Capitolo 1
Eccolo lì. Lo sguardo perso nel vuoto e le labbra secche. Si nota che non beve e non mangia da giorni, eppure rimane bellissimo. Lo fa sempre: ogni venerdì a mezzanotte esce di casa e rimane a fissare la porta della mia per ore. In piedi e con le mani nelle tasche dei suoi jeans strappati come se aspettasse che io uscissi per potermi guardare negli occhi a pochi metri di distanza.
Non lo faccio mai. Rimango ad osservarlo dallo spioncino. Mi limito sempre a questo perché so per certo che non ci sarebbe nessun dialogo fra noi. Non per colpa mia. Sono sempre stata attratta da lui e ne è a conoscenza. Anche io gli piacevo e me lo dimostrava ogni giorno, ma all'età di tredici anni decise che non ero più degna delle sue attenzioni. Nessuno lo era. Si isolò dal mondo rimanendo sempre in disparte, quasi invisibile. La gente iniziò pian piano a dimenticarlo. Io no, era ed è tutt'ora sempre nei miei pensieri.
Nonostante i miei innumerevoli tentativi di avvicinarlo e contattarlo, lui rimaneva freddo e silenzioso. Mi faceva sentire una nullità con il suo atteggiamento. La nostra amicizia iniziata alla materna e trasformata in qualcosa di più alla fine della quarta elementare era stata distrutta in pochi secondi da lui. Nessun motivo sembrava essere alla base di questa rottura. Ivan aveva preso il potere sulla mia vita, o almeno nella mia testa era così perché mi aveva trascinato nel buio insieme a lui.
Lotto ogni giorno per distaccarmi il più possibile da quel ragazzo, ma sembriamo legati da un filo sottile. Mi fissa continuamente con quegli occhi blu mare dentro cui ogni tanto mi perdo, mantenendo comunque una certa distanza tra i nostri due corpi. Non capisco perché lo faccia. Se mi ha allontanata completamente, perché si ostina a cercarmi? Chissà se l'ha capito che in questo momento lo sto osservando e a separarci c'è solo una porta.
Provo a tenere a bada i miei respiri in modo che non li possa sentire, anche lui accorcia i suoi. Batte le palpebre e si morde il labbro, lo fa sempre quando i nostri sguardi si incrociano. Sa perfettamente che sono qui. Ma non fa nulla, non gli piace agire. Non vuole neanche che siano gli altri a farlo.
Da alcuni mesi ho smesso di aspettarlo e ho iniziato a pensare alla mia vita, ma non è esattamente quello che Ivan vuole. Nessuno sa quello che lui vuole. Dovrei essere più egoista, però non riesco a dimenticarlo. Tutti quei momenti passati insieme in cui mi teneva tra le sue braccia sussurrandomi che qualunque cosa fosse successa sarebbe stato al mio fianco. Con Ivan non avevo paura, adesso sono fatta di puro terrore. Il mio più grande incubo si è avverato. L'ho perso e niente potrà più essere come prima.
Ivan fa un profondo sospiro, come se volesse liberarsi da un peso che si trova nel suo petto, e rientra in casa. Il contatto visivo si è interrotto, non mi resta che andare a dormire e ritrovarlo nei sogni.
Mia madre viene a chiamarmi per andare a scuola. Sono in ritardo, ieri sera come al solito ho dimenticato di mettere la sveglia. Apro gli occhi e mi alzo controvoglia. In pochi minuti sono pronta. Spero davvero che oggi non accada nulla di strano, ma è quasi impossibile. Sono una calamita nell'attirare guai. Non posso mai stare tranquilla. Non so come, ma qualcosa finisce sempre per andare storto. Oggetti che si rompono da soli, finestre che si aprono, perfino crepe nei muri. Mamma dice che sono solo un po' sfortunata, nella norma. Agli altri però non accade mai nulla di sospetto. Sono una specie di mistero anche per me stessa, per questo la gente preferisce starmi lontano. Tutti tranne le mie due amiche e Gianluca.
-Come va, americana?-. Amanda mi viene incontro mettendomi un braccio intorno alle spalle.
-Dai, non chiamarmi in quel modo-. Dico facendo finta di essermi offesa, ma mi scappa una risatina.
Sono nata e vissuta in America precisamente a Los Angeles fino all'età di tre anni, ma non mi sento americana. Paradossalmente anche Ivan ha la mia stessa storia. Sta camminando per il corridoio e mi supera. Il mio cuore perde un battito quando i nostri sguardi si incrociano distrattamente. I suoi capelli neri sono scompigliati e alcune ciocche gli ricadono sulla fronte, in contrasto con il blu dei suoi occhi magnetici. E' sempre più magro e non sono l'unica ad essersene resa conto.
-L'hai mai visto mangiare o bere dell'acqua?-.
-No, da quando non siamo più amici lo ignoro e basta-. La mia espressione diventa cupa e inizio a camminare verso la nostra aula.
-Non lo capisco il suo atteggiamento. Voglio dire, si vede che gli piaci molto, ma evita in tutti i modi un contatto con te-.
-Ho smesso mesi fa di provare a capirlo-. Faccio uno sforzo tremendo per mantenere un distacco dall'argomento.
Amanda sussulta all'improvviso facendomi spaventare.
-Sediamoci nei banchi accanto al suo- nota l'espressione di disapprovazione sul mio viso -proviamoci per l'ultima volta-.
Ivan sta sempre seduto da solo in fondo alla classe, nessuno vuole stargli vicino o forse è lui a non voler essere disturbato. Fatto sta che agli insegnanti non importa nulla. E' un ottimo studente. Tutto il resto per loro non ha valore.
Entriamo in classe, un'aula abbastanza piccola per contenere ventotto alunni. Il colore delle pareti è di un bianco sporco e non si possono ignorare le ragnatele che rendono spettrale il soffitto. Sembra Halloween tutto l'anno e io detesto questa festività nonostante sia nata in America.
Amanda mi prende per un braccio e mi trascina verso i banchi vicini a quello di Ivan. E' impegnato a scrivere sul suo quaderno blu notte, lo usa per gli appunti di latino, non si è accorto della nostra presenza.
La mia amica mi obbliga a sedermi, ma il rumore della sedia attira l'attenzione del ragazzo che appena mi vede, si alza e si allontana alla velocità della luce andando a sedersi in prima fila. Si gira un attimo a guardarmi respirando affannosamente per poi riprendere a scrivere come se nulla fosse successo. Nella fretta ha persino dimenticato di prendere il suo zaino, non ho la minima intenzione di portarglielo. Probabilmente, se ci provassi, scapperebbe di nuovo. Non capisco cosa gli passi per la testa, ma ho smesso di fare supposizioni o cercare una risposta concreta.
Amanda è rimasta basita. Gli occhi verdi spalancati e il naso arricciato. È proprio una bella ragazza, oltre che una buona amica. Adoro i suoi capelli biondo cenere, lunghi e lisci, con una frangetta che le copre la fronte alta. Sembrano fatti di seta. Dice che ci mette poco tempo per pettinarli, al contrario di me. Ho i capelli castano scuro, simili ai suoi, ma senza frangetta e soprattutto ci metto minimo mezz'ora renderli per lo meno presentabili.
I miei occhi scuri si concentrano sul braccialetto di stoffa colorato che ho al polso e inizio a giocarci spostandolo con le dita. Lo faccio sempre quando sono pensierosa. Penso ad Ivan, sempre a lui nonostante mi sforzi di dimenticarlo. Se non restasse a fissare la porta del mio appartamento ogni venerdì notte, potrei anche pensare che non guardi me, ma Amanda. Le esterno questo dubbio visto che è l'unica ad essere a conoscenza della nostra storia, perché è la sola che capirebbe veramente.
-Non è così per almeno due motivi, Aura. Innanzitutto, hai raccontato che ti fissa anche quando io non sono al tuo fianco. Seconda cosa: ti guarda dritto negli occhi, non smette mai di cercarli nonostante si mantenga ad una certa distanza da te-. Rispose a bassa voce.
-Forse su questo hai ragione, ma su una cosa no. Io non gli piaccio, altrimenti perché mi ignorerebbe? Magari mi odia ed è per questo che mi...-.
Non faccio in tempo a finire la frase, la professoressa entra e comincia a spiegare. Meglio non parlare, è già capitato molte volte che ci sorprendesse a chiacchierare.
Durante le ore di lezione, Ivan ha continuato a girarsi e questo mi ha infastidito parecchio. Perché continua a mettere in pratica questo giochetto infantile? Vuole solo farmi innervosire e rendermi la vita impossibile. Per fortuna c'è l'intervallo e posso distaccarmi da lui per almeno dieci minuti.
Amanda ed io usciamo dall'aula e, appoggiati alla parete opposta, ci sono già Lisa e Gianluca ad aspettarci. Fanno il nostro stesso indirizzo, il linguistico, ma hanno un anno in più. Questo è l'anno della maturità e Lisa è davvero spaventata. Scommetto che lo sarò anch'io quando toccherà a me.
Appena mi vede arrivare, Gianluca si avvicina con un sorriso raggiante che avrebbe fatto morire tutte le ragazze della scuola, purtroppo me no. La sua bellezza è veramente disarmante. Ha i capelli neri abbastanza lunghi che tiene spesso legati in un codino, gli occhi verde smeraldo e una leggera barba. Ha un viso angelico e un carattere molto dolce, nonostante a volte sia rude con chi non gli piace. Mi ha messo un braccio intorno al collo. Ah già dimenticavo, è il mio fidanzato.
-Come va, dolcezza?-. Ammicca in modo scherzoso.
-Sai che odio quando mi chiami in quel modo-. Incrocio le braccia facendo finta di essermi offesa.
-Dove andiamo stasera?-. Amanda si è posizionata davanti a me.
-In discoteca!-. L'entusiasmo di Lisa è a dir poco fastidioso.
Per lei esistono le feste e nient'altro. Nonostante sia mia amica, non siamo mai andate molto d'accordo. Ha una vocetta acuta e continua a toccarsi i capelli. E' egocentrica e, a tratti, presuntuosa per non parlare della sua incapacità di mantenere i segreti, ma è sempre pronta a tirarci su di morale quando siamo tristi. I capelli biondi a caschetto e gli splendidi occhi castani le danno un'aria da diva. Il suo segno distintivo, però, sono le labbra carnose e rosee. È la più alta di noi tre.
-Per favore no, ci siamo già andate sabato scorso e io avrei voluto solo fuggire-. Roteo gli occhi, esausta.
-Ma è glamour!-.
Oh cielo, ditemi che non l'ha detto davvero.
-E' più glamour il cinema-.
-Io sto con Aura-. Vota Amanda -Sono stanca di tutta quella musica sparata nelle orecchie-.
-Anche io!-. Gianluca mi lascia un bacio sulla tempia. Poi mi guarda innamorato, come se il resto del mondo non esistesse.
-Okay, abbiamo capito: lasciamo da soli i piccioncini-.
Amanda e Lisa si allontanano e solo in questo momento mi accorgo di una figura che ci fissa da lontano. Non mi lascia mai in pace.
-Dolcezza...-.
Fulmino immediatamente Gianluca con lo sguardo. Ridacchia e alza le mani colpevole -Hai ragione, mi arrendo-.
Rido anche io e lo abbraccio forte. Gli voglio tanto bene, anche se non lo amo. Lui lo sa, ma mi dice sempre che imparerò a farlo col tempo. Non che gli creda, però forse è l'unico modo per riuscire ad essere felice.
Si avvicina di più, guardandomi le labbra. Ho capito cosa vuole fare, allora lo assecondo. I nostri visi sono sempre più vicini. Piego la testa leggermente di lato e chiudo gli occhi. Le nostre labbra non fanno nemmeno in tempo a sfiorarsi che un rumore improvviso ci fa spaventare e indietreggiare.
Il lampadario al neon è caduto sul pavimento, a pochi centimetri da noi. Il cuore mi romba nel petto, mi giro intorno per vedere se tutti i presenti stanno bene. Gianluca è vicino a me, terrorizzato, ma illeso. Anche gli altri studenti sono sotto shock, per fortuna stanno bene.
Le mie pupille si fermano su Ivan. È furioso, i pugni serrati e la mascella stretta. Respira affannosamente e sembra sul punto di esplodere, come al solito si affretta a scappare. Gianluca non può fare a meno di notarlo. Mi prende per mano e mi trascina in un luogo più appartato. Sbatte un pugno contro il muro.
-E' stato lui-.
Rido per l'assurdità che sta dicendo.
-E come avrebbe fatto?-.
-Non ne ho idea, ma è stato lui-. Non l'avevo mai visto così arrabbiato. Inizia ad irritarmi.
-Smettila adesso, è stato un incidente!- la mia voce diventa sempre più dura -lui non c'entra nulla, mi accadono sempre cose strane. Sono sfortunata, lo sai-.
-Ti sta sempre tra i piedi, ti segue ovunque tu vada. Non è normale, Aura!-.
Cerca di calmarsi respirando profondamente, lottando contro se stesso. Strizza gli occhi per sbarazzarsi della rabbia, poi si avvicina ad un centimetro dal mio naso, la sua espressione è severa.
-Riflettici-.
Se ne va senza voltarsi indietro. Mi fa paura quando reagisce così.
Note d'autore:
Ciao a tutti!
Questo è il primo capitolo della storia, spero che vi piaccia e, quindi, non abbia deluso le vostre aspettative. Come vi sembra come inizio? Fatemi sapere le vostre opinioni, per me sono importantissime.
Vi suscita almeno un po' di interesse? Cosa pensate dei personaggi, vi incuriosiscono? Quali sono le vostre prime impressioni su di loro?
Spero possiate affezionarvi tanto ai protagonisti nel corso della storia.
Come sicuramente avete notato, i capitoli sono molto più lunghi rispetto a "Pensieri di una ragazza comune", quindi, probabilmente ci metterò più tempo per aggiornare, ma farò del mio meglio.
Siamo solo all'inizio :)
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