolo vi è piaciuto non dimenticate di lasciare una stellina o un commento. Vi ringrazio come sempre del vostro supporto e dei bellissimi traguardi che raggiungiamo insieme.

Siete il mio orgoglio,
Grazie a voi!

R. E. Meyers

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