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CAPITOLO XXIII.

Sento la porta della centrale spalancarsi con violenza e mi blocco.

- Hey, la tua pausa bagno è finita- mi ricorda la guardia.

Sorrido.

- Ancora un attimo; penso che stia accadendo qualcosa di importante- rispondo.

- Apri la porta-.

Mi volto verso Hawks, che ci ha appena raggiunti, e lui sorride.

- A quanto pare i tuoi amici sono veramente fantastici; seguimi-.

Il poliziotto apre la porta ed io seguo Hawks fino ad un ufficio.

La porta è aperta, quindi riesco a vedere e sentire benissimo quello che sta succedendo.

- Hai cinque secondi per farlo uscire da lì, o ti sfracello le ossa!-.

Bakugou sta urlando contro Deku; Kirishima è al suo fianco, ma al contrario del solito sembra non avere intenzione di fermarlo.

- Aspetta, Denki è in prigione? Non ne sapevamo nulla! Non può essere una mia scelta Bakugou; devo parlarne con... L'ispettore Toshinori, è lui il mio capo, e se l'arresto è stato effettuato da...-.

- Allora fallo; faccia piatta e Jirou lo stanno portando qui- risponde il biondo.

Sorrido.

- La chiami per nome? Allora deve starti proprio simpatica- affermo.

Loro due si voltano di scatto.

- Bro!- urla Kiri, venendo verso di me.

Mi dà un abbraccio veloce.

- Ti mancava solo il carcerato da fare- afferma.

- Che posso dire? Un'esperienza da provare... Ma che non intendo rifare- ridacchio.

- Ecco qui l'idiota. Potete togliergli quelle manette? Non sopporto che sembri più pericoloso di me- afferma Bakugou, uscendo dall'ufficio insieme a Deku.

- Per quanto mi piacerebbe, non posso senza il permesso del mio superiore- risponde il verde.

- Potete liberarlo-.

Mi volto: l'ispettore amico di Jirou sta venendo verso di noi, accompagnato dalla ragazza e da Sero.

Appena lei mi vede, si fionda tra le mie braccia e mi stringe.

- Wow, sei più forte di Kiri!- esclamo.

- Idiota! Ti sembrano cosa da dire mentre sei in questa situazione?- risponde lei.

- Certo: ogni situazione è buona per fare battute- ribatto.

- Tipico di te- afferma.

Si stacca leggermente, in modo da lasciare che il poliziotto mi tolga me manette.

Mi massaggio i polsi.

- Finalmente! Iniziava a non circolarmi più il sangue- mi lamento, poi guardo i miei amici e sorrido.

- Grazie mille, ragazzi-.

- Ringrazia Jirou; è corsa da noi appena ha saputo che eri ancora dentro- mi spiega Sero.

- Si è comportata da vero uomo!- esclama Kiri.

- Ma se è una donna...- borbotta Bakugou, poi mi fissa.

- Ma ha più fegato di te- afferma.

- Grazie eh-.

Poi vado verso Jirou e la bacio.

- Grazie mille- sussurro.

Lei arrossisce leggermente.

- Idiota! Non mettermi in imbarazzo in pubblico- borbotta.

Ridacchio e le metto un braccio intorno alle spalle.

- Forza, usciamo di qui; questo posto inizia a soffocarmi- affermo.

Loro annuiscono e tutti insieme ce ne andiamo dalla centrale di polizia.

Sono venuti con la macchina di Bakugou, per cui lui e Kiri stanno davanti, mentre Sero si mette dietro con noi.

- Sapete, ho... Incontrato Shinsou, in centrale-.

Vedo Jirou irrigidirsi, così le stringo la mano per rassicurarla.

- Ha provato a convincermi ad andare con lui, e che in cambio mi avrebbe liberato e bla bla bla- racconto.

- E tu che gli hai risposto?- mi chiede Sero.

- Che lui è un coglione, e che io sarò anche idiota ma ho degli amici magnifici- affermo.

- Tipico di un vero uomo!- esclama Kiri.

- Sapevo l'avresti detto amico-.

- L'ho incontrato anch'io; ma sinceramente non ho ascoltato ciò che mi ha detto. Diciamo che potrei averlo mandato a quel paese- confessa Jirou.

Scoppio a ridere.

- Questa è la mia ragazza! Ben gli sta- affermo, chinandomi per darle un bacio.

Bakugou ferma la macchina e guardo fuori.

- La pasticceria!- esclamo, uscendo dall'auto.

- Dopo la nottata in prigione, non c'è niente di meglio dei dolci di Sato per riprendersi- affermo.

- Per questo mi sono fermato qui- borbotta Bakugou.

Mi volto verso di lui, che sta scendendo dalla macchina con gli altri.

- Bakugou, ma allora mi vuoi bene!-.

- Taci idiota; e muoviti prima che cambi idea- sbuffa.

- Agli ordini! Andiamo!-.

Prendo per mano Jirou ed entriamo nel locale; subito vengo invaso dal profumo dei dolci di Sato, e mi sento meglio.

- Sato!- esclamo, andando verso il bancone, dietro il quale c'è il ragazzo.

- Oh ragazzi, state bene! Ho saputo quello che è successo: sono felice siate sani e salvi- afferma.

- E soprattutto affamati- confermo, facendo vagare lo sguardo sui dolci in esposizione.

- Sato, mi dispiace molto per quello che è successo; ho saputo che sei rimasto ferito. È stata colpa mia: se posso fare qualcosa per rimediare...- mormora Jirou.

- Non preoccuparti; anzi, la squadra di Kirishima ha fatto un così buon lavoro che la pasticceria mi sembra anche migliorata. Dispiace a me di non aver fatto abbastanza; quella volta avrei potuto aiutarti di più- risponde il ragazzo.

Vedo Jirou in difficoltà: non le piace parlare di questa situazione.

Mi avvicino e le metto un braccio intorno alle spalle.

- Be', l'importante è che tutto si sia sistemato- affermo con un sorriso.

- Giusto; godiamoci i dolci!- esclama Kirishima.

- Io prendo questo. E questo. E anche questo-.

Mentre Sero svuota la pasticceria, mi volto verso Jirou..

- Tutto bene?-.

Lei annuisce.

- Dovrò imparare a parlarne, se voglio superarla- afferma.

Annuisco.

Una decina di minuti dopo, salutiamo Sato ed usciamo dalla pasticceria con due sacchetti pieni di dolci.

- Preparo io il pranzo, voi andate a riposarvi- afferma Bakugou, andando verso i fornelli.

- Mina mi ha chiesto di andarla a prendere, per cui vi lascio la camera- ci informa Sero, facendoci l'occhiolino.

- Puoi... Portarle qui tutte? Anche con i ragazzi se vogliono. Voglio parlare con loro- gli chiede Jirou.

Lui sembra sorpreso.

- Farò del mio meglio. Ma avrò bisogno almeno di un'altra macchina, oltre al mio furgone- fa notare.

- Vengo con te; almeno loro avranno più privacy- afferma Kiri.

Mi solleva il pollice, poi esce di casa insieme a Sero.

- Vedete di non fare troppo casino voi due- ci raccomanda Bakugou, mentre ci dirigiamo verso la nostra stanza.

- Mai quanto te e Kiri- rispondo, poi chiudo velocemente la porta prima che il mestolo che ha lanciato mi colpisca.

- Non ti stancherai mai di provocarlo vero?- sospira Jirou.

- Neanche tra cent'anni- affermo con un sorriso.

Lei scuote la testa, poi si avvicina a me e mi appoggia le mani sul petto.

Mi aspetto un bacio dolce, ma quando le sue labbra si posano sulle mie sono tutto fuorché tranquille.

Ricambio e, senza sapere come, mi trovo sul letto senza maglietta.

- Jirou, ho appena passato una notte in prigione, se fai così mi farai impazzire- mugugno, mentre lei mi lecca leggermente il collo.

Mi guarda con un sorriso malizioso.

- Proprio per questo lo faccio- sussurra.

Si porta le mani alla base della maglietta e se la toglie, poi rincomincia a baciarmi.

Sono già eccitato... Di questo passo esploderò.

Certo, non è la prima volta che ci troviamo in biancheria intima, a volte lei senza reggiseno... Ma questa volta sembra voler andare oltre.

- Hey tigre, calmati un attimo- sussurro quando lei porta le mani sui lati delle mie mutande.

Metto una mano sulla sua mente con l'altra mi tiro leggermente su.

Lei mi guarda e si morde il labbro.

- Se fai così però non riesco a parlare- mi lamento.

- Tu. Che vuoi parlare. In questa situazione- mi risponde.

Be', non ha tutti i torti. Però...

- Fammi fare il serio per una volta- le dico.

Lei ridacchia, poi assume un'espressione seria, anche se non molto convinta.

Sospiro.

- Jirou; non devi sentirti obbligata. Quello che è successo non è colpa tua: so anch'io che Shinsou è sicuramente collegato alla mia prigionia, ma non mi importa. Tutto ciò che desideravo era poter stare ancora con te, e ora posso farlo- affermo.

Lei abbassa lo sguardo.

- Non lo faccio perché mi sento in colpa- mormora.

- C'è qualcosa che non mi hai detto?- le chiedo.

Rimane zitta ancora per un attimo, e decido di lasciarle il suo tempo per prepararsi.

- Ho litigato con Momo, poco prima di venire da te. Lei pensava tu fossi solamente un teppista, e che avrei dovuto dimenticarti; ma io non la penso minimamente così. E mentre ti difendevo mi sono resa conto di... Alcune cose-.

Sorrido; penso di sapere dove vuole andare a parare.

- Non ridere di me!- mi riprende.

- Non lo farei mai; continua pure- rispondo, tornando serio e cercando di trattenere un altro sorriso.

- Comunque: mi sono resa conto che tu hai fatto tanto per me. Mi hai sempre detto quello che pensavi, hai cercato di farmi divertire in ogni situazione e mi hai girato su di morale, facendomi anche tornare la voglia di suonare. Mentre io mi sono resa conto che non ho mai fatto niente per te- mormora.

Le metto due dita sotto il mento e la faccio girare verso di me, in modo che mi guardi negli occhi.

- Non ho bisogno che tu faccia niente. Ho fatto quelle cose perché ti amo, Jirou; non per avere qualcosa in cambio- affermo.

Lei sorride.

- Lo so; però... Vorrei fare anch'io qualcosa per te. Al momento non ho idee, per cui ho pensato che almeno dovrei dirti la verità- afferma.

- Quale verità?- chiedo, sottopeso.

Lei mi mette le mani sulle bianche e mi fissa negli occhi.

- Che ti amo, Kaminari Denki. E ti amerò per sempre- afferma, per poi baciarmi.

Sento il cuore esplodermi di gioia: non ho mai avuto bisogno che me lo dicesse, ma adesso che ho sentito le sue parole è come se mi fossi tolto un peso dal petto.

E ora sono al settimo cielo.

E molto eccitato, dato che ormai siamo in questa situazione da un po'.

- Ti amo anche io. Ma sei anche la ragazza più eccitante che abbia mai conosciuto, ed io sono pur sempre un uomo- affermo.

Scoppia a ridere mentre la sollevo leggermente, per poi farla sdraiare sul letto e mettermi sopra di lei.

- Quindi non mi fermerai più?- mi chiede, mettendo le mani sull'elastico delle mie mutande.

- Anche se volessi non ci riuscirei- affermo.

Lei sorride e mi sfila leggermente le mutande.

Mi chino e la bacio; intanto le porto una mano dietro la schiena per slacciarle il reggiseno.

Mi aiuta a farlo scivolare a terra; inizio a baciarle il collo, andando sempre più giù fino a raggiungere il seno.

Rimango un attimo in quella zona mentre lei muove la mano sul mio membro, lentamente ma in modo fin troppo eccitante.

Continuo a scendere e la sento sussultare quando raggiungo la zona sopra le mutande.

Gliele tiro giú leggermente e la sento ansimare mentre scendo sempre di più.

Raggiunte le sue grandi labbra, inizio a muovere la lingua; dopo qualche secondo, le sfugge un gemito.

Sorrido e torno su.

- Non dovremmo fare casino- le ricordo, baciandole il collo.

- Non sono più riuscita a trattenermi- ammette.

Sorrido.

- Ed è solo l'inizio- sussurro, muovendo leggermente la mano tra le sue cosce.

Lei sussulta e mi tira uno schiaffetto.

- Non smetterai mai di sorprendermi- afferma.

- Lo scopo è quello- rispondo.

Lei si morde il labbro.

- Ti va di... Andare fino in fondo?- mi chiede.

- Se me lo chiede una ragazza così sexy, non posso che accettare- affermo.

Mi allungo verso il comodino ed apro il cassetto, tirandone fuori un preservativo.

Lo apro e me lo metto.

- Pronta a fare vibrare questo basso?- sussurro all'orecchio di Jirou.

- Con te si ride sempre eh?- ridacchia lei.

- Esattamente: sono il re della risata! E del sesso- mi vanto.

- Della prima ne sono certa. Ti va di mostrarmi la seconda?-.

Mi posiziono sopra di lei.

La ragazza mi mette le braccia attorno al collo e allarga il più possibile le gambe.

Con una spinta decisa, entro dentro di lei; avevo paura le facesse male, ma spalanca gli occhi dalla sorpresa e si morde il labbro, segno che è eccitata.

Così, inizio a muovermi, alternando vari ritmi.

La bacio per soffocare i suoi gemiti, anche se Jirou che cerca di trattenersi è una delle cose più eccitanti che abbia mai visto in vita mia.

Il suo respiro ansimante mi manda letteralmente in estasi, rischiando quasi di farmi perdere il lume della ragione, e anche lei sembra ormai sopraffatta dal piacere.

Inizia ad assecondare i miei movimenti con il bacino, tenendosi aggrappata alla mia schiena e graffiandomela leggermente, come a farmi capire che ne vuole di più.

Questo mi dà la forza per continuare per un bel po', prima di raggiungere il limite.

Ha un corpo veramente bellissimo.

Quando vengo, esco lentamente e tolgo il preservativo, per poi lanciarlo nel cestino di fianco al letto.

Osservo Jirou, ancora ansimante, e porto nuovamente la mano tra le sue gambe.

La penetro lentamente con le dita; lei sussulta per la sorpresa, ma poi torna a provare piacere.

La bacio, in modo che non emetta più versi, fin quando anche lei non raggiunge l'orgasmo.

Tolgo la mano e succhio leggermente le dita, per poi stringere Jirou a me.

- Come stai?- le chiedo.

- È stato magnifico- sussurra.

- Certo; sono il re del sesso dopotutto- rispondo, sorridendo.

- Idiota- ridacchia lei.

Sento dei rumori nell'altra stanza e sospiro.

- Rimarrei così tutti il giorno ma... Penso che i nostri ospiti siano arrivati- sussurro.

- Già... Meglio andare. O questa volta Momo ti uccide sul serio-.

- Non ci tengo- affermo, trattenendo un brivido.

Mi alzo e allungo la mano verso di lei, aiutandola a tirarsi su.

- Forza; andiamo a mangiare-.

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