Capitolo 27
Trattengo il respiro con tutta la forza che possiedo. Intravedo un piccolo essere grigio e azzurro simile ad un serpente, ma con le braccia e ricoperto di squame. Mi porta sempre più in profondità. Nonostante continui a divincolarsi, non riesco a liberarmi dalla sua prepotente presa. Cerco di nuotare dalla parte opposta, ma lui è molto più veloce. Sopra di me sento la superficie dell'acqua infrangersi, sicuramente è Ivan che vuole salvarmi. Questo mi fa agitare ancora di più, Ivan non può entrare in contatto con l'acqua, il suo corpo potrebbe non sopportare tutto questo ghiaccio.
Diverse risate echeggiano sonore in tutto il lago, sembra che qualcuno ci stia prendendo in giro. L'essere grigio e azzurro rallenta, immagino voglia che Ivan mi raggiunga. Vorrei urlare per avvisare il ragazzo della trappola, ma non posso respirare sott'acqua. Nel panico, muovo a caso braccia e gambe, ma non serve a nulla. Ivan, adesso, è vicino. Appena lo vede, l'essere scappa. Rimaniamo io ed Ivan, lo stringo forte a me sentendo il suo corpo bagnato e scivoloso contro il mio, è un tentativo per dargli calore e fargli sentire meno freddo, spero funzioni. Le risate mi fanno sempre più rumorose, siamo circondati. Il vero problema, però, è che non riesco a trattenere il respiro e, lentamente, mi lascio andare. Ivan mi scuote per cercare di impedirlo, mi guarda con i suoi occhi blu che, sott'acqua, sembrano molto più scuri.
Non ce la faccio più, smetto di trattenere il respiro, pronta a sentire l'acqua entrare nei miei polmoni. Mi sbaglio, incredibilmente riesco a respirare e anche a parlare.
-Respiro! Respiro sott'acqua!-.
Ivan, allora, mi imita.
-Anche io e riesco a parlare. Come è possibile?-.
L'essere grigio e azzurro ricompare ridendo, adesso riesco a vederlo meglio. Ha una cresta blu, degli orecchini e uno scaldacollo rovinato, ma abbinato. Gli occhi verdi ricordano degli smeraldi. Vicino a lui compare un altro essere uguale, cambiano solo i colori. È grigio e arancione con gli occhi giallo ocra e gli accessori rossi. Ci prendono le caviglie trascinandoci ancora più giù. Sul fondo del lago c'è una piattaforma con al centro uno scrigno. È lì che ci portano, per poi liberarci.
-Ve la siete fatta sotto, eh?-. Provoca l'arancione con voce sottile e acuta.
-Chi siete?-. Domanda Ivan mantenendo alta la guardia.
-Ah, quando diventeremo famosi per i nostri talenti non ci chiederanno più sciocchezze del genere- sospira, infastidito -Comunque io mi chiamo Plumb e quello azzurro molto meno bello di me è Mattry-.
L'altro risponde sghignazzando: -Siamo gemelli e, per la cronaca, hanno dato a me il ruolo di Guardiano, quindi sono il può responsabile-.
Non ci credo, abbiamo trovato il Guardiano delle Acque. Sinceramente non affiderei a nessuno dei due neanche un elastico per i capelli.
Nonostante ciò, riesco a tranquillizzarmi, dovrebbero essere dalla nostra parte. Suppongo, allora, che la chiave si trovi nello scrigno ed è per questo motivo che ci hanno trascinati fin qui.
Ivan mi lancia un'occhiata diffidente: -Come fanno a sapere che siamo noi i Ribelli? Andiamo subito via di qui-.
-Intanto- comincia Mattry -siamo qui, quindi perché non lo chiedi direttamente a noi?E poi non siamo così stupidi. Vankram annuncia che i Ribelli sono in giro e, casualmente, qualcuno si interessa ad un lago ghiacciato immerso nel nulla-.
-Esatto,- interviene Plumb -siamo molto belli, ma questo non significa che non possiamo essere intelligenti-.
-Dei geni- sorride l'azzurro entusiasta -Siamo dei veri geni-.
E anche modesti, direi. Trattengo una risata. Questi due gemelli sono davvero buffi.
L'attenzione di Ivan, invece, è tutta incentrata sullo scrigno. È ancora sospettoso, però è altrettanto desideroso di capire se lì dentro c'è la chiave che stiamo cercando.
Il Guardiano delle Acque nota immediatamente l'espressione di Ivan.
-Voglio darvi la chiave, davvero, ma siete di una noia mortale-.
Inizio ad agitarmi, non ha nessun diritto di offenderci, sembra che non prendano sul serio la brutta situazione in cui Kanden è bloccata.
-E poi è vero,chi ci dice che siete voi i veri Ribelli?-. Ridacchia Plumb.
È una scusa, sicuramente vogliono qualcosa da noi in cambio della chiave.
-Cosa dobbiamo fare per dimostrarvelo?-. Sento la voce ovattata e tremante di Ivan.
So che vorrebbe andarsene via il più presto possibile, sta congelando bel lago ed io ho veramente paura che possa succedergli qualcosa.
