Capitolo 13
Lo ammetto, ero un po' preoccupata che Ivan affrontasse questo momento, ma adesso mi sento più tranquilla. La cena preparata da Spit, il bambino Fairynx e da sua madre è veramente ottima, molto meglio di ciò che cucino io. Ivan, seduto vicino a me, sta mangiando normalmente. Credo che i Fairynx oltre ad avere il potere dell'invisibilità sappiano anche fare i miracoli.
Ormai mi sono abituata al loro strano aspetto, la forma umano-animale non mi fa più impressione. Al contrario, li trovo veramente belli, soprattutto Patricia. Immaginavo fosse la coda a farla sembrare elegante, ma mi sbagliavo. È seduta a capo tavola e sta chiacchierando con Tun. Nonostante questo periodo buio è costretta ad affrontare, è una ragazza forte, indipendente e sicura di sé. Noto, però che dentro di sé nasconde tante fragilità. Probabilmente le custodisce senza mostrarle perché deve essere un punto di rifermento per gli altri Fairynx.
Potremmo diventare buone amiche se avessimo più tempo da passare insieme, purtroppo da domani le nostre strade si separeranno. Io ho una missione da portare a termine e lei una specie di fabbrica tessile da gestire.
-Abbiamo sempre sperato che i Ribelli ritornassero, - Patricia si rivolge a me e ad Ivan, tutti i presenti spostano la loro attenzione su di noi -ma non ne siamo mai stati sicuri. I kandeniani si respingono, le altre specie che abitano su questo pianeta no, è per questo motivo che io e gli altri Guardiani siamo riusciti a trovare le chiavi. Voi siete kandeniani, come avete fatto ad unirvi?-.
Ivan inizia a raccontare tutta la nostra storia, dall'infanzia alla scoperta del segreto da parte mia. Si sofferma anche su alcuni episodi divertenti accaduti prima che lui fosse costretto a separarsi da me.
Tutti scoppiamo a ridere. Sono felice di notare che l'umorismo dei Fairynx è uguale a quello degli umani e non si limita soltanto ai vestiti.
Ivan prende istintivamente la mia mano appoggiata sul tavolo. I nostri sguardi s'incontrano in quello che sembra un momento interminabile, poi ritrae velocemente la sua mano dalla mia.
Nessuno sembra essersene accorto, sono impegnati a ridere.
La lunga cena è finita ed è arrivata l'ora di andare a letto.
-Camere separate o...?-.
-Separate!-. Affermiamo in coro io ed Ivan.
Patricia sorride, probabilmente si è resa conto dell'imbarazzo sui nostri volti.
-Per fortuna abbiamo due stanze per gli ospiti-. Interviene Tun.
Saliamo le scale tutti e quattro fino ad arrivare, se ho contato bene, al decimo piano. Le nostre strade si dividono ed entro nella stanza insieme a Patricia. Le pareti sono di un rosa tenue e al centro della stanza c'è un letto, che sembra essere molto comodo., con la testata decorata da farfalle. È nello stile di Patricia, la cosa che non mi sarei aspettata di vedere, invece, è una finestra dalla quale si vede il Giardino delle Farfalle innevato. Rimango sbalordita.
-Come è possibile?-.
-Oh, dopo ogni allenamento io e qualche altro Fairynx siamo riusciti a sviluppare il nostro potere fino a poter traferire l'invisibilità su altre persone e sugli oggetti-.
-Questa finestra si vede dentro, ma non fuori-.
Patricia annuisce, mi augura la buona notte ed esce dalla stanza.
Rimango un po' di tempo a guardare fuori dalla finestra. È tutto così immobile e gelido in contrasto con il calore "umano" presente dentro quest'albero. Ripenso a quello che Patricia mi ha raccontato oggi nel suo ufficio fin quando, fuori dalla porta, diventa tutto nero. Il buio è calato completamente, deciso di sdraiarmi sul letto per dormire.
Apro gli occhi e una luce quasi mi acceca, per un momento credo di essere sulla Terra, ma mi sbaglio. La luce è artificiale e proviene da un orribile lampada. Ho i polsi legati dietro alla sedia da una corda robusta. Mi sembra tutto così strano soprattutto perché indosso il vestito bianco che mi ha regalato Patricia, ma non ricordo di averlo messo. Mi vengono in mente le sue parole durante la cena: "Ogni vestito che vi abbiamo dato ha una tasca che si chiude con una cerniera, non si vede è perché l'abbiamo usato il nostro potere dell'invisibilità. Potrete nascondere lì le chiavi".
E se avessi la chiave delle farfalle nella tasca del vestito?
Il mio rapitore potrebbe prenderla o averlo già fatto. Devo liberarmi. Trascino la sedia in avanti. Individuo un coltello appoggiato su un mobiletto elegante. Immagino che si avvicini e tagli la corda. Grazie alla telecinesi questo è possibile e riesco a liberarmi. Con cautela apro la porta e, quando mi convinco che non ci sia nessuno, esco. Cammino a caso per i lunghi corridoi con il cuore che batte all'impazzata per la paura di essere scoperta. Solo adesso capisco di essere all'interno del castello che avevo sognato quando ero sulla Terra. Questo mi spaventa ancora di più, chi mi ha rapita? Come ci sono riusciti? Ma soprattutto, dov'è Ivan?
Cerco di cacciare via la vocina nella mia testa che mi dice che anche Ivan è imprigionato nel castello. Non voglio crederci. Scapperò da qui e cercherò Ivan da Patricia, se non ci sarà, ritornerò dentro il castello con i rinforzi.
