Capitolo 32
CASA VICINO ALLA STALLA, CUCINA.
(Aura)
Siamo tutti sorpresi, la nostra strada si è incrociata nuovamente con quella di Dimitra. Ci ha raccontato che l'uomo accanto a lei è il marito Sulviun che, pentito della sua scelta di tradire il dittatore, è ritornato a casa da lei riportandole anche suo figlio. Sono stati costretti, allora, a trasferirsi nella loro seconda casa diventando, di fatto, dei ricercati.
-Se ci prendono siamo in guai seri, probabilmente ci punirebbero con la morte-.
Nonostante le sue parole, non so se potermi fidare dell'uomo. È stato un soldato di Vankram, come facciamo a sapere che questa non sia una trappola?
Ivan, invece, sembra tranquillo.
-Un motivo in più per salvare Kanden il prima possibile-. Dice dopo aver bevuto un sorso di te caldo.
Dimitra è decisamente diversa dall'ultima volta che l'abbiamo vista. Ha un'espressione seria, come sempre, ma si vede che è più serena.
-Non pensate a noi, stiamo bene-.
Intanto July si è svegliato, forse i toni delle nostre voci erano troppo alte. Mi dispiace aver disturbato il sonno di questo dolce bambino.
-Mamma, chi sono questi signori?-.
Mi scappa una risatina alla parola "signori".
-Oh, dai, non siamo così vecchi!-. Fingo di essermi offesa.
-Ma se avete cent'anni!-. Risponde July, divertito.
Dimitra, allora, scuote la testa fissando il figlio con sguardo severo.
-Non essere scortese, sono i nostri ospiti-.
Il bambino batte i piedi per terra, ma sempre mantenendo un sorriso sulle labbra.
-Stavo solo scherzando-.
Ivan scompiglia i capelli neri e riccioluti di July per dimostrargli affetto e lui risponde con un sorriso ancora più ampio.
-E io che pensavo di dimostrare la mia età-.
Si è creato un clima così piacevole che i miei dubbi su Sulviun vengono messi inevitabilmente da parte.
Il te che questa volta ci ha preparato Dimitra non mi piace particolarmente, ma lo bevo lo stesso. Qualsiasi bevanda calda è gradita vista la temperatura agghiacciante del Polo A.
Presto, però, il freddo sarà solo un ricordo e dovremo passare al suo opposto. In realtà, sarebbe meglio ripartire adesso, ma non voglio strappare Ivan da questa serenità, mi piace vederlo spensierato e poi, non posso andare molto lontano con il piede che mi fa ancora male. Rimango a guardare, felice, il bellissimo feeling che si è creato tra Ivan e July. Il bambino ha richiesto perfino di sedersi sulle sue gambe ricevendo immediatamente una risposta positiva da parte di Ivan.
Mentre ripercorriamo tutti gli avvenimenti accaduti nelle ultime settimane allo scopo di raccontarle a Dimitra e Sulviun, July comincia ad annoiarsi, ciò lo porta ad essere un po' capriccioso. Tira la maglia di Ivan pera attirare la sua attenzione.
-Volete vedere la mia stanza?-. Ci domanda alla fine.
Poi lancia un'occhiata alla madre che risponde con un cenno positivo, acconsentendo, di fatto, alla sua richiesta. Seguo July nella sua stanza insieme ad Ivan.
È abbastanza spoglia, ci sono solo un letto e un armadio impolverato. Si nota che questa casa non viene usata da parecchio tempo ed è solo una scelta dovuta ad uno stato di emergenza. C'è qualche giocattolo sparpagliato sul pavimento, probabilmente trasferito appositamente per l'occasione dalla prima casa. July corre e si lancia sul letto per prendere il suo orsetto di peluche e abbracciarlo forte Sicuramente ci è molto affezionato e lo aiuta a dargli coraggio in questo periodo complicato. Un bambino dovrebbe essere sempre felice e non doversi preoccupare di un mondo che va a rotoli. July merita di più di dover scappare per colpa di un dittatore. Inoltre mi fa impressione il fatto che sia rimasto in un'orribile cella. Sulviun ha raccontato che l'illusione di July nella prigione era essere circondato dai giocattoli. Penso che, tra di loro, ci fosse stato anche l'orsacchiotto che July amava tanto. L'avrà guardato per giorni con la consapevolezza di non poterlo toccare perché era solo un'illusione. Oppure poteva abbracciarlo, ma poi spariva improvvisamente lasciando July con una sensazione di delusione e malinconia. Non ne ho idea, ma non è il caso di chiederglielo. Più che altro mi domando se l'esperienza nella cella gli abbia fatto male lasciandogli dei traumi che verranno fuori in futuro. Adesso sembra così spensierato, ma se in realtà non lo fosse? L'idea mi fa stare male. July non ha nessuna colpa se Kanden si trova sotto un regime totalitario. Molte persone non ne hanno colpa e invece si ritrovano a fare i conti con una realtà che non gli appartiene. Solo per colpa di Vankram e dei suoi seguaci, tra cui, purtroppo, anche Sulviun. Deve essere veramente difficile adesso per questa famiglia ritrovarsi unita, ma al tempo stesso staccata perché una grande ferita è ancora presente. È una cosa che non mi è sfuggita.
Nonostante il piacevole clima che si è creato, tra Dimitra e Sulviun ci sono delle incomprensioni. La donna non ha ancora accettato la situazione ed è arrabbiata con il marito. Lo ama, ma qualcosa si è rotto perché è troppo facile sparire e poi ritornare senza dover affrontare delle conseguenze. Forse, ma è solo una mia supposizione, non sa se è innamorata di lui o dell'idea che aveva costruito sulla sua persona, perché non riconosce più l'uomo che ha davanti. Questa situazione ci metterà un po' di tempo per sistemarsi, sempre che accada. Niente è dato per scontato, ma almeno Dimitra adesso ha di nuovo suo figlio e non posso che esserne pienamente felice. Spero, come sempre, che le responsabilità non mi schiaccino in modo da poter agire al mio meglio. Non so quante possibilità io ed Ivan abbiamo di non farci catturare dall'Esercito, ma se ce l'abbiamo fatta finora vuol dire che possiamo continuare. Dobbiamo continuare il nostro viaggio. Il mio piede va un po' meglio, il dolore è diminuito. Forse dovremo camminare più lentamente, ma nel caso fossimo costretti a correre ce la posso fare. L'alternativa sarebbe seminare i soldati, trovare un nascondiglio e fare il rito per ritornare sulla Terra.
Lascio giocare Ivan e July per un'oretta e poi richiamo il mio compagno di viaggio.
-Ivan, è il momento-. Sussurro in modo che il bambino non mi senta.
-E il tuo piede?-.
-Va molto meglio, fidati-.
Ivan annuisce e, con dolcezza, avvisa July che dobbiamo andare via. Sono pronta a vederlo scoppiare in un incessante pianto, invece July accetta la decisione solo con un filo di tristezza impressa nel volto. È evidente quanto Ivan sia bravo nel fargli capire che non dipende da noi, ma siamo costretti a proseguire nella nostra missione. Mi stupisce che un bambino di appena sei anni l'abbia presa così bene, se gli avessi parlato io, probabilmente, sarebbe andata in modo diverso. Ci dirigiamo tutti e tre da Dimitra e Sulviun.
-Sembra che vogliate andare via-. Constata l'uomo intento a tagliare un pomodoro.
-No, no- interviene Dimitra dopo aver fatto un balzo in aria -Non se ne parla, stiamo preparando la cena-.
-Ehm..-Ivan è visibilmente in imbarazzo -dobbiamo andare, mi dispiace-.
Quanto è carino quando arrossisce.
-E va bene, va bene. Ma vorrei che ci ripensaste-. Fa agitando le braccia, seccata.
La sua reazione è di certo severa, ma allo stesso tempo si nota che è per il vostro bene.
-Come se avessimo accettato, grazie mille-. Dico con lo sguardo di Ivan addosso, ancora a disagio per le parole di Dimitra. Salutiamo la donna e July con un abbraccio, mentre Sulviun è più freddo e distaccato, ci porge la mano con gentilezza. Sembra diffidente nei nostri confronti, ma d'altronde è passato da essere seguace di Vankram a stare dalla nostra parte in poco tempo, quindi è comprensibile.
Anche se, non posso farci nulla, continuo ad essere scettica sul suo cambiamento. Se non avessero preso suo figlio, probabilmente, sarebbe ancora un soldato di Vankram.
-Aspetta- dice un attimo prima che io apra la porta per uscire -Eravate voi?-.
-Non so a cosa ti riferisci-. Rispondo, sospettosa.
-Voi eravate nascosti dentro l'armadio quando abbiamo fatto il controllo con gli Spok?-.
Io ed Ivan ci scambiamo uno sguardo confuso.
-Non capisco-. Ivan scuote impercettibilmente la testa.
-Lo Spok che vi ha visti dentro l'armadio e poi vi ha avvisato di stare attenti era il mio-.
-Spok?-. Chiedo continuando a non capire.
C'è un attimo di silenzio fin quando Dimitra comincia a parlare.
-Oh, è vero. Voi non sapete cosa sono gli Spok. Sono gli strani occhi volanti che sono venuti ad ispezionare casa mia quanto c'eravate voi, la prima volta che ci siamo incontrati-.
-Come funzionano?-. Mi gratto la testa.
-IO non sono uno di quei soldati che se ne va in giro per Kanden, sono un addetto agli Spok, principalmente. Mando il mio Spok a controllare gli edifici, soprattutto le case, controllandolo dal computer del mio ufficio. Quel giorno eravamo in tre, per fortuna sono stato l'unico a vedervi nascosti nell'armadio. Non posso ancora credere che mi abbiano mandato a controllare la mia stessa casa-. Sulvium sospira -Sicuramente un errore-.
-Ah, grazie allora-. Dico soltanto, sorpresa dalla nuova informazione da elaborare.
-Dimitra, tu hai nascosto i Ribelli? Mossa pericolosa-.
-Non sono una codarda che scappa via durante un momento di difficoltà-. Gli lancia una frecciatina, secca.
L'aria si è fatta tagliente ed io ed Ivan preferiamo svignarcela al più presto. Non ci va di assistere ad un possibile litigio di coppia.
Dopo qualche passo, ci ritroviamo al confine. Posso finalmente leggere i cartelli affissi sopra lo specchio. Sono semplici scritte rosse, tutte uguali. "Non oltrepassare o ve ne pentirete". Inizio a temere che oltrepassare il confine tra i due Poli non sia così semplice come abbiamo sempre pensato. Potrebbero esserci tante complicazioni. E se a contatto con questo specchio l'effetto delle pozioni blu scomparisse? È una barriera magica, non sappiamo a cosa andiamo incontro. Mi fido del signor Sanders, è uno scienziato bravissimo, ma non abbiamo mai parlato in modo approfondito della questione.
Ivam mi porge la mano, ma io ritraggo la mia.
-Che c'è?-.
-Meglio non tenerci per mano, tu sei del Polo B, io del Polo A, E se a contatto con lo specchio la pozione si annullasse?-.
-Non accadrà-. Risponde semplicemente.
-Non voglio ucciderti, Ivan. Almeno se stiamo separati e un po' distanti non possiamo farci del male a vicenda-.
Ivan mi porge nuovamente la mano.
-Ne ho bisogno perché anch'io ho paura, Aura-.
-Hai bisogno di me?-.
-Ho bisogno di te-.
Allora gli afferro la mano, facciamo insieme un profondo respiro ed oltrepassiamo il confine dei Poli Opposti.
Note d'autore:
Abbiamo scoperto chi erano i due coniugi con il bambino. Ve lo aspettavate?
Sulviun è un personaggio grigio. Si è unito a Vankram e poi l'ha tradito, per salvare suo figlio e per provare a ritornare alla sua vita precedente.
Cosa ne pensate di questo personaggio?
Sono curiosissima di leggere le vostre opinioni.
Non possiamo neanche tralasciare che Aura e Ivan si trovano a dover affrontare un grande ostacolo: superare la barriera tra i due Poli. Ci riusciranno?
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