Capitolo 42
Non so cosa l'abbia convinta ad aiutarmi, ma ormai sembra la protagonista di un film di spionaggio. A cena ha organizzato un piano molto accurato per raggiungere il dormitorio maschile, calcolando anche le possibili complicazioni. Il vero problema è che non sappiamo il numero della camera di Ivan, sempre che lui si trovi lì e non da qualche altra parte. Visto che non possiamo prevederlo, preferiamo pensarci il meno possibile. Sono consapevole che se ci scoprissero saremmo veramente nei guai, ma non ho altra scelta. Se il piano non funzionerà, ci proveremo domani mattina durante una delle brevi pause, oppure salteremo il pranzo. Ma è di fondamentale importanza che io parli con Ivan prima di domani pomeriggio, altrimenti per me sarà la fine. Ovviamente quest'ultima parte non l'ho rivelata a Yali. Lei non ha la più pallida idea del motivo per cui ho così tanta fretta di parlare con il mio amico. In realtà, pensa che io voglia dichiarargli il mio amore. Sarà anche antipatica, ma è una romanticona.
-Non è il mio ragazzo!-. Continuo a ripeterle, invano.
-Ma non vuole lui o non vuoi tu?-.
-Entrambi-.
-Ma vi amate?-.
Prendo un profondo respiro per calmarmi. Le sue domande mi stanno facendo impazzire. Mi mette a disagio, soprattutto con la sua vicinanza e gli occhi puntati addosso, attenti ad ogni singolo gesto per cercare di captare qualcosa che mi smascheri. Tengo i nervi saldi, altrimenti potrei raccontarle tutta la mia vita solo per la disperazione e il desiderio di farla smettere. E, come già so, non posso permettermi di rivelarle informazioni che possano mettere in pericolo non solo me ed Ivan, ma anche tutti i Guardiani.
-Sì, ci amiamo-.
Yali sta per parlare, ma anticipo la risposta.
-No, non possiamo stare insieme e no, non posso dirti il perché-.
La kandeniana si zittisce. Che bello il silenzio a volte!
Il dormitorio maschile è il luogo più lontano dal nostro all'interno della Caserma. Credo che sia fatto apposta per non far incontrare le reclute del sesso opposto. Mentre i due dormitori dei soldati dell'Esercito B sono uno vicino all'altro. Non ne capisco il motivo. Perché le reclute sono divise in due gruppi senza la possibilità di incontrarsi, ma non vale la stessa cosa per gli altri soldati? Lascio perdere l'argomento, visto che non è molto importante adesso e mi concentro sul piano.
Ci nascondiamo indisturbate, dietro ad un muretto e osserviamo l'ambiente davanti a noi. C'è un soldato stravaccato su una sedia che custodisce un mazzo di chiavi. Dobbiamo prenderle. L'uomo, però, è ben sveglio e sembra intenzionato a non spostarsi di un millimetro.
-Ha il turno fino alle due di notte-. Sussurra Yali con voce talmente bassa che faccio fatica a sentirla.
Il soldato comincia ad addentare il suo panino e a fagocitare quelle che assomigliano a delle patatine fritte, ma hanno una forma più allungata con un ricciolino alle estremità. Mangia con talmente tanta foga che mi domando come faccia a non strozzarsi. Poi, prende una bottiglietta d'acqua e la beve tutta in una volta.
-Ma non ha paura di dover andare in bagno?-.
-Guarda,- Yali mi indica uno Spok attaccato alla parete dietro all'uomo -sicuramente lo accende quando deve andare in bagno-.
-Potremmo cambiare piano, aspettare che vada in bagno, credo tra poco, e incendiare lo Spok-. Propongo. Mi sembra una scelta più saggia che prendersela con un uomo che sicuramente ci guarderà in faccia.
-È uguale,- fa spallucce -tato lo tortureranno lo stesso-.
-Cosa?-. Mi agito, ma non tanto da farmi scoprire.
-È normale, se si lascia sfuggire due ragazzine-.
Non posso credere alle mie orecchie. Sicuramente crede che sia normale torturare una persona? Davvero non le importa nulla? Mi chiedo chi sia effettivamente la persona al mio fianco e se sia stato giusto coinvolgerla in tutto questo.
