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Capitolo 45

Mi mostro forte, ma non lo sono affatto. Il mio sguardo perlustra attentamente l'area esterna del Castello. Sono in piedi da ore, ma non mi lamento. Le mie gambe vorrebbero urlare, però stasera sono invitata ad una festa. Cerco di soffermarmi sugli aspetti positivi. Stare qui comporta dei privilegi rispetto alla Caserma. Non c'è molta competizione visto che abbiamo tutti un ruolo importante. Io ed Ivan siamo delle guardie adesso. Ci hanno scelti, anche se non abbiamo esperienza. Li ha convinti la nostra giovane età perché, all'apparenza, siano facili da manipolare. Non ci conoscono e si nota. Ma non importa, poiché è un vantaggio che pensino questo di noi.

Il Castello è situato tra il Polo A e il Polo B, esattamente sul confine che li separa, e qualche metro dietro alla Caserma. È diviso, come ovvio che sia, in due parti. Io ed Ivan lavoriamo in coppia perché già in Caserma il  generale aveva notato una complicità. Leggendo la sua lettera, Vankram ha pensato fosse giusto non separarci in modo da svolgere meglio le nostre mansioni. È lui, tra l'altro, che ci ha scelti. "Ma che grande onore! Dal dittatore in persona!" Avrebbero pensato gli altri soldati. Noi, invece, ci impegniamo per riuscire a distruggere il suo regno del terrore e contiamo di riuscirci presto.

Abbiamo capito dove si trova lo Scrigno. Non ne siamo sicuri, ma c'è una buona probabilità che sia lì. Quella piccola porta marrone ha catturato subito la mia attenzione, forse di istinto. È situata nella Sala dei Troni accanto alle maestre e rosse poltrone che danno il nome alla stanza. Soltanto il dittatore e la maga entrano ed escono da quella porta, nessun altro è autorizzato. Sembra banale, ma le persone non si preoccupano di questo aspetto. Forse pensano che sia uno studio o una camera da letto, io ed Ivan, invece, crediamo che sia il luogo adatto dove custodire un oggetto prezioso. Sicuramente il posto in cui quella porta è collocata incute un po' di timore. È vicino ai due troni ed è la cosa più semplice presente nel Castello, il resto è tutto estremamente lussuoso. Ci sono pareti e mobili ricamati addirittura in oro. Non mi stupisce che quella porta abbia destato così pochi sospetti. È il nascondiglio perfetto poiché nessuno oserebbe anche solo pensare di avvicinarsi, per almeno due motivi: il suo essere una banale porta in legno e la sua vicinanza ai Troni che per Vankram e Tomilda sono intoccabili. 

-Ci proveremo stasera-. Annuncia Ivan, lasciandosi cadere sul suo letto. 

Per fortuna l'orario di lavoro è finito e passiamo  riposarci prima di prepararci per la festa. Troverei strano il fatto che ci abbiano invitati a partecipare come ospiti, se un'altra guardia non ci avesse detto che accade spesso. Al dittatore e alla maga piace organizzare feste esclusive ed invitano anche le guardie di turno. Stavolta tocca a noi divertirci, mentre altre guardie dovranno lavorare. Partecipare a queste feste è uno dei vantaggi che spiegavo prima. Io ed Ivan, però, abbiamo altri piani.

-Sei sicuro che sia il momento giusto?-. Gli chiedo.

Lui annuisce. -La festa li distrarrà. La Sala dei Troni sarà sorvegliata da un paio di guardie, ma non sarà un problema entrare-.

-Si fidano di noi-. Gli faccio l'occhiolino. 

-Già, oppure possiamo congelarli di nascosto-.

-Buona idea-. Approvo, soddisfatta.

Se siamo arrivati fin qui, sarà facile attuare l'ultimo piano della nostra missione. Eppure ho tanta paura. Sono passati mesi da quando abbiamo iniziato questa avventura. Se le cose andassero male, io ed Ivan saremmo destinati a rimanere separati per sempre. Il signor Sanders è stanco di preparare pozioni ed è sempre più lento. Inoltre, cosa faremmo nel terribile caso in cui dovesse morire? Nessun altro è in grado di preparare quel liquido blu poiché il procedimento è estremamente complesso e lungo da realizzare. Non voglio neanche pensare a quello che succederebbe su questo pianeta. I Guardiani rimarrebbero delusi da noi e Quing sarebbe morto invano. Gli abitanti di Kanden sarebbero condannati a farsi sottomettere e a vivere in povertà, senza familiari visto che Vankram toglie loro ciò che hanno di più caro. Mi fa male pensare ad altri July imprigionati assieme alle loro illusioni. Trattati in modo ingiusto per nessuno scopo preciso. Soltanto perché uno stupido dittatore e sua moglie hanno deciso così, imponendo il loro volere su un intero pianeta senza colpe. 

Ho i brividi addosso anche se, tecnicamente, mi trovo nel Polo B. Non importa però quanto calore c'è adesso. So soltanto che tremo di paura e mi sento una codarda. Non all'altezza della situazione che dovrò affrontare. Poi mi guardo indietro, idealmente, pensando a ciò che ho già passato su Kanden. Cerco di convincermi che non c'è nulla di cui preoccuparmi, il peggio è già passato. 

"Questa è una festa come le altre" continuo a ripetermi, mentre mi guardo intorno. Tutti gli invitati sono molto eleganti e non mi sento adeguata alla situazione. Certo, il vestito bianco candido che mi ha regalato Patricia è bellissimo, ma gli altri indossano abiti più sontuosi e maestosi. Un altro stile rispetto al mio, ma era l'unico che avevo. 

Metto da parte questa insicurezza e mi mostro molto tranquilla. È importante in questa fase della missione risultare normali agli occhi degli altri. Senza nulla da nascondere. Noto Ivan da lontano, ci scambiamo soltanto un'occhiata. Abbiamo deciso, di comune accordo, di rimanere separati durante la festa. Al massimo possiamo salutarci e scambiarci qualche parole, nulla di più. Agli occhi del dittatore siamo semplicemente due ragazzi che si conoscano e lavorano bene insieme. Con un ottimo legame, certo, ma prevalentemente lavorativo. Insomma siamo amici, ma non troppo stretti. 

È bellissimo nel suo smoking nero. Mi dirigo dalla parte opposta alla sua, ovvero al tavolo delle bevande. Aspetto il mio turno e poi mi verso nel bicchiere di vetro un liquido rosso molto simile a "Il Nucleo del sole", sperando che sia proprio quello. Mi sento un pesce fuor d'acqua e non so come agire. Mi chiedo se sia meglio iniziare una conversazione con qualcuno o starmene per i fatti miei a godermi la musica che si espande per tutta la "Sala dei Festeggiamenti". In ogni caso, butto giù distrattamente la bevanda rossa facendola scendere per la gola. Il gusto tra l'amaro e l'aspro ci mette poco a disgustare le mie papille gustative. Mi impegno per non sputare il liquido che ho ancora in bocca, ma lo mando giù facendo una smorfia. Un invitato incrocia il mio sguardo ed io sorrido come una cretina che è appena stata scoperta. Ci provo a fingere, ma non ci sono mai riuscita bene. Faccio oscillare la bevanda magenta nel bicchiere, non so se per noia o per l'agitazione. Decido di tenerla in mano, nonostante non abbia alcuna intenzione di berne un altro sorso. Non è neanche lontanamente come "Il Nucleo del sole" che aveva ordinato Ivan al villaggio. 

La festa inizia a movimentarsi e non rimango sola ancora a lungo. Due guardie, una dopo l'altra, mi si avvicinano. Più per noia che per altro. Anche loro non sono in silenzio e si sentono onorati di far parte di un importante evento del dittatore. La conversazione, molto basilare, diventa estremamente lunga. La mia attenzione, però, è concentrata alle spalle dei due interlocutori. Individuo la maga e il dittatore circondati dai loro sudditi più devoti che li vedono come due idoli e, praticamente, sbavano di fronte a loro. Ogni tanto rispondo alla bionda con la puzza sotto al naso e al ragazzo vanitoso, completamente incentrati su se stessi e sulle loro avventurose esperienze da soldati. Tengo loro il gioco, non mi interessa primeggiare, al contrario li assecondo e elogio il loro grande e infinito coraggio. Tutto questo senza perdere di vista i padroni del Castello e dello stesso Kanden. O almeno, prima che parta una canzone estremamente rumorosa a cui gli invitati reagiscono con grande entusiasmo. Si crea una calca sulla pista da ballo e l'intera Sala si trasforma in una discoteca. 

