Capitolo 34
Avrei tanto voluto portare più acqua del solito, ma sono stata costretta a rinunciarci. La borsa sarebbe stata troppo pesante, lo è già così e non era il caso di esagerare.
"Ma ho tolto la coperta" Avevo protestato, scocciata.
Il signor Sanders aveva fatto di tutto per convincermi a portare soltanto due bottigliette d'acqua perché, secondo lui "Hai più possibilità di sopravvivere se la borsa è meno pesante". Credo che sia veramente una sciocchezza, ma ho preferito accettare lo steso il consiglio. Ho capito, però, che quell'anziano è di certo un genio ed è molto saggio, ma anche lui ha i suoi difetti. Pretende sempre di avere ragione anche quando è palese che questa non sia dalla sua parte. D'altronde nessuno è perfetto.
Io ed Ivan, per fortuna, siamo usciti dal deserto circa un'ora fa e camminiamo stando molto attenti a dove mettiamo i piedi, non dev'essere affatto piacevole cadere nelle spaccature dell'arido terreno.
"Ah, io non ti salvo" avevo scherzato.
Anche se sto morendo di caldo, sono felice perché la mappa ci indica che siamo piuttosto vicini al Guardiano. Prima di atterrare su Kanden abbiamo indossato entrambi dei vestiti più leggeri, ovviamente. Forse è per questo che riesco ad avere più autocontrollo e a non vere tutta l'acqua a disposizione in una volta sola. Ci ritroviamo sul bordo di quello che, all'inizio, ci sembrava un burrone, ma poi abbiamo scoperto essere un'ampia spaccatura nel terreno che nasconde un villaggio. Credo di non aver mai visto così tanta vita finora su Kanden. Ci sono tante case e negozietti, i kandeniani passeggiano tranquillamente per le strade facendo acquisti. Non credevo che in un posto così potesse esserci tanta spensieratezza. Riesco a notare donne che hanno tra le mani delle buste e chiacchierano tra di loro, ragazze che ridono sedute ai tavolini di un bar e perfino gruppi di bambini che si divertono al parco giochi. Mi sembra di essere stata catapultata in una realtà diversa e mi chiedo se questa non sia un'altra allucinazione. Nessuno si interessa alla nostra presenza, adesso siamo solo due comuni kandeniani e questo mi fa tirare un sospiro di sollievo. Questo assomiglia ad un paesino rurale antico. Il pavimento è coperto da ciottoli, un po' fastidiosi, in realtà, se ti fanno male i piedi. Non mi lamento, però. Adoro quest'atmosfera piena di serenità.
-Adesso dobbiamo soltanto trovare il punto esatto in cui si trova il Guardiano-. Bisbiglia Ivan.
Annuisco. Poi, però, perdo di vista l'obiettivo rimanendo incantata da ogni piccolo dettaglio di quel meraviglioso villaggio. Mi soffermo su un piccolo chiosco che vende bibite fredde dai colori accesi. L'uomo, che sembra simpatico ed estroverso, urla incitando le persone a fermarsi ad acquistare una bibita. È talmente invitante che anche a me viene un sensato bisogno di bere qualcosa. Non posso, però. Non ho idea di come funzioni il denaro su Kanden, sicuramente hanno una moneta diversa da quella che sono abituata ad usare. Nonostante ciò, il mio desiderio non si placa.
-Fermiamoci a guardare-. Afferro un lembo della maglietta di Ivan per catturare la sua attenzione.
-Okay, ma cerchiamo di non sembrare sospetti-.
Le bibite devono essere piene di coloranti, ma dentro ci sono dei freschi cubetti di ghiaccio. Questo mi fa ricordare di dover creare altro ghiaccio per l'acqua che ci è rimasta dentro alle bottigliette. Non è il caso, però, di farlo qui, c'è troppa gente e non posso rivelare di essere una kandeniana del Polo A. Il negoziante si destreggia in acrobazie shakerare le bevande. La gente, unita attorno al chiosco, gli applaude, estasiata. Alcuni ragazzi gli fanno i complimenti accompagnati a dei grandi sorrisi,
-È uno spettacolo questa bibita. È nuova, vero? Cosa ci hai messo dentro?-. Domanda uno di loro.
-Sabbia del deserto, succo di limone e un ingrediente segreto-.
Io ed Ivan ci lanciamo un'occhiata incredula. Sabbia del deserto? Non può essere veramente commestibile.
La curiosità di Ivan inizia a crescere, adesso non sono più l'unica umana interessata a quelle strane bibite, anche lui ha voglia di assaggiarne una.
-Sei sempre più bravo a lavorare le materie prime, amico!-.
Il ragazzo si avvicina al negoziante per dargli una pacca di stima sulla spalla.
-Ne volete una?-. La voce di una donna si insinua nel mio orecchio destro.
-Cosa?-. Strabuzzo gli occhi.
-Vo offro una bibita, pago io-.
Probabilmente ci ha visti fissare le bibite con interesse senza aver ancora comprato nulla.
-No, grazie-.
-Insisto,- continua -se non ci aiutiamo tra di noi, non lo farà di certo il dittatore-.
Accetto, allora, per non essere sgarbata. Scelgo la bibita con la sabbia perché ne sono incuriosita. Ivan, invece, opta per una bevanda rossa.
-Il Nucleo del sole, bella scelta!-. Si congratula la donna.
Ivan rimane interdetto. -Aspetta, cosa c'è dentro?-.
La castana ridacchia. -Il nucleo del sole. Ha una lavorazione piuttosto lunga e pizzica un po' sulla lingua, ma è veramente buona-.
Ivan non fa altre domande, si limita ad osservare il negoziante mentre shakera il suo drink dal colore veramente accattivante. Dopo pochi minuti, l'uomo versa i liquidi in due bicchieri trasparenti e ce li porge.
-Grazie mille!-. Affermo quando la donna paga le bevande al posto nostro.
Lui, in risposta, fa un piccolo cenno e si dilegua.
Lascio che sia Ivan ad assaggiare per primo il suo Nucleo del sole.
-È vero, pizzica, ma non è fastidioso come pensavo. È veramente buono!-.
-Sì Ivan, ma... che gusto ha?-.
Ivan scuote la testa. -Non so spiegartelo, non ho mai bevuto nulla del genere-.
Decido, allora, di assaggiare il mio prima che diventi caldo. Timorosa, ne bevo solo un piccolo sorso.
-Caspita, è proprio buono!-. Esclamo, entusiasta.
Analizzo meglio il liquido giallo avvicinando il bicchiere ai miei occhi, ma non vedo niente di strano. È incredibile che uno degli ingredienti sia la sabbia, ma a quanto pare è proprio così. Inoltre mi sbagliavo, qui dentro non ci sono coloranti.
Dopo averne bevute metà, ci scambiamo i bicchieri per provarli entrambi. Non so decidere quale dei due piaccia di più. Mi sento meglio, queste bibite sono miracolose.
Ora dobbiamo ritornare a concentrarci sulla nostra missione. Vegno, però, nuovamente distratta da qualcosa. Mi avvicino ad un negozietto cercando di guardare meglio l'interno attraverso i vetri. Il mio cuore sussulta alla vista di Vankram.
-Dobbiamo andarcene, è qui!-. Affermo allarmata.
Ivan si avvicina al vetro per capire meglio cosa stia accadendo.
-È Vankram-. Nota anche lui
Non facciamo in tempo ad andarcene, però, che lo sguardo del dittatore incrocia il nostro. Cominciano a sudarmi le mani per il nervosismo. Non ho idea di come abbia fatto a sapere dove siamo. Proviamo a fare finta di nulla spostandoci con tranquillità, ma la porta del negozietto si apre rivelando la figura di un uomo calvo, alto e possente che ci chiama con un tono di voce aggressivo. Siamo costretti, allora, ad entrare e ci ritroviamo davanti a Vankram. Sembra diverso rispetto a come lo avevamo visto sullo schermo nel Polo A.
-Chi siete voi?-. Ci domanda il soldato dell'Esercito a braccia incrociate. Indossa una maglietta sbracciata nera che gli mette in risalto i muscoli delle braccia.
-Non capisco il motivo della domanda, stavamo solo dando un'occhiata-. Risponde Ivan apparentemente calmo.
Mi guardo intorno, ci troviamo all'interno di una modesta lavanderia. Vankram è rimasto fermo con una mano appoggiata su un ferro da stiro. Soltanto adesso mi rendo conto che quello davanti a noi non può essere il dittatore. Noto parecchie differenze. Innanzitutto, è un ragazzino, poi ha le orecchie appuntite da elfo e non da pipistrello come Vankram. Gli ochi sono grandi e verdi, ha un pizzetto biondo piuttosto carino e un'espressione del viso molto dolce. Quello che assomiglia ad un piccolo polpo verde gli sale, strisciando, su un braccio fino a raggiungere la sua testa e resta appollaiato lì.
-Uno di loro deve essere del Polo A, Garthel-.
-Krix!-, Lo rimprovera l'uomo muscoloso.
-Qualcuno di voi due può congelare questo ferro da stiro?-. Si rivolge a noi con un sorriso.
-Krix, è pericol...-.
-Sì, io!-. Affermo decisa, anche se qualche brivido di paura mi attraversa. Faccio come l'essere simile a Vankram mi ha indicato e congelo il ferro da stiro.
-Bene!-. Krix esplode di gioia -Io sono il Guardiano della Scienza, quindi vi devo consegnare la chiave-.
Garthel scende delle scale nascoste e, al suo posto, compare la donna che ci aveva offerto le bevande.
-No?!- è sorpresa -Sono loro i Ribelli? Grande!-.
-Li conosci già, Jen?-. Le chiede il Guardiano.
Scopriamo che Jen è una donna di trentadue anni che lavora nella lavanderia. Le cose più interessanti, però, dobbiamo ancora conoscerle.
Note d'autore:
Krix, il Guardiano della Scienza, è molto simile a Vankram essendo un Tronkus. Aura e Ivan si sono spaventati, per un attimo.
Sembrerebbero anche molto diversi caratterialmente, ma sia i nostri protagonisti che voi lettori lo conoscerete meglio nel prossimo capitolo.
Stay tuned!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro