Capitolo Quarantuno
<<Dici che non ti fidi di lei... >>. Mi acciglio, mentre lo vedo allontanarsi dal letto, rimettendo la camicia sulle spalle.
<<Sono confuso>>. Sospira. <<La guardo ed è esattamente colei che avevo visto morire davanti ai miei occhi. Le sue parole mi convincono, anche il gesto di voler trovare la cura per ridarti l'umanità. Dopo che è stata costretta a trasformarti a causa di quel Sirikit>>. Continua, voltandosi verso di me.
<<Poi, non ti convince la sua ricomparsa>>.
<<Sono molto diffidente verso gli altri, a prescindere>>. Fa un mezzo sorriso, prima di alzarsi in piedi per sistemare la camicia nei pantaloni.
"Non avrei mai creduto che Alexander potesse nutrire anche dubbi nei confronti di Allison. L'ho visto così felice per il suo ritorno che non ho mai nutrito alcun sospetto. Adesso mi parla di lei in maniera ambigua. Lo leggo nei suoi occhi, quanto sia difficile credere alle parole di qualcuno che torna dal passato. Io non mi sono mai fidata di lei, non so' se è stata colpa di quella volta che la sognai in preda ad uccidermi, se sono sempre stata diffidente a causa del suo amore per Alexander, riguardo al loro passato insieme o semplicemente perché è una vampira da secoli ed io non sono la prima con cui avrà avuto a che fare".
<<Domani partiremo>>. Rompe i miei pensieri, sedendosi accanto a me sul letto.
<<Lo so>>. Mormoro abbassando lo sguardo.
"Arriveremo in India, ci sposteremo da una piccola città prima di raggiungere le catene montuose dell'Himalaya. Sembra che lì viva Ophelya, nascosta tra la neve più fitta e sulle montagne più ripide. Scalarla adesso non sarà di certo un'impresa, come da umana, eppure ho il timore che qualcosa vada storto e che non ci sia modo di tornare indietro".
"Lo faccio per Alexander, solo per ciò che mi lega a lui. Ho riflettuto molto sulla scelta di dare a lui la cura, come mi aveva chiesto Allison, quando rifiutai l'offerta di ritornare umana. Forse è la scelta giusta, eppure non so' a quali conseguenze andrei incontro. Se lo facessi realmente, Alexander mi perdonerebbe per quel gesto? Oppure mi allontanerebbe ancora di più? Ci stiamo ricostruendo a poco a poco, anche se le cose tra di noi non sono come in passato".
"Qualche giorno fa, alla cena di fidanzamento di Jane, ci siamo fatto trasportare ma questo non è più accaduto nello stesso modo. Ci siamo baciati, siamo stati insieme, abbiamo ritrovato la nostra tranquillità ma qualcosa ancora si deve ricucire tra di noi. Spero solo che il tempo riesca a giovare sulla situazione".
"So' di amarlo più di me stessa".
<<Vestiti pesante, dicono che quel freddo abbia effetto anche sui vampiri>>. Mi avverte. <<Andrà bene>>. Sorride, alzandomi il mento con le dita.
<<Lì vive Ophelya? Se non ci ricevesse? Potrebbe essere tutto inutile e pericoloso>>. M'innervosisco, le parole scivolano via dalla mia bocca.
<<Lì c'è la tomba dei due vampiri della leggenda: Ramanga e Calliope. La mappa si trova in una delle due tombe a quanto pare. Da lì, partiremo poi, per scoprire dove si trova Ophelya e dove nasconde la fiala. Non sappiamo se lei si trova nello stesso luogo>>. Mi risponde prontamente, con tono serio.
<<Sarà un lungo viaggio>>. Sospiro, stringendo una sua mano.
<<Ne varrà la pena>>. Mi accarezza una guancia. <<Avrai di nuovo la tua vita>>. Risponde, alzandosi in piedi.
<<E di noi, che cosa ne sarà?>>.
<<Riusciremo a sistemare anche questo>>. Dice.
<<Non ti ho mai visto così ottimista, che cosa è cambiato?>>. Gli sorrido, un po' perplessa.
