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Capitolo 47

Sfrutto questo momento di distrazione per afferrare il pugnale precedentemente caduto dalle mani di Tobes, e slegare Ivan. Ha ferite, ancora sanguinanti, diffuse sulla schiena e sul petto. Il mio candido vestito bianco si sporca di sangue. Questo mi fa ricordare dell'ultimo sogno che ho fatto, in cui mi chiedevo di chi fosse il liquido scarlatto che mi ritrovavo addosso. Ora so che è di Ivan. Non ho il tempo, però, di pensarci troppo a lungo. Mi allontano da quell'orribile stanza sostenendo Ivan. Intanto Tobes sembra riuscire a liberarsi degli oggetti che le svolazzano intorno, quindi s'istinto le lancio il pugnale che le sfiora un braccio. Mentre attraversiamo i corridoi del Castello per raggiungere l'uscita, cerco velocemente una soluzione. Dobbiamo andarcene di qui, troveremo un altro modo per raggiungere lo Scrigno. Ivan non è nelle condizioni di combattere. Lui, però, sembra non essere d'accordo.

-Dove andiamo? La Sala dei Troni non è da questa parte-.

-Ci sarà un'altra occasione-.

-No, non ci sarà- afferma con decisione -Ormai ci hanno riconosciuti. E anche se trovassimo un altro modo per entrare nel Castello, terranno alta la guardia-.

Non posso credere che metta così tanto da parte il suo benessere pur di concludere la missione e di aiutare gli abitanti di questo pianeta. È ingiusto. Potrebbe addirittura morire oggi, ma lui vuole fare l'eroe a tutti i costi.

-Non permetterò che ti accada qualcosa di brutto solo perché sei testardo-.

-Non intendo abbandonare la missione, non m'importa se sei d'accordo oppure no. Io rimarrò qui-.

Non mi dà  altra scelta. Sono costretta ad accettare la sua decisone.

-Dobbiamo confonderli-. Aggiunge con difficoltà. Il suo respiro è affannoso e fa fatica a parlare. Per fortuna dalle ferite esce molto meno sangue rispetto a prima.

Quindi, ci divideremo. Io rimarrò dentro al Castello e cercherò di...-.

-No! lo blocco immediatamente -È troppo pericoloso. Le guardie ti scoprirebbero subito-.

Arriviamo all'uscita e congelo le guardie prima che possano rendersene effettivamente conto. Ivan cammina sempre più lentamente. È esausto. Abbiamo veramente poco tempo prima che qualcuno riesca a prenderci. Allora prendo una decisione che Ivan dovrà accettare per forza. Mi viene in mente quando, qualche giorno fa, ho trovato un piccolo nascondiglio scavato in una roccia nell'area esterna del Castello situata nel Polo A. È vero, è stato un azzardo cambiare Polo. Se qualcuno mi avesse scoperto sarei finita in guai seri, ma ero stata spinta dalla curiosità di vedere la zona A del Castello e l'istinto ha fatto il resto. 

Guido Ivan in quella direzione ignorando tutte le domande che mi pone. Evito appositamente di rivelargli il mio piano perché so già che non l'approverebbe mai. Attraversiamo il confine e giungiamo al nascondiglio, dopodiché aiuto Ivan a sedersi nella roccia.

-Lo so, fa freddo. Ma non abbiamo un'alternativa altrettanto valida se vuoi che la nostra missione si concluda oggi-.

-Mi spieghi il piano, per favore?-.

Sento dei passi nella neve e capisco di avere poco tempo a disposizione prima che arrivino le guardie. Strappo una manica del mio vestito e premo sulla ferita più profonda sul petto di Ivan allo scopo di fermare definitivamente il sangue.

-Tu resti qui. Senza protestare!-. Puntualizzo appena apre bocca.

-Così ti riprenderai un po'. Vengo a prenderti dopo essermi sbarazzata di queste guardie e proseguiremo con il mio piano-.

