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Capitolo 12

Non siamo più soli e ci immobilizziamo, non sappiamo come agire. Rimaniamo a fissare da lontano quello strano essere femminile indecisi se avvicinarci o scappare. Non fa parte dell'Esercito, ma indossa una specie di armatura verde. Andarcene è escluso, e se ci potesse aiutare? Non sembra cattiva. È inginocchiata di spalle ai piedi di un albero, sta scavando nella neve.

Ivan ed io ci avviciniamo con cautela sperando di non metterci nei guai. Sono fortunata che lui sia con me, questo luogo appare ancora più magico in sua compagnia. Inizio a sentirmi più tranquilla. L'essere femminile canticchia allegramente e infila l'intero braccio nella terra umida. Chissà cosa sta facendo, in altre circostanze crederei che stia piantando un seme per far crescere un fiore o un albero. In realtà, sono convinta che il suo scopo sia prendere qualcosa sottoterra.

Delle voci sussurrate, simili a dei sibili di serpenti, si insinuano nelle nostre orecchie. Nonostante siano fastidiose, mi impegno per capire ciò che stanno dicendo. Fanno tutte riferimento ai Ribelli. Noi.

Ivan mi afferra la mano, ma continua a tenere i piedi ben saldi sulla neve.

"Ecco, guardate, sono i Ribelli" biascica una voce leggermente più profonda.

Sparsi sulla corteccia dell'albero, spuntano tanti piccoli cannocchiali, mentre la figura femminile si alza in piedi e si volta verso di noi con un sorriso raggiante impresso sul volto.

-I Ribelli, finalmente!-. La sua voce è così normale, mi aspettavo fosse acuta come i sibili che abbiamo percepito.

Faccio qualche passo avanti, Ivan, invece, non si muove.

-No, potrebbe essere una trappola-. Sussurra per non farsi sentire dalla strana ragazza.

Lo ignoro e continuo a camminare, allora Ivan mi segue a ruota. Mi posiziono proprio davanti a lei. È molto diversa dai terrestri, ma allo stesso tempo così umana. Ha il pelo azzurro con delle sfumature verde acqua e delle tigrature grigie tendenti al rosa, una folta coda simile a quella di una puzzola che le dona una certa eleganza. Gli occhi sono grandi e di una tonalità di rosa più chiara dei suoi orecchini a forma di mezzaluna, il naso e la bocca sono piuttosto piccoli. I suoi capelli, di un biondo splendente, sono corti, con un'unica ciocca lunga fino sotto il sedere e legata con un minuscolo elastico, tra i capelli ha anche un fermaglio a forma di farfalla rosa. Sembra vera.

-Non posso credere che siate qui, entrate, entrate-. Ho l'impressione che ci stia aspettando da molto tempo.

Appoggia il cerchio che ha in mano sulla corteccia dell'albero.

-Fairynx-.

Appare una porta che si apre da sola. La ragazza ci fa segno di entrare per primi, ma io ed Ivan esitiamo.

-Oh- il suo sorriso scompare lasciando il posto ad un'espressione delusa -non vi fidate...lo capisco. So che sembra banale da dire, ma sono dalla vostra parte-.

Entriamo all'interno dell'albero seguiti dalla ragazza, la porta si chiude automaticamente e poi scompare. Rimango sbalordita da ciò che vedo, è un ambiente circolare enorme e colorato con tanti esseri simili a lei che lavorano duramente nella produzione di tessuti e vestiti. Tutti si interrompono strabuzzando gli occhi al nostro arrivo e bisbigliano increduli.

-Mamma, sono loro. Non è possibile, sono davvero i Ribelli-. Dice il più piccolo scuotendo la gamba della donna affianco a lui.

Si crea tanta confusione e un brusio di voci sempre più intenso.

-No, no, no. Fermi. State tutti fermi. Me ne occupo io-. Urla la ragazza quando i lavoratori cominciano ad alzarsi e ad avvicinarsi a noi. Non so come abbia fatto a farsi rispettare, ma tutti ubbidiscono all'ordine.

