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CAPITOLO XVI.

8 ANNI PRIMA

Faccio correre le dita sul basso, concentrandomi sullo sparito di fronte a me.

L'ho scritto da poco, ma voglio che la prima esecuzione sia perfetta.

Sorrido quando riesco ad arrivare alla fine senza sbagliare: mancano un paio di aggiustamenti, ma per il resto direi che sta uscendo bene.

Poi la farò ascoltare alla mia migliore amica Momo, così mi darà un suo parere.

- Wow-.

Mi volto di scatto sentendo una voce maschile sulla soglia dell'aula.

Vedo un ragazzo alto, dai capelli e gli occhi viola, che mi fa un sorriso dolce quando nota che lo sto guardando.

- Hai... Sentito?- mormoro, sentendomi arrossire.

Tranne Momo e i giudici dei concorsi, nessuno mi ha mai sentita suonare.

Amo la musica, ma ne sono anche gelosa e voglio farmi sentire solo quando sono sicura.

- Si; scusami, non ho potuto fare a meno di ascoltare. Sei bravissima- afferma.

- Grazie-.

- L'hai composta tu?-.

Annuisco.

- Tra tre mesi ci sarà un concorso e pensavo di portare qualcosa di mio- spiego.

- Sei andrai con questa, sicuramente vincerai- commenta.

- Be' veramente manca ancora la parte cantata, però spero che esca bene-.

- Canti anche? Sei proprio fantastica!- esclama.

Mi sento arrossire di nuovo, ma questa volta non penso centri la musica.

- Grazie; amo la musica da quando sono piccola- racconto.

- Penso sia una passione bellissima. Adesso devo andare ma... Mi piacerebbe sentirti suonare di nuovo. Ti va?-.

Oltre a Momo, è la prima persona che mi chiede una cosa simile.

Sono tentata di rifiutare: lei è la mia migliore amica, ed è l'unica fin'ora che ha sentito le mie composizioni.

Poi però, di fianco all'immagine della ragazza compare quella di un ragazzo dai capelli bianchi e rossi.

Shoto Todoroki va in un'altra classe, ma a quanto pare rimangono entrambi in biblioteca a studiare fino a tardi e si sono conosciuti... Ed ora lei non fa altro che parlare di lui.

Stringo leggermente il manico del basso.

- Volentieri. Io sono Kyōka Jirou-.

- Hitoshi Shinsou-.

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- Hey Momo, oggi ti va di ascoltare la mia composizione?- chiedo, alzandomi dalla sedia.

- Scusami, ma vado a studiare con Todoroki. Ti va di farmela sentire quando torno?-.

- Oh, certo- mormoro.

Lei sorride ed esce velocemente dall'aula.

Sospiro e prendo il mio strumento, dirigendomi poi verso l'aula di musica.

Solitamente è deserta, ma rimango sorpresa nel vedere un ragazzo fuori dalla porta: Shinsou.

Mi sfugge un sorriso; non pensavo sarebbe tornato davvero.

- Hey- lo saluto, avvicinandomi a lui.

Il ragazzo si volta e mi sorride.

- Ciao- saluta.

- Stavi aspettando qualcuno?- gli chiedo mentre entro nell'aula.

- Si, te-.

Rimango sorpresa dalla sua risposta e mi volto di scatto.

- Me?-.

- Ti avevo detto che sarei tornato a sentirti, no? Come procede il tuo brano?- mi chiede.

- Dalla settimana scorsa sono riuscita ad aggiungere un ritornello cantato- rispondo, tirando fuori lo strumento dalla custodia.

- Ti va di farmelo sentire?-.

Solitamente sarei riluttante, ma il suo sorriso sembra sincero, e mi ritrovo ad annuire prima di rendermene conto.

- Evvai!- esclama lui, sedendosi su una sedia di fronte a me.

Chiudo gli occhi, facendo un respiro profondo per concentrarmi, poi li riapro ed inizio a suonare.

Ho migliorato anche la base, ma tutta la mia concentrazione ora va al ritornello: devo cantare al meglio.

Osservo il sorriso rassicurante di Shinsou e mi senti meglio, così inizio a cantare.

Finita l'esibizione, Shinsou applaude.

- Secondo me, sei stata bravissima!- esclama.

- Grazie- mormoro.

- Si vede che ti alleni spesso- commenta.

- Praticamente tutti i giorni- ammetto.