C'è un minuto di silenzio che i due gemelli utilizzano per pensare a cosa farci fare ed è più assordante delle loro rumorose risate di scherno.
-Il teatrino!-. Afferma Plumb. Gli manca solo una lampadina luminosa sulla testa per mostrare che ha avuto una brillante idea.
-Sì, è da giorni che vogliamo farlo. Dovrete mettere in scena uni spettacolo divertente-.
Rimango sbalordita da questa richiesta inusuale, anche se, pensandoci, rispecchia il carattere dei mostriciattoli che abbiamo di fronte.
-Dovrà piacere agli altri Acquint, altrimenti non avrete la chiave!-.
Ci spiegano che abbiamo un'ora per fare delle prove, nel frattempo, prepareranno il palco e i posti a sedere. Ci vengono affidati degli oggetti di scena poco professionali, simili a dei giocattoli per bambini.
Ivan non sembra molto convinto di poter recitare, in effetti ha ragione, noi non siamo attori. Ho fatto qualche recita scolastica in passato, ma nulla di più e, soprattutto, niente di comico. Come faremo a convincerli che siamo bravi se abbiamo dei dubbi su noi stessi? Giusto, forse è questo che dobbiamo fare: essere sicuri.
Parlo con Ivan elogiando i suoi punti di forza in modo da incoraggiarlo. Intanto gli passo la spada di legno.
-Abbiamo un sacco di fantasia, soprattutto tu. Ti ricordi quando, da piccoli, ci inventavamo delle storie e poi le mettevamo in pratica, come un gioco di ruolo? Eri stramaledettamente bravo a creare dialoghi. E poi, guarda, abbiamo tutto il necessario-.
-Una spada di legno e qualche giocattolo di plastica?-.
-No,- faccio un sorrisino furbo -anche una palla di spugna!-.
Ivan si fa contagiare dal mio entusiasmo rilassando un po' la tensione, in realtà non è ancora del tutto convinto.
-Non erano scenette divertenti-.
-Sì, ma potrebbero diventarlo. Dai, Ivan, gioca con me-. Gli faccio gli occhi dolci allo scopo di suscitargli tenerezza. Sembra funzionare.
-Okay, ho un'idea- comincia di buon umore -Una volta ho "recitato" nei panni di un carabiniere, abbiamo la spada, quindi è perfetto. Tu in una principessa, ma adesso non va bene. Ehm...puoi essere Vankram-.
Ci rifletto un po' su e poi esprimo la mia opinione.
-Io sarò Vankram e tu un soldato del suo Esercito. La canzone! Riprendiamo la canzone ridicola e creiamoci su una storia altrettanto stupida. Partiamo dal dittatore che dà delle foglie al suddito per coprire le sue nudità-.
Ivan scoppia in una risata. -È divertente anche solo da immaginare-.
Quell'idea ci permette di sviluppare tutto il racconto comico, decidiamo di utilizzare dei fogli di carta verde per rappresentare le foglie, anche se, essendo in acqua, sono bagnate e spero che non si sbriciolino. C'è un unico problema: Ivan non può di certo spogliarsi.
Intanto che Ivan prova la sua parte, nuoto alla ricerca di uno dei gemelli, sperando che accettino la mia richiesta.
Dopo qualche minuto trovo Mattry intento a sistemare l'ultima ila di sedie. A giudicare dalla quantità direi che avremo molti spettatori e la cosa, di conseguenza, inizia ad agitarmi. Devo, però, concentrarmi sul mio obiettivo. Il Guardiano delle Acque è molto sorpreso di trovarmi lì. Mi chiede se abbiamo finito di preparare lo spettacolo.
-Sì, ma manca un'unica cosa ed è importante. Mi servono dei vestiti color carne e un pennarello nero-.
Mattry mi guarda di sottecchi e poi pronuncia un "no" secco che mi fa rabbrividire. Si sente offeso perché loro ci hanno già dato tutto il necessario per a nostra recita. Vorrei ribattere, ma ho paura di peggiorare la situazione. Quindi, non mi resta che cercare di convincerlo con un giro di parole immenso elogiando lo spettacolino comico che metteremo in scena, cercando di creare della suspance in modo che l'Acquint ne sia incuriosito.
Alla fine acconsente, ma le aspettative adesso sono aumentate, per cio io ed Ivan dovremo mettercela tutta per guadagnare la chiave.
Ivan si infila i vestiti color carne sopra i suoi, dopo che, con il pennarello nero, ho disegnato alcuni dettagli.
-Aura, non ho così tanti muscoli-. Ride a crepapelle vedendo il risultato.
Ho provato a disegnare bene, ma non ci sono riuscita. Essendo uno spettacolo comico, non dovrebbe essere un problema.
-Sei ridicolo!-. Mi piego in due dall'ilarità.
-Pensandoci bene, quest'idea non mi piace-. Dice vergognandosi di dover farsi vedere in quel modo da un mucchio di gente-.
-Troppo tardi-. Alzo le sopracciglia sorridendo per prenderlo un po' in giro.