Non ho mai amato le discoteche, ma credo che questa sia la peggiore. Le persone che prima erano composte ed eleganti diventano delle belve impazzite e senza un minimo di educazione. Vengo spinta molteplici volte rischiando anche di cadere. Poi inciampo sul piede di qualcuno e riprendo appena in tempo l'equilibrio. Qualche kandeniano bisbiglia uno "scusa", completamente ubriaco, altri mi guardano male, dall'alto in basso, nonostante la colpa non sia mia. Ignoro tutti sperando di riuscire ad attraversare la pista da ballo per arrivare in un punto della Sala più tranquillo. Un uomo emette un rumoroso urlo che quasi mi spacca i timpani; poi mi fissa con degli occhi spalancati e un po' troppo lucidi per essere così anche in altre situazioni. 

La gente che ho intorno è veramente in pessime condizioni. È incredibile che la loro condizione sia cambiata soltanto in pochi minuti. Per fortuna, dopo essermi scontrata con varie persone, raggiungo il bordo della pista da ballo e mi posiziono accanto ad un tavolino vuoto. Mi alzo in punta di piedi per guardare meglio in mezzo alla folla. Ho perso di vista non solo il dittatore e la maga, ma anche Ivan. Adesso, però, dovrebbe essere il momento più adatto per sgattaiolare fuori e trovare lo Scrigno. Eravamo d'accordo che, appena la festa sarebbe diventata più movimentata, avremmo attuato il nostro piano. Di Ivan, invece, non c'è nessuna traccia. Sicuramente mi starà cercando tra la folla. 

Dopo un rimo momento di confusione, capisco che Ivan potrebbe essere già fuori dalla Sala. Forse mi sta aspettando lì, non vedendomi. È molto plausibile. Accetto questa idea e varco la porta senza destare alcun sospetto. Non c'è nessuno, il corridoio è isolato. Penso che magari abbia deciso di recarsi alla Sala Dei Troni per capire come ingannare le guardie, ferme lì davanti, per non permettere a nessuno di violare l'ordine di entrare nella Sala più amata dal dittatore. Faccio qualche passo, con il panico che sembra volersi impossessare del mio corpo. Ma una voce mi blocca immediatamente sul posto. La conosco. Il cuore accelera, non lasciando spazio al cervello di pensare. Prendo un profondo respiro dopodiché mi volto con l'espressione più calma che riesco a simulare. 

-Ti stavo cercando-. Si avvicina, sinuosa.

Mi irrigidisco e faccio in modo che il mio respiro si accorci.

-Non abbiamo mai parlato noi due ed io adoro parlarne con le mie guardie-.

Non rispondo, mi limito a rimanere lucida. La maga mi prende a braccetto e si incammina con me. Sembra che stiamo facendo una tranquilla passeggiata tra amiche. 

-Ti apprezzo, sai? Stai facendo un ottimo lavoro da quando sei qui-.

Quel contatto fisico mi disturba non poco, ma cerco di farmelo piacere. Spero non percepisca la mia rigidità.

-Grazie, signora. Per me è un onore vivere nel vostro Castello e lo è ancora di più avere l'opportunità di parlare con voi-.

-Cara, anche per me è bello averti qui. Sei più di un ospite per me. Molto di più-. Dice, smielata. Forse un po' troppo per essere del tutto credibile. Ma, in realtà, non sta mentendo, sta solo nascondendo qualcosa.

Si ferma all'improvviso. All'inizio non ne capisco il motivo, ma poi leggo la targhetta accanto alla porta: "Sala delle Torture" e sotto: "Polo B".

Non riesco più a trattenermi e vado nel panico, che io mi trovi qui non è assolutamente un caso. 

-Mi dispiace davvero tanto, nipotina mia. Ma io amo il sangue, più di te-. Mi sorride dolcemente.

Vengo spinta dentro la stanza ed il mio sguardo incrocia subito quello di Ivan. Non sta affatto bene.

Note d'autore:

Siamo quasi alla fine, quindi mi sembra giusto darvi qualche informazione in più.

I capitoli sono 47 + l'epilogo.

"Kanden" sarà una trilogia.

Quando finirò di pubblicare questo primo libro, passerò subito al secondo. Per cui, STAY TUNED!

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