Capitolo Otto
"Sono immobile davanti allo specchio con una forza che non mi appartiene ma che decide per me, di trattenermi davanti a quel riflesso che disegna la mia espressione preoccupata. Le labbra mi tremano e gli occhi sono spalancati quando all'improvviso e senza alcun motivo quell'immagine forma mille crepe che rompono il vetro riflettendola a mala pena ma quanto basta da vedere la mia forma che cambia. Una scia nera mi avvolge. La stessa che si forma nei miei incubi".
"Mi muovo e urlo cercando di andare via dalla sua stretta ma con insuccesso mentre pian, piano possiede il mio corpo. Lo vedo, dai frammenti dello specchio mentre arriva al mio collo stringendolo e asfissiandomi della mia stessa aria. Mi avvolge ancora nonostante mi dimeni con tutte le mie forze e pian, piano la mia bocca si squarcia dal quel nero che mi avvolge diventando demoniaca, con denti affilati e gli occhi grandi che mescolano il verde al rosso prima che perda ogni concezione della realtà e gli occhi si chiudano sotto alla vita che scompare dal mio corpo nell'esatto momento in cui le forze ritornano in me, ma debolmente. Mi lasciano cadere a terra dove l'ultima cosa che vedo è lo scivolare di petali di rose strappati da una lunga chioma dorata dagli occhi rossi come il sangue".
<<Katherine... Katherine>>. Una voce familiare mi chiama.
<<Alexander...>>. Mormoro aprendo gli occhi senza forze.
<<Kate, finalmente>>. Mi prende di peso dal pavimento freddo e mi poggia sui cuscini.
<<Che cos'è successo?>>. Mi porto una mano alla testa ancora dolente.
<<Ti sei alzata in piedi, sei andata davanti allo specchio e hai cominciato ad urlare poi, sei svenuta all'improvviso>>. Spiega con una nube di pensieri sulla fronte.
<<Era un incubo. Forse, sono troppo presa da vampiri e storie del genere>>. Ridacchio cercando di sdrammatizzare.
<<Qualcosa non va?>>. Domando osservando la sua espressione.
<<Non mi piace che tu faccia dei sogni strani. Che cosa hai visto?>>. Si acciglia.
<<Un'ombra nera che prendeva il mio corpo con denti aguzzi e occhi rossi. Poi, ho perso le forze e sono caduta a terra... non ricordo nient'altro>>. Ci rifletto bene.
<<Katherine prendi la verbena?>>. Mi domanda lui, con tono preoccupato.
<<Certo che sì e indosso la collana poi, Arthur passa regolare per le iniezioni. Puoi fidarti di me, sono attenta>>. Spiego rassicurandolo.
"Si alza in piedi sistemando l'abito e le scarpe. Passa una mano veloce sui capelli mentre il silenzio cala su di noi. Il sole è già alto in cielo ma il tempo sfavorevole non lo lascia brillare su questa meravigliosa città. Il freddo dell'autunno si sente ed io, oggi, non sento di avere in me la giusta energia per recarmi a Scotland Yard, anche se devo".
"Si mette la collana senza parlarmi. So' che in questo momento non vuole né sentire né conversare. È pensieroso e non posso dargli torto. Non piace neanche a me che questi sogni siano così reali e che mi ricordino quelli che Maryanne muoveva su di me".
"Da quando sono in questa casa, non riesco a dormire tranquilla e per lo più mi ritrovo ad immaginare ancora quelle ombre, insidiose ma che questa volta non cercano di mettermi semplicemente paura ma di uccidermi per arrivare al loro scopo".
"Maryanne non è viva, eppure credo che il mio subconscio cerchi in tutti i modi di mettermi in guardia. È subdolo ma... forse i vari problemi con Alexander, il caso di Carter in centrale e tutto il resto incidono su di me. In fondo, non mi stupisco. Sono sempre stata amica delle paranoie e del rimuginare su ogni cosa, anche eccessivamente. Non voglio però, rifugiarmi nella paura che il mio mondo possa cadere ancora nel baratro dell'oscurità ora che la luce c'è ed è viva, in attesa proprio dentro alla tempesta".