<<Riuscirò a ridarti l'umanità, questo mi fa pensare che non tutto è perduto. Non sempre>>. I suoi occhi azzurri come il ghiaccio, freddi e seri, mi trafiggono mentre pronuncia queste parole.
<<Lo sai, prima di ogni altra cosa, questo è il tuo desiderio e non il mio>>. Mi metto di fronte a lui, guardandolo dritto in volto.
<<Kate, sono consapevole che stai assecondando una mia decisione ma, come ti dissi allora, è la cosa più giusta. Riavere una vita da umani è il desiderio di ogni vampiro, è l'occasione di ricominciare lontano da questa condanna>>. Sorregge la mia espressione, parlandomi con tono serio.
<<Tu non hai vissuto il peggio, non ne hai avuto l'occasione ed è meglio così. Ci sono aspetti di questa vita che nessuno dovrebbe mai sapere. Tu sei forte, hai ricevuto una grande abilità ma negli ostacoli, non sarebbe comunque facile sopravvivere>>. Continua lui, attirando la mia attenzione.
<<Grande abilità? Di che cosa parli?>>. Gli domando curiosa.
<<Sei diversa dagli altri vampiri. Da quando sei stata trasformata, hai avuto subito la capacità di cacciare, di utilizzare i tuoi sensi e soprattutto di sopportare anche la sete di sangue in maniera diversa, più tollerabile. Sembra che sia una cosa molto rara>>. Mi confessa.
<<Tu lo sapevi? Da quando?>>. Mi acciglio.
<<Lo sospettavo. Allison ha poi confermato la cosa>>.
<<E com'è possibile? Per quale motivo io sono così?>>. Gli domando ancora.
<<Non lo sappiamo, ma non succede spesso>>. Mi bacia la fronte. <<Non ci pensare, avrai la tua umanità Katherine. È questa la cosa migliore che potesse accadere>>. Si allontana, senza aggiungere niente e lasciandomi da sola nell'appartamento mi ritrovo a vagare di nuovo con i pensieri.
"Io sono una vampira rara, non avrei mai creduto che fosse così. Ho pensato a quanto non sentissi le stesse sensazioni di Alexander, ma immaginavo fosse una mia debolezza, una mia incapacità eppure, a quanto pare, mi sbagliavo. La sete di sangue non è un problema, apprendere per me è una sciocchezza e usare la mia forza un gioco. Una vampira rara e dovrò rinunciare a quest'abilità, per sempre".
"D'altra parte non m'importa, non ho avuto la necessità di sfruttare a pieno la mia trasformazione perché cerco sempre di rimanere più umana possibile, di riavere la mia vecchia vita e di convincermi che l'umanità è la cosa giusta. Eppure, la confusione entra nella mia mente e sdoppia le mie opinioni, rendendole opposte. Nei lati positivi e in quelli negativi, io vedo solo tanti dubbi che mi assalgono e l'unica scelta sensata mi fa pensare di assecondare il desiderio di Alexander, solo per smettere di perderlo".
"Indosso la maglia, cercando di sistemare al meglio i capelli scompigliati. Prendo l'ascensore e mi dirigo verso l'uscita dell'edificio per andare verso la mia auto. Voglio raggiungere Rose Square e parlare con Allison. Nonostante non mi fidi, a quanto pare, lei sa molto più anche di Alexander riguardo alla mia trasformazione. Voglio conoscere ciò che c'è dietro, voglio sapere ogni cosa".
"Arrivo nella villa di Alexander, quando i camerieri sono nel pieno del lavoro giornaliero. Incontro Arthur che cordialmente mi saluta, indicandomi che Allison si trova nel roseto. Chiedo di Alexander ma, a quanto pare, non stava ritornando a casa quando mi ha lasciato nel nostro appartamento. Arthur si congeda, lasciandomi raggiungere la vampira bionda da sola".
"La vedo subito, seduta davanti alle rose, le sistema in un grande vaso placcato in oro. I capelli del grano, ondulati e lunghi che le scivolano sulle spalle, la pelle bianca che risalta le labbra dipinte di rosso e gli abiti bianchi e lunghi che le danno sempre quell'aspetto angelico e puro".
