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Capitolo 20

Sto ballando con Ivan sulle note di questa canzone romantica. La festa di compleanno di Bessa mi sta piacendo tantissimo ed è un'occasione perfetta per incidere nella mia memoria un altro ricordo passato con il ragazzo della mia vita. 

È bellissimo, oggi più che mai. Il suo sorriso splendente è contagioso e crea dentro di me un tumulto di sensazioni che io definirei solo con una parola: amore. Non mi stancherei mai di guardare dentro i suoi occhi blu oceano, è da lì che traspare l'essenza di Ivan. Desidero che questo momento magico duri all'infinito, ma , adesso che ci penso, sembra tutto troppo perfetto. Un dubbio spaventoso mi assale all'improvviso, mi guardo il vestito e mi irrigidisco dalla paura. Indosso un abito bianco. Com'è possibile? Sono venuta alla festa con il vestito celeste che mi ha prestato Bessa.

Mi guardo intorno ed è tutto diverso, mi trovo in una grande sala del Castello. Non può essere vero, sono in pericolo!Urlo ad Ivan che dobbiamo fuggire, ma lui è strano, sembra non essersi accorto di nulla. Continua a guardarmi sorridendo, quel sorriso che diventa sempre più inquietante e malvagio. Cosa gli succede? Mi agito, il cuore pompa sempre più veloce nel mio petto. Lo esorto ancora a scappare con me, ma lui rimane immobile, con i piedi incollati a terra e mi afferra un braccio violentemente.

"Restiamo qui a ballare, Aura! Balliamo ancora un po'".

"Lasciami". Gli urlo cercando di liberarmi dalla sua presa, invano.

"Dai, non fare così. Non ti diverti con me?".

Soltanto adesso noto che anche la sua voce è diversa, è così viscida.

"No, tu non sei Ivan!". Grido ancora più disperata, mentre la sala si svuota magicamente e rimaniamo solo noi due. 

Una risata malvagia echeggia in tutto l'ambiente circostante e mi scuote con dei brividi di paura.

"Sono Ivan ed ora morirò". Pronuncia le sue ultime parole prima di collassare sul pavimento.

Tra le urla mi sveglio di soprassalto, vicino a me ci sono Ivan e Bessa, preoccupatissimi. Un altro sogno, era soltanto un altro sogno. Cerco di controllare il mio respiro e, quindi, di calmarmi.

Forse non è esattamente un buona idea, ma devo scoprire di più e l'unico modo che ho per farlo è parlarne direttamente con Mic. Posso già prevedere che si arrabbierà tantissimo, ma non importa. Bessa e la sua salute salute psico-fisica sono la priorità. Cerco dentro di me tutto il coraggio di cui ho bisogno e busso alla porta. Non ricevo nessuna risposta. Questo cretino continua ad essere maleducato. Busso nuovamente spazientita, ma ancora nulla. Inizio veramente ad innervosirmi, metto da parte la razionalità ed entro nell'ufficio di Mic. Lui non c'è, ecco perché non mi rispondeva. Sono sicura, però, di essere nell'orario giusto. Il Guardiano si trova in ufficio ogni giorno dalle 9 alle 10.30 dopo aver fatto ben due ore di allenamento. Controllo l'orologio appeso alla parete, sono le 9.12. È molto strano che non sia qui. 

Mi guardo intorno, è un ambiente molto serio e professionale, l'unica nota di colore deriva da una foto che si trova nella libreria. So che non dovrei, ma prendo la cornice arancione tra le mani. La foto ritrae, in una posa divertente, Mic e un ragazzo più o meno della mia età con i capelli rosa e gli occhi verde smeraldo. Sono entrambi molto felici e sorridenti. In realtà, non ho mai visto Mic così di buon umore. Sento qualcuno chiudere frettolosamente la porta dietro di me. Lo sguardo furioso di Mic mi piomba addosso. 

-Mettila subito giù!-. Dice soltanto, mentre si accomodo alla scrivania.

Obbedisco e mi siedo dall'altra parte. Ci fissiamo, entrambi con le braccia incrociate.

-Sei qui per un motivo immagino, dimmi-.

Mi dimentico di ciò che volevo chiedergli perché c'è un'altra domanda che mi incuriosisce.

-Chi è il ragazzo nella foto?-.

L'espressione di Mic si incupisce, cerca di distogliere lo sguardo, ma capisco immediatamente che ha voglia di piangere.

-Quing-.

-Chi è Quing?-. Spero che mi risponda perché sembra sul punto di cacciarmi via dal suo ufficio. 

Sospira e scuote la testa.

-Un mio caro amico che è morto-.

A quelle parole mi si accende una lampadina. Ho capito chi è.

-È l'amico di Patricia. Dimmi la verità, è un Guardiano?-.

Mic annuisce debolmente e rilassa il suo corpo. Sembra gli sia appena caduta la maschera.

-Il Guardiano dei Fiori-.

Mi intristisce pensare che non o conoscerò mai, è stato un eroe e mi sarebbe tanto piaciuto potergli parlare. Inizio a capire un po' di più Mic e il suo atteggiamento scontroso.

-Puoi parlarne, sfogati. Fa male tenersi tutto dentro-.

Mic scatta in piedi rompendo il mio velo di comprensione.

-Non sono affari tuoi, vattene!-.

Sprizza rabbia da tutti i pori. IO lo imito alzandomi e sbatto violentemente una mano sulla scrivania. -Sono affari miei, devo salvare Kanden, ricordi?-.

-No! Noi Guardiani dovevamo farlo, noi cinque...-.