- Ti va di uscire e svagarti un po', qualche volta? So che prendersi una pausa può fare bene alla creatività- mi propone.

- Be' si è vero, magari ogni tanto potrei uscire e...- osservo la sua espressione e capisco cosa intende.

- Volevi... Uscire con me?- chiedo.

Lui fa una risatina ed annuisce.

- Non me l'aspettavo- ammetto.

- Ti va?- mi chiede.

- Certo, volentieri-.

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- Questa cioccolata è buonissima!- esclamo.

Shinsou ridacchia.

- Dalla tua espressione sembra che tu non ne abbia mai assaggiata una- commenta.

- È così: da quando sono amica di Momo bevo principalmente tè. Non ricordo se da piccola bevessi cioccolata calda- confesso.

- Siete molto unite eh?-.

- Si, parliamo praticamente di tutto-.

- Le hai parlato anche di me?-.

Mi sento arrossire leggermente.

- Le ho accennato qualcosa- mormoro.

In realtà in questo periodo non ci ho parlato tanto, anche se le ho accennato agli incontri con il ragazzo in aula di musica.

Ha detto che è felice mi stia facendo un amico.

- Non sei obbligata a parlarne; anche perché non amo essere conosciuto in giro. Puoi vedere i nostri incontri come un tuo rifugio, un momento in cui ti puoi sfogare- propone.

- Un rifugio?-.

- Be', passi la vita a suonare e stare con la tua amica no? Avrai bisogno anche tu di momenti in cui svagarti- mi fa presente.

Ci penso un attimo: oltre a Momo non ho molte amiche, perché la mia vita si incentra principalmente sulla musica, quindi quello in realtà è il mio unico sfogo.

- Mi farebbe piacere. Avere un po' di sfogo- accetto.

- Allora farò in modo di aiutarti al meglio delle mie capacità-.

Mi mette una mano sulla mia e mi fissa negli occhi.

Ha uno sguardo ipnotico e rilassante, che riesce a calmarmi.

- Non hai bisogno di pensare sempre a Momo; adesso ci sono io. Sarai la mia musicista, e nessuno potrá mai separarci-.

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- Ciao Jirou!-.

Alzo lo sguardo su Momo, che si sta avvicinando a me.

- Ciao- le rispondo, sperando di non sprecare troppo tempo qui: devo andare ad esercitarmi.

- È un po' che non usciamo; fai qualcosa questo pomeriggio?- mi chiede.

- Devo esercitarmi: il concorso è tra due settimane- rispondo.

- Oh, è vero; alla fine non mi hai più fatto sentire il tuo pezzo concluso- mi ricorda.

- Ah sì. Be' sei stata molto impegnata anche tu- ribatto.

Lei mi fissa per un attimo.

- Stai bene Jirou?-.

- Certo; sono solo di fretta. Ora scusami, devo andare-.

La supero ed esco dall'aula, dirigendomi verso l'aula di musica.

Quando entro trovo Shinsou, che sta guardando qualcosa sul cellulare.

Appena mi vede alza lo sguardo, mi sorride e si alza.

Chiudo la porta mentre lui viene verso di me e si china, dandomi un bacio sulla guancia.

Arrossisco, ma cerco di non farlo vedere.

- Ciao- mi saluta.

- Ciao- rispondo, mentre vado a sedermi.

- Ho visto Momo che ti parlava, poco fa- mi informa.

- Eri lì?- chiedo.

- Si; volevo accompagnarti in aula, ma ti ho vista con la tua amica ed ho preferito lasciare perdere- risponde.

Per qualche motivo, la sua affermazione mi fa sentire in colpa.

- Mi ha chiesto di uscire con lei uno di questi giorni- gli spiego.

- Lo farai?-.

- Non ho tempo- borbotto - e poi è colpa sua se non siamo uscite-.

- Esatto; lei non ti apprezza. È molto meglio che tu rimanga qui con me; rimani al tuo rifugio-

Sorrido.

- Non me ne andrò-.

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- Allora? Cosa ne pensi?- chiedo, finendo di suonare.

- Per me, sei stata molto brava- risponde Shinsou.

- Ma...?- la sua espressione non mi piace.

- Ma... Sei sicura di volerla portare al concorso?-.

Sbatto le palpebre, confusa.

- Be', è tra cinque giorni... Ormai è tardi per cambiare- gli faccio notare.

- Si ma...-.

Sento un peso appoggiarsi sul mio petto.

- Ma non è bella?-.

