Capitolo 37
Sono passati due giorni da quello scontro con i soldati dell'Esercito nella nostra scuola e ancora non siamo riusciti a capire come facciano a conoscere i posti che frequentiamo sulla Terra. In realtà, non sappiamo neanche come riescano ad arrivare sul nostro pianeta. Persino il signor Sanders non trova una risposta. Si è preoccupato molto per l'accaduto e sta lavorando giorno e notte allo scopo di trovare un modo per tenerli lontano da noi, almeno quando siamo sulla Terra. Non credo che ce ne sia bisogno, però. Ci credono morti. Vankram ha annunciato, tutto contento, attraverso gli altoparlanti e gli schermi giganti, che i Ribelli non sono più una minaccia per la sua dittatura e per il suo stupido ego. Meglio per noi, questo è un vantaggio. Siamo meno preoccupati, nonostante lo spavento che abbiamo preso quel giorno. La parte più bella è stata constatare che Ivan stesse bene. Ha ancora il segno del taglio sul collo, ma, per fortuna, non è profondo e sta guarendo.
Un'altra cosa che ci rende di buon umore è essere arrivati nel "Giardino Magico Dei Fiori". Ci mancano solo pochi passi per raggiungere il luogo esatto in cui si trova il Guardiano. È incredibile che un posto che ha nel nome la parola "giardino" sia, in realtà, un deserto. Quando ci troviamo nel punto preciso in cui dobbiamo fermarci, mi chiedo se, per caso, non abbiamo sbagliato qualcosa. Qui c'è solo sabbia, non si vede nient'altro.
-È un trucco, ne sono sicuro!!-. Afferma Ivan con convinzione. Appoggia una mano sul mento. Posizione da pensatore.
-Patricia era in un albero, Mic in un enorme edificio visibile solo ai Secretis e agli umani, Mattry nelle acque di un lago ghiacciato e Krix in un laboratorio che sembra una lavanderia-.
-Sì,- seguo il suo ragionamento logico -tutti nascosti-.
-E se qui c'è solo sabbia...-. Guardo in basso disegnando un cerchio con il piede.
Ivan si inginocchia e comincia a scavare, io seguo il suo esempio.
Il desiderio di recuperare l'ultima chiave ci fa scavare a fondo senza lamentarci. Scorgo qualcosa di strano.
-Guarda,- richiamo l'attenzione di Ivan -è un vetro trasparente-.
Togliamo ancora più sabbia per riuscire a capire meglio cosa c'è sotto di noi. Vediamo il nascondiglio dall'alto. Ci sono persone fisicamente uguali agli esseri umani e ai kandeniani, l'unica differenza è walche macchia marrone dai bordi irregolari, ma non si notano molto. Anzi, rendono questa specie più bella e misteriosa. Sappiamo che prima il Guardiano dei Fiori era Quing, ma è morto, quindi ce ne dovrebbe essere un altro. Chi è tra questi? Camminano freneticamente per la stanza, sembra non abbiano un attimo di pace. Ivan nota un cerchio sulla superficie trasparente.
-È una botola, ecco da dove si entra-.
-Sei pazzo?! Non possiamo piombare così in casa loro, ci crederanno dei nemici-.
-Hai un'altra idea?-. Chiede Ivan, scocciato.
-Certo. Aspettare fin quando non ci notano, cioè tra qualche minuto. Gli abbiamo scoperchiato casa-.
Ivan scoppia in una risatina, ma poi scuote la testa e ritorna serio. Noto comunque un'ombra di quel sorriso ancora impressa sul volto.
-Se ne sarebbero accorti subito, invece, guarda, non hanno idea che siamo qui-.
In effetti è vero, potrebbe esserci qualche incantesimo che li isola dal resto del mondo, oppure il vetro su cui siamo è particolare e permette a noi di vederli, ma non a loro di ammirare dall'esterno. Visto che ho dei dubbi, deciso di seguire l'assurda idea di Ivan, anche se continua a non convincermi. Finiremo nei guai. Anzi, forse moriremo per mano di chi doveva essere dalla nostra parte. Assassinati dai nostri alleati, è così che finiremo. Saranno contenti i nostri genitori, i nonni e il signor Sanders. Soprattutto quest'ultimo. Ha passato tutta la vita a cercarci per poi puntare su di noi e fidarsi ciecamente. Per cosa? Per vedere i Ribelli morire nel modo più stupido che si possa immaginare. E non potremo neanche avere la possibilità di giustificarci. Forse sto esagerando. Meglio mettere da parte questi pensieri così fatalisti e agire. Grazie al cielo la botola è situata in uno stanzino in cui non c'è nessuno. Dev'essere un piccolo ripostiglio. Ivan è il primo a calarsi giù, io faccio un po' più di fatica. È incredibile che solo due giorni fa io abbia aggredito due soldati dell'Esercito e adesso assomigli ad un bradipo. Ivan mi aiuta, gentile come sempre. Ci ritroviamo molto vicini. Ho le braccia attorno al suo collo e mi perdo un attimo nei suoi occhi profondi. Vorrei che rimanessimo stretti ancora per un po', ma non è il momento. Quindi, mi stacco controvoglia.
