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CAPITOLO XXI.

- Hey tu, svegliati!-.

Sento dei rumori intorno a me ed apro gli occhi, trovandomi di fronte una guardia.

- Alzati; il capo ti vuole parlare- afferma.

Annuisco e faccio come mi è stato detto, seguendo l'uomo fuori dalla cella.

- Non potresti togliermi le manette? Mi fanno male i polsi- mi lamento.

Le ho tenute su tutta la notte, e iniziano a darmi veramente fastidio.

- Non dire idiozie; sei stato arrestato, non posso certo liberarti a cuor leggero- mi riprende.

- Mica scappo...- borbotto.

Ieri sera, dopo il concerto, hanno fatto irruzione dei poliziotti.

Non so esattamente cosa volessero; è vero che si tratta di un bar illegale, ma la loro reazione mi è sembrata comunque eccessiva...

Jirou mi è stata strappata dalle mani, e non ho ancora avuto occasione di capire come stia.

In compenso, ho visto che i miei amici sono riusciti a scappare.

Kirishima stava per correre verso di me, ma per fortuna Bakugou l'ha portato via.

Li ho chiamati ieri sera dalla centrale, e mi hanno assicurato che stanno tutti bene.

Ho già visto che molti ragazzi arrestati ieri sera sono stati rilasciati, per cui conto sul fatto che succederà presto anche a me.

- L'ispettore ti aspetta qua dentro- afferma, aprendo la porta.

Rimango sorpreso nel vedere il ragazzo biondo che è passato vicino a noi poco prima del concerto, seduto dall'altra parte della scrivania.

Quando entro, alza lo sguardo e mi sorride.

- Chargezuma! Accomodati pure-.

- Come conosce il mio soprannome?- gli chiedo, sedendomi di fronte a lui.

- Be', sei praticamente un ospite abituale della LOV- afferma.

- Se lo sa vuol dire che anche lei ci va spesso, no?- faccio notare.

Lui sorride.

- Sei un ragazzo scaltro eh? Ebbene sì. Io sono Keigo Takami, ma quando vado a investigare in quel locale mi faccio chiamare Hawks- si presenta.

- Hawks... È un bel nome- commento.

- Anche il tuo non è male-.

- Ma scommettimo che non è per discutere dei nostri soprannomi che mi ha convocato, vero?-.

- Hai fatto di nuovo centro. Non riesci proprio a immaginarne il motivo?- mi chiede.

Scrollo le spalle.

- Devo dirle la verità? Neanche un po'. Non sono proprio una cima. Insomma, sono consapevole che tutte le attività del bar non fossero proprio legali; ma non è solo questo vero?- chiedo.

- Non sarai un genio, ma non te la cavi male. Certo, essere trovato in un bar illegale può portare all'arresto; ma come penso tu abbia potuto vedere, molte delle altre persone catturate sono già state rilasciate. Stiamo trattenendo solo quelle trovate ubriache o drogate-.

- Be', io sono sano come un pesce; quindi cosa ci faccio qui?- gli chiedo.

- È semplice; cerchiamo di capire se centri qualcosa con il traffico di droga-.

La sua affermazione mi lascia piuttosto perplesso; di che diavolo sta parlando?

- Che traffico di droga?-.

- Shigaraki utilizzava il bar come copertura; lui e tutti i suoi dipendenti trafficavano sostanze stupefacenti usando il locale per nascondere la merce. Ieri sera era presente nel luogo All for One, il più grande trafficante della zona; pensiamo che siano in affari. E che tu sia coinvolto-.

Spalanco la bocca.

- Io? Vi sbagliate! È vero, frequento spesso quel bar; ma solo perché è un posto dove si può stare senza essere giudicati da nessuno, in cui puoi essere libero di rilassarti e divertirti. Non certo per trafficare droga! Anche perché non ho mai assunto stupefacenti- ribatto.

- Eppure ieri sera, poco prima dell'arrivo di All for One, tu hai avuto un colloquio con Shigaraki Tomura. E mentre lui faceva trasportare il suo carico, eri sul palco a distrarre i presenti- afferma.

Allunga una foto sul tavolo: rappresenta me e Jirou mentre entriamo nella stanza di Shigaraki.

Ricordo le parole dell'uomo: voleva che catturassimo completamente l'attenzione del pubblico.

La cosa mi era sembrata sospetta, ma avevo voluto credere che volesse semplicemente che ci esibissimo al massimo.

Invece ci ha usati per distrarre tutti dal suo traffico illegale...

- Quindi, Chargezuma; che ne dici di spiegarmi come sono andate le cose dall'inizio?- mi chiede, unendo le mani davanti alla bocca e fissandomi negli occhi.

Annuisco; tanto non ho nulla da nascondere.

- Io e la mia ragazza...-.

- Earphon Jack? Kyōka Jirou?-.

- Proprio lei. Siamo andati in quel bar, e abbiamo suonato un paio di volte; se c'è stato spesso sa che chiunque può salire sul palco e suonare ciò che vuole, basta mettersi in fila- inizio.

- Si, è una cosa che ho visto fare un po' di volte- afferma.

- Perfetto. Dopo la nostra seconda esibizione, un mio amico che ci stava prendendo gli strumenti è stato contattato da Shigaraki. L'uomo ci ha detto che voleva che io e Jirou ci esibissimo in una serata speciale, in cui avrebbe fatto salire sul palco coloro che più l'avevano impressionato-.

- Quindi lui vi ha detto che si trattava solo di un concerto... Speciale, per così dire?-.

- Esattamente. Ieri sera ci ha convocati nel suo ufficio un attimo prima di farci salire sul palco. In quell'occasione, ci ha chiesto di suonare al meglio e catturare l'attenzione del pubblico. Ripensandoci ora il suo discorso sembra sospetto, ma ieri sera ero in ansia per lo spettacolo e pensavo volesse solo che facessimo bella figura- spiego.

Lui mi fissa un attimo, poi chiude gli occhi.

- Capisco; quindi voi non ne sapete niente- mormora.

Annuisco.

- Siamo innocenti; non avevamo idea di cosa stesse succedendo- confermo.

Lui si alza e la porta si apre.

- Riportalo in cella-.

L'agente di prima entra nella stanza.

- Quindi cosa devo fare ora?- gli chiedo, alzandomi.

- Per la cronaca, non ho creduto neanche per un attimo che foste colpevoli; ti ho interrogato per sicurezza. Ma è il mio capo, Enji Todoroki, che deciderà se lasciarti andare o meno; io non ho voce in capitolo per questo-.

- Capisco... Ma la prego, mi dica almeno se Jirou sta bene-.

Da quando ci hanno separati sul palco, non l'ho più vista; è vero che non c'erano ragazze nella nostra cella, ma voglio comunque essere e sicuro.

- Non dovrei darti informazioni ma... È stata rilasciata ieri sera, una decina di minuti dopo essere finita qui. Sta bene-.

Annuisco, rassicurato dalle sue parole.

- Grazie mille-.

Dopodiché, vengo quasi trascinato fuori dalla stanza.

Todoroki... Se non mi sbaglio è il cognome anche del ragazzo di Momo.

Probabilmente l'hanno fatta uscire loro, oppure lui partecipava alla missione e l'ha liberata.

In ogni caso, sono felice che stia bene.

Anche se vorrei uscire pure io; inizia a mancarmi la luce del sole.

E qui si dorme veramente male... Per non parlare del fatto che ho fame.

Quando passiamo davanti alla cella in cui ero fino a poco fa mi fermo, ma il poliziotto si volta e sbuffa.

- C'è ancora una persona che vuole parlare con te- afferma.

Confuso, lo seguo.

Un altro interrogatorio? O forse vogliono liberarmi? Lo spero davvero: l'aria qui dentro è pesante.

Il poliziotto mi apre la porta di un altro ufficio e mi fa entrare.

Davanti a me peró, questa volta c'è qualcuno che conosco già: Shinsou.

- Che diavolo ci fai tu qui?- ringhio, mentre la porta viene richiusa alle mie spalle.

- Stai calmo, Denki; ti ricordo che siamo in una centrale di polizia. Non ti conviene fare gesti bruschi-.

- Tu dovresti essere dietro le sbarre!-.

Lui scoppia a ridere.

- E per cosa? Non ho rapito Jirou, né l'ho abusata fisicamente. E solo i sottoposti dell'ispettore Toshinori mi collegano al tuo caso, secondo tutti gli altri sono l'erede di una ricca e potente famiglia. Di cosa potete accusarmi?- mi chiede.

- Hai fatto sì che una ragazza si sentisse completamente sola, inutile e senza speranza per il futuro. Non ne so molto della legge, ma immagino che i danni morali contro un'altra persona possano essere considerati un crimine- affermo.

- Danni morali? Solo per averle detto la verità?- chiede.

Serro i pugni.

- Non so che problemi ti affliggano, ma se pensi veramente quello che dici allora non sei a posto con la testa. Jirou è una ragazza fantastica; è forte, coraggiosa, ma anche sensibile. Ed ha una risata magnifica. E quando vuole fare qualcosa, si impegna al massimo e la fa. Quindi non so con quale diritto un ragazzo che si diverte a distruggere i sogni delle ragazze possa giudicarla per questo!-.

Se oserá dire ancora qualcosa su di lei, giuro che lo prendo a pugni.

Non importa se siamo in una centrale di polizia, o quanto è ricca la sua famiglia; Jirou è una persona fantastica, e lui non può permettersi di trattarla in questo modo.

- Tu dici? Eppure io tratto così praticamente tutti: solo in pochi hanno destato abbastanza la mia curiosità da poter essere trattati come miei pari. E tu potresti essere uno di questi- afferma.

Aggira la scrivania davanti a lui e viene verso di me.

- La tua visione del mondo, così sincera e festaiola, mi attrae molto sai?- continua a camminare verso di me.

- Perché non vieni con me? Potrei trasformarti nel mio nuovo giocattolino. Ti prometto che ti tratteró meglio di come ho fatto con le altre- continua.

- Le altre? A quante ragazze hai fatto... Ciò che hai fatto a Jirou?- gli chiedo.

- Ho perso il conto; ne ho provate un po' prima di lei, e alcune anche dopo, per migliorare le mie tecniche. Ma devo ammettere che con la tua fidanzatina ho fatto un ottimo lavoro-.

Perché non è ancora stato investito da un fulmine...? Se lo meriterebbe.

- Sei proprio una persona spregevole- ringhio.

- Ma sono anche l'unico a poterti fare uscire da qui. Che ne dici? Vieni con me. Sarà un piacere distruggere la tua vivacità-.

Sorride e prova a toccarmi, ma mi scanso velocemente.

- Preferirei mille volte rimanere in questa prigione a vita, piuttosto che vedere un'altra volta la tua brutta faccia- affermo.

Lui scoppia a ridere.

- Davvero? A me invece la tua faccia non dispiace- ribatte.

- Lo so, sono magnifico. Ed è per questo che non ho bisogno di usare il lavaggio del cervello per circondarmi di persone che mi vogliano bene- affermo.

Il sorriso sparisce dal suo volto.

- Tu non aii di cosa parli, stupido ragazzino- sibila.

- Hai ragione; non ti conosco. Non so se in passato sia successo qualcosa che ti ha fatto diventare così, o chi ti abbia messo in testa che l'unico modo per farti amare sia ricorrere a questi sporchi trucchetti.

- Ma il modo in cui hai trattato Jirou, è veramente ignobile; lei è una ragazza magnifica, e non se lo merita. Non importa se in passato hai subito qualche trauma, o cose simili; certo, se così fosse mi dispiacerebbe per te. Ma adesso mi sembra che tu sia abbastanza indipendente no? Quindi non hai niente che ti trattenga dal fare solo ciò che vuoi.

- Puoi liberarti dal tuo passato e farti dei nuovi amici in un modo normale. Se tu volessi provarci, forse potrei pensare di darti una mano; follia a parte, penso che con le tue capacità potresti fare del bene a molte persone. Anche se, ovviamente, prima seguirei i desideri di Jirou al riguardo; merita le tue scuse più di chiunque altro.

- Ma se intendi continuare ad utilizzare queste capacità per fare del male alle persone, allora sappi che farò tutto ciò che è in mio potere per fermarti- concludo, voltandomi e dirigendomi verso la porta per uscire.

- Sei proprio un ragazzo ingenuo. Con qualche parola dolce pensi di convincermi? Se le cose stanno così, allora sappi che passerai ancora molto tempo in questa prigione- afferma.

Mi blocco.

- Hai ragione: sono stupido e ingenuo. Però sai, proprio questo mi ha portato ad avere molti amici; amici sinceri, che mi vogliono bene davvero. E che faranno di tutto pur di tirarmi fuori da qui-.

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