- A me piace. Ma non penso che dei veri musicisti potrebbero apprezzare la tua musica-.

Le sue parole mi colpiscono come uno schiaffo e per poco non cado dalla sedia.

Rimango per un attimo a fissarlo, con la bocca aperta.

- In che senso?-.

- Siamo onesti Jirou: non sei una vera musicista. Non vincerai mai-.

Stringo il manico del basso.

- Non vado là per vincere. Insomma, sarebbe bello riuscirci; ma voglio più che altro riuscire a capire le mie qualità ed i miei limiti- mormoro.

- Avere la passione non significa che sei anche brava. Vuoi provarci comunque? Anche a rischio di venire malamente rifiutata?- insiste.

Annuisco, anche se ormai non ne sono più tanto sicura.

Le sue parole sono dure, però lo dice solo perché sta cercando di aiutarmi: non vuole che io abbia una delusione troppo grande.

Ma voglio tentare comunque; non saprò mai se è vero se non ci provo.

- Be', se vuoi autoditruggere la tua passione farlo. Sarà solo peggio per te- conclude, per poi uscire dall'aula.

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Faccio un respiro profondo e guardo per l'ennesima volta il cellulare: niente.

Non sento Shinsou da cinque giorni ormai.

Ai messaggi non risponde e non è più venuto all'aula di musica.

Ora che ci penso, non mi ha mai parlato troppo di sé, per cui non so neanche come altro contattarlo.

Inoltre Momo è schiva nei miei confronti dalla nostra ultima discussione, per cui sono qui da sola.

Dovrò affrontare questo concorso completamente da sola.

- Numero 12, Kyōka Jirou-.

Ritiro velocemente il cellulare e mi alzo.

- Sono io- affermo.

La donna che sta chiamando i candidati annuisce e mi fa cenno di seguirla.

Mi sistemo meglio il basso sulla spalla e le vado dietro.

Mi ritrovo in una stanza grande, con al centro una sedia e poco distante un tavolo con cinque giudici.

- Buongiorno- saluto, entrando.

- Buongiorno- mi risponde qualcuno di loro, mentre la segretaria mi fa cenno di sistemarmi sulla sedia al centro.

Estraggo il basso e controllo un ultima volta l'accordatura dello strumento.

- Sono pronta- annuncio poi.

- Porti una tua composizione giusto? Facci sentire-.

Faccio un respiro profondo, poi inizio a suonare.

Fin qui, tutto bene: l'inizio è stato buono.

Ora devo iniziare a cantare.

Con la coda dell'occhio, vedo uno dei giudici guardare il telefono e improvvisamente la voce mi si blocca.

Forse Shinsou ha ragione: forse per loro sono solo una delle tante ragazzine con la passione per la musica che sperano di potersi fare un nome.

Probabilmente non sono neanche tutto questo granché; dopotutto, nessun esperto mi ha mai giudicata.

Mi hanno insegnato i miei genitori le basi, ma poi ho continuato per conto mio.

Magari sto sprecando la mia vita.

Shinsou ha ragione: non sarò mai nessuno.

- Va tutto bene?-.

Mi rendo conto di aver smesso di suonare solo quando uno dei giudici mi fa questa domanda.

- Si, io... Scusatemi. Non dovrei essere qui-.

Rimetto velocemente il basso nella custodia ed esco di corsa, sotto gli sguardi confusi dei giudici.

Sento le lacrime iniziare a sgorgare dalle mie guance, ma non voglio piangere.

Esco dalla struttura e mi trovo davanti una persona: Shinsou.

- Cosa ci fai qua?- mormoro.

Lui sospira.

- Sapevo che sarebbe finita così- afferma, avvicinandosi a me.

Mi mette una mano sulla guancia.

- Ora l'hai capito vero? L'unico che può veramente apprezzarti sono io-.

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Mi spinge, mandandomi a sbattere contro la parete.

Cado a terra, in preda ai brividi: non solo per il colpo, ma sono in intimo e il tempo non è dei migliori.

- Quindi? Cosa ci facevi con quel ragazzo?-.

Il suo tono è calmo, ma mi mette i brividi: so che non promette nulla di buono.

Non è la prima volta che finisco in questa situazione.

- È amico di Momo; voleva sapere cosa poterle regalare- sussurro.

Maledetto Todoroki... Perché è venuto a parlare con me?

- Ma tu non sei più amica di Momo giusto?-.

Scuoto la testa.