-Ma Aura...-. Ci riprova.

-No. È per il tuo bene-.

Faccio in modo che Ivan risulti ben nascosto e mi allontano. Guardo da lontano le guardie passare accanto alla roccia innevata senza rendersi conto della presenza di Ivan e mi sento sollevata.

Questo è il momento di farmi notare. Emetto un colpo di tosse riuscendo ad attirare la loro attenzione, allora comincio a correre. Come sempre, sono abbastanza lenta, ma riesco a difendermi bene dai loro attacchi. Il cuore mi romba nel petto per lo più per l'agitazione. Riesco ad immobilizzare una donna con i capelli lunghi e grigi. L'ho praticamente ibernata. Mi stupisco ancora una volta dei miei poteri. Nonostante la situazione di panico, il ghiaccio sembra ben solido e resistente. Ottimo lavoro. Mi congratulo con me stessa, ma non devo distrarmi. Evito un sasso coperto dalla neve e poco dopo noto che una guardia dai muscoli d'acciaio ci inciampa. La scena è davvero divertente e buffa, ma non ho il tempo di scoppiare a ridere come, in realtà, mi piacerebbe fare. 

Quando riesco a rallentare le guardie, però, mi ritrovo davanti una grossa bestia. Mi fermo all'improvviso ed è difficile realizzare ciò che vedo. È un drago argentato, con ben dieci teste, su cui Calbeg è a cavalcioni. La cosa più strana è che mi sembra di conoscerlo. Dopo alcuni secondi capisco che quell'enorme drago era presente in uno dei miei sogni, forse il primo. Non ricordo esattamente. So solo che parecchi elementi dei miei sogni si stanno presentando in forma diversa. È un pensiero inquietante, talmente tanto da non sembrare reale. Ma lo è. Non faccio in tempo ad attaccare che il drago mi afferra con una delle sue bocche e mi alza in aria. Sento i suoi denti perforarmi la pancia, sempre più in profondità. Il dolore è allucinante e questa volta è vero. Non intendo, però, farmi distruggere da un drago. Gli congelo le dieci teste, una dopo l'altra, appena prima che una di esse riesca a spalancare la sua bocca per afferrarmi la gamba. Quindi, precipito da non so quanti metri di altezza. Prima di atterrare ho la prontezza di rallentare la mia caduta grazie alla telecinesi. Mi ritrovo sdraiata sulla neve, ma sto bene. Stacco, da lontano, una lastra di ghiaccio e la scaravento contro Calbeg che si ritrova, ben presto, a terra, primo di sensi. Ne approfitto per scappare dalle altre guardie che, nel frattempo, mi hanno raggiunto. Mi stupisco della mia capacità di fermare un drago. Mi sembra impossibile ciò che ho fatto. È presto, però, per cantar vittoria. Il drago, dal nulla, cambia colore diventando nero. Ci sta mettendo tutto se stesso per liberarsi dal ghiaccio. Non capisco neanche come faccia a dimenarsi se tutti e dieci i suoi cervelli sono congelati. Ho paura che ben presto dovrò scontrarmi nuovamente con lui. Per il momento, però, devo pensare alle guardie. Mi difendo dai loro continui attacchi, ma sembra non bastare. Sono convinta che fra poco tempo mi prenderanno. Sono cinque ed è veramente difficile contrastare le loro mosse. All'improvviso il cielo diventa pieno di nuvole talmente scure da sembrare arrabbiate. Dei fulmini carichi di elettricità squarciano lo specchio e una pioggia torrenziale si abbatte su di noi. In pochi secondi mi ritrovo bagnata fradicia e la paura di scivolare aumenta a dismisura, fin quando i fulmini vanno a colpire precisamente ogni mio nemico. Rimango esterrefatta da ciò che è appena successo. È impossibile che sia soltanto un caso, qualcuno deve avermi aiutata e capisco anche chi quando lo vedo a qualche metro da me. Non credevo che Ivan fosse capace di fare una cosa del genere. Probabilmente neanche lui. Gli corro incontro con difficoltà. Il suo sguardo è rivolto al vestito bucato e pieno di sangue, questa volta il mio.