-Andiamo su, è meglio-.

La seguiamo e saliamo la scala a chiocciola bianca. Arrivati al quinto piano ci troviamo davanti ad una porta, la ragazza ci appoggia una mano pelosa per aprirla e ci accomodiamo in quello che sembra il suo ufficio. È pieno di farfalle colorate e immobili.

-Sono vere!-. esclama notando il mio sguardo che saetta da una farfalla all'altra -Purtroppo sono le uniche che siamo riusciti a salvare, ogni tanto qualcuna muore per il troppo freddo e una parte del mio cuore se ne va via con loro-.

In poco tempo la mia espressione cupa viene sostituita da un sorriso gentile.

-Che stupida, non mi sono ancora presentata. Io mi chiamo Patricia e sono la Guardiana delle farfalle oltre che una Fairynx-. Ci porge una mano che non esitiamo a stringere.

-Noi siamo Aura e Ivan-.

Patricia ci fa accomodare su un divanetto rosa sbiadito mentre posiziona una sedia davanti a noi.

-Ho un sacco di cose da spiegarvi Mi sono preparata il discorso per due anni, da quando sono diventata la Guardiana delle farfalle, ma adesso che siete qui non so da dove iniziare- ad un tratto appare molto nervosa, si siede trascinando la sedia per essere più vicina a noi -Ecco, allora...ci sono cinque chiavi, ognuna di esse è custodita da un Guardiano, dovete...-.

Io e Ivan ci lanciamo un'occhiata.

-No, no...c'è solo una chiave-. Solo UNA, quella che si trova dentro la Sfera Zantem-.

Patricia scuote la testa con aria cupa.

-No, le cose sono cambiate. Dovrò spiegarvi anche questa storia, ma intanto, ragazzo...Ivan...mi pare, tu sei del Polo B, vero?-.

Ivan annuisce. So a cosa sta pensando, la sua fiducia nei confronti di questa sconosciuta sta calando.

-Si vede, sei molto pallido-.

Ivan si insospettisce ancora di più quando Patricia batte le mani e il suo fermaglio comincia a sbattere le ali volando via dai suoi capelli. La farfalla si posa sul suo dito, le svolazza intorno alla testa e se ne va attraversando la porta.

Guardo la scena incredula con gli occhi spalancati. Non sono ancora abituata alla magia nonostante io stessa abbia dei poteri.

-La Sfera Zantem non esiste più. Qualche anno fa Vankram ha ritenuto che la Sfera fosse troppo facile da distruggere, quindi ha creato cinque chiavi, ognuna termina con un pezzo di puzzle diverso. Per sconfiggere il dittatore e il suo regno d'odio bisogna unire queste chiavi, si formerà un cerchio, poi è necessario pronunciare una parola d'ordine. In questo modo si avrà una solo chiave, la Chiave Dorata, che andrà inserita nello Scrigno Zantem. Dovrete...-.

-Usare contemporaneamente il ghiaccio e il fuoco per girare la Chiave e aprire lo Scrigno-. Interviene Ivan.

-Esatto!-.

La farfalla rosa ritorna attraversando la porta e si posiziona nuovamente sui capelli biondi di Patricia rimanendo immobile.

Qualche secondo dopo entra un altro Fairynx, è più alto e con dei capelli blu notte, ha un vassoio in mano.

-L'ho fatto più caldo che ho potuto-.

-Grazie Tun. Portami anche dei vestiti adatti, okay? Facciamo tra mezz'ora-.

Il Fairynx annuisce e si dilegua. Mi sento molto confusa e riesco a notare la stessa sensazione di smarrimento di Ivan. Non è il momento di fare domande, però, credo che Patricia ci spiegherà tutto a tempo debito.

La ragazza prende le tazze di latte caldo e ce le porge, prima ad Ivan che ne ha più bisogno, e poi a me. La ringraziamo sorridendo. Ogni nostro dubbio bei suoi confronti sparisce. Sembra che Patricia ci voglia solo aiutare e mi piace l'idea di farmi degli amici su questo pianeta lugubre e pieno d'odio nei miei confronti. cerco di non farmi distrarre dai pensieri e di rimanere concentrata sulla realtà.