Riesco a fuggire dal castello e inizio a correre nel bosco. Avevo ragione, correre con un abito è molto più scomodo. Una guardia mi vede e comincia ad inseguirmi. L'agitazione cresce di più, mi guardo indietro rendendomi conto che il nemico è più veloce di me. Non so per quanto tempo corro, ma il mio respiro è diventato affannoso. Sono stanca, ma non posso fermarmi e ad un certo punto sento la sua voce.
-Aura!-.
-Ivan!--. Urlo con tutto il fiato che mi rimane.
Inciampo sulla radice di un albero e cado a terra. Ormai è finita. Ascolto la sua voce chiamare ripetutamente il mio nome e chiudo gli occhi. Spero con tutto il cuore che Ivan non sia qui e soprattutto che non cerchi di salvarmi. Sento i passi pesanti della guardia sempre più vicini. Mi arrendo al mio destino.
-Aura, svegliati!-.
Riapro lentamente gli occhi trovandomi davanti un Ivan molto preoccupato.
Mi metto a sedere guardandomi intorno, sono nella stanza che Patricia mi aveva assegnato la sera precedente.
-Aura, stai bene?-.
Annuisco ancora scossa dal mio sogno, sembrava così reale. Ivan mi stringe contro il suo petto, vorrei rimanere qui per sempre. Sento il suo cuore battere e il suo petto gonfiarsi e abbassarsi velocemente.
-Cosa è successo?-. La porta si spalanca bruscamente rivelando l'arrivo di Patricia e Tun.
-Niente, non preoccupatevi-.
-Si sentivano le tue urla in tutto l'albero-.
-Davvero, sto bene-. Insisto.
I due Fairynx ci invitano a scendere per la colazione. Si vede che non hanno smesso di essere preoccupati per me, ma si dirigono nella sala da pranzo. Io ed Ivan rimaniamo nuovamente soli nella stanza.
-Dai, andiamo-. Dico, ma lui non si muove. Resta seduto sul letto e mi guarda serio.
-Puoi spiegarmi che succede?-.
-Era solo un sogno-. Gli rispondo sperando che in questo modo riesca a calmarsi. Bisbiglia un "okay" poco convinto dopodiché mi prende il viso tra le mani e mi lascia un bacio sulla fronte.
Scendiamo qualche piano raggiungendo i Fairynx nella sala da pranzo. Il lungo tavolo è pieno di prelibatezze dolci e salate, è veramente difficile scegliere che cosa mangiare. Ivan, invece, sembra aver perso di nuovo l'appetito e, come al solito, credo di esserne io la causa. Proprio non ci riesce a non essere preoccupato per me. Lo incito a mangiare e lui si impegna, almeno ha qualcosa nello stomaco. Alla fine decido di mangiare quelle che somigliano a delle omelette e un dolce buonissimo che, però, non riesco a definire.
I Fayrinx sono ospitali e calorosi come il giorno precedente, ci raccontano degli aneddoti divertenti riguardanti il loro potere magico. Nonostante Spit all'apparenza sembri dolce, in realtà è anche un piccolo combina guai. Lui è il protagonista della maggior parte delle storie.
La colazione è finita ed è arrivato il momento per me ed Ivan di andare via e continuare il nostro viaggio. Mi piacerebbe tantissimo rimanere qui con i Fairynx, mi sono trovata davvero bene nella loro casa. Non sono l'unica ad essere triste, anche Patricia sembra spenta. Ci accompagna alla porta insieme a Tun.
-Non ho idea di quante volte lo abbiamo detto, ma grazie per l'ospitalità e di averci dato tutte quelle informazioni importanti-. Ivan rompe il ghiaccio.
-Di nulla-. Risponde gentilmente Patricia.
C'è di nuovo un momento di silenzio, Patricia ha lo sguardo basso e l'espressione del viso sempre più triste. Poi si fa forza, sospira e mi guarda sorridendo. Rimane così per qualche secondo e dopo mi abbraccia calorosamente.
-Abbiate cura di voi, mi raccomando-.
Io ed Ivan stringiamo la mano a Tun ed usciamo dall'albero. Non posso fare a meno di continuare a voltarmi mentre ci allontaniamo.
Mi mancherà Patricia, mi mancheranno tutti. Probabilmente non li vedremo mai più e dentro di me inizia a farsi spazio un sentimento di malinconia. Non hanno idea di quanto ci hanno aiutati, prima di incontrarli non sapevamo nemmeno quale strada dovevamo fare, in quali luoghi dovevamo andare, non conoscevamo neanche l'esistenza delle cinque chiavi.
Patricia e gli altri Guardiani sono i veri eroi di Kanden, non io ed Ivan. Il carico di responsabilità pesa ancora di più sulle nostre spalle ed io ho paura di non esserne all'altezza. Inoltre, dopo aver sentito della morte di uno dei Guardiani, ho il terrore che possa succedere qualcosa ad Ivan.
Metto da parte questa sensazione negativa, sapevo che sarebbe stato pericoloso per entrambi, devo accettarlo. Noi siamo gli unici a poter salvare questo pianeta, la vita di non so quanti esseri viventi dipende da me ed Ivan. Dobbiamo impegnarci al massimo, usare tutte le nostre abilità e resistere alle difficoltà.
Siamo usciti dal "Giardino delle Farfalle", la nostra prossima meta è la "Zona Segreta" che, sulla mappa, è segnata in nero. Dobbiamo stare attenti a questo aspetto, con i vestiti giusti avremo meno possibilità di essere riconosciuti.
Note d'autore:
Aura e i suoi sogni, inizia a diventare preoccupante, non pensate?
Lei, però, non vuole che Ivan si preoccupi.
É arrivata l'ora di lasciare i Fairynx e ad Aura dispiace molto.
A voi piace Patricia?
Potete seguirmi sui miei social, se vi va. Mandatemi un messaggio privato, così saprò che siete voi.
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