-E ora?-. Domando più a me stessa che a lui.
-E ora usciamo di qui-.
-Oh, è questo il tuo brillante piano?-.
Usciamo dal ripostiglio e andiamo a nasconderci dietro un enorme sacco di farina. Avevamo ragione, sono tutti indaffarati, intenti a portare a termine le loro attività.
-Ivan, quelle sono torte-. Sussurro per evitare di farci scoprire.
Sono pasticceri, forse è così che riescono a vivere, cucinando dolci. Il mio stomaco comincia a brontolare.
Sembrano buonissimi e in me cresce la voglia di assaggiarne uno. Cerco di reprimere questo desiderio. Noto anche un grande parallelepipedo trasparente con all'interno una moltitudine di fiori e piante. Nonostante ci stessimo recando dal Guardiano dei Fiori, non pensavo che potessero esistere in questa terra arida. In effetti, ora che ci penso, i Fairynx erano riusciti a salvare qualche farfalla, sicuramente anche questa specie si è impegnata per salvaguardare il proprio "elemento". A differenza dei Fairynx, però, questa gente sembra più fredda e triste. Soltanto adesso, in mezzo alla folla, noto che qualcuno è rannicchiato per terra con le braccia che cingono le ginocchia.
-Basta, sono morti. Ma non è finita!-. Un uomo sta consolando una ragazzina che, all'apparenza, sembra avere circa tredici anni. Ha i lunghi capelli biondi che le ricadono sulle gambe per via della posizione in cui è seduta. Un'altra ragazza, più grande, si avvicina a loro. Questa, invece, ha i capelli mossi e non posso far altro che notarne il particolare colore. Sono rosa come quelli di Quing. Inoltre ha una bella corona di fiori sulla testa.
-Non piangere, sorellina Dobbiamo essere positivi, le cose cambieranno-. Le accarezza la testa scompigliandole i capelli fatti di seta.
Poi, però, un grido sembra squarciare l'aria.
-Intrusi!-.
Qualcuno che non sono riuscita ad identificare si è accorto che c'è qualcosa di strano. Il rumore assordante di una sirena mi invade fastidiosamente le orecchie. D'istinto vado ad appoggiarci le mani sperando di attutire il suono. Le persone guardano in alto. Si sono accorti che il tetto piatto e trasparente non è più coperto di sabbia.
L'allarme fa agitare tutti. Alcuni, presi dal panico, si nascondono sotto ai tavoli. Anche io ed Ivan siamo terrorizzati, non credo che ci metteranno molto tempo a capire che siamo noi gli intrusi.
-Layla, dobbiamo trasformarci tutti in kandeniani-. Dice l'uomo alla ragazza dai capelli rosa.
-È inutile, non sono così stupidi. Avranno già notato le macchie sulla pelle e poi come facciamo a giustificare il fatto che l'edificio sia nascosto sotto il deserto?-.
-L'unica cosa che possiamo fare, allora, è trovarli il prima possibile-. L'uomo si prende l'incarico ed inizia a rovistare ovunque.
La paura di essere scoperti cresce tutta d'un colpo. È una situazione complicata e non so come potremmo fare ad uscirne senza essere visti come nemici. Altre persone si fanno coraggio e cominciano a cercarci seguendo l'esempio dell'uomo. Siamo abbastanza vicini, però da sentire le parole della ragazzina.
-Aspetta Layla, potrebbero essere i Ribelli-. Non sta più piangendo, anzi i suoi occhi luccicano per la speranza.
L'altra si ferma a pensare per qualche secondo. Questo mi stupisce, pensavo che le desse della pazza escludendo la sua teoria, invece la sta prendendo in considerazione.
-È il momento- mi sussurra Ivan -Ora o mai più-.
Capisco cosa intende e mi alzo di colpo attirando l'attenzione dei presenti, Ivan mi imita.
-Noi siamo i Ribelli-. Affermo decisa, anche se un pizzico di paura per le conseguenze non mi lascia.
Ripenso all'incontro con Krix e mi convinco ancora di più che la mia idea possa funzionare. Congelo all'istante il sacco di farina lasciando tutti di stucco. Un silenzio improvviso si espande per tutto l'edificio. Poi tanti piccoli bisbigli riempiono l'aria. Le labbra di Layla si estendono in un largo sorriso. Lei è la prima che ci viene incontro, saltella con spensieratezza, cosa che probabilmente, la fa sembrare più piccola della sua età, al pari di sua sorella. Fa sbattere il suo fianco contro il mio, forse in segno di amicizia. Certo, è uno strano comportamento. Ho l'impressione che se non fosse attaccata a terra dalla forza di gravità volerebbe. Mi sta simpatica, però. Sembra una di quelle persone che, con la sua leggerezza, riesce a rendere meno pesanti i tuoi macigni.
-Sono contenta che non siate morti!-. Batte le mani dalla felicità.
-Sono Layla, la Guardiana dei Fiori- continua Seguitemi, vi devo dare la chiave. Sapete di cosa sto parlando, giusto?-.
-Sì, ne abbiamo quattro, ci manca solo la terza-. Risponde Ivan.
Layla non se lo aspettava infatti, nonostante rimanga serena, si nota un accenno si stupore sul suo viso. Mi ricorda una fatina delle fiabe. Ci dirigiamo nel suo ufficio. Credevo sarebbe stato colorato o esuberante come le, ma mi sbagliavo. È una stanza più comune del previsto. Noto subito una foto di Quing appoggiata sulla scrivania in un'elegante cornice dorata.
-Oh, era lui il Guardiano dei Fiori prima che...beh...-.
La sua espressione è cambiata completamente, questo mi fa capire che tra loro c'era un forte legame. Non riesce neanche a dire che cosa gli è capitato.
-S', lo sappiamo. Ce l'ha raccontato il Guardiano dei Segreti-.
-Ci dispiace tanto-. Aggiunge Ivan con gli occhi tristi.
-Mio cugino era il Guardiano migliore che noi Flores potessimo mai immaginare. Ah, quanto amava trasformarsi in una lucciola, diceva che in quella forma riusciva a vedere il mondo più luminoso. Gli piaceva anche diventare Vankram per prenderlo in giro-. Si fece scappare una risatina a quel ricordo.
-È il vostro potere, quindi?-. Le chiede Ivan, sempre con rispetto-.
-Sì, possiamo trasformarci in animali e persone. La nostra forma preferita, però, è essere noi stessi-.
-Lo so che è banale,- continua prendendo la fotografia di Quing -ma volevo che la chiave continuasse ad appartenere a lui, almeno finché voi non vi foste fatti vivi-.
Layla apre il retro della cornice rivelando l'ultima chiave dei Guardiani.
-Ci ho messo dentro anche un bigliettino con il suo nome e tanti cuori. Spero che, dovunque lui sia, possa ricordare quanto gli voglio bene-.
Ci mostra il bigliettino con la scritta "Paulo". È questo, allora, il suo vero nome. La Guardiana ci consegna la chiave, commossa. Dev'essere stato davvero terribile salutare Quing prima della missione, ma non vederlo più tornare. Tutto per questa chiave, anche lasciarla a noi non dev'essere facile per Layla. È assurdo pensare di essere riusciti ad ottenere le cinque chiavi. È un momento importante che ho immaginato spesso, ma non credevo che sarebbe stato così strano. Forse perché non ho abbastanza fiducia in me ed essere arrivata fin qui è un bel traguardo considerati i pericoli a cui io ed Ivan abbiamo dovuto far fronte. Inaspettatamente, Layla estrae un particolare oggetto che assomiglia ad un cellulare. Quando comincia a parlarci mi rendo conto che ha proprio la stessa funzione.
Note d'autore:
Ed ecco che abbiamo conosciuto l'ultima Guardiana.
Vi sta simpatica?
Se aveste la possibilità di scegliere a quale delle cinque minoranze appartenere, cosa sareste? Fairynx, Secretis, Aquint, Tronkus o Flores?
Sono curiosissima di saperlo 😍
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