<<Voglio che tu stia tranquillo. Mi mette in ansia il tuo ripensare al sogno. Sono diventata sonnambula per una notte? Può succedere... lo stress sicuramente>>. Cerco di farlo ragionare.
<<Solo a me sembra strano che tu faccia dei sogni così macabri?>>. Mi chiede perplesso.
<<È solo un sogno... davvero. Non me ne preoccupo, a volte capita e sono coperta. Verbena e collana, nessun vampiro può giocare su di me e poi... non c'è nessuno che ci vuole fare del male>>. Mi stringo con le braccia al suo collo sorridendogli con sicurezza.
<<Ne sono certo>>. Mormora sulle mie labbra.
<<Mi... mi sei mancato>>. Sussurro trattenendo l'emozione.
"La malinconia mi pervade ripensando a ciò che è accaduto tra noi".
<<Io non sarei mai andato via. Sarei cambiato ma mai andato via>>. Mi sfiora la guancia portandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio, confessando ciò che pensa.
<<Lo so ma è tutto così difficile tra noi. Io vorrei... che non ci scordassimo mai di ciò che abbiamo passato. Di quello che siamo adesso insieme. Non voglio pensare né al passato né al futuro. Alexander io ti voglio qui, nel mio presente nel modo in cui mi sono innamorata di te>>. Gli sfioro una guancia.
"Getto fuori tutto ciò che penso. Io da quest'uomo voglio di più ma desidero anche che non si dimentichi mai di quello che provo, dell'amore che nutro nei suoi confronti e che mi permette di vivere e di superare ogni cosa. Lui, che ha accettato me nella sua immortalità ed io, che lo difendo per amarlo anche al costo della mia stessa vita, della mia stessa forza".
<<Katherine, io ti amo e farò anche l'impossibile per essere degno del tuo amore>>. Mi scosta per posare un casto bacio su una mia mano, prima di stringermi di nuovo a sé.
"Il mio cuore accelera mentre lui fa finta di non accorgersene e sfiora delicatamente le mie labbra alle sue. La sua camicia si strofina sulla mia pelle mentre i nostri corpi si legano alle nostre anime. L'amore quello vero e puro ci trascina senza limiti nelle sensazioni che accompagnano l'imminente bacio".
"Quando si stanca di giocare con me le sue labbra mi possiedono mentre la sua lingua danza irrefrenabilmente. Mi stringe a sé, le sue mani prendono il mio viso ed io mi lascio andare a quello che quest'uomo riesce sempre a farmi scoprire. L'amore nella sua delicatezza, passione e il sublime, in tutte le sue meravigliose sfumature".
<<Devo andare, ho del lavoro da sbrigare>>. Si stacca dal mio viso.
<<Va bene>>. Rispondo con un sospiro.
"Si sistema i polsini, portando una mano ai capelli e una breve occhiata allo specchio. Un lieve bacio sulle labbra e si dirige all'uscita chiudendo la porta dietro di sé mentre io lo seguo. Mi appoggio al muro sospirando felice. In fondo, le cose tra noi non vanno così male, non è vero? Certo Katherine, se non pensi al fatto che hai ceduto di nuovo alle tue emozioni verso di lui".
"Beh, in effetti ci penso. Non posso nascondere che mi sento un po' in colpa con me stessa e delusa dal fatto che, magari, possa aver pensato che non riesco ad affermare le mie ragioni e ciò che desidero da questo rapporto. Non so' perché rimugino tanto su tutto questo. Mi mancava e dirglielo è stata una cosa che mi è venuta dal cuore. Avrei mentito a lui e a me stessa se avessi finto che non fosse così".
"Adesso non voglio fermarmi a farmi mille paranoie. Ho bisogno di vivere a modo mio. Evitare di credere che ci sia sempre qualcosa che ostacolerà il mio amore verso di lui ma soprattutto smettere di affermare che lui non possa davvero cambiare e comprendere le mie ragioni. Un messaggio sul cellulare mi avverte che ci sono degli importanti riscontri sul caso di Natalie, corro subito a prepararmi curiosa di sapere che cosa sia accaduto".