Bevo un sorso di latte, è veramente buono.

-Riprendiamo...io e gli altri Guardiani siamo riusciti, superando tanti ostacoli e rischiando la vita, a recuperare le cinque chiavi. In realtà uno di noi è morto-.Patricia tenta di cacciare via le lacrime che si stavano formando nei suoi grandi occhi.

-Comunque, questo non è più importante -riprende dopo qualche secondo -Dovete raggiungere gli altri Guradiani e farvi consegnare le chiavi. Avete la mappa di Kanden?-.

Annuisco, estraggo dalla mia borsa la vecchia mappa e gliela porgo

-Che strada dobbiamo seguire?-. Chiede Ivan. È molto meno pallido dopo aver bevuto qualche sorso di latte caldo. Sorrido istintivamente.

-I luoghi in cui si trovano i Guardini sonio quelli con un asterisco accanto, serve solo una lente di ingrandimento per vederli-.

Patricia sta per alzarsi dalla sedia, ma la precedo, trasporto la lente d'ingrandimento dalla scrivania a lei utilizzando la telecinesi.

La Fairynx rimane sbalordita, forse non si aspettava che avessi altri poteri oltre al ghiaccio oppure questa è stata la conferma che sono una Ribelle.

Con la lente d'ingrandimento ci mostra i nomi dei luoghi che dobbiamo visitare, a quanto pare tre dei Guardiano si trovano nel Polo A e due nel Polo B. Non bisogna andare nei luoghi segnati in rosso come aveva supposto Ivan e neanche in quelli neri come avevo detto io. Ci siamo sbagliati entrambi. In fondo non sappiamo nulla se non quello che ci raccontano e non abbiamo vissuto avventure eroiche ottenendo risultati. Siamo inesperti. Perché dobbiamo essere noi a salvare Kanden? Sarebbe più adatto se lo facessero i Guardiani, loro sono riusciti a trovare le chiavi, sarebbero sicuramente più bravi di noi. Cosa abbiamo io ed Ivan che loro non hanno? Forse è perché siamo kandeniani e servono il ghiaccio e il fuoco per girare la Chiave Dorata nella serratura dello Scrigno.

Vankram deve averlo progettato così perché i cittadini del Polo A e del Polo B non possono incontrarsi per colpa del loro DNA. Sì, molto astuto. Mi vengono in mente le parole del signor Sanders: "Lui è il braccio esecutore, ma è Tomilda ad essere la mente".

D'un tratto Patricia si alza e va a prendere la chiave nascosta dentro ad un vecchio libro sulla sua scrivania. Me la porge, sembra fatta d'argento e termina con un pezzo di puzzle.

-Ecco, Aura, questa è una delle cinque chiavi. Ci abbiamo stampato sopra il disegno di una farfalla affinché fosse riconoscibile. Prenditene cura-.

L'afferro e Patricia mi abbraccia.

-Grazie, ci hai aiutati tantissimo. Ora dobbiamo riprendere il cammino, anche se, lo ammetto, mi mancherà il tuo latte caldo-. Le sorride Ivan.

-E voi vorreste uscire così?-. Patricia scoppia a ridere.

-Perché? Cosa c'è che non va?-.

Ragazzi, quei vestiti non sono adatti, vi riconosceranno subito-.

È per questo che ci avete riconosciuto?-. Chiedo portandomi una mano al cuore.

-Sì, i kandeniamo si vestono in modo molto diverso quando si trovano nelle zone protette e questa è una di quelle zone. I vestiti che indossate vanno bene quando vi trovate a casa o nelle zone informali. Questa è una delle tante stupide regole di Vankram. Le zone protette sono quelle segnate in rosso sulla mappa. State molto attenti!-.

Non riesco a fare a meno di notare che Dimitra non ci aveva avvisati. Questo aumenta il mio sospetto nei suoi confronti. Inizio anche a dubitare della storia che ci aveva raccontato. Perfino il rapimento del figlio e le sue urla disperate mi sembrano false adesso. Se fosse stato un piano organizzato con la complicità di Vankram? No, impossibile, il vortice avrebbe risucchiato anche noi oppure i soldati sarebbero venuti a prenderci.

Saliamo nuovamente le scale a chiocciola arrivando al sesto piano e i miei occhi rimangono incantati. Non avevo mai visto così tanti vestiti in vita mia. Tun, il Fairynx dal capelli blu, appare con qualche capo tra le mani.

-Li stavo per portare nel tuo ufficio, Patricia. Questi mi sono sembrati perfetti per i nostri due ospiti-.

-Sì- esclama la ragazza saltellando sul posto entusiasta -Questi sono meravigliosi. Ottima scelta, Tun. Beh, come sempre del resto-.

Ivan si guarda intorno con gli occhi blu curiosi.

-Anche noi indosseremo un'armatura?-.

Silenzio.

I due Fairynx si guardano seri, ma sorpresi.

Per un attimo penso che la domanda di Ivan li abbia offesi, ma poi scoppiano a ridere.

-Davvero divertente!-. Tun quasi si rotola per terra.

-No, no...non sono armature- Patricia si asciuga le lacrime agli occhi -Sono fatte di tessuto, toccate!-.

In effetti è vero, è semplice tessuto.

La ragazza mi obbliga ad entrare in camerino per provare i vestiti scelti per me dopo avermi fatto promettere di esprimere un parare sincero.

-Se non ti piacciono puoi essere onesta, abbiamo tantissimi vestiti tra cui scegliere qui-.

Il primo è un semplice, ma meraviglioso vestito bianco che arriva appena sotto alle ginocchia.

Esco dal camerino e noto subito gli occhi blu di Ivan addosso e il grande sorriso che si forma sul suo viso.

-Sei bellissima!-.

Ma le sue parole vengono quasi del tutto coperte dai complimenti di Patricia.

La ringrazio per il vestito, ma dubito di indossarlo. Non sarebbe comodo scappare dai nemici con questo abito. In ogni caso mi piace tantissimo e ho intenzione di tenerlo. Magari potrò usarlo per andare a qualche festa sulla Terra.

Provo il secondo vestito, è simile ad un'armatura, ma allo stesso tempo è elegante. Lo adoro. È azzurro con piccoli dettagli gialli e, non per essere vanitosa, ma credo che mi stia davvero bene. Quando lo mostro agli altri, infatti, ne rimangono estasiati.

Adesso i ruoli si scambiano, tocca ad Ivan provarsi i vestiti scelti da Tun. Sinceramente aspettavo questo momento. Per me Ivan è bello sempre, potrebbe indossare anche degli stracci.

Aspetto impaziente che si cambi. È veloce, in un batter d'occhio è già fuori dal camerino. 

Lo guardo attentamente, l'armatura di tessuto blu con i dettagli gialli gli dona davvero molto.

-S'intona quasi con il colore dei tuoi occhi-. 

Patricia ha ragione, il vestito è solo una tonalità più scuro. 

Ivan prova anche il secondo, ma è molto meno bello. È verde scuro con alcuni pois gialli. Non rientra nei mie gusti personali. I due Fairynx la pensano diversamente, stanno facendo ad Ivan tanti complimenti che, si nota, non è abituato a ricevere.

Ringrazio calorosamente Patricia e Tun abbracciandoli. 

-Dove pensate di andare? È tardi e voi siete i nostri ospiti, quindi resterete qui stanotte-.

Annuisco.


Note d'autore:

Per fortuna Aura e Ivan hanno incontrato Patricia, la Guardiana delle Farfalle, che ha dato loro un po' di informazioni nuove per affrontare la loro avventura.

Grazie Patricia.

A voi piacerebbe vivere all'interno di un albero?

*Che domanda strana!*

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