-Non succederà se gli riporteremo le chiavi e la nostra visita nel dormitorio maschile non avrà conseguenze. Quindi, seguiamo il piano originale-.
Spero che Yali non si insospettisca a non vedermi utilizzare e poteri. Nessun kandeniano del Polo B ha il ghiaccio o la telecinesi ed io non ho il fuoco, quindi non posso usare i poteri. La ragazza, con un sorrisetto furbo impresso sul volto, provvede ad incendiare la carta brillante che avvolge il panino del soldato. La fiamma si propaga velocemente, tanto che mollare immediatamente il panino, non risolve il problema del soldato. Ormai anche una manica della sua armatura va a fuoco. Si alza in piedi, tutto preoccupato, cercando di spegnere le fiamme battendoci su l'altro braccio. L'uomo è in preda al panico, allora, pensa bene di accendere lo Spok per poi recarsi in bagno. Yali, però, lo precede sul tempo incendiando anche l'oggetto. Il soldato, sorpreso e confuso, si guarda attorno e poi, con il fuoco che si propaga sulla sua ramatura, fugge in bagno.
-È stato divertente-. Singhiozza Yali, in preda a delle risate soffocate.
Devo fare in fretta, il soldato non ci metterà molto tempo per spegnere il fuoco e poi buttare una secchiata d'acqua sullo Spok. Afferro distrattamente il mazzo di chiavi e scelgo quella con la targhetta azzurra su cui è incisa la scritta: "Dormitorio maschile (reclute)". Entro in fretta e chiudo la porta dietro di me. Mi ritrovo all'estremità di un lungo corridoio con le pareti di un bianco candido quasi fastidioso. Non ho mai visto un bianco più brillante di questo in vita mia.
Cammino quasi in punta di piedi allo scopo di far meno rumore possibile. Tengo alta la guardia e, intanto, leggo le targhe accanto alle porte. Il numero delle camere è ben evidenziato in nero e sotto ci sono i nomi dei ragazzi ospitati. Cerco anche di pensare a come entrare nella stanza di Ivan senza che i suoi compagni se ne accorgano. Non posso entrare poiché c'è un'alta probabilità che anche loro siano nella camera. Avviserebbero subito il loro generale ed io finirei davvero nei guai.
Bussare e chiedere di Ivan sarebbe la stessa cosa L'ideale sarebbe fare in modo che lui esca con una scusa. Ma come faccio affinché ciò si realizzi? Come faccio a contattare solo Ivan senza che nessun altro mi scopra? Sento il rumore di una porta che sbatte e, d'impulso, i miei piedi si staccano dal pavimento grazie alla telecinesi e mi ritrovo attaccata al soffitto. Mi appiattisco contro di esso più che posso, anche se, in questo momento preferirei avere il potere dell'invisibilità.
"Non guardate in alto. Non guardate in alto". Continuo a ripetere sperando che, in qualche modo, i due ragazzi esaudiscano il mio desiderio. Per fortuna, sembrano essere troppo impegnati nella loro discussione per accorgersi di qualcos'altro. Litigano su chi sia il più forte tra i due. Lo trovo veramente ridicolo. Sono costretta, però, ad assistere. Accorcio il respiro per paura che possano sentirlo. In realtà, pensano soltanto a se stessi e alle selezioni che ci saranno tra pochi giorni.
-Guarda,- il ragazzo dai capelli biondi e talmente perfetti da sembrare finti, mette in mostra il suo bicipite -le ragazze vanno pazze per i miei muscoli-.
All'udir quelle parole, roteo gli occhi. È così pieno di sé da darmi la nausea.
-La tua è solo apparenza, sono io il più bravo in tutte le esercitazioni-. Sghignazza l'altro con aria da piacione.
Il biondo scoppia in una risata. -Ma se persino quella schiappa di Ivan Clark ti ha battuto ieri! Sono più forte di te, rassegnati-.
Serro forte i pugni cercando di trattenermi dal reagire. Non posso mettermi a rischio soltanto per questi due cretini. Aspetto con impazienza che la loro squallida conversazione finisca e spariscano entrando in palestra. Perché dovevano fermarsi proprio nello stesso punto in cui ero io? Ritorno ad appoggiare i piedi sul pavimento. Ho già perso troppo tempo, il soldato è sicuramente ritornato alla sua scrivania e si sarà reso conto della mancanza del mazzo di chiavi. Ho paura che Yali mi abbia abbandonata, non mi stupirebbe. Se fosse così sarei spacciata. Purtroppo non altra scelta, sono qui e non posso tornare indietro nel tempo. E, anche se lo facessi, prenderei la stessa decisione. L'unica speranza che ho per non morire è trovare Ivan.