-Ti avevo detto di restare lì-. Lo rimprovero.

-E lasciarti ad affrontare tutto questo da sola? Mai-.

Inevitabilmente sorrido. Adesso, però, siamo in due ad essere feriti. Fingo di non provare dolore, quando non è così. Non voglio che si preoccupi per me. Per fortuna non ho permesso al mordo del drago di andare troppo in profondità, fermandolo prima. Intanto quella presenza mostruosa si fa risentire. Vola verso di noi con le dieci inquietanti teste che ringhiano di rabbia. Formo un enorme palla di neve con la telecinesi sperando che la sua grandezza basti a sovrastare il drago. Poi gliela lancio addosso e, per fortuna, viene travolto cadendo con un rumoroso tonfo che fa tremare la terra. Ivan comincia a correre ed io lo seguo a ruota. Raggiungiamo l'entrata secondaria dell'ala A del Castello ed Ivan fulmina le due guardie in un attimo. Non incontriamo nessun altro ad interromperci la strada, ma sembrano passare secoli prima di riuscire a raggiungere la Sala dei Troni.

-Fulmini o ghiaccio?-. Domando ad Ivan con l'entusiasmo che sale alle stelle.

-Uno per ciascuno!-. Afferma, complice. 

Dopo averli messi fuori combattimento, entriamo nella grande Sala. La porticina marrone è chiusa a chiave, ma ci basta poco per risolvere il problema. Ivan la incendia. In un batter d'occhio ci ritroviamo ad usare i nostri poteri contemporaneamente per girare la Chiave Dorata nella serratura dello Scrigno. Quest'ultimo si spalanca sprigionando un fascio di luce gialla che si diffonde nell'immensità. O almeno, io provo esattamente questa sensazione. Delle urla rimbombano in tutto il Castello, credo siano quelle del dittatore, della maga e dei loro seguaci. La presenza di Tomilda si dilegua anche nella mia mente. Non so spiegarlo a parole, lo sento e basta.

-Se ne è andata. È scappata via insieme agli altri-.

-Ha capito di aver perso-. Sorride Ivan.

Corriamo immediatamente fuori dalla Sala e ci affacciamo ad una delle eleganti finestre del Castello. Kanden è decisamente cambiato. La dittatura è finita. I cori e le risate dei kandeniani si diffondono nell'aria, mi sembra di sentire perfino quelle più lontane. La gioia s'impadronisce del mio corpo e ho la sensazione di essermi alleggerita di un enorme peso. 

-Ce l'abbiamo fatta- sussurro, incredula -Abbiamo salvato Kanden-.

Ivan mi travolge in un suo abbraccio che io ricambio con grande entusiasmo. Non ci faremo più del male. Adesso possiamo stare insieme senza ostacoli. La maledizione dei Poli Opposti è sparita per sempre ed io sono così felice di essermene liberata. Le lacrime mi riempiono gli occhi, talmente tanto che la mia vista si offusca. Sono lacrime di gioia. Mi godo il calore di Ivan, consapevole che potrò sentirlo tutte le volte che vorrò. Se neanche la maledizione dei Poli Opposti è riuscita a separarci, niente e nessuno lo farà. I nostri cuori sono fatti per battere insieme.


Note d'autore:

Tutto è bene quel che finisce bene oppure no?

Non vi resta che leggere l'epilogo per scoprirlo.

In ogni caso, la storia dei due Ribelli e di Kanden non è finita affatto. Mancano ancora ben due libri. Quindi spero possiate continuare leggendo il sequel.

Cercherò di migliorare sempre di più per farvi vivere avventure uniche ed entusiasmanti :)

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