A quel punto Mic si lascia cadere sulla sedia e, con le mani sul volto, inizia a piangere. Non so cosa fare, rimango immobile, in silenzio, rispettando questo momento delicato.

Il suono dei suoi singhiozzi mi provoca sensazioni negative e fa venire voglia di piangere anche a me, per la situazione complicata che sto vivendo e per l'intero pianeta comandato da un dittatore spietato.

Ivan spalanca improvvisamente la porta dell'ufficio, ha il respiro affannoso, sembra aver corso.

-Oh, finalmente ti ho trovata! Ti ho cercata dappertutto, ero preoccupato dopo quello che è successo, per il sogno strano che hai fatto, di nuovo-.

Non l'avevo mai sentito parlare così velocemente. 

Nel modo più delicato possibile tento di fargli capire che deve andare via perché non è il momento giusto. Il mio linguaggio non verbale, però, non è abbastanza efficace. Ivan rimane immobile con gli occhi ridotti a fessure e una smorfia sul viso. Con un segno del capo, allora, provo nuovamente a fargli arrivare il messaggio, ma Ivan scuote la testa non capendo. 

-Avete finito con questo siparietto? Dai, entra-. Sbotta Mic, infastidito.

Era ovvio che si fosse accorto dei nostri messaggi in codice, ma speravo ridesse per quella scena buffa. Mic, invece, è proprio di ghiaccio. O almeno, è ritornato ad esserlo.

Ivan entra e si accomoda sulla sedia vicino alla mia.

-Stavamo parlando di Quing, il ragazzo della foto-. Gli spiego.

Mic mi lancia un'occhiataccia, evidentemente non avrebbe voluto che io lo raccontassi, ma ormai è troppo tardi.

Insomma, perché per lui è un segreto? La mia mente mi suggerisce la risposta: "Perché è il Guardiano dei Segreti, no?". Caccio via questa frase stupida e cerco di ritornare seria.

Mic prende un grande respiro e poi decide si parlare: -Quing, in realtà, non era il suo vero nome. Lo avevo soprannominato io così e a lui era piaciuto tanto-.

-Perché?- chiede Ivan -Cosa significa?-.

Mic accenna un lieve sorriso.

-Nella cultura cinese Quing è il colore di un tipo di giada, era il colore dei suoi occhi. Inoltre è associato alla primavera ed essendo lui il Guardiano dei Fiori...-.

-Quing era il nome perfetto-. Concludo.

Il Secretis annuisce. La sua espressione è sempre più dolce quando parla dell'amico. Forse non è una cattiva persona, ma solo ferita e, quindi, si comporta con arroganza è per mascherare il suo dolore.

-Aspetta, tu abiti a Kanden, come fai a conoscere la cultura cinese?-.

Mic ride, la prima e inaspettata risata sincera.

-È un segreto!-.

Questa risposta fa ridere anche Ivan. Non avrei mai creduto di poterli vedere ridere insieme, è quasi surreale. Mi rende comunque felice.

In ogni caso, voglio essere diretta. Sono stanca dell'atteggiamento scontroso di Mic. Avendo capito che non è una persona poi così male come vuol farci credere, ho bisogno di sapere cosa di noi gli dia fastidio. Glielo chiedo, semplicemente, e Mic diventa nuovamente triste.

-Sono convinto che salvare Kanden sarebbe il nostro compito, di noi Guardiani. Abbiamo iniziato la missione trovando le chiavi. Perché non potevamo continuare? Abbiamo aspettato, con pazienza, i Ribelli. Pensavo sarebbero arrivate persone forti, intelligenti e munite di strumenti utili per sconfiggere il dittatore e la maga. Invece siete arrivati voi-.

Non so davvero cosa rispondere e mi sento anche alquanto offesa dalle sue parole, quindi preferisco tacere.

-Noi Guardiani siamo più esperti e più adatti a questa missione. Perché, allora, voi e non noi?-. Mic aveva un'espressione aspra dipinta in volto.

-Perché voi non siete kandeniani, non potete far girare la Chiave Dorata nella serratura dello Scrigno-. Risponde Ivan ricordando le parole di Patricia.

Il Guardiano dei Secreti sbuffa. -Avremmo potuto cercare una soluzione-.

Sinceramente lascerei molto volentieri la missione a loro perché io stessa non mi sento adatta al grande impegno che ci hanno affidato. Sentite le parole di Mic, ora più che mai, credo di non avere nessuna capacità straordinaria per combattere i nemici. Sono soltanto una ragazza che va ancora alle superiori e ha scoperto da poco tempo di avere dei poteri, sto imparando in fretta a gestirli, ma è come se ancora non li conoscessi bene.

-Perché, allora, non l'avete fatto?-. 

Mic scuote la testa, amareggiato. -Gli altri Guardiani non hanno voluto, forse si fidano troppo di voi, anche senza conoscervi-.

-Sì,-aggiunge Ivan -sii vede che sei un tipo abbastanza diffidente-.

Contrariamente a ciò che avrei immaginato, Mic non ribatte, ma annuisce.

-Quindi continui ad odiarci?-. Domando diretta.

Mic accenna un leggero e misterioso sorriso. -Proverò a non farlo-. 


Note d'autore:

Bene, avete scoperto chi é Quing. Non conosciamo bene questo personaggio, visto che é morto. Nonostante ciò, mi dispiace molto per come é andata.

Vi aspettavate che Mic avesse un lato più sensibile o credevate che fosse antipatico e basta?

Spero che i banner con i personaggi vi aiutino e siamo di vostri gradimento. Ho deciso di inserirli in modo che voi possiate aver ben presente la loro caratterizzazione fisica

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