"Arrivare ad un'udienza significa riuscire a mettere tutti gli imputati davanti ad una corte, ad un giudice e fare luce su ciò che ancora si nasconde dietro al caso. Non posso perdermi l'occasione di ascoltare in anteprima le novità e il detective Henry sarà felice sicuramente, di arrivare al nocciolo di quest'omicidio. Mi preparo velocemente facendo una doccia, trucco semplice e scegliendo gonna e camicia da abbinare. In circa venti minuti sono fuori dalla porta, un po' frettolosa con documenti, borsa, chiavi e valigetta tra le mani ma pur sempre più vicina a Scotland Yard".
"Arrivo in pochi minuti, scortata dalla guida di un agente di polizia. Entro nell'ufficio del detective e lui è lì, poggiato alla scrivania in piedi con un'espressione pensierosa. Non appena chiudo la porta alle mie spalle, il rumore lo lascia alzare lo sguardo. In una frazione di secondo si ricompone avvicinandosi a me".
<<Katherine...>>. Mormora con un tono a me indecifrabile.
<<Henry, ciao. C'è qualcosa che non va?>>. Gli chiedo perplessa.
<<No, è che... pensavo non venissi. Dopo il ballo di ieri. Temevo di averti... dato un'impressione negativa>>. Risponde facendo un sospiro di sollievo.
<<Henry tra me e te c'è un caso, un lavoro ed essere amici è grandioso. Non ho pensato nulla>>. Cerco di rassicurarlo.
"Mi fa un breve sorriso, tornando alla sua tipica espressione. La sua mano destra si avvicina al mio viso sfiorandolo con le dita delicatamente. Schiudo le labbra sorpresa da questo suo gesto mentre lo osservo accigliata ma pur sempre lì, davanti a lui senza riuscire ad andare via. Come se il mio cuore volesse, ma il mio corpo non percepisse più il comando".
<<Non farei mai nulla che non sia tu a volere, te l'ho già detto>>. Fa un passo verso di me, continuando ad accarezzarmi la guancia.
<<Io...>>. Balbetto senza riuscire a dare una vera risposta.
"Che cosa mi sta succedendo? Perché quest'uomo mi mette in difficoltà? Perché non riesco ad allontanarlo da me definitivamente? Seguo i suoi occhi percependo ogni suo movimento. La sua mano scorre poi sul mio collo, sul mio braccio e mi prende la mano stringendola forte ad un solo soffio dalle mie labbra. Riesco a sentire il suo respiro sul mio e mentre ogni cosa diventa impossibile da capire per me io, mi aggrappo all'unica cosa a cui tengo di più in questa vita".
<<Alexander...>>. Stringo gli occhi pronunciando il suo nome.
"Il respiro di Henry lentamente si affievolisce scomparendo poi, totalmente. Apro gli occhi e lo ritrovo davanti a me che fa un sorriso beffardo portandosi una mano nei capelli".
<<Alexander è l'uomo che amo>>. Gli dico.
<<Ed io lo accetto>>. Unisce le mani poggiandosi poi, alla grande scrivania.
<<Davvero?>>. Lo guardo perplessa.
<<Sì, insomma Kate. So' che sei impegnata con Alexander, fingere che non sia così sarebbe da stupidi. Il modo in cui ti guardava durante il ballo... è fortunato>>. Sorride sistemando la cravatta.
<<Lui?>>. Mi metto a mio agio parlando con lui nella solita confidenza.
"Sarebbe inutile fermarmi tanto su questo – non bacio – e poi, portare rancore al detective non gioverebbe per niente al caso. Non lo uso perché, in fondo, tra me e lui è nata davvero un'amicizia ma se mi mettessi contro di lui, per un semplice bacio non dato potrei rischiare grosso e in più perdere ciò che è nato tra di noi e mi dispiacerebbe. Soprattutto perché sento di potermi fidare, come se quest'uomo lo conoscessi perfettamente e di lui non avrei nessun dubbio".
"Quante volte ci può capitare di sentirci in questo modo? Di pensare a qualcuno come più di un semplice conoscente, anche se non si è mai confidato nulla, non si è mai oltrepassata la linea che divide gli amici veri da quelli che non lo sono? E quante volte, magari, sarà successo di aver bisogno di una persona così?".
"Io sentivo e sento, ancora adesso, l'esigenza di qualcuno come Henry nella mia vita. Non mi giudica, non va oltre e anche se, magari, ha creduto che tra di noi potesse nascere un flirt sento che andare via da lui, per me è impossibile. Qualcosa m'incatena a quei momenti in cui i nostri sguardi s'incrociano. Non riesco, con tutta me stessa, a smettere di guardare e scoprire che cos'ha. Anche se da un'altra parte ho un senso di colpa enorme che mi trafigge al pensiero che, Alexander possa dubitare di quello che provo per lui".
"Lo ha fatto al gala, ha dato di matto e alla fine, non è scoppiato un litigio solamente perché lui in questi ultimi tempi è stato poco sincero. Adesso le cose sembrano aver preso una piega diversa e questa volta, riesco a sentire, che non ci saranno problemi tra noi. Niente che potrà impedirci di vivere come desideriamo".
<<Katherine, sei qui?>>. Henry schiocca le dita davanti ai miei occhi.
<<Sì, sì. Ero in... sovrappensiero>>. Mi passo e mani in viso sistemando i documenti sul tavolo.
<<Ti ho forse turbata? Per prima?>>. Mi chiede di nuovo, questa volta con la delusione in volto.
<<Henry che cosa dici...>>. Ridacchio in imbarazzo senza cercare il suo sguardo.
<<Ci tengo davvero a conoscere la verità>>. Mi confessa.
Faccio un breve sospiro poi, mi avvicino al tavolo poggiandomi accanto a lui.
<<Henry io... non ti nascondo che questa situazione mi ha messa in difficoltà. Insomma, tu sai che io sono impegnata, perché ci hai provato?>>. Domando voltandomi verso di lui.
<<È stato più forte di me, ci credi? Abbiamo così tante cose in comune, poi sei bellissima, intraprendente, un avvocato onesto... sei... forte>>. Mi risponde con un po' d'imbarazzo.
"Lo osservo e per la prima volta scorgo un Henry molto diverso. Un uomo vero, nella sua personalità. Niente giochetti da detective, niente psicoanalisi o parole sibilline. No, solo Henry... l'uomo che si cela dietro al suo volto in centrale".
<<Non sono nata così. La vita mi ha cambiata... comunque grazie>>. Faccio un mezzo sorriso.
<<So' che non avrei dovuto. Mi dispiace, sul serio. Alexander è anche un mio vecchio amico, ho commesso un errore. Non voglio assolutamente che niente si metta contro il caso, il lavoro che stiamo facendo Katherine. È fondamentale, probabilmente riusciremo anche ad arrivare alla verità in poco tempo>>. Mi si piazza davanti di nuovo, con fare da detective.
<<Niente cambierà, assolutamente. So' che il nostro lavoro è importante ma finché non vedremo un briciolo di udienza non potremo fare granché>>. Alzo gli occhi al cielo.
<<Sarai accontenta allora>>. Alza un sopracciglio divertito.
"Assumo un'espressione sorpresa. Che cosa vuol dire? Si allontana prendendo un foglio stampato e me lo piazza davanti agli occhi. Leggo frettolosamente e non appena alzo di nuovo gli occhi su di lui, le nostre facce sono uguali",
<<Tra un mese ci sarà l'udienza>>. Sorrido.
<<Sì>>. Imita la mia espressione.
<<È grandioso. Ce l'hanno concessa! Sì!>>. Lo abbraccio presa dal momento.
"L'entusiasmo è alle stelle. Fare giustizia a quel ragazzo per me, è una priorità. È meraviglioso sapere che il caso è passato sopra a tanti altri problemi che il giudice ha da risolvere. Finalmente, un caso di omicidio passa in primo piano e noi avremo molto tempo avanti per interrogare e scoprire che cosa si nasconde dietro a quella notte di sangue, anche se, una parte di me sa che non è un semplice umano ad aver ucciso quell'innocente".