<<Katherine, sono felice di vederti>>. Mi sorride, alzandosi in piedi.
<<Ciao, le stai sistemando?>>. Domando, indicando le rose.
<<Sì, volevo portare questo vaso nel salone grande. Era vuoto e abbandonato in un angolo>>. Ridacchia. <<Tu e Alexander vi siete riappacificati?>>. Mi chiede, con espressione felice.
<<Abbiamo messo da parte le nostre divergenze>>. Le rispondo, divagando sull'argomento.
<<Ne sono contenta. Alexander ha bisogno di te, nella sua vita>>. Poggia le rose sulla sedia. <<Se sei qui, sicuramente, vuoi dirmi qualcosa>>. Continua lei, tenendo i suoi occhi fissi nei miei.
<<Vorrei parlarti della cura ma soprattutto della mia trasformazione>>. Le rispondo, prontamente.
<<Hai deciso di prenderla? Io te ne sono grata Katherine, sono stata la causa della tua nuova vita, anche se ero stata soggiogata da Sirikit a farlo. È un sollievo per me, poterti ridare la tua umanità>>. Si porta le mani al petto, congiungendole.
<<La mia trasformazione è qualcosa che ho imparato ad accettare, anche se non capisco. Per quale motivo sono una vampira rara? Alexander mi ha parlato di queste abilità che non tutti possiedono, perché io?>>.
<<Non so' per quale motivo accada, alcuni dicono che è legato al desiderio. Più un individuo accetta di essere un vampiro, più la sua forza accresce>>. Spiega, camminando lentamente avanti e indietro. <<Alcuni parlano, invece, di prescelti che servono la stirpe. Mantengono immutati i tratti originari dei vampiri>>. Dice, il tono della voce si trasforma quasi in un mormorio.
<<Tu a quale credi?>>.
<<Beh, tu non hai mai rinnegato di voler essere una vampira. Hai anche dimostrato più volte che desideravi esserlo, proprio per vivere con Alexander. La risposta più plausibile, è che tu abbia sviluppato queste doti grazie alla motivazione che ti spingeva ad assimilarle>>. Fa spallucce. <<ma è solo una mia supposizione>>. Sorride, riprendendole le rose tra le mani.
<<Non so' neanche sicura di averle tutte>>. Sospiro ironicamente.
<<Katherine, non è necessario esserne a conoscenza. Sono abilità rare che si fondono con il corpo dell'individuo che ha abbandonato la vita umana. Vampiri come te potrebbero resistere migliaia di anni nel deserto senza bere mai una goccia di sangue, usare la loro destrezza per alzare muraglie e riuscire comunque morire con un paletto nel cuore. Non puoi acquisire le tue doti, loro possiedono te e convergono a plasmarti quando è necessario>>. Fa un mezzo sorriso delicato, sicura delle sue parole.
<<Perché io sarei adatta alla cura? Se volesse prenderla un altro vampiro, c'è questa possibilità?>>. Chiedo insistentemente.
<<Finora sembra che nessuno nel corso dei secoli è stato degno>>. Risponde. <<Hai deciso di donarla ad Alexander?>>. Volta il suo sguardo verso di me.
<<Non lo so... bisogna non aver perso mai la propria umanità, Alexander l'ha fatto e ha anche ucciso nel tempo>>.
<<Infatti Ophelya, ha deciso di conservare la cura al vampirismo solo a un vampiro che non abbia mai ucciso, né perso la propria umanità, né che abbia usato la propria trasformazione in maniera disonesta, lasciando che la nuova forma lo cambiasse nell'animo>>. Si siede Allison, guardandomi in volto.
<<Come potrei darla a lui?>>.
<<Convincendo con il tuo buon cuore, da vampira umana, che Alexander la merita a prescindere da ciò che ha commesso nel corso del tempo. Dietro a quel viso torbido, al carattere scorbutico e alla forza che cerca di dimostrare di avere, si nasconde comunque un vampiro che ha un'anima più gentile di tanti umani>>. Si fa seria.
<<Potrebbe essere la sua unica occasione>>. Dice, come se fosse una confessione.
<<Ne sono consapevole>>. Rispondo, nell'immediato.
<<È onorevole da parte tua un gesto del genere, se lo farai>>.
<<Onorevole?>>. Ridacchio ironicamente.
<<Sì, mettere il bene di qualcun altro prima del proprio, nonostante tu ami essere una vampira. Significa comunque andare contro il suo volere>>. Mi studia con lo sguardo mentre le sue parole mi arrivano all'orecchio.
<<Più di un gesto onorevole, credo sia sciocco mettere a rischio la propria vita senza trarne un beneficio>>. Le rispondo, ambiguamente.
"Non voglio far trasparire le mie intenzioni, sono qui solo perché voglio conoscere di più".
<<Spero solo che se la tua scelta sia di rimanere vampira, il mio debito nell'aiutarti sia ripagato lo stesso>>. Dice, d'un tratto, alzandosi di nuovo in piedi.
<<Lo sarà>>. La fulmino con lo sguardo.
"Ciò ti concederà finalmente di andare via dalla nostra vita".
<<Bene. Non dimenticare ciò che ti ho detto riguardo alle tue doti da vampira, potranno ritornare utili dove andremo domani>>. Un mezzo sorriso le dipinge le labbra rosse, prima che in silenzio me ne vada via.
"La strada è lunga ma spero di riuscire a trovare la mia risposta lungo il tragitto".
"Siamo partiti all'alba, senza parlarne troppo in giro. Ho lasciato a Jane il compito di occuparsi da sola del matrimonio fino al mio ritorno. Le ho detto che partivo per lavoro e fortunatamente, non mi ha fatto troppe domande al riguardo. Siamo in un piccolo paesino, quasi ai confini della catena montuosa. Alexander, Arthur, Allison ed io. Ci nutriamo di sacche di sangue che abbiamo nascosto e cerchiamo di non destare il sospetto di nessuno. Ci muoviamo in fretta e con la speranza di arrivare nel luogo segnato sulla mappa senza brutte sorprese. Se le tombe dei due vampiri non si troveranno lì, ci toccherà cercare in lungo e in largo e richiederà molto più tempo del previsto. Abbiamo la forza per scalare, non ci stanchiamo a camminare ma non abbiamo la super velocità o la capacità di volare. Anche se in questa circostanza, credo sarebbero servite di più".
<<Ripartiamo, ci aspetta una lunga notte al freddo>>. Alexander mi porge la mano, aiutandomi.
<<Siamo nella direzione giusta, dovremmo raggiungere il luogo di sepoltura alle prime luci del sole>>. Continua Allison.
<<Ma saremo tutti quanti addormentati, dobbiamo accamparci di nuovo>>. Dico.
<<La signorina Davis ha ragione, Signor Alexander... non possiamo rischiare di essere scoperti>>. Arthur mi sostiene.
<<Lo faremo, ci fermeremo prima. Adesso andiamo>>. Apre la tenda, facendo entrare l'aria gelida delle montagne dell'Himalaya.
"Esco anche io, osservando il paesaggio innevato. Magnifico, nella sua imponenza e gelido e tagliente come una lama affilata. Un luogo che non avevo mai visto prima d'ora e che dovrò affrontare a denti stretti. Ci incamminiamo, anche se lentamente, sprofondando gli stivali nella neve fitta e compatta che ci ricopre fino alle gambe".
"Il vento fischia e la neve continua a cadere incessantemente lungo il nostro cammino. Non ci fermiamo, non ne abbiamo bisogno, anche se il freddo mi fa quasi sentire di avere ancora un corpo caldo e un cuore che batte dentro di me. Ci stanca ma non ci fa distrarre dall'obiettivo. Scalare la montagna adesso è più importante di ogni cosa, vale più di quanto questo gelo incantatore sia capace di fare".
"Dobbiamo raggiungere Ophelya".
"Dobbiamo vincere il freddo".
"Dobbiamo seguire la nostra scelta".
"Dobbiamo dimostrare che possiamo farcela".
"Dobbiamo trovare la cura".
*Spazio autrice
Un capitolo che ci sta avvicinando direttamente al culmine della storia, fatemi sapere il vostro parere lettrici. Vi abbraccio forte.
R. E. Meyers
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