Sentiamo le urla e gli applausi degli Acquint, questi esseri devono avere parecchia energia. Credo siano entusiasti e che una loro delusione possa causare un disastro, di cui, ovviamente, saremo noi a pagarne le conseguenze. Mattry ci avvisa che è ora di iniziare e la tensione inizia a crescere.
-Non dobbiamo preoccuparci,- mi tranquillizza Ivan -siamo insieme, quindi andrà tutto bene-.
Le sue parole sono utili ed è incredibile come una semplice frase pronunciata da lui possa causare un simile effetto su di me.
Saliamo sul palco e ci ritroviamo davanti un vasto pubblico che si zittisce completamente al nostro arrivo. A primo impatto rimaniamo entrambi immobili come statue, ma subito dopo iniziamo la nostra recita seguendola per filo e per segno. La mia mente viene trasportata nel passato e rimaniamo soltanto noi due, come quando eravamo bambini e l'immaginazione ci nutriva. Mi diverto tantissimo, anche se non credevo fosse possibile e questo riesce a contagiare anche gli spettatori che continuano a ridere senza alcun cenno di voler smettere.
Vankram, impersonato da me, diventa buffo e goffo il che rende quella persona meno spaventosa di come la vedevo prima. Cerco di mantenere la sua rigidità e freddezza, ma diventano caratteristiche finte che si sbriciolano facilmente. Il soldato nudo, poi, è un vero spasso. La sua dipendenza verso il dittatore, ma al tempo stesso la sua paura di rimanere solo e addirittura senza vestiti lo rende disperato e sciocco.
Quando lo spettacolo giunge al termine, gli Acquint non smettono di applaudire e si avvicinano in massa per complimentarsi. Ci mettono un bel po' di tempo per decidere di ritornare tutti a casa. L'ultimo ad avvicinarsi è Mattry.
-Bravi, vi siete meritati la chiave!-.
Ed è così che ci ritroviamo davanti allo scrigno con i due gemelli che ci controllano. Essendo stato l'oggetto dei miei desideri per qualche ora, quello scrigno mi sembra immensamente più bello, noto i dettagli dorati che mi lasciano estasiata.
Mi avvicino per aprirlo, Ivan ha concesso a me questo onore. Ogni mio movimento è lento e delicato, ma quando, finalmente, alzo il coperchio, rimango senza respiro. Delle risate fragorose e antipatiche giungono immediatamente alle mie orecchie.
-Non c'è!- urlo con i nervi a fior di pelle -Dov'è la chiave?-.
Ivan s'innervosisce a sua volta. -Non ce l'avete! Ci avete ingannati!-.
I gemelli non ci prestano attenzione ed io, d'impulso, reagisco.
Lo scrigno si sposta magicamente nell'acqua andando a cadere esattamente sulla testa del Guardiano.
Un grido di dolore fa tremare l'intero lago. Plumb, come nulla fosse successo, continua a ridere, non pensando nemmeno alla gravità del mio gesto. Mi chiedo come facciano ad essere così idioti. Mi aspetto una reazione furiosa da parte di Mattry che, però, non arriva.
-Hey, mi hai fatto male!-. È l'unica cosa che dice sull'argomento.
Inaspettatamente, vedo arrivare un altro Acquint, più in carne rispetto ai gemelli, con un cuscino rosso tra le mani, sopra vi è una chiave.
-Era solo uno scherzo, è ovvio che ve l'avremmo data-.
-Una curiosità,- interviene Ivan, pensieroso -ce l'avreste consegnata anche se avessimo rifiutato di fare lo spettacolo?-.
-Certo! Sono un Guardiano, il mio compito è che, prima o poi, la chiave arrivi a voi-. Risponde massaggiandosi la testa dolorante.
Prendo la chiave, questa volta più velocemente per paura che ci siano altre sorprese. In seguito salutiamo i gemelli e nuotiamo fino alla superficie. Lascio che Ivan sia il primo ad uscire e poi, lui, mi aiuta gentilmente. Siamo bagnati fradici e questo di certo non gioca a nostro favore. Ivan si era pressoché abituato alla temperatura del lago, ma adesso che non è uscito sta decisamente peggio. Mi lascio sfuggire qualche parolaccia pensando alla coperta che avrebbe potuto aiutare il ragazzo, ma che è bagnata e pesante come tutto il resto. Stringo Ivan a me perché è l'unica cosa che posso fare al momento, seppur poco efficace. Nel mentre un pensiero si impossessa della mia capacità di ragionare e il mio cervello va in tilt.
-Oh no!- esclamo disperata -gli strumenti che ci ha dato il signor Sanders!-.
Frugo nella borsa alla ricerca dell'x/17 e dell'y/18. Sono andati. Mi sento in colpa immaginando a tutto il tempo e all'impegno che l'anziano deve aver impiegato per realizzarli. Ci rimarrà molto male.
-Tanto non li usavamo. Il signor Sanders capirà. Ora andiamo a casa, sto congelando-.
Note d'autore:
Ed ecco il Guardiano delle Acque. Vi sta simpatico?
Questo è il capitolo più strano che io abbia mai scritto, mi sento strana anche a rileggerlo.
Spero che vi piaccia anche se è particolare ahahah.
A presto!
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