<<Beh, credo che per oggi non ci sia bisogno di scomodare la signora Natalie>>. Si ricompone Henry.
<<A proposito, volevo chiederti... la tua opinione, su di lei, su quello che afferma>>. Gironzolo per la stanza incrociando le dita.
<<Beh, è molto turbata. Non so però, fin quanto>>. Fa spallucce.
<<Credi che sia turbamento? Non pensi che possa esserci qualcosa di più?>>. Continuo a camminare.
<<Pazzia?>>. Alza un sopracciglio.
<<E se avesse rimosso il ricordo di quella sera? Troppo traumatico da ricordare?>>. Rimugino concentrandomi.
<<È comunque un problema psichiatrico>>. Afferma lui.
<<Sì ma se veramente c'entrano le sue condizioni mentali allora, avremo bisogno di altri metodi per riuscire a scoprire qualche cosa di più. Abbiamo tre interrogatori prima dell'udienza>>. Gli spiego.
<<Che cos'hai in mente?>>. Si acciglia scoprendo subito che c'è un motivo alle mie parole.
<<Tu conosci Alexander... non hai mai collegato quest'omicidio a quello di Jennifer Hill, a cui hai lavorato?>>. Parlo a bassa voce.
<<Dovrei?>>. Mi domanda ancora.
<<No, è che... insomma, ci sono delle analogie. Probabilmente Alexander potrebbe aiutarci, lui si è trovato dalla parte di Natalie anche se né è uscito indenne come giusto che sia. Magari se lo convochiamo ad un interrogatorio può scorgere qualcosa che a noi sfugge. Non che tu non sia capace nel tuo lavoro ma intendo proprio da accusato>>. Faccio la mia proposta attendendo con impazienza la sua risposta.
"Serra le labbra pensieroso. So' che la mia richiesta è inusuale e che ho infranto la promessa ad Alexander di non mettere in mezzo il caso di Jennifer ma come avrei potuto fare al detective una richiesta del genere senza parlargli del passato che li ha coinvolti entrambi? Ho bisogno che Alexander sia presente ad un solo interrogatorio per scoprire se davvero Natalie è un vampiro e se possa essere stata soggiogata per mantenere il segreto. Quel ragazzo, quel povero ragazzino deve avere giustizia. A tutti i costi".
<<Te lo concedo ma solo agli incontri che farai con lei. Non voglio che pensino che tutti possano entrare a vedere un caso federale>>. Mi risponde portandosi una mano in viso.
<<Solo una volta, sul serio>>. Porto una mano sul cuore a mo' di giuramento.
<<Infatti sarà solo una volta. Adesso va e portati questi fogli da firmare... qui ci sono più scartoffie che casi da risolvere>>. Alza gli occhi al cielo e poi, fa una risatina.
<<T'inviterei a pranzo... ma mi sembri occupato>>. Indico il tavolo con un sorriso mesto.
<<Lo sono e apprezzo l'invito che declino ora ma accetto per la prossima volta. Niente orientale, si mangia all'inglese però>>. M'indica con tono ammonitore.
<<Come vuole detective>>. Rido alzando le mani.
<<Grazie Katherine>>. Dice all'improvviso.
<<No Henry, grazie a te. La mia vita negli ultimi anni non è stata per niente facile. Incontrare persone come te è solo una grande fortuna>>. Mi dirigo alla porta senza lasciargli il tempo di rispondere.
"Raduno subito le mie cose e con un occhiolino esco fuori dalla stanza. Beh, lo merita... di essere trattato per ciò che è. Non voglio che pensi che per me sia solo il detective del caso perché non è così. Mi sono accorta davvero, che il mondo che ci circonda ci apre le porte a nuove conoscenze e queste non sempre arrivano per nuocere, anzi. A volte ci fanno scoprire nuovi punti di vista e migliorano quello che in noi, cerchiamo ogni giorno di trasformare".
"Prendo il cellulare per controllare le chiamate. Non ci sono, tranne un messaggio di mio padre che m'invita a fare shopping dopo pranzo. Niente male come idea soprattutto perché ieri non ho più cenato con lui e poi, è meglio approfittare della sua compagnia adesso prima che sfrecci di nuovo a Malaga. Non nascondo, che sono curiosa di sapere chi sia questa nuova donna nella sua vita e credo proprio che oggi, avrò la possibilità di scoprirlo".
"Di Alexander non ho notizie ma sono sicura che sia impegnato con il lavoro e disturbarlo è inutile adesso. Entro in auto gettando scartoffie e valigetta sui sediolini posteriori. Metto in moto con i miei adorati Coldplay e mi dirigo a Mayfair nel quartiere in cui c'era la mia vecchia casa. Lì c'è il suo ristorante preferito e poi, aveva da firmare per vendere la casa. Essendo intestatario a metà era suo dovere".
"Non so' quali siano state le sue sensazioni nel vedere casa nostra chiusa e in vendita. Dopo tutti i ricordi che si sono costruiti uno ad uno dentro di noi e in quelle mura. Sicuramente, conoscendolo, sarà rimasto ad osservarla per immortalare un ricordo. L'ultimo che appartiene a quel quartiere, a quella casa ricca d'amore".
"E non è vero che ogni cosa cambia? Le persone? Il corso degli eventi? Gli stessi sentimenti? Siamo mutabili come lo sono le stagioni che seguono la natura e il modo in cui essa muove e governa tutto ciò che ci circonda. E lo fa, perché è inevitabile e con lei noi cambiamo e diventiamo quello che la vita ha deciso durante il nostro cammino. Dimenticando di alcuni difetti, crescendo e restando comunque noi stessi...".
"Perché prima di combattere dobbiamo saperci ancora difendere e questo, la vita non lo insegna..."
"Ed io, nonostante ho lasciato parti del mio passato e ho dovuto cambiare me stessa. Sono la donna che volevo essere. Sono la compagna dell'uomo che ho desiderato, sono l'amore della famiglia che mi ha cresciuta e sono Katherine, Katherine Isabel Davis. Io che ho vissuto e vivo ancora questa vita. Complicata e ricca di amore che ha superato anche i confini più difficili".
"E sento che adesso, ciò che sto vivendo è la felicità che sognavo. Il lieto fine della storia..."
Spazio autrice
Buonasera a voi lettrici di "Katherine", siamo arrivati a grandissimi traguardi in questi pochi mesi dalla pubblicazione, più di 800 letture e spero davvero vicini ad 1K letture e presto! Per questo motivo e per le tante soddisfazioni, ci tengo come sempre a ringraziarvi perché il vostro supporto è qualcosa di davvero fondamentale e mi convince, ogni giorno a scrivere un nuovo capitolo da condividere con voi. Beh, che dire? Alexander e Kate sembrano aver trovato un punto in comune ma Henry ha provato a baciare la nostra Katherine :O è possibile che diventi antagonista del loro amore? Una cosa importante c'è da dire... Kate sogna ancora vampiri e ombre, che lo stress stia giocando su di lei a tal punto da darle sonnambulismo e ricordi macabri del passato che hanno combattuto solo pochi mesi fa? Io aspetto la vostra opinione e soprattutto le vostre idee anche per i futuri capitoli. Spero che questo vi sia piaciuto tanto da spuntare una bella "stellina" a favore e che vi faccia attendere con ansia il prossimo capitolo.
Io vi aspetto, non dimenticate di farmi sapere la vostra,
Grazie mille davvero, siete l'anima di ogni capitolo.
Vi abbraccio forte,
R. E. Meyers
P.S Sembra che il nostro "Alexander" cioè il presta-volto e affascinante attore Jonatha Rhys Meyers stia diventando Papà... tanti auguri a lui e alla sua fidanzata (che purtroppo non sono io hahahahah) magari Alexander un giorno avrà anche lui questo regalo, chissà! Hahahah
Tanti saluti ancora e al prossimo capitolo :3
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