Continuo, con cautela, a camminare per il lungo corridoio e a leggere le targhe. Cerco di tenere i nervi saldi poiché mi trovo in una situazione complicata, senza una via di scampo e sento che se ci pensassi solo per un minuto potrei impazzire. Per una specie di miracolo, vedo Ivan camminare tranquillamente dalla parte opposta del corridoio. Il mio cuore inizia a riempirsi di gioia e il respiro diventa più profondo. Ivan mi nota, incredulo e confuso, e percorre la distanza che ci separa a grandi falcate. Una parte di me, quella più romantica, credeva che lui sarebbe stato felice di rivedermi, invece la sua espressione diventa sempre più dura via via che si avvicina. Ci ritroviamo l'uno di fronte all'altro con gli sguardi che combaciano, ma il momento è più breve di come l'ho percepito. Ivan apre distrattamente la porta e mi spinge dentro richiudendola alla velocità della luce.
-Che ci fai qui?-. Chiede, arrabbiato. La sua figura torreggia su di me che mi sento più piccola di quanto realmente io sia. Rimane di spalle alla porta per paura che entri qualcuno.
Il mio sguardo vaga per la stanza. Siamo in un ufficio, probabilmente quello del generale del reparto maschile. Mi sembra, stranamente, ancora più pericoloso di trovarmi nel corridoio. È come se fossimo in trappola.
-Cosa credi? Non sono venuta qui per farti una visitina-. Gli rispondo, ostile.
-Bene, perché non siamo fidanzati-. Mentre lo dice, però, la sua espressione si è già addolcita, il che tradisce le sue parole. In ogni caso, lo so che siamo fidanzati, ma non capisco cosa c'entri in questo momento. Il tempo stringe, quindi cambio argomento in fretta.
-Ho un problema: mi hanno sequestrato le piume, non posso tornare sulla Terra-.
Ivan, totalmente scioccato, si schiaccia contro la porta. Ho l'impressione che volesse indietreggiare. Sta pensando velocemente a cosa fare e il suo sguardo preoccupato si perde nel vuoto.
-Aspettami qui, ti porto le mie piume. Io sono del Polo B, non ne ho bisogno-.
-Ma rimarrai bloccato su Kanden!-. Controbatto.
Lui pianta le sue pupille nelle mie ed io rimango incantata perdendo le parole e il filo del discorso, fin quando lui si volta per aprire la porta dell'ufficio.
-Ti aspetto in corridoio, è più sicuro-.
-Fidati-. Aggiungo vedendolo incerto. Usciamo entrambi dal covo del generale e rimango ad aspettare che Ivan ritorni con le piume. Se il generale fosse entrato nell'ufficio ne sarei stata presa alla sprovvista e non sarei potuta uscire, nel corridoio, invece, se passa qualcuno userò nuovamente la telecinesi per appiattirmi sul soffitto. Almeno non sarei in trappola. Per fortuna, Ivan arriva in un batter d'occhio senza problemi. Prendo le piume e faccio per andarmene quando Ivan mi dà un bacio sulla guancia e sorride. Ne rimango sorpresa per un attimo.
-Su, vai-.
Percorro il corridoio nella direzione opposta, poi sbircio attraverso la porta socchiusa per assicurarmi che il soldato non sia di guardia, allora sguscio fuori e chiudo a chiave la porta. Dopo appoggio il mazzo nel punto esatto da cui lo avevo preso. Yali sbuca da dietro la parete.
-Ci hai messo un sacco di tempo! Ho dovuto incendiargli le maniche almeno otto volte-.
Mi prende per un braccio e andiamo via di lì il più in fretta possibile. Le racconto quello che è successo, omettendo, ovviamente, la parte delle piume.
Note d'autore:
Yali non vuole smetterla con le domande personali ahahah.
Ma vi aspettavate che Ivan reagisce così vedendo Aura nel dormitorio maschile?
Vi mando un bacio! Ci sentiamo nel prossimo capitolo :)
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro