Capitolo 31
CASA VICINO ALLA STALLA, CUCINA
(Narratore esterno)
-Li ho presi, sono due!-. Annuncia l'uomo dai capelli brizzolati appoggiando la sua arma contro il muro in modo che non cada.
La moglie, seduta al tavolo, tamburella nervosamente i polpastrelli sulla superficie.
-Ora dobbiamo capire cosa farne-.
-Beh, ho un paio di idee-. Fa percepire in tono sadico.
La donna si alza di scatto sbattendo violentemente una mano sul tavolo.
-No,- scuote la testa in segno di disapprovazione -non se ne parla-.
Il criminale cammina avanti e indietro con l'intenzione di gustarsi presto il sapore della vendetta. La rabbia monta progressivamente nelle sue viscere talmente tanto che è diventato difficile controllarla.
-Devo. Devo fargli del male, capisci?-. Sbotta sopo essersi guardato attorno per assicurarsi che il bambino non fosse nelle vicinanze.
La donna non è affatto d'accordo, scrolla il capo con l'intenzione di scacciare via ogni pensiero negativo. La violenza non è contemplata. Anche lei è arrabbiata con il sistema, ma è consapevole di non dover arrivare a perdere il senno. È rimasto ben poco della loro vita, ha dovuto soffrire molto per le bellezze sottratte e, a volte, avrebbe voluto anche lasciarsi andare. Non lo aveva fatto, non poteva permettere a qualcuno di toglierle anche se stessa. Quindi, non avrebbe perso la sua personalità e la sua capacità di ragionare.
-Eri come loro poco tempo fa-. Gli dice direttamente e senza alcuna pietà. Lo sa, in fondo, che suo marito merita di essere punito per gli sbagli commessi.
-Sei ancora arrabbiata con me?-. L'uomo si addolcisce un attimo. Si sente ancora colpevole del suo tradimento ed è consapevole del fatto che la casalinga non l'abbia ancora del tutto perdonato.
-Non è importante,- risponde, risentita -dobbiamo prendere una decisione in fretta-.
È proprio a corto di idee, ma deve pensare al da farsi nel più breve tempo possibile. In genere quelle persone sono scaltre e senza scrupoli, è facile per loro trovare un modo per fuggire.
Meglio non pensare a ciò che potrebbe accadere se riuscissero a liberarsi. La donna prova a fare una lista di opzioni in modo da scegliere quella meno pericolosa e più adatta alla situazione. Torturarli è fuori discussione, sono persone e, nonostante i loro errori, lei non sarebbe mai capace di simili cattiverie. Non riuscirebbe neanche ad ucciderli perché serve troppo sangue freddo e non amava l'idea di doverli sotterrare. Lasciarli liberi, come già detto, porterebbe solo guai. I due intrusi andrebbero immediatamente ad avvisare il loro capo e la conseguenza sarebbe la definitiva divisone della loro famiglia, nell'ipotesi migliore.
-L'unica cosa è tenerli in trappola, magari in una prigione migliore di quella in cui si trovano adesso-.
L'uomo sbuffa, spazientito. -E dove? In casa nella camera da letto? O nella camera del bambino?-.
Il suo sarcasmo in questa situazione di emergenza è veramente snervante.
-Dico solo che è l'unica opzione che abbiamo!-. Urla, infastidita.
L'altro si mette entrambe le mani nei capelli per la disperazione. Si maledice per i disastri che ha combinato, uno dopo l'altro, l'ultimo era sicuramente quello di essersi diretto dalla moglie. La scelta migliore da fare sarebbe stata quella di lasciare il bambino al sicuro e rifugiarsi in un luogo lontano, unicamente in compagnia di se stesso. Al contrario, aveva messo in pericolo la sua famiglia, tutto per il suo egoismo che, nonostante i cambiamenti, continuava ad accompagnarlo. Si chiede perché non possa essere un buon padre di famiglia, come gli altri, invece di portare soltanto guai. È per questo che adesso preferisce mettere da parte l'odio e assecondare le decisioni della moglie, lei è molto più saggia e sa quello che fa.
-Okay, -prova a calmarsi -va bene-.
-Porteremo loro del cibo due volte al giorno, intanto pensiamo a come rendere la gabbia più resistente per non farli scappare-.
-Ci penso io-. Borbotta prendendo l'arma tra le mani.
La sua intenzione è modificarla allo scopo di ottenere un risultato migliore. Non sa neanche da dove iniziare, però, non è un Tronkus, loro sì che sono abili nelle abilità manuali. Li ha visti all'opera spesso lavorando a stretto contatto con loro. Hanno un'intelligenza decisamente più alta della media ed amano alla follia ciò che fanno. Li ammirava prima di risvegliarsi dal mondo dei sogni e capire i lati oscuri del loro lavoro. Si erano tutti piegati alla volontà di un dittatore crudele unicamente per ricevere vantaggi in cambio, fregandosene del dolore inflitto ad altre persone.
Da qualche mese iniziava ad avere dei dubbi su se stesso e i sui sensi di colpa lo stavano divorando, ma non aveva il coraggio di fuggire per paura delle ripercussioni. Quando, però. scoprì che suo figlio era stato portato via dal vortice non riuscì più a trattenersi. Fece delle indagini e, di nascosto, andò a riprenderselo. Il bambino si trovava da solo in una cella, circondato da tanti giocattoli che non poteva usare perché davano la scossa. È l'illusione. Una tecnica messa spesso in pratica da Vankram per intrattenere i prigionieri. Si dà loro un'illusione di serenità offrendogli ciò che li rende felici, quello che fa scaturire in loro interesse e desiderio, per poi deluderli. È utile per mantenere accesa un minimo di speranza, in questo modo, successivamente si sentiranno peggio perché sono stati presi in giro. Il principio è: ti do ciò che desideri per poi deluderti. Lo avevano fatto anche con suo figlio, che era più magro e decisamente più triste di come lo ricordava.
Nonostante sapesse che Vankram non era esattamente la persona migliore per governare un pianeta, non credeva potesse arrivare a tanto. Non con suo figlio, soprattutto. Il fanciullo singhiozzava disperato, le lacrime scendevano copiose sul suo innocente viso. Per fortuna conosceva bene il meccanismo di quelle celle e riuscì a liberarlo in fretta. Il bambino era stato così tanto avvolto dalle illusioni che, inizialmente, non si fidò neanche del suo stesso padre. In effetti, non era solo quello il problema. Lui era scomparso dalla vita del figlio per seguire un lavoro ben pagato e apparentemente soddisfacente.
Il bambino, però, non aveva molta scelta, doveva fidarsi se voleva avere una minima speranza di uscire da quell'angusta prigione, allora si era aggrappato forte al corpo dell'uomo mettendogli le braccia attorno al corpo e sentendone il calore. Sì sentì, ad un tratto, al sicuro, con la sensazione che non si sarebbe pentito della sua decisione e così fu. Bastò veramente poco al fanciullo per affezionarsi a suo padre. Quest'ultimo, però, non riesce a lasciare andare la rabbia. Il ricordo del figlio chiuso in una prigione fa riemergere in lui un sentimento di vendetta.
-No!- esclama come se si svegliasse da un brutto sogno -Li uccideremo!-.
A quelle parole, la testa di un bambino spunta da dietro la porta della cucina. Si strofina gli occhi ancora assonnati. Con il braccio stringe maldestramente un orsetto di peluche.
-Chi vuoi uccidere, papà?-.
-Nessuno, tesoro-. Risponde la madre avvicinandosi con un sorriso apparentemente rassicurante.
-Non è vero, nascondete qualcosa-.
Il padre, ancora arrabbiato, scuote la testa in segno di disperazione.
-Nulla di cui tu debba preoccuparti, ci pensano i tuoi genitori-. Continua la donna con tono gentile.
Cercano di tranquillizzare il bambino per poi invitarlo ad andare a letto. Non era l'orario in cui di solito dormiva, ma aveva bisogno di fare qualche bel sogno per lasciarsi alle spalle quella brutta cella gelida. Dopo, i due adulti iniziarono a discutere non riuscendo a mettersi d'accordo sul destino dei due soldati, o almeno così credevano.
-Avevi detto che li avremmo lasciati in vita e nutriti. Non puoi aver cambiato idea-.
-Invece sì,- dice l'uomo con convinzione -è la cosa più sicura da fare-.
La donna dai capelli raccolti non ha la minima intenzione di accettare il piano.
-Non siamo degli assassini! Tu riusciresti ad uccidere qualcuno'-.
-Non lo so-. Risponde l'altro con sincerità, quasi arrendendosi.
Decidono, allora, di andare a far visita ai prigionieri per portargli un po' di cibo e qualcosa da bere, successivamente avrebbero deciso cosa farne di loro.
I due chiudono attentamente la porta di casa per assicurarsi che il loro unico figlio sia al sicuro. Poi si recano nella stalla. Alla vista dei due prigionieri, la donna si paralizza. Non può credere ai suoi occhi.
-I Ribelli!-. Esclama con tono sorpreso.
Note d'autore:
Mmmhhh...sembra che la donna conosca i nostri Ribelli.
Come mai?
Spero di avervi incuriositi un po' con questo capitolo.
Capirete presto cosa sta succedendo.
Vi voglio bene!
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