- Sai che l'unico a cui tengo sei tu-.

- Esatto. E l'unico che tiene a te sono io; nessuno ti apprezza. Lo capisci vero? Non sarai mai come le altre ragazze, non ci sarà mai nessuno al di fuori di me disposto a salvarti-.

- Lo so- sussurro.

Lui sospira.

- Vedi di non obbligarmi più ad agire così; dopotutto, non hai nessuno al di fuori di me-.

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- È un livido quello?-.

Sussulto nel sentire la voce di Momo e mi tiro giù velocemente la maglietta.

Sto sempre attenta a cambiarmi in bagno per ginnastica per evitare che si veda, ma la ragazza deve avermi seguita.

- Vai via Momo, non sono affari tuoi- taglio corto.

- Si invece. Cosa succede?-.

- Nulla-.

- Jirou, ti prego. Non mi parli da mesi... Sono preoccupata per te-.

Scoppio a ridere.

- Per me? Non ti importa di me! Mi usi solo per i tuoi comodi!- urlo.

- Jirou ma che dici? Sai che non è così!-.

- Stammi lontana Momo: non ho bisogno di te-.

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Lo schiaffo che mi tira è talmente forte da farmi girare la testa.

Mi porto una mano sul punto colpito.

- Ti avevo detto di non farti scoprire!-.

Abbasso lo sguardo.

- A lei non importa di me. Non dirà niente a nessuno- sussurro.

Lui sembra calmarsi.

- Si. Hai ragione. Però... Non posso lasciare comunque impunito il tuo gesto. Stai imparando ma... Mettersi contro di me è sempre una pessima idea-.

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Apro gli occhi, sentendo la testa esplodermi per il rumore dei macchinari.

Il soffitto bianco e l'odore mi fanno capire subito di trovarmi in ospedale.

Mi fa male tutto il corpo, ma non posso lamentarmi: è stata colpa mia.

Mi ha colpita perché non valgo nulla.

Perché non conto niente.

Se non riesco neanche a seguire delle semplici regole, non merito di stare con lui.

- Jirou!-.

Mi volto e vedo Momo, con uno sguardo piuttosto preoccupato.

- Che ci fai qui?- le chiedo, in tono duro.

- Ti ho trovata svenuta per strada piena di lividi. Jirou mi dispiace, avrei dovuto capire prima cosa ti stesse succedendo... Cosa ti stava facendo...- scoppia a piangere, ed è come se la barriera d'indifferenza che mi impediva di esserle amica si infrangesse in un attimo.

È bastato che Momo avesse altri interessi per portarmi a credere che non le importasse di me e trattarla male.

Ma lei non se lo meritava... È la mia migliore amica dopotutto.

La porta della stanza si apre ed un uomo biondo entra.

- Jirou, sono l'ispettore Toshinori: vorrei parlare un attimo con te- afferma.

Momo si alza.

- Tornerò dopo- sussurra.

- Aspetta. Non puoi rimanere?- le chiedo.

Ho bisogno di lei per affrontare tutto quello che succederà.

- Purtroppo, è un'indagine riservata. Ma durerà poco, te lo prometto- interviene l'ispettore.

Momo mi sorride.

- Non preoccuparti: rimarrò qua fuori. E quando potrò tornare dentro, ti prometto che non me ne andrò mai più-.

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- Loro sono delle ragazze che ho conosciuto all'Open Day: saranno in classe con noi l'anno prossimo- mi spiega Momo, indicando le quattro di fronte a me.

- Ciao a tutte- saluto.

- È vero che sei una musicista? Ah, io sono Mina!-.

- Si, mi piace suonare- rispondo.

- Cosa? Comunque piacere, sono Hagakure!-.

- Principalmente il basso, ma so suonare anche la chitarra e la batteria-.

- Penso sia un talento davvero bello. Chiamami Tsuyu-.

- Anche a me piacerebbe sapere suonare! Mi chiamo Uraraka-.

- È bello conoscervi tutte-.

Eh già, tra poco sarò al Liceo.

Ho impiegato praticamente un anno a riprendermi da quello che mi è successo: Shinsou non si è più fatto vedere, così per me è stato più semplice riprendermi la mia vita.

Tutto grazie a Momo: è stata il mio eroe.

La osservo mentre parla con le altre ragazze; non dimenticherò mai quello che fatto per me.

Rimarrò sempre dalla sua parte, e anche se non ricambierà mai i miei sentimenti l'ameró per sempre.

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